COMUNICATO STAMPA

 

 

27 novembre 2001

 

UNHCR: pronto il piano di azione

per Afghanistan e paesi limitrofi

 

 

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha oggi presentato un piano di azione regionale finalizzato ad alleviare la drammatica condizione degli sfollati e della popolazione afghana più vulnerabile, gettando le basi per una soluzione di più lungo periodo a una delle crisi di rifugiati più lunghe del mondo.

 

"La rapida evoluzione della situazione in Afghanistan ha fornito alla comunità umanitaria nuove opportunità per aiutare milioni di afghani che hanno sofferto troppo e per troppo tempo" ha dichiarato l'Alto Commissario, Ruud Lubbers. "Ma dobbiamo fare in fretta. Dobbiamo coordinare strettamente il nostro lavoro, cercando di essere più creativi e flessibili possibile. Ho sollecitato un piano d'azione aggiornato che tenga conto delle numerose continue incertezze nella regione e che allo stesso tempo getti le basi per una soluzione di lungo periodo".

 

Il piano di azione regionale dell'UNHCR - che inizialmente coprirà le attività dell'agenzia fino alla metà del 2002 - individua quattro principali aree di intervento, sia all'interno dell'Afghanistan che nei paesi limitrofi:

 

1.     fornire protezione e assistenza ai rifugiati che si trovano nei paesi limitrofi, tanto ai nuovi arrivati quanto quelli arrivati nei precedenti flussi;

2.     mantenere l'operazione di emergenza nei paesi limitrofi finché vi sarà l'eventualità di nuovi spostamenti forzati di popolazione;

3.     assistere e promuovere la protezione e il ritorno degli sfollati e di altre persone vulnerabili in Afghanistan, all'interno di un azione coordinata tra le varie agenzie delle Nazioni Unite;

4.     Preparare la ripresa del rimpatrio assistito dei rifugiati su base volontaria.

 

Ai fini della programmazione per i prossimi 6 mesi, le attività dell'UNHCR nella regione copriranno i bisogni di 880mila afghani, dei quali 500mila sfollati e persone rimpatriate all'interno del paese; 300mila rifugiati afghani arrivati dopo l'11 settembre in Pakistan e 80mila in Iran. Prima degli attacchi terroristici agli Stati Uniti, già oltre 3,5 milioni di rifugiati afghani si trovavano in Iran e in Pakistan.

 

Nell'ambito del piano regionale aggiornato, l'UNHCR ha stimato in 181,8 milioni di dollari (oltre 380 miliardi di lire) il budget necessario per il periodo ottobre 2001 - giugno 2002. Di questi, circa 140 milioni sono destinati ai programmi di emergenza da coprire sotto uno speciale "budget supplementare". I rimanenti 41,8 milioni di dollari rientrano all'interno del regolare Budget Annuale dell'UNHCR per la regione per l'ultimo quarto del 2001 (11,9 milioni di dollari) fino alla prima metà del 2002 (29,9 milioni di dollari).

 

Lubbers ha affermato che il piano di azione regionale aggiornato intende assicurare che l'attuale programma annuale per le attività dell'agenzia per il 2001-2002 e le sopraggiunte richieste per l'emergenza coperte dal budget supplementare vengano pienamente integrate in un approccio congiunto.

 

Ha inoltre rilevato come il piano preveda una serie di scenari, tra i quali il fatto che la nuova situazione in Afghanistan abbia provocato spostamenti di popolazione in ogni direzione: all'interno del paese, verso gli stati limitrofi e da questi indietro verso l'Afghanistan. Per questo l'UNHCR continua a seguire un approccio bi-direzionale incentrato da un lato sull'aumento dell'assistenza umanitaria all'interno dell'Afghanistan e dall'altro sulla promozione della protezione e dell'assistenza nei paesi d'asilo.

 

Sul piano operativo, l'UNHCR conta di ristabilire la sua presenza - sicurezza permettendo - nelle cinque principali città del paese: Kabul, Mazar-I-Sharif, Herat, Kandahar e Jalalabad. Inoltre l'attuale rete di 12 unità sul terreno verrà aumentata a 22, assicurando un'ampia presenza sul terreno nelle aree dove si prevede il ritorno di rifugiati e sfollati.

 

Nell'ambito del piano, l'UNHCR assegnerà un ruolo centrale allo staff locale e assumerà più donne, alle quali durante il regime dei talebani era stato impedito di lavorare. Prima della metà dell'anno 2002, l'agenzia conta di disporre di circa 267 operatori locali in tutto il paese.

 

I recenti sviluppi in Afghanistan hanno inoltre riacceso l'interesse di molti dei 3,5 milioni di rifugiati nella regione al rimpatrio. Rimpatri spontanei su relativamente piccola scala sono già stati registrati da Iran e Pakistan. Rimpatri più numerosi potrebbero invece cominciare dalla prossima primavera, soprattutto se verranno compiuti ulteriori progressi in termini di stabilizzazione politica e militare in Afghanistan. Attualmente gli uffici UNHCR in Afghanistan e nei paesi limitrofi stanno elaborando un programma complessivo per il rimpatrio e la reintegrazione, mentre sono stati avviati colloqui con i partner operativi per l'eventuale implementazione delle iniziali attività di reintegrazione.

 

"Il ritorno di milioni di rifugiati e sfollati è cruciale per la stabilità, la riabilitazione e lo sviluppo di lungo periodo in Afghanistan" ha dichiarato Lubbers. "L'UNHCR lavorerà in stretta collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e altre agenzie per assicurare che assistenza umanitaria, riabilitazione iniziale e sviluppo siano integrate senza difficoltà".   <

 

 

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94

 

 

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