Cronistoria della ‘questione Salsa’

 

* nel maggio 1999 il sindaco di Treviso fa sgomberare l’ex Consorzio Agrario, in via Bixio, a Treviso, occupato da un’ottantina di stranieri, quasi tutti in regola, con permesso di soggiorno e lavoro.

* da fine maggio ai primi di agosto, costoro rimangono ‘accampati’ nei giardinetti di via Tasso, con il sostegno di Fratelli d’Italia e della Caritas, ponendo il problema di soluzioni praticabili per le centinaia di lavoratori stranieri senza casa presenti a Treviso.

* il prefetto di allora, Pisani, convoca un tavolo di confronto per trovare soluzioni, tavolo cui partecipano comune di Treviso, Asl, forze dell’ordine, Unindustria, Camera di Commercio, Ater, Coord. Fratelli d’Italia, Caritas. Emerge l’ipotesi di una sistemazione di fortuna, provvisoria, in alcune roulotte procurate dagli alpini in un terreno dell’Ater, vicino alla Strada Ovest, a Treviso. Si chiede che il campo venga gestito da una cooperativa individuata dal Coord. Fratelli d’Italia. I fondi per l’allestimento e la gestione provengono dalla Camera del Commercio. Le associazioni di volontariato accettano solo a patto che il provvedimento sia effettivamente provvisorio. Si concorda di rendere operative soluzioni più adeguate entro fine ottobre 99.

* nel frattempo il sindaco di Treviso annuncia di voler requisire la caserma Salsa, da alcuni anni dismessa, composta da una varietà di edifici, in parte adibiti a residenza in parte a magazzini e garage, sita nel quartiere di S. Maria del Rovere a Treviso e di proprietà del Ministero della Difesa. Il tavolo di confronto analizza la proposta. Le forze di volontariato sconsigliano una soluzione di questo tipo, che favorisce una grossa concentrazione di stranieri (un centinaio) in un unico centro di accoglienza, difficile da gestire in simili dimensioni. Tuttavia, se non emergono altre soluzioni, decidono di non ostacolare la proposta, e di mediare affinché gli ospiti della roulottopoli accolgano positivamente anche i tempi più lunghi necessari per mettere in opera una struttura del genere.

* Rappresentanti del volontariato sono ricevuti anche dal presidente Ciampi in visita a Treviso, che assicura il suo appoggio affinché si individui una soluzione possibile.

* Le cose si trascinano; il Comune di Treviso si propone di trasferire alla Salsa anche i posti letto del dormitorio comunale per stranieri attualmente presso i locali fatiscenti dell’ex-caserma Piave, sempre a Treviso.

* Varie critiche dal quartiere di S. Maria del Rovere. Si organizza un comitato di cittadini per esplorare vie alternative, favorevole o a centri di accoglienza maggiormente distribuiti sul territorio o ad una gestione sul tipo ‘albergo popolare’ come le esperienze di Milano, verificate anche dal Coord. Fratelli d’Italia.

* Nel frattempo la roulottopoli viene attrezzata per l’inverno, con radiatori elettrici, causa sicurezza.

* Il Coord. Fratelli d’Italia firma un protocollo con Unindustria e Confedilizia per procurare appartamenti a datori di lavoro che vogliano alloggiare propri dipendenti stranieri. A tutt’oggi, sono stati messi a disposizione più di 140 posti letto, in vari appartamenti.

* A giugno 2000 ri-emerge la questione dell’occupazione abusiva delle ex-falegnamerie Miani, di fronte al tribunale nuovo, a Treviso. Circa una cinquantina di stranieri, quasi tutti in regola e con lavoro, in condizioni estremamente disagiate. Il primo luglio il comitato ‘21marzo’ guida l’occupazione di un padiglione dismesso nell’ex ospedale psichiatrico S. Artemio. Su garanzia del Coord. Fratelli d’Italia non viene effettuato lo sgombero e si cerca una soluzione, di concerto con l’amministrazione Asl.

* A luglio 2000 la cooperativa che gestiva la roulottopoli è costretta a ritirarsi per mancanza di fondi. Concluderà l’esperienza con un passivo di varie decine di milioni. Gli ospiti pagano abbastanza regolarmente il loro contributo spese; i fondi promessi da vari attori che si erano impegnati, (Camera commercio, Unindustria, Comune, …) arrivano solo parzialmente. La roulottopoli passa ad una fase di autogestione, con l’appoggio esterno del Coord. Fratelli d’Italia. Si assicura che entro tre-quattro mesi si attiverà il dormitorio presso la Salsa.

* Contatti promoissi da prefettura, Coord. Fratelli d’Italia e Ater con i sindaci della provincia per esaminare proposte di soluzioni abitative per i lavoratori stranieri. Solo qualche adesione isolata.

* A novembre si sono finalmente trovati i fondi per l’intervento necessario a ristrutturare una parte della caserma Salsa, con l’impegno del Coordinamento e di vari altri: i finanziamenti verranno dalla Regione (200 milioni), dalla Camera di Commercio (400 milioni) dalla Provincia (100 milioni). Le autorizzazioni ministeriali sono già state date da tempo. Il Comune dovrebbe accollarsi la gestione. L’intervento edilizio verrà attuato dall’Ater, che in alcuni anni rientrerà dei capitali utilizzati, attraverso le quote degli ospiti. Anche l’Asl partecipa con un proprio finanziamento (200 milioni), affinché siano sistemati alla Salsa anche gli occupanti abusivi di S. Artemio. Nel frattempo è cambiato il presidente dell’Ater.

* Le cose vanno ulteriormente per le lunghe. Intanto è cambiato anche il prefetto. Il prefetto attuale riconvoca il Consiglio territoriale per l’immigrazione, durante il quale si dà per scontato l’imminente avvio dei lavori.

* Ad opera di nuovi abusivi dell’ex Miani viene occupato un capannone della Telecom, dietro la stazione ferroviaria di Treviso, con il sostegno del comitato ‘21 marzo’. La Questura parla di almeno un tre-quattrocento stranieri in otto-dieci siti abusivi a Treviso.

* Occupazione, sempre con il sostegno di ’21 marzo’, di un appartamento dell’Ater da parte di una famiglia straniera.

* Marzo 2001: manovre del Comune di Treviso per mandare a monte la ristrutturazione della Salsa in dormitorio. La roulottopoli con i suoi ospiti (una sessantina), che doveva durare al massimo tre mesi, ha già attraversato due inverni. Il padiglione di S. Artemio è ancora occupato abusivamente. Non si profilano soluzioni alternative.

 

 

 

 

Breve scheda riassuntiva sulla ‘questione Salsa’

 

La caserma T. Salsa, sita in via Salsa a Treviso, quartiere di S. Maria del Rovere, comprende un grande appezzamento di terreno (circa 70.000 mq) con vari edifici, parte adibiti ad abitazioni per militari, parte a garage e magazzini. E’ stata dismessa dall’esercito alcuni anni fa, e continua ad essere proprietà del Ministero della Difesa. Il sindaco di Treviso l’aveva platealmente indicata nel luglio 1999 come soluzione alloggiativa temporanea per gli stranieri da lui sgomberati in maggio dall’ ex Consorzio Agrario di Treviso, risultati quasi tutti lavoratori in regola. Costoro si erano accampati presso i giardinetti di via Tasso e con il sostegno del Coord. Fratelli d’Italia e della Caritas chiedevano un qualche intervento di tipo abitativo. Della questione s’era interessato anche il presidente della repubblica Ciampi, in visita a Treviso. Il tavolo di lavoro convocato dall’allora prefetto Pisani aveva approvato il progetto di trasformare parte della Salsa in dormitorio per un centinaio di stranieri, pur con le riserve manifestate dal volontariato per la difficoltà di gestione di una struttura così grossa. In tale struttura avrebbero dovuto affluire una settantina degli stranieri sgomberati dall’ex Consorzio agrario, oltre al trasferimento della quarantina di posti del dormitorio comunale attualmente presso i fatiscenti locali dell’ex caserma Piave in via Monterumici, a Treviso.

Nel frattempo, per dare riparo agli stranieri accampati in via Tasso, veniva allestita una roulottopoli in un terreno dell’Ater presso la Strada ovest, sempre a Treviso. Tale struttura, gestita dalla cooperativa ‘Una casa per l’uomo’, individuata dal Coord. Fratelli d’Italia, doveva restare in funzione fino all’ottobre 99, dopo di che si sarebbero resi disponibili i locali della Salsa.

Al momento (marzo 2001, più di un anno e mezzo dopo), sembra che il Comune di Treviso stia manovrando per mandare a monte la ristrutturazione della Salsa, da lui stesso proposta e ancora non iniziata.

Presso la roulottopoli sono ancora alloggiati una sessantina di stranieri. La cooperativa in luglio 2000 ha dovuto cessare la gestione in quanto i fondi promessi da Camera di Commercio, Unindustria e Comune, insieme alle quote degli ospiti, non erano stati sufficienti al prolungamento dell’impegno. La cooperativa stessa ne è uscita in perdita.

Altri quaranta occupanti abusivi di un padiglione dell’ex ospedale psichiatrico S. Artemio, per sistemare i quali l’Asl aveva assicurato duecento milioni alla ristrutturazione della Salsa, sono ancora lì, sotto minaccia di sgombero.

E tre-quattrocento stranieri (stime della Questura), per la maggior parte lavoratori in regola di aziende trevisane, vive in condizioni inumane occupando strutture abbandonate a Treviso e dintorni.

A che gioco giochiamo?