(7/5/2001)
COMUNICATO STAMPA
Le associazioni presentano alle forze politiche un
“programma di legislatura su immigrazione e asilo”
Un
vasto arco di associazioni e organismi di ispirazione laica o religiosa, attivi
nel campo dell’immigrazione e dell’asilo, ha definito una
“Proposta per un programma di legislatura su immigrazione e asilo”.
La proposta – firmata da ACLI, ADRA (Agenzia
Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso), Africa Insieme, ARCI, Casa
dei diritti sociali, Centro Welcome, Cestim (Centro studi immigrazione), Comitato
per la difesa dei diritti degli immigrati, Comunita’ di
Sant’Egidio, CRED (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia), ENAR
(European Network Against Racism), Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia, Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, Gruppo
Abele, ICS (Consorzio italiano di solidarieta’), Jesuit Refugee Service, Lecce
Accoglie, Lodi per Mostar, Lunaria, OPI (Osservatorio Provinciale
sull'Immigrazione di Lecce), Rete d’urgenza contro il razzismo, Senzaconfine,
UCSEI (Ufficio centrale studenti esteri in Italia), e, per lo specifico capitolo sul diritto d’asilo,
da ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) e CIR (Consiglio italiano per i rifugiati) - e’ rivolta a tutte le forze politiche e indica
gli elementi principali di un possibile miglioramento delle norme riguardanti
immigrati e rifugiati.
Nel
documento vengono affrontati in modo articolato molti aspetti della condizione
giuridica dello straniero in Italia e delle corrispondenti politiche messe in
atto in questi anni: l’ ingresso e il soggiorno per lavoro, il
ricongiungimento familiare, le modalita’ di espulsione, la condizione dei
minori non accompagnati, il soggiorno per studio universitario, la protezione
delle vittime di tratta, il completamento della regolarizzazione in corso,
l’accesso alla cittadinanza, la trasparenza della pubblica
amministrazione, il diritto d’asilo. Per ciascuno di questi elementi vengono individuati, a tre anni
dall’entrata in vigore della legge Turco-Napolitano, i nodi di carattere
normativo o applicativo che ostacolano lo sviluppo equilibrato del fenomeno
migratorio in Italia. Corrispondentemente, vengono proposte soluzioni tecniche
per lo scioglimento di questi nodi.
Proprio il carattere
tecnico del documento lo mette al
riparo dal rischio di strumentalizzazione, nell’imminenza delle elezioni
politiche: al dibattito tra le forze politiche, spesso ridotto all’uso di
slogan privi di consistenza, le associazioni rispondono con una proposta
operativa, con l’auspicio che faccia da base per i lavori, in materia di
immigrazione e asilo, del prossimo Parlamento.
La
proposta parte dall’osservazione di come oggi l’immigrato sia di
fatto costretto a percorrere vie illegali dalla necessita’ di un incontro
diretto tra domanda e offerta di lavoro. Le possibilita’ di ingresso
“per chiamata nominativa” o per “sponsorizzazione”
resterebbero infatti quasi completamente inutilizzate se gli immigrati non
entrassero in contatto, mediante ingressi e soggiorni illegali, con il
potenziale datore di lavoro o con il potenziale sponsor. La mancanza di
disposizioni che consentano di effettuare legalmente questa ricerca di lavoro
sul posto alimenta cosi’, in modo assolutamente innaturale, il fenomeno
dell’immigrazione clandestina e le organizzazioni criminali dedite al
traffico di migranti.
Nell’opinione pubblica, poi, i dati relativi alle presenze clandestine
– presenze che nella grande maggiornanza nulla avrebbero a che spartire
con attivita’ criminali – vengono confusi con quelli relativi alle
forme di devianza e rafforzano il senso di insicurezza e di sfiducia nello
Stato. Il tentativo di adottare misure repressive piu’ incisive, lungi
dal risolvere il problema, mette a rischio diritti fondamentali della persona e
ostacola paradossalmente proprio il percorso dell’immigrato verso la
legalita’. Dal momento, poi, che la presentazione di una domanda di asilo
sospende i provvedimenti di allontanamento dal territorio dello Stato, il
rischio di un uso improprio delle procedure per il riconoscimento dello status
di rifugiato da parte dell’immigrato clandestino che sia sottoposto a
controlli e’ evidente; non meno evidente, per contro, e’ il rischio
che misure di contrasto dell’immigrazione clandestina incidano
negativamente sui diritti di persone effettivamente bisognose di protezione internazionale.
A questo riguardo il documento delle associazioni individua come possibile soluzione la possibilita’ che al soggiorno legale di breve durata (per motivi di turismo, di visita ai familiari, di affari, etc.), oggi consentito allo straniero che dimostri di potersi mantenere autonomamente, corrisponda la facolta’ di svolgere attivita’ lavorativa occasionale. Lo straniero – prosegue il documento – dovrebbe avere poi la possibilita’ di prolungare il soggiorno sulla base degli ulteriori mezzi di sostentamento cosi’ guadagnati, e di stabilizzarlo, ottenendo un permesso di lunga durata, nei casi in cui pervenga ad un’occupazione o ad una attivita’ autonoma sufficientemente solide.
Consentire
un decorso legale alla fase di ricerca di lavoro dovrebbe, a giudizio delle
associazioni, ridimensionare significativamente il problema
dell’immigrazione clandestina e, allo stesso tempo, assestare un colpo
decisivo ai corrispondenti traffici delle organizzazioni criminali. Si
sgonfierebbe inoltre il rischio di un uso improprio della richiesta di asilo e
di un’interferenza tra le politiche di controllo dell’immigrazione
e la piena attuazione del diritto d’asilo garantito dalla Costituzione. La
proposta delle associazioni prospetta – ed e’ l’altro aspetto
di maggior rilievo - gli elementi essenziali di una riforma organica in
materia: il diritto al ricorso sul posto rispetto a qualunque decisione
negativa sulla domanda d’asilo, ildiritto all’assistenza e/o allo
svolgimento di attivita’ lavorativa per il richiedente asilo,
l’adozione di misure di protezione complementare per chi, non potendo
essere riconosciuto rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra, non possa
tuttavia essere rimpatriato a causa – ad esempio – di situazioni di
violenza generalizzata.