UNHCR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

 

 

AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE UMANITARIA

 

n. 23, 23 ottobre 2001

 

In breve

 

-       Più calma oggi la situazione alla frontiera pakistana di Chaman

-       L'UNHCR sta allestendo un campo di permanenza temporanea in Pakistan, a 2 km dalla frontiera di Chaman, per accogliere i rifugiati afghani più vulnerabili

-       Donati finora 19 milioni di dollari, meno di due terzi della cifra necessaria per far fronte alle necessità iniziali

-       Primo volo umanitario dell'UNHCR in Turkmenistan

 

La situazione al posto di frontiera pakistano di Chaman

Un team dell'UNHCR ha riferito che a mezzogiorno di oggi la situazione al posto di frontiera pakistano di Chaman era calma. Sono state viste circa 400 persone, molte delle quali donne, ancora in attesa dal lato afghano del confine. Circa 300 afghani invece sarebbero stati lasciati entrare in Pakistan nel pomeriggio. A un altro gruppo di 300 tra donne e bambini, cui ieri era stato negato l'ingresso, la scorsa notte sarebbe stato permesso di entrare.

Il confine pakistano resta ufficialmente chiuso. Tuttavia molte persone continuano a varcare il confine attraverso posti di frontiera non ufficiali, spesso pagando dei trafficanti. Lasciano l'Afghanistan cercando di portare con sé gli ultimi averi e i beni di famiglia. Ogni giorno carretti trainati da asini, camion e furgoni stipati di persone e oggetti viaggiano lungo la ventosa strada di montagna che porta da Chaman alla città di Quetta. Altre famiglie invece, per evitare posti di blocco, attraversano a piedi le colline di Kohjak.

L'UNHCR e i suoi partner operativi sono oggi impegnati nell'allestimento di un centro di permanenza temporanea, a circa 2 km dalla frontiera di Chaman, dove potranno essere assistiti i rifugiati afghani in condizioni più gravi. Tra questi, donne, madri, bambini, anziani, disabili e quanti hanno bisogno di cure mediche. I lavori nel sito di Killi Faizo sono già in corso e prevedono la sistemazione di tende e il preposizionamento di beni di prima necessità. Inizialmente a Killi Faizo potranno essere ospitate e assistite circa 1.000 persone, in quella che viene considerata una misura umanitaria temporanea per far fronte alle necessità immediate dei casi più gravi. Avendo appreso del nuovo sito, oggi molti rifugiati si sono fatti avanti.

L'UNHCR ha già posizionato gli aiuti al posto di frontiera di Chaman. Lunedì due camion hanno trasportato 300 tende, 2.400 coperte, 600 stufe, 1.000 teli di plastica impermeabili, 2.00 barre di sapone e 963 taniche. Nei prossimi giorni della settimana è previsto l'arrivo di altri convogli.

Proseguono intanto i lavori nei due campi che potranno ospitare i rifugiati a più lungo termine - Roghani e Tor Tangi - a circa 20 km da Chaman, che complessivamente potranno accogliere 50mila persone.

 

Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (NWFP)

Nella Provincia della Frontiera del Nord-Ovest in Pakistan, l'UNHCR è impegnato nella localizzazione e registrazione dei nuovi arrivati afghani. Finora sono state intervistate oltre 6.500 persone, soprattutto nelle aree urbane. Queste operazioni tuttavia sono rese più difficili dal timore dei rifugiati di essere deportati e gli operatori, per vincere questa diffidenza, devono visitare più volte le località.

I rilevamenti finora indicano che nelle zone occidentale e settentrionale di Peshawar vi sarebbe un'alta concentrazione di nuovi rifugiati. Gli afghani sono in cattive condizini di salute e riescono con difficoltà a procurarsi il cibo, un alloggio e a ricevere assistenza medica. Molti hanno lasciato tutti i loro averi in patria e arrivano senza niente. Nonostante la grandissima solidarietà offerta dalla comunità afghana di Peshawar, la capacità di accoglienza dei nuovi rifugiati sembra ormai al limite.

Un altro segnale dell'aumento della popolazione afghana è fornito dalle istituzioni pubbliche e dai servizi di Peshawar - tra i quali scuole, ospedali, forni -che da settembre hanno registrato un aumento della domanda di circa il 20-30%.

Nella NWFP due nuovi campi - nei distretti di Bajaur e di Mohmand - sono ormai pronti.

 

 

Iran

La situazione al confine tra Iran e Afghanistan resta calma e non si registrano grossi spostamenti di popolazione. Tuttavia vi sono segnalazioni che delle persone si starebbero riversano nella provincia afghana di Nimroz, verso la città di Zaranj, nei pressi del confine con l'Iran. Secondo alcuni afghani arrivati in Iran di recente e intervistati dall'UNHCR nella città di frontiera di Zabol, circa 1.200 persone da giovedì sarebbero arrivate a Zaranj dalle altre provincie dell'Afghanistan.

Non è mutata la posizione del Governo iraniano circa la chiusura delle frontiere. Il Governo ha comunque confermato che finché non vi sarà un accordo generale con le autorità talebane sui campi gestiti dall'Associazione della Mezzaluna Rossa Iraniana (IRCS) nei territori controllati dai talebani, le autorità iraniane consentiranno di allestire campi nella cosiddetta "terra di nessuno" lungo la frontiera. Gli afghani che si trovano alla frontiera avrebbero tuttavia dichiarato all'UNHCR di non sentirsi sufficientemente sicuri in campi all'interno dell'Afghanistan o nella "terra di nessuno", a causa delle frequenti aggressioni di bande armate o per timore di reclutamento forzato da parte dei talebani. Per il momento sembra che gli afghani preferiscano restare nei propri villaggi almeno finché potranno procacciarsi i viveri.

Al tempo stesso proseguono i rimpatri spontanei in Afghanistan. Il team dell'UNHCR al posto di frontiera di Dogharoun nella provincia nord-orientale di Khorassan lunedì ha registrato il rimpatrio di 952 persone. Da giovedì 18 a domenica 21, 1.208 persone hanno fatto ritorno in Afghanistan. In base alle interviste è stato possibile sapere che la maggior parte di coloro che fanno ritorno in Afghanistan è rimasto in Iran per meno di un anno, che sono andati in Iran per cercare un lavoro - soprattutto nell'edilizia - e che per la maggior parte non sono stati registrati dal Governo iraniano, nel corso dello screening della scorsa primavera.

 

Finanziamenti

Tra lo scorso fine settimana e lunedì L'UNHCR ha ricevuto contributi per oltre 19 milioni di dollari. Di questi, 10 milioni di dollari sono stati donati dagli Stati Uniti, 4,4 dalla Germania, 1,9 dall'Australia, 1,8 dall'Ufficio per l'Assistenza Umanitaria della Commissione Europea (ECHO), oltre 720mila dalla Finlandia e oltre 340mila dal Lussemburgo.

Con i nuovi contributi il totale dei fondi raccolti finora supera i 31 milioni di dollari. Questa cifra tuttavia rappresenta ancora meno dei due terzi della cifra necessaria - 50 milioni di dollari - per la prima fase delle operazioni umanitarie.

 

Voli umanitari

E' in programma per domani il primo volo umanitario dell'UNHCR sul Turkmenistan, a Turkmenabat. Il volo, che sarà realizzato grazie a fondi donati dalla Svizzera, trasporterà 11mila coperte, 1.700 tende, 3.600 set da cucina, 550 stufe, 800 sacchi a pelo, 200 materassi, 500 cassoni per l'acqua e teli di plastica.<

 

 

 

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94

Relazioni con i donatori - Lionello Boscardi - 335 20 19 60

 

 

 

E' possibile effettuare donazioni all'UNHCR

causale Emergenza Afghanistan, tramite:

 

-       carta di credito, chiamando il numero verde 800 298 000

-       conto corrente postale n. 298 000 intestato all'UNHCR

-       conto corrente bancario - Sanpaolo IMI, c/c 56006 - Ag. 36, Via Civinini 50, Roma - ABI 01025 - CAB 03236

 

Le donazioni all'UNHCR sono fiscalmente detraibili ai sensi dell'art. 138, L. n. 388 del 23/12/2000 e del D.P.R. n. 917/86.

 

 

 

Gli aggiornamenti Afghanistan - La Situazione Umanitaria sono disponibili

sul sito internet in italiano dell'UNHCR

dove sarà possibile anche effettuare donazioni online:

 

www.unhcr.it

 

 

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