Una strana circolare per gli stranieri

«Perché solo a Roma può essere firmato quel certificato?»

 

Il Tirreno, cronaca di Pistoia, mercoledì 14 marzo 2001

 

PISTOIA. All'onorevole Pier Luigi Bersani, ministro dei trasporti. Roma.

Il 28 novembre scorso la dottoressa Longo, del suo dicastero, ha emanato la circolare A 28/2000/Mot, diretta agli uffici provinciali della motorizzazione civile, con la quale si fa obbligo ai cittadini di stati non appartenenti all'Unione europea, che chiedono di sostenere esami orali per il conseguimento della patente di guida, di recarsi a Roma per sottoscrivere dinanzi ai funzionari dei consolati dei loro Paesi d'origine la «importantissima e indispensabile» dichiarazione che segue: «Io sottoscritto dichiaro di non conoscere la lingua italiana nella forma scritta».

Ritengo non occorra esser laureati come la dottoressa Longo per capire che la veridicità della citata dichiarazione non può essere accertata in alcun modo e perciò è nulla. Intanto la circolare «Longo» ha costretto e costringerà migliaia di stranieri a recarsi a Roma - moltissimi Paesi hanno sedi consolari soltanto nella capitale - per sottoscrivere una dichiarazione inutile su un certificato parimenti inutile. Non voglio nemmeno immaginare il sacrificio cui sono costretti coloro che risiedono nelle isole, nel nord o nel sud d'Italia e le considerazioni che faranno i funzionari dei consolati sulla burocrazia italiana.

Qualora, poi, gli zelanti nostri burocrati riuscissero a dimostrare l'utilità di quella dichiarazione dovrebbero saper dire perché la stessa non può essere sottoscritta di fronte al funzionario della motorizzazione locale, come prevede la legge Bassanini e come prescrivono ben due decreti del presidente della repubblica, il 403/98 e il 394/99.

Probabilmente la dottoressa Longo non ha avuto il tempo di leggere quei Dpr e per conseguenza non interpreta la volontà del legislatore. O, forse, influenzata dai titoli de «Il Giornale» e de «La Padania» si è convinta che bisogna rendere difficile la vita allo «straniero». E magari cerchi di acquistare meriti a futura memoria, nella speranza di guadagnarsi una promozione per motivi «ideologici» nel caso un Bossi, o qualcuno dei suoi alleati, dopo le prossime elezioni, s'insediasse alla guida del ministero dei trasporti.

Signor Ministro dei trasporti, se ho ben capito, nell'ultima riunione del consiglio dei ministri, è stato deciso che i dirigenti immeritevoli possano essere licenziati; se è veramente così, io credo che il caso da me citato debba rientrare fra i primi ad essere esaminati.

Rino Chiti

Post scriptum. Difendo gli stranieri anche perché miei zii, nel '23, furono costretti ad emigrare in Argentina per noie con il fascismo e per mancanza di lavoro; quando dopo trentatrè anni riuscirono a tornare in visita in Italia, piangendo, mi narrarono di soprusi subiti e di tante umiliazioni sofferte. Vogliamo noi, fratelli, nipoti, parenti comunque di decine di milioni di emigranti fare altrettanto, anzi peggio, su quanti, ora, immigrano in Italia?