UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati
AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE
UMANITARIA
N. 35, 15 novembre 2001
In
breve:
-
Riaperto
l'ufficio UNHCR a Kabul
-
Spostamenti
di popolazione all'interno dell'Afghansitan
-
Nuovi
arrivi al centro di permanenza temporanea di Killi Faizo, in Pakistan
-
Proseguono
i trasferimenti al campo di Roghani
-
Incontri
con le autorità locali pakistane per i trasferimenti da Jalozai
-
Oggi
il più consistente rimpatrio dall'Iran all'Afghanistan da agosto
-
Altre
tende inviate in Uzbekistan
Riaperto l'ufficio UNHCR a Kabul
Secondo notizie provenienti dall'Afghanistan, la
situazione a Kabul starebbe tornando alla normalità. L'ufficio UNHCR a
Kabul è stato riaperto e il personale locale è potuto tornare al
lavoro. L'ufficio sembra non aver subito danni durante il periodo di chiusura,
mentre un deposito è stato saccheggiato di 1.400 tende dell'UNHCR e di
un numero imprecisato di coperte imbottite destinate agli sfollati e ai
rifugiati afghani rimpatriati. Il personale ha risistemato i locali e i veicoli
per prepararsi a riprendere il lavoro. Prima dei tragici eventi dell'11
settembre, l'UNHCR aveva realizzato a Kabul e nei suoi dintorni vari progetti
per alloggi e fornitura d'acqua destinati ai rifugiati rientrati di recente.
Spostamenti di popolazione all'interno
dell'Afghansitan
L'UNHCR è sempre più preoccupato
per un possibile nuovo flusso di rifugiati in Pakistan, dopo la notizia di
migliaia di persone in fuga dalle città di Kandahar e Helmand verso la
frontiera pakistana. Migliaia di persone avrebbero già varcato il
confine in diversi posti di frontiera per entrare nel Baluchistan. L'UNHCR
continua a prepararsi per far fronte a un possibile flusso di rifugiati in
Pakistan. Verso le aree di confine del Baluchistan si stanno inviando altri
materiali per alloggi e coperte.
Probabilmente anche dei combattenti starebbero
entrando in Pakistan e l'UNHCR teme che i campi di rifugiati non mantengano il
loro carattere esclusivamente umanitario. I governi degli stati che ospitano
rifugiati hanno la responsabilità di assicurare la separazione dei
presunti combattenti dai rifugiati e di garantire la natura non militare dei
campi.
Nuovi
arrivi al centro di permanenza temporanea di Killi Faizo, mentre proseguono i
trasferimenti al campo di Roghani
Oggi al centro di permanenza temporanea di Killi
Faizo gli operatori dell'UNHCR hanno registrato 180 famiglie. I nuovi arrivati
si aggiungono alle circa 800 persone che per giorni erano rimaste in attesa
fuori dal sito prima di essere ammessi nella giornata di ieri. Il numero totale
di persone a Kilil Faizo si avvicina ora a 2.500.
Tra coloro che oggi sono entrati in Pakistan dal
posto di frontiera di Chaman, c'erano anche due donne che avevano recentemente
partorito bambini nati morti. Le donne sono state trasferite al campo di
Roghani dove hanno potuto seppellire i bambini.
Oggi, giornata record per i trasferimenti da
Killi Faizo a Roghani, sono state trasferite 1.300 persone (255 famiglie) in 9
convogli. La popolazione al campo di Roghani è adesso di oltre 2.400
persone.
Il più consistente rimpatrio dall'Iran
all'Afghanistan da agosto
Oggi oltre 1.300 afghani sono rientrati in patria
dal confine di Dogharun, il principale posto di frontiera iraniano per
l'Afghanistan, nel più numeroso rimpatrio in un solo giorno dalla fine
di agosto. Molti di coloro che sono rientrati - soprattutto di etnia tagika e
hazara - hanno riferito all'UNHCR di aver atteso gli sviluppi a Herat, dopo
l'acquisizione da parte dell'Alleanza del Nord. Molti comunque si sono tenuti
cauti e hanno detto di voler lasciare le proprie famiglie in Iran finché
la situazione in Afghanistan occidentale si normalizzi.
Un afghano di etnia tagika ha riferito al
personale UNHCR di aver lasciato Herat, la sua città natale, oltre 18
anni fa, durante la guerra tra l'Afghanistan e l'Unione Sovietica, e di non
essere più tornato da allora. Durante questo periodo avrebbe vissuto
alle porte di Teheran come venditore ambulante.
La partenza di un convoglio organizzato
congiuntamente dall'Associazione della Mezzaluna Rossa Iraniana e dall'UNHCR da
Mashad, in Iran nord-orientale, a Herat, in Afghanistan occidentale, è
stata rinviata a domani.
Gli operatori umanitari tornano al campo di
Makaki
La situazione lungo la frontiera sud-occidentale
dell'Afghanistan sarebbe calma. Questa mattina gli operatori umanitari hanno
fatto ritorno nel campo di Makaki, presso la frontiera con l'Iran e nel quale
sono ospitati sfollati afghani. Il ritorno degli operatori umanitari avviene
dopo due giorni di assenza a seguito di uno scontro tra le forze talebane e le
truppe dell'Alleanza del Nord. L'Alleanza del Nord ha poi preso il controllo
del campo e delle aree circostanti.
Secondo le autorità iraniane, 200 famiglie
di sfollati afghani sono state trasferite da Makaki a Miglio 46, un altro campo
all'interno dell'Afghanistan. Le autorità hanno in programma di
proseguire le operazioni finalizzate a trasferire gli sfollati afghani
insediatisi spontaneamente ai margini di Makaki, che si trova sulla frontiera
sud-occidentale dell'Afghanistan.
L'UNHCR resta molto preoccupato per la situazione
nei due campi in Afghanistan e continua ad esortare il Governo iraniano
affinché consenta a queste persone di entrare nel suo territorio, se
queste non possono tornare alle proprie case.
Altre tende inviate in Uzbekistan
Il terzo volo - partito da Peshawar, Pakistan,
con 670 tende - è arrivato a Termez, Uzbekistan. Finora a Termez sono
state inviate 2.010 tende per essere utilizzate nel nord dell'Afghanistan.
Altri voli su Termez sono previsti per il weekend. <
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