Alla cortese attenzione

-        dell’on.le Ministro dell’Interno Enzo Bianco

-        dell’on.le Sottosegretario all’Interno Massimo Brutti

e, per conoscenza, dell’on.le Ministro del Lavoro Giovanni Salvi

   del Capo della Polizia Dr. Gianni De Gennaro

 

            La presente è per sollecitare di inserire fra gli adempimenti che accompagneranno il passaggio delle consegne al nuovo governo la soluzione di due problemi di grandissimo rilievo per una politica civile dell’immigrazione.

Ci riferiamo alle 30-40.000 pratiche di regolarizzazione avviate nel ’98 e tuttora pendenti, e al numero almeno doppio di pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno sospese per carenza della certificazione del reddito.

 

            Crediamo che solo motivazioni politiche, che ora non dovrebbero più sussistere, abbiano ritardato finora una soluzione, del tutto possibile in sede amministrativa e nel quadro delle leggi e circolari vigenti.

            Un prolungamento della situazione di stallo affiderebbe al nuovo governo il gravoso lascito di almeno centomila “nuovi clandestini”: persone che vivono e lavorano in Italia, alla luce del sole, da un periodo di almeno tre anni, ma spesso da dieci anni o più. Sono evidenti le conseguenze negative nelle relazioni sociali specialmente nelle aree urbane, ma anche e soprattutto nel mercato del lavoro e nelle relazioni sindacali.

 

            Ci permettiamo di ricordare che il ministero in diversi incontri con i sindacati confederali e con l’associazionismo si era impegnato a risolvere:

a)      il problema delle pratiche di regolarizzazione pendenti, alla luce dei princìpi generali del diritto amministrativo (possibilità di documentazione tardiva, prevalenza della documentazione idonea anche tardiva rispetto a quella precedente eventualmente inidonea, possibilità di revoca degli eventuali provvedimenti negativi in sede di autotutela della P.A.) e delle circolari del Capo della polizia, emesse rispettivamente nel maggio 1999 e nel marzo 2000 e tuttora vigenti, che consentono a sindacati e associazioni riconosciute e affidabili di attestare retrospettivamente la presenza in Italia purchè ne sia rimasta traccia nei rispettivi registri, e sollecitano i questori ad emettere i permessi anche nelle more degli accertamenti sull’idoneità delle stesse certificazioni;

b)     il problema del rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro, alla luce delle disposizioni del T.U. sull’immigrazione (Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286) e del relativo Regolamento di applicazione (D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394), che consentono l’autocertificazione del reddito e della liceità della sua fonte (D.P.R. 394/1999, art.13, co.2), sotto responsabilità dell’interessato, e comunque escludono (art. 22 co.9) una connessione fra perdita del posto di lavoro e perdita del permesso di soggiorno, anche alla luce della Convenzione Oli n.143.

 

E’ evidente che nell’attuale situazione di totale difformità di orientamenti da parte delle varie questure, occorre ed è urgente una direttiva scritta e univoca, anche se essa si dovesse limitare a richiamare gli uffici all’applicazione delle norme e delle circolari già in vigore.

 

Ricordiamo inoltre che in casi particolari è sempre applicabile il dettato dell’art.5 del D.L. 286/1998, che consente: il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno richiesto, quando siano sopraggiunti nuovi elementi utili o quando ci si trovi di fronte a irregolarità amministrative sanabili (art. 5, co.5); il rilascio e rinnovo di un permesso di soggiorno per motivi umanitari (art. 5, co. 6) nei casi giustificati; il rilascio e rinnovo di permesso di soggiorno diverso da quello richiesto, quando, mancando i requisiti per quest’ultimo, siano soddisfatti quelli previsti dalla legge per il primo (art. 5, co. 9). L’applicazione congiunta di queste disposizioni sottrarrebbe alla clandestinità e al lavoro nero o servile un gran numero di lavoratori stranieri, che da questo governo hanno atteso con fiducia una speranza di futuro.

 

Nella stessa logica di “stabilizzazione della permanenza legale”, auspicata dal Documento programmatico appena pubblicato dal governo per l’anno in corso, chiediamo infine una riformulazione della circolare emessa il 4 aprile 2001, che detta criteri più restrittivi di quelli previsti dalla legge per il rilascio della carta di soggiorno.

 

Nell’attesa di un sollecito riscontro, e nella fiducia che l’ultimo atto del governo in materia sia un atto di solidarietà e responsabilità sociale, Vi porgiamo i migliori saluti.

 

Fondazione Migrantes della CEI

Presidenza nazionale dell’Arci

Federazione delle Chiese evangeliche – Srm

Comunità di Sant’Egidio

Cir - Consiglio italiano per i rifugiati

Ssi - Servizio sociale internazionale

Oim – Organizzazione internazionale per le migrazioni

Associazioni “Donne straniere insieme” e “Nodi”

Associazioni “Senzaconfine”, “Progetto diritti”, “Casa diritti sociali – Focus”, “Cicar”, “Apicolf”

Centri e cooperative sociali “Astalli”, “Risvolti”, “Il Girasole”, “Welcome”, “Armadillo-Asal”

 

(Rif.: Coordinamento cittadino sull’immigrazione c/o S.r.m., via Firenze 38 Roma, tel. 06.48905101, fax 06.48916959)