Bambini a Milano (bozza)

 

Quelle che seguono sono semplicemente alcune considerazioni, senza pretese di completezza, sull’attività della Giunta Albertini riguardo ai servizi per l’infanzia a Milano scritte dal Coordinamento Genitori Nidi e Materne Chiedo Asilo anche alla luce degli interventi svolti al convegno del 24.3.2001 all’Umanitaria.

 

Premessa

Il coordinamento genitori nidi e materne di Milano Chiedo Asilo da più di quattro anni è impegnato nel porre all’attenzione della cittadinanza e dell’amministrazione comunale lo stato dei servizi per l’infanzia in questa città. Riteniamo che a Milano i bambini siano stati dimenticati, per questo non chiediamo solo “qualche posto in più nei nidi o nelle materne”, pretendiamo un innalzamento culturale, una seria riflessione, una progettazione di ampio respiro su come si cresce a Milano, quali sono i bisogni e le risposte da dare.

Con i nostri pochi mezzi, abbiamo organizzato incontri, dibattiti, feste, manifestazioni, abbiamo in diverse occasioni incontrato l’Assessore all’Educazione del Comune di Milano, abbiamo pubblicato una guida ragionata ai servizi educativi di questa città.

Riteniamo che una città maggiormente vivibile per i bambini sia una città migliore per tutti, a partire dalla qualità dell’aria che respiriamo, per continuare con gli spazi verdi oltre naturalmente a servizi di qualità per tutti.

I servizi per l’infanzia hanno un costo e lo sappiamo, sappiamo anche che questo non può essere compresso più di tanto, ma siamo convinti che si tratti di investimenti che hanno enormi ricadute sulla qualità della vita delle famiglie. Abbiamo la netta sensazione che invece nel settore educazione la parola d’ordine sia “razionalizzare”, “tagliare”, così chiudono dei servizi, altri vedono innalzarsi le rette, si “esternalizza” senza la trasparenza necessaria.

Probabilmente siamo una spina nel fianco dell’Amministrazione Comunale, ma è naturale che dei genitori pretendano il meglio per i loro figli e non si accontentino.

Il rapporto con l’Assessorato all’Educazione non è stato facile: i genitori vengono poco e male informati  con un atteggiamento di grande sufficienza nei loro confronti. Più volte abbiamo dovuto aspettare settimane o mesi per vedere copia di una delibera, per avere dei dati, mentre gli incontri con l’Assessore e i dirigenti dei servizi sono stati, guarda a caso, sempre in concomitanza con le nostre “feste in piazza” sotto le finestre di PalazzoMarino.

I questa città fioriscono i servizi per l’infanzia privati, con alti costi e qualità incerta;

noi riteniamo che si debba poter mettere al mondo un figlio, senza l’ansia di non trovare risposte accessibili ai bisogni che si susseguono.

 

 

La Giunta Albertini: 4 anni di promesse 

 

Maggio 1997 il polo delle libertà vince le elezioni comunali a Milano e si insedia la giunta Albertini con Assessore all’Educazione l’avv. Giovani Testori (CCD)

 

Giugno 1997 dal giornale Milano in Comune, a colloquio con il Sindaco: “Comincerò dalle piccole cose”. “….Quali valori ed ideali animeranno il suo impegno a Palazzo Marino? Possiamo riassumerli in una sola espressione: la collaborazione tra  l’Amministrazione e la città. Voglio cioè trasmettere ai milanesi la sensazione che il Sindaco li ascolta e risponde con concretezza ai segnali di disagio e alle richieste di aiuto lanciati dagli abitanti ….”. “…Sul fronte della scuola, il programma di governo prevede il miglioramento dei servizi offerti dalle mense scolastiche, la riduzione delle liste di attesa per le materne e gli asili nido, il potenziamento dei corsi professionali del comune e il recupero degli edifici scolastici fatiscenti…”.

 

28 agosto 1997: dai microfoni di Radio Popolare il neo Assessore all’Educazione avv. Giovanni Testori si poneva come obiettivo l’apertura di un nido nuovo all’anno.

 

3.9.97 da il Giorno: “….sottolinea il consigliere Gian Franco Lucini (CDU-FORZA ITALIA ndr), presidente della Commissione Educazione …… per avere risultati a  tempi più brevi credo sia più importante puntare sulle convenzioni con i privati, sia per i nidi che per le materne…”

 

7.11.97 da il Giornale: “…Materne, si alle convenzioni con i privati. L’assessore Testori: ‘Così potremo dare un posto a tutti i bambini’ …..Per quanto riguarda gli asili, l’assessore promette una soluzione definitiva entro il mese di giugno.”.

 

7.6.98 da il Corriere della Sera  “…I bambini esclusi dalle strutture comunali saranno ospitati in strutture private convenzionate. Nidi senza più liste di attesa: ci sarà posto per tutti….Approvato in consiglio comunale un piano triennale per far fronte alla lunga lista di attesa dei nidi: i privati, riconosciuti in uno speciale albo comunale, potranno intervenire ed accogliere i bimbi fino a tre anni che non trovano posto nelle strutture pubbliche……..”

 

21.11.98 dal Corriere della Sera Consiglio comunale aperto ai bambini in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia “ Il Sindaco: ‘tutti voi rappresentate il futuro di Milano: siete la nostra più grande ricchezza. So che non è facile fare il mestiere di bambino in una grande metropoli dove i luoghi comuni per liberare la fantasia e gli spazi per giocare e fare amicizia sono inevitabilmente limitati. Vi posso assicurare però che voglio rendere questa città più a misura di bambino e mi impegnerò al massimo per riuscirvi’ .…”.

 

3.9.99 da Avvenire: “…Entro settembre presenteremo un piano avanzato per l’abolizione delle liste di attesa –afferma Giovanni Testori assessore all’Educazione – nel giro di due anni saremo in grado di risolvere il problema dell’esubero….”.

 

20.11.2000 da Corriere della Sera “Giornata dell’infanzia… Dal sindaco Albertini il via con la consegna delle chiavi azzurre della città ai bambini per aprire ‘la Milano che tutti sogniamo, più fantasiosa, più colorata e più magica’ ma anche ‘un po’ severa e complicata’ ammette….Albertini congeda i suoi piccoli ospiti ‘siete il nostro bene più prezioso e il futuro dell’umanità’  la giornata è poi proseguita con feste e spettacoli….”.

 

25.1.2001 dal Corriere della Sera “ ‘Testori ha lavorato bene’. Il giudizio positivo e la fiducia all’assessore all’Educazione arrivano dalla segreteria cittadina dei CCD. ‘Testori ha svolto il suo mandato – si legge in una nota firmata dal segretario Gualtiero Terrazzini – con indubbia abnegazione e ottimi risultati’. Rinnovando, viene specificato, alcune aree operative più delicate e strategiche ‘quali la refezione scolastica e le liste di attesa’. Per tale motivo il CCD invita l’Assessore a ricandidarsi  alle prossime elezioni del Consiglio Comunale, ‘per proseguire la sua opera’.

 

 

 4 anni di amministrazione dei servizi per l’infanzia da parte della  Giunta Albertini

 

Facciamo un elenco asciutto dei principali servizi comunali per l’infanzia e del loro stato:

 

-       Scuola natura: vogliamo iniziare da questo servizio perché è tra i più amati dai bambini e dalle    famiglie ed è in previsione un radicale cambiamento. Vediamo insieme: il Comune di Milano ha SETTE case di vacanza sparse nel nord Italia: Pietra Ligure, Andora, Recco sul mar Ligure, Malcesine sul lago di Garda, Ghiffa sul lago Maggiore, Zambla tra le montagne bergamasche, Vacciago sul lago d’Orta. Da più di vent’anni esiste l’opportunità per tutte le classi di materne, elementari e medie di Milano (scuole private comprese) di stare in una di queste case dal lunedì mattina fino al sabato mattina successivo (fino alla fine degli anni ’80, il periodo di permanenza era di due settimane). Più di 17.000 alunni usufruiscono di questa possibilità fra settembre e giugno.

-       Le richieste sono ogni anno superiori alle offerte e circa il 30% delle classi che richiedono di partire rimane fuori. Da notare che la struttura più capiente, Pietra Ligure, avrebbe una struttura gemella a fianco (per altri 300 posti) ma da più di dieci anni è abbandonata e coperta da buganville. Le strutture, soprattutto i parchi delle case, sono in evidente stato di abbandono, ci sarebbe bisogno di investimenti.

-       Passiamo alle rette: queste per le famiglie sono (o meglio erano) proporzionali al reddito: dalla gratuità a  200mila lire; ma dal prossimo anno 2001-2002 il Comune ha stabilito (con delibera approvata il 21.12.2000) una quota unica per classe: fino a 20 alunni 450mila lire al giorno, fino a 25 alunni 550mila lire al giorno. Più 50.000 lire di iscrizione per la classe, più 35.000 lire a bambino per il viaggio: ciò significa che una classe fino a 20 alunni pagherà circa 3 milioni, una classe di 25 arriverà a 4 milioni: si pagherà TUTTI tra le 150 e le 200 mila lire: questo significa che le classi delle scuole dei quartieri popolari (pensiamo a via Palmieri, via Baroni, via Lope de Vega, via Preneste, pensiamo a Baggio, Quarto Oggiaro, Ponte Lambro, Giambellino, viale Molise, via Uccelli di Nemi, Gallaratese, Gratosoglio…) dove alta è la percentuale di famiglie in difficoltà, immigrate o meno, NON ANDRANNO più a scuola natura; e questi sono i bambini che hanno SCUOLA NATURA  come unica possibilità per uscire dalla città durante l’anno. Chiediamo che si ritorni alla forma di pagamento precedente.

 

-       I nidi:

-       15.2.2001 da Repubblica “nidi pubblici, attese croniche ed è il boom degli asili privati….La Camera di Commercio ha raccontato in una indagine ……dal 1980 ad oggi a Milano gli asili privati sono quasi triplicati, mentre l’offerta comunale è rimasta al palo, riuscendo solo a fare lievitare i posti del 10 per cento comprimendo il numero di bambini nei nidi già esistenti….”

-       In effetti gli stessi dati di questi 4 anni forniti dall’Amministrazione Comunale confermano quanto rilevato dalla ricerca condotta dalla Camera di Commercio:

·      Anno scolastico 1997 –1998: nidi 110, capienza 5181, iscritti 7.253, lista di attesa 2072 (dati pubblicati dall’Amministrazione Comunale il 26.9.97);

·      Anno scolastico 2000-2001 nidi 110, capienza 5196 + 583 pari all’aumento dell’11% rispetto alla ricettività del settembre 1999 (a parità di strutture e di educatrici ndr)+ 43posti in appalto in strutture private convenzionate: totale posti disponibili 5827, iscritti 8312, lista di attesa 2485 (dati pubblicati dall’Amministrazione Comunale il 26.6.2000)

-       da alcuni anni la lista d’attesa si è stabilizzata su circa  2500 bambini che rimangono esclusi ogni anno. Il 28 Agosto 1997, dai microfoni di Radio Popolare (abbiamo la registrazione) il neo assessore Giovanni Testori si poneva come obiettivo un nido nuovo all’anno, non ne è stato aperto nemmeno uno!!.

-       Anzi con delibera in data 20.4.1999 la Giunta del  Comune di Milano, su proposta dell’allora Assessore ai Servizi Sociali Ombretta Colli (oggi presidente della Provincia), deliberava di versare la somma mensile di L. 1.000.000 per due anni alle coppie che decidevano di sposarsi o che facevano un figlio e che avessero un reddito annuo inferiore a 32 milioni, ma solo se italiane e residenti a Milano da oltre 15 anni, ma soprattutto solo se  contestualmente rinunciavano ad usufruire del servizio nido; monetizzando così un importante servizio educativo (come se dare i soldi – peraltro insufficienti - per pagare una baby-sitter sia la stessa cosa che offrire un qualificato servizio educativo come dovrebbe essere il nido)

-       Nell’ottobre del 1999 l’Assessorato all’Educazione del Comune di Milano presentò un piano pluriennale che avrebbe dovuto dimezzare la lista d’attesa: il piano comportava l’incremento fino al 20% del numero dei bambini dentro i nidi esistenti, per un totale di 400 nuovi posti entro dicembre 1999 (con un relativo aumento del personale: 50 educatrici e 300 ore/mese del personale ausiliario); 160 nuovi posti in strutture già esistenti con finanziamenti per le necessarie ristrutturazioni ed adeguamenti oltre che l’assunzione di 31 nuove educatrici e 7 ausiliarie entro gennaio 2000;  l’apertura di 16 nuovi micronidi per un totale di 405 nuovi posti  entro il settembre 2000; la costruzione di tre nuovi nidi entro il dicembre 2000 per 192 nuovi posti (Guastalla, Guarneri e Missaglia).

-        Il comune si è fermato al primo punto: partendo dal presupposto che i bambini si ammalano spesso (principalmente per malattie respiratorie e per questo dobbiamo ringraziare l’aria “pulita” di Milano) nel corso dell’anno 2000 è stato effettuato l’aumento del 11% della capienza dei nidi esistenti per un totale di 583 posti (un aumento del 9% era già avvenuto nel corso delle amministrazioni precedenti), senza  alcuna nuova assunzione (le assunzioni effettuate andarono a coprire precedenti vuoti di organico).  Il risultato è stato quello che noi definiamo “effetto sardina”: una maggior compressione nelle medesime strutture, che ha comportato in particolare un aumento del rapporto numerico educatrice-bambino, con conseguente scadimento della qualità e della sicurezza del servizio, oltre che un maggior carico di lavoro per le educatrici in servizio

-       Il progetto prevedeva nuovamente e parallelamente alla sviluppo del servizio gestito dal comune, lo sviluppo delle convenzioni con il privato. Le famigerate convenzioni con i nidi privati hanno portato la bellezza di 43 posti in appalto presso strutture private!!, che sembrerebbero diventati 101 posti per l’anno scolastico 2000/2001 (dato pubblicato dall’Amministrazione Comunale il 20.11.2001, ma che non siamo ancora riusciti a verificare direttamente). Per posto in appalto si intende quando un  singolo bambino rimasto in lista di attesa nei nidi comunali viene inserito - tramite convenzione tra l’Amministrazione Comunale e la singola struttura privata - all’interno di un nido a tutti gli effetti privato e quindi con una sua particolare gestione e progettualità educativa non sempre condivisa ed accettata dalla famiglia che aveva iscritto il proprio bambini nei nidi comunali e se lo ritrova invece inserito in un nido privato.

-       Peraltro una delibera del Consiglio Comunale del 18.6.1998  riguardo alle convenzioni con i privati (recependo almeno parzialmente un emendamento proposto dall’opposizione e da noi caldeggiato) prevedeva espressamente: “La convenzione tipo con i privati dovrà avvalersi di tutti gli strumenti metodologici atti a definire la qualità di un nido, attingendo ai modelli valutativi in uso in diverse città italiane. La determinazione dei criteri di qualità dovrà essere operata da un soggetto riconoscibile per autorevolezza, nel confronto fra responsabili del servizio, funzionari, educatrici comunali, figure esterne di comprovata competenza scientifica e prevedendo una consultazione delle rappresentanze dei genitori i cui figli sono utenti del servizio”. Ad oggi questo soggetto addetto alla determinazione dei criteri di qualità non è ancora stato costituito !!. L’Assessorato aveva anche annunciato più volte che avrebbero aperto uno sportello per consulenze ai privati per l’apertura di nuove strutture, ma anche su questo nulla si è visto !! Anzi in una lettera inviata dall’Assessore Testori a i comitati di gestione di Nidi del 5.7.2000 viene ancora detto “è anche allo studio l’istituzione di uno “sportello privati” per il sostegno all’iniziativa privata”.

-       Le rette dei nidi avevano subito un notevole aumento durante la giunta leghista di Formentini. Ma il 21.12.2000 il Consiglio Comunale ha votato un ulteriore aumento per il prossimo anno 2001-2002, partendo dal nuovo presupposto che la retta è di 900 mila lire al mese, con delle possibilità di riduzione a 450.000, 200.000, e alla gratuità, in base ai dati reddituali e patrimoniali che dovranno essere certificati dalle famiglie. Di fatto quasi tutti coloro che pagavano 350.000, pagheranno 450.000, quasi tutti coloro che pagavano 450.000, 600.000 o 750.000 pagheranno 900mila lire. Alcuni esempi: una famiglia di 4 persone con reddito annuo di L. 51 milioni fino a quest’anno paga L. 200.000 al mese ma dall’anno venturo pagherà L. 450.000 al mese; una famiglia di 3 persone con reddito annuo di L. 88 milioni ora paga L. 600.000 dall’anno venturo pagherà L. 900.000 al mese, una famiglia di 5 persone con reddito annuo di L. 125 milioni ora paga 450.000 dall’anno venturo pagherà L. 900.000 mensili.

-       Una ulteriore novità è la seguente: negli anni passati i bimbi che compiono tre anni a gennaio potevano iscriversi alla materna e se c’era posto venivano inseriti anche nel corso dell’anno (in particolare questo avveniva per bambini provenienti da famiglie con particolari problemi sociali, dove si valutava utile e positivo un inserimento anche a metà anno). Seconda una nuova disposizione dell’assessorato l’anno venturo i bambini frequentanti i nidi che compiranno il terzo anno di età entro il 31.1.2002  dovranno passare alla materna, laddove c’è posto, con l’obiettivo esplicito di liberare un posto al nido. Ci saranno quindi degli inserimenti diffusi nel mese di Gennaio, alcuni bimbi faranno 3 anni e mezzo di materna, il tutto è comunque nella logica del riempire fino all’orlo tutti i bicchieri, senza alcuna attenzione alle conseguenze che ciò provoca.  Giustamente l’Associazione delle Coordinatrici dei Nidi ha fatto presente i seguenti problemi:  i bambini che si troveranno a compiere il terzo anno nel mese di gennaio subiranno una interruzione/separazione dal loro contesto educativo e relazionale (adulto/bambino e bambino/bambino) con ricadute negative sia sui bambini in uscita che su quelli che resteranno al nido; tale scelta inoltre svuoterà una parte della sezione grandi dei nidi nel mese di gennaio, interrompendo gli equilibri faticosamente  costruiti e facendo affrontare un inserimento al nido nel mese di febbraio a nuovi bambini che rivivranno a distanza di pochi mesi con l’inserimento nella scuola materna, cioè a settembre dello stesso anno, il faticoso processo di separazione (famiglia/nido – nido/materna). Questa novità comporta infine un inserimento a metà anno all’interno della materna  di un gruppo di bambini che altera gli equilibri e le attività educative progettate e previste sulle tre annate già presenti. Per concludere riteniamo che tale disposizione da una parte non affronta seriamente il problema della carenza di posti nei nidi (e nelle materne) e contemporaneamente non tiene conto dell’importanza della continuità didattica e dei progetti educativi che si articolano all’interno di ciascun nido e scuola materna sull’intero anno scolastico e non solo una parte.

-       Infine in questi anni, basta sfogliare le recenti edizioni delle pagine gialle alla voce “nidi d’infanzia”, le strutture private sono fiorite con strutture sulle quali sarebbe da fare una bella inchiesta, la logica del baby parking cresce.

-       Nuovo regalo ai privati: con una nuova delibera approvata dalla Giunta Comunale il 29.3.2001,  Albertini  a poco più di un mese dalle elezioni regala tre miliardi ai privati, mentre l’assessore Testori annuncia  in modo trionfalistico “600 posti incentivati con questi finanziamenti ai privati”. Lo stesso Assessore Testori intervenendo al convegno Bambini a Milano organizzato da Chiedo Asilo sabato scorso 24 marzo all'Umanitaria, si era ben guardato da annunciare questa delibera approvata dalla giunta appena 5 giorni dopo. Riteniamo che sia l’ennesimo regalo di questa Giunta ai privati, che non risolverà certo il grosso problema delle liste di attesa negli asili nido comunali  (2.500 bambini rimangono ogni anno esclusi dal servizio di asilo nido).Così consolida il fallimento delle politiche della Giunta a favore dei bambini più piccoli e delle famiglie con il continuo ricorso al privato (che da oggi viene anche finanziato direttamente) dall’altro si evidenzia un’operazione elettorale i cui dati non rispondono alla verità. Vediamo concretamente cosa potrebbe succedere in base a quanto deliberato dalla Giunta: il comune darà 300 milioni a testa a dieci privati che apriranno 10 nidi per una capienza complessiva di circa 500 posti, ma solamente il 15% e cioè 75 posti  (circa 7 per nido) saranno riservati per i posti convenzionati con il comune e quindi per i bambini rimasti in lista di attesa nei nidi comunali. Sugli altri 425 posti i privati potranno ricavare liberamente il loro bel guadagno economico (oltre al regale iniziale di 300 milioni) applicando rette salate alle famiglie che saranno ancora rimaste nelle liste di attesa del comune e quindi saranno costrette a rivolgersi ai privati. Riteniamo questa delibera vergognosa, soprattutto se teniamo presente che la Giunta Albertini con  l’assessore Testori, nulla ha fatto in questi 4 anni per ampliare il numero di posti negli asili comunali e per garantire un servizio di qualità per tutti i bambini di Milano. Riteniamo infine inopportune queste false promesse che illuderanno le molte famiglie in lista d’attesa della inesistente grande disponibilità di nuovi posti e che resteranno disilluse alla resa dei conti.

 

 

-       Le materne:

-       le materne a Milano sono prevalentemente comunali, solo 22 (circa il 7% degli iscritti) sono statali, mentre il 12% circa degli iscritti va in quelle private. Più dell’80% dei bambini a Milano è iscritto nelle scuole comunali. Le scuole materne sono quasi tutte sature: 25 bambini per classe e ogni anno tra i 400 e i 500 bambini rimangono esclusi: da quest’anno può essere proposto loro di andare in una scuola anche all’altro capo della città o in una delle 11 scuole materne private cattoliche con le quali il Comune si è convenzionato: in caso di rinuncia non si è più in lista d’attesa. Nell’anno scolastico 1999-2000 i bambini che hanno usufruito delle convenzioni con le scuole materne private sono stati solamente 25, nell’anno 2000/2001 sono diventati 34 bambini divisi in 9 scuole materne private (dati pubblicati dall’Amministrazione Comunale il 20.11.2000).

-       E’ dato per certo che ci sono stati in questi anni grossi buchi di organico (mancanze di sostituzioni delle educatrici assenti per maternità o malattie prolungate e per ferie) con il conseguente e frequente smistamento dei bimbi in altre classi.

-       Ma vediamo anche i dati riguardanti le strutture e  i posti disponibili nelle scuole materne comunali all’inizio e alla fine del periodo di amministrazione della Giunta Albertini:

·  Anno scolastico 1997 –1998: materne 170, numero sezioni 825, capienza 20605, iscritti 21.033, lista di attesa 580 (dati pubblicati dall’Amministrazione Comunale il 26.9.97);

·  Anno scolastico 2000-2001 materne 169, sezioni 822, capienza 20559, iscritti 20930, lista di attesa al 21.3.2000 n. 985, lista di attesa residua al 15.4.2000 n. 531 (dati pubblicati dall’amministrazione Comunale il  26.6.2000).

Dai dati sopra riportati si può facilmente rilevare che i posti disponibili a Milano nelle materne comunali in questi 4 anni sono addirittura diminuiti, mentre ancora alcune centinai sono i bambini che ogni anno rimangono esclusi. Pensate quali effetti educativi negativi può avere su un bambino l’impossibilitò di frequentare un ambito collettivo di socialità ed di educazione fino  all’età di sei anni quando inizierà la scuola dell’obbligo !?!

-       Dall’anno scorso l’assessorato ha previsto la possibilità per le dirigenti di una scuola materna di garantire per i bambini nuovi iscritti il servizio di doposcuola (ore 16-18) solamente in una delle scuole del circolo (o comunque in una limitrofa) e non in tutte.

 

Supporto per bambini portatori di handicap e chiusura dei laboratori didattici territoriali: I bambini in situazione di handicap sono stati tra i più penalizzati: il supporto per loro è spesso mancato, come lo stesso Comune ha dovuto ammettere (vedi delibera di Giunta del 15.12.001).

Per ovviare, a nostro avviso in maniera pedestre, a questa situazione il Comune ha deciso di chiudere i laboratori di psicomotricità, computer, arte e natura e quello presso l’acquedotto, aperti (a costi simbolici) alle classi di scuole materne, elementari e medie (oltre che al territorio in orario extrascolastico) con la scusante che le 80 educatrici impegnate in questi laboratori offrivano questo servizio solo al 10% dell’utenza (di materne, elementari e medie!). Nel settembre 2000 il Comune ha detto a queste educatrici di non accettare iscrizioni, le ha lasciate per quattro mesi a non far nulla, per poi distribuirle a pioggia su 80 scuole materne “a far numero”. I laboratori sono stati smantellati! Il laboratorio di via Cenisio 39, all’interno dell’acquedotto, che aveva visto progressivi investimenti in materiale per milioni e milioni è stato disfatto: “Che ognuna delle sette educatrici si prenda un pezzo e se lo porti nella sua nuova scuola materna!!!”

Ma tutto ciò non è bastato, i bambini in situazione di handicap hanno tuttora bisogno, quindi, senza che sia stato possibile leggere il tipo di convenzione, è stato dato in appalto a cooperative il servizio di “supporto”. Attenzione: posto che il personale sia formato adeguatamente e rimanga in modo stabile, è un infelice cambiamento di logica, spieghiamo meglio: fino ad ora per un bambino in situazione di handicap veniva data un’educatrice in più nell’organico, ciò vuol dire che la situazione veniva gestita collegialmente, ora il nuovo personale (oltre a non rispondere alla dirigente, ma alla propria cooperativa) è unicamente incaricato di “seguire” il bimbo con handicap e, per esempio, se questo è assente, andare a casa: Così si risparmia, ovvio.

 

-       Tempi per le Famiglie

E’ un importantissimo servizio sul territorio per i bambini 0-3 anni e le famiglie

Nell’anno 1997-98 erano aperte 9 strutture, esistevano poi altre 3 strutture non aperte per mancanza di personale.

Come Chiedo Asilo avevamo chiesto l’apertura di una struttura per ogni zona, allora le zone del decentramento erano 20 (il Comune può dire di averci risposto, ha ridotto le zone a 9!?!).

Nell’anno 2000/2001 risultano aperte 11 strutture; sono inoltre previste tre convenzioni con strutture private con finanziamenti legge 285/97 (legge Turco) (dati pubblicati dall’Amministrazione Comunale il 20.11.2000)

Forse questa è l’unica cosa almeno parzialmente positiva fatta dalla Giunta Albertini.

 

Bambini  stranieri: un comportamento vergognoso da parte del Comune

 nelle scuole materne statali, come nelle scuole elementari e medie, TUTTI i bambini hanno diritto a iscriversi e frequentare, compresi i bambini stranieri i cui genitori non hanno il permesso di soggiorno. Il diritto all’educazione e all’istruzione è infatti previsto come diritto per tutti i bambini dalla convenzione internazionale sui i diritti dell’infanzia approvata dall’ONU il 20.11.1989; convenzione che ogni anno il 20 novembre la Giunta Albertini ha festeggiato. Ma questo diritto non vale nei nidi e nelle materne comunali !!

Nei nidi e materne  comunali per i bambini di genitori non in regola con i permessi di soggiorno la domanda d’iscrizione viene accettata con RISERVA in attesa che venga dato ai genitori il regolare permesso di soggiorno, senza il  quale il bambino non può frequentare la scuola.

Due anni fa in un incontro con una delegazione di Chiedo Asilo l’assessore Testori aveva assicurato che avrebbe adeguato alla normativa nazionale la regolamentazione per l’iscrizione e la frequenza di bambini stranieri in nidi e materne comunali, ma ad oggi non è avvenuto !!.

 

-       Prescuola e giochi serali: (fino a un paio di anni fa erano 142 le scuole servite: più di 3400 bambini al prescuola, più di 2500 ai giochi serali) si tratta di gestire quel delicato momento (dalle 7.30 alle 8.30 e dalle 16.30 alle 17.30) in cui alcuni bambini delle elementari si fermano a scuola. Si tratta quindi di un servizio per bambini che oltre alle otto ore del tempo pieno ne trascorrono una o due in più: è evidente che siano bimbi che hanno diritto alle giuste attenzioni. Benissimo, questo servizio fino a 5-6 ani fa era gestito direttamente dal Comune ed era gratuito, da allora è diventato a pagamento e viene dato in appalto, anno per anno, a cooperative (ora si paga un’iscrizione a inizio d’anno di 50mila lire più una retta che varia dalle 5 alle 60mila lire). L’infelicità dell’orario lavorativo e la bassa paga comporta il continuo avvicendamento del personale, il cosiddetto turn over, con le immaginabili conseguenze per i bimbi. Inoltre, come sempre più avviene nei servizi comunali, il numero degli educatori da mandare in una scuola è calcolato sulla presenza media dei bambini: quindi tu puoi averne in media 15, ma un giorno non ne hai nessuno un altro ne hai trenta!

 

-       Trasporto alunni: (fino a un paio di anni fa erano servite 49 scuole per più di 2000 bambini) per molte scuole elementari e medie esiste questo tipo di servizio che fa parte del diritto allo studio, come quello precedente era gratuito e gestito dal comune; ora come gli altri è diventato a pagamento(ora si paga un’iscrizione a inizio d’anno di 50mila lire più una retta che varia dalle 10 alle 60mila lire) e dato in appalto. In questo caso è sufficiente avere 18 anni (per essere impegnati tutte le mattine e tutti i pomeriggi per una paga giornaliera complessiva che non arriva a 15mila lire), infatti spesso troviamo pensionati, i quali anch’essi facendo fatica, spesso abbandonano. Per questo, come per i precedenti servizi, la nostra impressione è che il continuo scadimento di qualità porterà le famiglie a ritirare i propri figli fino a che le domande saranno esigue al punto da poter chiudere il servizio.

 

-       I centri estivi: anche questi sono gestiti da cooperative che vincono la gara d’appalto annuale: posto che già in passato è stato denunciato quanto facile sia inserirsi in questo servizio come “educatore” (fu clamoroso il caso del giornalista del Giornale che in 24 ore era stato inserito in una scuola), sono le stesse cooperative a segnalare come le gare d’appalto sono fatte talmente in ritardo che si hanno al massimo un paio di settimane per “reclutare” decine e decine di animatori, con evidenti rischi per la qualità e l’impossibilità di un’adeguata formazione degli operatori e progettazione educativa del servizio. In passato inoltre i finanziamenti erano tali che rendevano possibili le uscite, le gite, l’andare in piscina, ora tutto ciò è praticamente impossibile.

 

-       Atm: fino ad alcuni anni fa era possibile, ritirando in anticipo i biglietti in un ufficio di viale Stelvio, prendere i mezzi dell’ATM con la propria classe (di materna, elementari o medie) senza pagare. Da alcuni anni questo servizio non esiste più, ogni bambino paga il suo biglietto.

 

-       Raccolta differenziata. Un fatto a nostro avviso gravissimo: alcuni mesi dopo l’insediamento dell’attuale giunta si diffuse nelle zone della città la raccolta differenziata. L’umido andava separato. Tutti ricordano la fatica dei primi tempi nell’autoeducarsi a questo. Ma ancor più lungo fu il processo nelle classi delle scuole materne, elementari e medie. I processi educativi richiedono tempi lunghi: dopo quasi un anno la raccolta funzionava, ma da un giorno all’altro ci venne detto di non farla più. Riteniamo che questa sia una modalità criminale che uccide la coscienza civica, ancor più nei bambini, ai quali non si potrà chiedere di ricominciare a farlo una seconda volta, dopo che tutto è andato in fumo.

 

-       La refezione scolastica: parliamo di più di 70.000 pasti al giorno. Fino a qualche anno fa i centri cucina erano 63, distribuiti su tutto il territorio comunale, all’interno delle scuole. Questi centri sono stati ridotti numericamente e in previsione si vorrebbe arrivare a 10 grandi centri cucina, con prevedibili difficoltà nella distribuzione.

L’obiettivo è quello di fornire pasti precotti (fino a 10 giorni prima) tipo aereo. Per il momento dal primo settembre 2000 il latte fresco, da sempre presente sui tavoli dei refettori, è sparito senza alcuna comunicazione a famiglie e insegnanti, mentre il pane fornito è di tipo industriale con evidente scadimento di qualità e di gradimento ai bimbi (vedi le notizie di questi giorni su olio industriale e farina di soia presenti nel pane). Dopo le recenti mobilitazioni dei genitori - ed in particolare del Comitato “Panelatte” - la Milano Ristorazione Spa, che dal 1 gennaio 2001 ha la gestione della refezione milanese, si è impegnata per l’introduzione dei cibi biologici e per un miglioramento della qualità dei pasti.  Ma per adesso sono solo promesse, ancora tutte da verificare nei fatti.

-         I giardini: ci sembra di avere capito (ma con questa Amministrazione è particolarmente difficile avere informazioni precise e puntuali) che la cura del verde nei nidi e nelle scuole materne da quest’anno è interamente data in appalto ad una ditta privata. Di questo nulla sanno i genitori i quali non sono stati informati: certo è che le condizioni di molti giardini di nidi e materne sono pessime e i ritardi nella manutenzione sia ordinaria che straordinaria  sono evidenti.

 

-       La Regione:

Intanto la regione Lombardia con il buon Formigoni con la legge regionale del 21.12.1998 ha approvato cospicui finanziamenti alle scuole materne autonome, dove per autonome viene specificato che si intende le scuole non statali e non comunali, cioè le private: 20 miliardi nel 1999 e  ci risulta 16 miliardi  e 500 milioni per l’anno in corso

 

Milano, aprile 2001

 

CHIEDO ASILO Coordinamento Genitori Nidi e Materne di Milano

Per informazioni: Paolo Agnoletto e Francesca Chiaffarino 02.55182486

Andrea De Lotto e Grazia Bottici 02.89517380 mariagrazia.bottici@tin.it

Chiara Maranzana chmaran@tiscalinet.it

Sito internet: http://members.it.tripod.de/chiedoasilo/index.html