Text Box: AFGHANISTAN
La situazione umanitaria
 

 


n. 11, 1 ottobre 2001

 

In breve

 

-       Il primo volo di aiuti umanitari per l'Iran dovrebbe arrivare domani a Mashad.

 

-       Migliaia di afghani bloccati alla frontiera con il Pakistan di Chaman hanno lasciato l'area, ritirandosi all'interno dell'Afghanistan o cercando altre vie per entrare in Pakistan.

 

-       Parte oggi per Peshawar il secondo volo di aiuti umanitari per il Pakistan.

 

-       Discorso dell'Alto Commissario Lubbers al Comitato Esecutivo dell'UNHCR.

 

 

Voli umanitari

 

Il primo volo di aiuti umanitari per l'Iran dovrebbe arrivare domani a Mashad, nel nord-est del paese. Il DC-8 trasporterà 40 tonnellate di tende. Le 408 tende fanno parte delle 1.200 tende donate dal Dipartimento inglese per lo Sviluppo Internazionale. Un secondo volo su Mashad - che trasporterà le restanti tende, 350 rotoli di teloni di plastica da 4 metri per 60 e teloni impermeabili di cotone - è in programma per i giorni successivi.

 

Un secondo volo umanitario per il Pakistan dovrebbe invece partire oggi pomeriggio da Copenhagen e arrivare a Peshawar domani mattina. Il volo trasporterà 250 rotoli di teloni di plastica e 21mila coperte. Il primo volo umanitario per il Pakistan era arrivato sabato scorso a Quetta, trasportando 40 tonnellate di teloni di plastica.

 

Pakistan

 

Sarebbero tra 10mila e 20mila gli afghani in attesa al posto di frontiera di Chaman, presso Quetta, che avrebbero lasciato l'area di confine. Molti di loro, sporattutto quelli provenienti da Kandahar, si sarebbero ritirati all'interno dell'Afghanistan o verso le proprie case a Kandahar. Altri avrebbero cercato percorsi alternativi per entrare in Pakistan - attraverso posti di frontiera meno utilizzati - o l'avrebbero già fatto.

 

Nei giorni scorsi, migliaia di afghani sono riusciti a entrare in Pakistan nonostante la chiusura ufficiale della frontiera. I nuovi arrivati hanno raggiunto l'area pakistana di Quetta da Kandahar, Kabul e dalle aree rurali dell'Afghanistan sud-occidentale. Alcuni provengono addirittura da Mazar i Sharif e Kunduz nel nord dell'Afghanistan. Gli afghani hanno detto di essere fuggiti per diverse ragioni, tra le quali il timore di una possibile azione militare e della coscrizione nelle forze armate, oltre al protrarsi della crisi umanitaria nel paese dovuta alla guerra civile e alla grave siccità.

 

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta procurando altri aiuti umanitari, tra i quali 60mila coperte imbottite, 20mila secchi di plastica, 20mila stufe a kerosene, 40mila taniche per l'acqua, 20mila set da cucina, 40mila materassi sintetici e 80mila barre di sapone.

 

Quattro agenzie delle Nazioni Unite, tra le quali l'UNHCR, si sono incontrate oggi a Quetta con 15 organizzazioni non governative (Ong) per coordinare l'azione umanitaria nella regione. Le organizzazioni hanno istituito sei comitati settoriali per la gestione di acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza medica e fornitura di cibo, distribuzione di aiuti, logistica e infrastrutture, gestione dei campi e protezione e sicurezza.

 

Il team dell'UNHCR per la pianificazione dovrebbe visitare domani ulteriori siti nell'area di Quetta, nei quali eventualmente allestire campi. L'UNHCR dovrebbe inoltre avviare il ripristino dei sistemi idrici nei campi di Darra e Roghani.

 

Finanziamenti

 

In risposta all'appello di 268 milioni di dollari - oltre 530 miliardi di lire - l'UNHCR ha finora ricevuto complessivamente 16 milioni di dollari - circa 35 miliardi di lire - da vari governi per far fronte alla possibile emergenza umanitaria su vasta scala in Afghanistan e nei paesi limitrofi. L'Ufficio della Commissione Europea per l'Assistenza Umanitaria (ECHO) ha confermato la propria donazione di 1,8 milioni di dollari e il Canada di 800mila dollari.

 

L'UNHCR ha urgente bisogno di 30 milioni di dollari - oltre 65 miliardi di lire - per assistere il possibile afflusso delle prime 100mila persone.

 

Discorso di Lubbers al Comitato Esecutivo

 

All'apertura del meeting annuale del Comitato Esecutivo dell'UNHCR a Ginevra, l'Alto Commissario Lubbers ha oggi esortato i governi donatori a rispondere positivamente all'appello di 268 milioni di dollari per l'emergenza in Afghanistan. La cifra coprirà i costi dell'assistenza per un possibile afflusso di 1,5 milioni di afghani nei paesi limitrofi nei prossimi sei mesi.

 

Lubbers ha inoltre messo in guardia "dall'aumento di xenofobia e l'intolleranza" che ha fatto seguito agli attacchi terroristici dell'11 settembre negli Stati Uniti, sottolineando che "gli afghani sono una popolazione particolarmente vulnerabile".

 

"Anche prima dei terribili atti dell'11 settembre, gli afghani costituivano la più numerosa popolazione di rifugiati al mondo con oltre 4 milioni di rifugiati in Iran, Pakistan e molti altri paesi del mondo" ha aggiunto Lubbers. "La guerra contro il terrorismo non deve tradursi in una guerra contro gli afghani. Nè contro l'Islam".<

 

 

 

 

 

 

 

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94