UNHCR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

 

 

AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE UMANITARIA

 

n. 21, 19 ottobre 2001

 

In breve

 

-        Nella mattina di oggi oltre 3.500 afghani sono arrivati nella provincia pakistana del Beluchistan, portando la stima dei nuovi rifugiati nella provincia nell'ultima settimana a oltre 13.500

-        I team dell'UNHCR identificano i recenti arrivi nella Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (NWFP) in Pakistan

-        Proseguono le valutazioni dei siti in Iran

-        Quattro nuovi voli umanitari in Pakistan

 

 

Arrivi nella provincia pakistana del Baluchistan

 

L'UNHCR è oggi in attesa dell'autorizzazione governativa per poter poratre assistenza alle oltre 3.500 persone entrate in mattinata in Pakistan dalla regione afghana di Kandahar, attraverso la frontiera di Chaman.

Gli osservatori hanno descritto la situazione alla frontiera di Chaman come caotica. Fuggendo in situazione di panico, i rifugiati sono arrivati senza cibo e senza i loro averi. Nella confusione, alcune famiglie si sono divise. Molte oggi pomeriggio erano ancora in attesa dal lato pakistano della frontiera, sperando di poter ricongiungersi agli altri membri della famiglia fuggiti con loro. I nuovi arrivati riferiscono di fuggire dagli intensi bombardamenti della scorsa notte e di questa mattina su Kandahar.

L'UNHCR ha richiesto alle autorità di poter fornire acqua e cibo ai nuovi arrivati a Chaman.

Gli arrivi di oggi fanno seguito all'arrivo, negli ultimi sei giorni, di circa 10mila afghani nella provincia del Balochistan. Di questi, 2.700 erano arrivati a Chaman tra mercoledì e giovedì. Molti degli afghani arrivati recentemente in Pakistan hanno pagato i trafficanti per farsi trasportare dalla regione di Kandahar fino alla frontiera e oltre il confine con il Pakistan. Altri provvedono con mezzi propri.

Coloro che sono arrivati nel Balochistan negli ultimi giorni sono stati trovati in condizioni di salute e nutrizionali peggiori rispetto a quelli arrivati nelle settimane precedenti. Tra i nuovi arrivati ci sono molte famiglie di donne, bambini e anziani. Questi hanno riferito agli operatori dell'UNHCR che gli uomini lasciano andare le loro mogli e i loro i figli in Pakistan, mentre loro restano a Kandahar per proteggere la casa da saccheggi. Per pagare il viaggio - che costerebbe fino a 2.000 rupie, circa 30 dollari - sono costretti a vendere la maggior parte dei loro averi.

 

Registrazione dei nuovi arrivi nella Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (NWFP)

 

L'UNHCR a Peshawar ha dispiegato 9 team per identificare i nuovi arrivati e per valutare le loro necessità. La media degli arrivi nella NWFP si attestava in precedenza su circa 1.000 arrivi al giorno.

I team hanno identificato 260 famiglie afghane arrivate di recente nel disastroso accampamento di Jalozai, presso Peshawar. Le famiglie - circa 2.300 persone - si sono sistemate in un angolo di questo sito, dove vivono in condizioni miserabili. alcuni di loro hanno dei parenti a Jalozai, ma questi dispongono di risorse già scarse per se stessi. Molte delle famiglie arrivate di recente sono guidate da donne, i cui mariti sono rimasti in Afghanistan o sono morti.

I nuovi arrivati nella NWFP riferiscono di aver dovuto pagare 3.000 rupie - circa 50 dollari - per arrivare in Pakistan. Essi hanno viaggiato con dei veicoli da Kabul a Jalalabad per poi intraprendere, con i trafficanti, un cammino di 15 ore attraverso le montagne. Alcuni riferiscono di aver deciso di fuggire poiché i bombardamenti ora vengono sferrati durante il giorno, oltre che di notte e sarebbe per loro impossibile lavorare o cercare di procurarsi il cibo. Altri dicono di essere fuggiti nel timore di essere reclutati forzatamente o che Kabul possa cadere sotto il controllo dell'Alleanza del Nord.

 

Preparazione dei siti in Pakistan

 

L'UNHCR e i suoi partner operativi, che stanno lavorando in una corsa contro il tempo per rendere agibili i siti di Darra e Roghani per un possibile nuovo afflusso di rifugiati, si sono trovati a operare in un'area, indicata dal Governo come luogo dove allestire campi, disseminata di centinaia di mine anticarro e bombe - compresi alcuni ordigni gettati nei pozzi del sito - del periodo dell'invasione sovietica.

 

Prosegue la valutazione dei siti in Iran

 

In Iran, vi sono significativi segnali che l'Associazione Iraniana della Mezzaluna Rossa non potrà operare nei campi delle zone dell'Afghanistan controllate dai Talebani. Da quando l'Iran ha chiuso i 900 km di frontiera con l'Afghanistan, le autorità iraniane hanno seguito la politica di cercare di assistere gli afghani all'interno del loro paese. Come risultato degli ultimi sviluppi, la situazione si sta ora orientando verso i nove siti individuati nella cosiddetta "terra di nessuno". Di questi, 6 si trovano nella provincia iraniana di Khorassan e 3 in quella di Sistan Baluchistan.

Una missione congiunta compiuta da operatori dell'UNHCR e del THW (Technische HilfsWerke) per valutare la disponibilità di acqua nei siti si è conclusa mercoledì. I primi rilevamenti indicano che i siti si trovano in aree remote e deserte dove l'acqua dovrebbe essere trasportata con delle cisterne da pozzi distanti. In caso di un massiccio arrivo di rifugiati la logistica potrebbe diventare estremamente complessa. In generale, a causa dell'insufficiente fornitura d'acqua, queste località possono essere considerate solo come un'opzione immediata per un numero limitato di persone e per un breve periodo.  <

 

 

 

 

 

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