“LINGUE
TAGLIATE”: PER LA VALORIZZAZIONE
DEL PATRIMONIO LINGUISTICO E CULTURALE DEI
KURDI E DEI ROM
Il 21 febbraio l’Unesco ha promosso la “Giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica dei popoli e delle minoranze”, nel 49.mo anniversario della cruenta repressione, a Dacca, delle manifestazioni studentesche contro la soppressione da parte delle autorità pakistane della lingua madre della popolazione dell’attuale Bangladesh.
Infatti mezzo secolo dopo esistono ancora “lingue tagliate”: idiomi di tradizione millenaria e di grande valore storico-culturale, parlati tuttora da milioni di persone, ma negati di diritto o di fatto a séguito della persecuzione, della diaspora, della ricorrente negazione dei diritti e della dignità umana di coloro che le parlano.
Due di queste lingue, il romanés e il kurdo nelle sue diverse parlate, lingue madri rispettivamente di tredici e da trentacinque milioni di persone nel mondo, si sono affacciate in Italia in seguito ad eventi traumatici: la persecuzione ottomana degli zingari nei Balcani cinquecento anni fa, la persecuzione attuale dei kurdi in Anatolia e nel Medio oriente.
I percorsi dei due popoli e delle due lingue, di comune matrice indoeuropea, si erano intrecciati per secoli nei territori iranici e nel Medio e Vicino Oriente.
L’ostracismo
che condusse al genocidio nazista degli zingari rischia di ripetersi nei
confronti dei kurdi, perseguitati dai regimi dominanti turco-arabi. Il popolo
kurdo ripercorre oggi il tragico esodo degli altri popoli della diaspora.
Ma è altrettanto grave il genocidio culturale, che anche in Europa costringe entrambe le lingue a una trasmissione quasi esclusivamente orale e nega il loro spessore storico-culturale.
Nel continente in cui vivono ormai la maggioranza dei Rom e una consistente minoranza dei kurdi, le lingue parlate fin dalla nascita dai loro bambini non trovano posto nell’insegnamento scolastico ed universitario. Le eccezioni sono poche: le garanzie formalmente attribuite alla minoranza Rom in Austria, Finlandia e alcuni paesi est-europei e, per i kurdi, l’apertura di corsi di kurdologia nelle università austriache e svedesi e la recentissima introduzione della lingua kurda nelle scuole medie olandesi.
Chiediamo che l’Italia, che si è dotata recentemente di una legge per la tutela delle minoranze linguistiche autoctone, dia anche a queste due lingue la dignità che compete loro in base alla nostra Costituzione e alle convenzioni internazionali.
Chiediamo quindi che esse divengano materia d’insegnamento extracurricolare nelle scuole in cui sono presenti studenti Rom o kurdi, che nelle Università italiane si istituiscano comunque corsi e lettorati di lingua, letteratura, storia e cultura romanés e kurda, e che si investa non solo nell’inserimento scolare, ma nella valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico di queste due popolazioni.
Claudio Del
Bello (Storia della filosofia moderna), Giulia Fanara (Storia e critica del
cinema), Armando Gnisci (Letterature comparate), Ferruccio Marotti (Istituzioni
di regia), Predrag Matvejevic
(Lingua e letteratura serba e croata), Francesco Muzzioli (Teoria della
letteratura), Alessandro Portelli (Lingue e letterature angloamericane), Franca
Romano (Storia delle tradizioni popolari), Biancamaria Scarcia Amoretti
(Islamistica)
Università
di Roma “La Sapienza”
Luigi Cortesi (Storia contemporanea), Roberto De Angelis (Etnologia) - Istituto
Universitario Orientale, Napoli
Alberto Tarozzi (Sociologia) - Università di Bologna
Ornella De Zordo (Lingua e letteratura inglese), Francesca Fici (Linguistica slava),
John Gilbert (Filologia moderna) - Università di Firenze
Raphael Aceto (lettore all’Università del Molise), Franca Ayres Ciciani (scrittrice),
Lanfranco Binni (Regione Toscana, prog. Porto Franco), Rosy Braidotti (European University Institute, Firenze), Tano D’Amico (fotografo), Michela Eremita e Iole Pinto (Comitato solidarietà con il popolo kurdo, Siena),
Dino Frisullo e Angela Bellei (associazione Azad), Istituto Ernesto De Martino,
ing. Claudio Lombardi (Firenze), Redazione rivista “Giano”, “Roma porto Franco”,
Marco Sbandi (ed. 7 Mari, Napoli), Horst Wiedemann (pedagogista, Bologna),
Per ulteriori adesioni di docenti, studenti,
riviste ed operatori culturali:
Dip.to di
Italianistica dell’Univ. La Sapienza, fax 06.497609 , E-mail armando.gnisci@uniroma1.it