COMUNICATO STAMPA

 

8 novembre 2001

 

Lubbers chiede più attenzione per i bisogni umanitari della popolazione afghana

 

A un mese dall'inizio della campagna militare in Afghanistan, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers, ha oggi invitato la comunità internazionale a non dimenticare il proprio impegno internazionale in favore dei civili innocenti colpiti dal conflitto.

 

"Mentre si entra nel secondo mese di lotta internazionale contro il terrorismo, dobbiamo evidenziare l'impegno preso dai leader della coalizione a non indirizzare questa guerra contro la popolazione afghana e ribadire che lo sforzo umanitario rimarrà una priorità" ha dichiarato Lubbers. "Con l'approssimarsi dell'inverno, milioni di afghani necessitano di assistenza umanitaria. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, ma il protrarsi dell'insicurezza sta ostacolando la possibilità di fornire loro assistenza all'interno dell'Afghanistan. Allo stesso tempo, queste persone non possono trovare rifugio in nessuno dei paesi limitrofi, che hanno ufficialmente chiuso le frontiere. Il risultato è che molti afghani disperati non sanno più dove andare".

 

Pur riconoscendo l'enorme onere che gli altri paesi della regione già sostengono ospitando milioni di rifugiati, Lubbers ha nuovamente fatto appello affinché questi stati aprano le loro frontiere alle persone che necessitano temporaneamente di protezione e assistenza. Ha inoltre rilevato come con il Governo del Pakistan si stiano compiendo alcuni progressi, rendendo disponibili i campi per assistere i rifugiati che dall'11 settembre sono riusciti a entrare nel paese attraverso rotte secondarie e valichi di montagna, stimati in circa 135mila. Molti di loro non hanno chiesto assistenza per paura di essere deportati perché "illegali".

 

In Iran, sono stati individuati i siti nei quali allestire i campi e sono stati posizionati gli aiuti umanitari, anche se la frontiera resta chiusa. All'interno dell'Afghanistan sono sorti alcuni accampamenti di fortuna nei pressi delle frontiere con Iran e Pakistan. L'UNHCR tuttavia è seriamente preoccupato per le condizioni di sicurezza di questi campi, che si trovano sia in aree controllate dai talebani sia in aree controllate dall'Alleanza del Nord.

 

Oltre alla preparazione dell'assistenza di emergenza nei paesi confinanti con l'Afghanistan, l'UNHCR sta valutando le modalità per proseguire ed eventualmente potenziare i suoi programmi all'interno del paese, dove l'agenzia collabora con oltre 100 organizzazioni non governative (Ong) locali su progetti finalizzati ad assistere i rifugiati che fanno ritorno nel paese a ricostruirsi una vita.L'Alto Commissariato è presente in Afghanistan da vent'anni e dal 1988 ha assistito nel rimpatrio oltre 4,6 milioni di afghani.

 

"La lotta contro il terrorismo è necessaria" ha concluso Lubbers, "ma esiste anche un concomitante dovere internazionale di aiutare la popolazione afghana - sia all'interno del paese sia nei paesi limitrofi - e di mantenere la promessa fatta all'inizio del conflitto di non renderli obiettivi della guerra e di non dimenticarsi di loro".   <

 

 

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94

 

 

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