NELL’ANNO 2001 IL FLUSSO DEI MIGRANTI  SCAVALCA  IL SUD

 

La esclusione della Basilicata (e di altre regioni del sud) dall’attribuzione di quote di lavoratori stranieri per l’anno 2001 è un atto grave e intollerabile. Con ciò si penalizza una intera comunità che si è sempre impegnata per favorire una migliore convivenza non solo nel territorio regionale ma anche con programmi di cooperazione internazionale. Quanto stabilito dal decreto flussi 2001 è discriminatorio nei confronti di tutta l’Italia meridionale che, pur avendo gravi problemi di disoccupazione, non può vedersi privata dalla grande opportunità di confrontarsi con altri popoli e meticciare la propria cultura che sempre si è avvalsa, nei secoli, di tale scambio. Andrebbe anche fatta una puntuale analisi delle liste dei disoccupati per verificare quanti sono effettivamente occupati nel lavoro sommerso e nero. Se prevale, nella politica dell’immigrazione, il rapporto di offerta di lavoro/ingressi, si riduce il fenomeno della migrazione a un nuovo schiavismo; così i migranti si vedono solo come braccia e forza lavoro da impiegare e utilizzare in lavori che nessun indigeno vuole svolgere e non si coglie la risorsa che grandi fenomeni di scontro/incontro possono apportare alla crescita civile, politica e culturale di un popolo. Dopo la colonizzazione che la cultura industriale e neoliberista sta perpetrando nei confronti del sud, questa discriminazione tende ad isolare e ghettizzare maggiormente il sud d’Italia. L’unica “politica” per l’immigrazione attuata in Italia è la determinazione dei flussi e delle quote; né il governo centrale né quelli territoriali hanno mai adottato un programma strutturato (casa, lavoro, scuola, cultura), né hanno mai interpellato le associazioni che si occupano di migrazioni di quanta cultura, dell’accoglienza e della solidarietà, si sia arricchita l’Italia in tutti questi anni, pur nell’assenza testarda delle Istituzioni.

Questo decreto ignora quanto gli stranieri siano utili all’accudimento di persone anziane e disabili e “salvano” classi di scuola che chiuderebbero se non ci fossero i piccoli immigrati.

Questo decreto ignora quanto la presenza non regolare incrementi lo sfruttamento ed il lavoro nero e l’insorgere e il diffondersi della criminalità nel taglieggiamento di cittadini stranieri clandestini.

Questo decreto ignora che la disperazione di chi giunge nel nostro paese non può essere marginata con “quote” ed ancora meno con la privazione di “quote”.

Non possiamo accettare di essere esclusi dalle “quote” di immigrati e chiediamo che sia rivista tale decisione.

 

Chiediamo di aderire a questo documento

 

Associazione Medici Volontari TOLBA’