UNHCR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

 

 

AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE UMANITARIA

 

n. 25, 25 ottobre 2001

 

In breve

 

-       Visita dell'Alto Commissario in Pakistan e Iran

-       Nuovi rifugiati arrivano nel centro di permanenza temporanea di Killi Faizo

-       Proseguono le interviste ai nuovi arrivati nella regione di Peshawar

 

 

Visita dell'Alto Commissario in Pakistan e Iran

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers, domani lascerà Ginevra per una missione di una settimana in Pakistan e Iran.

Lubbers verificherà lo stato di preparazione dell'UNHCR per un possibile flusso su larga scala di rifugiati afghani.

Si tratterrà due giorni nella regione di Quetta, dove verificherà le operazioni dell'UNHCR e i siti presso la frontiera di Chaman e incontrerà le autorità locali del Balochistan e lo staff dell'UNHCR e delle Organizzazioni non governative (Ong).

Nelle giornate di lunedì e martedì, Lubbers ha in programma di incontrare funzionari del Governo pakistano a Islamabad, membri del corpo diplomatico e lo staff dell'UNHCR.

Mercoledì partirà per l'Iran per verificare la preparazione dell'UNHCR nel paese e per incontrare le autorità iraniane. Venerdì sarà nuovamente a Ginevra.

 

Nuove famiglie arrivano a Killi Faizo

Nella giornata di oggi, 148 famiglie sono arrivate al centro di permanenza temporanea di Killi Faizo, a circa 2km dal posto di frontiera di Chaman. Con i nuovi arrivi, la cifra totale delle persone presenti nel sito sale a oltre 250 (54 famiglie).

Al momento nel sito sono impiantate 100 tende. Un team medico composto da un medico e due infermiere di Medecins Sans Frontieres oggi ha visitato 50 pazienti. Hanno inoltre vaccinato contro il morbillo 110 bambini e ragazzi di età compresa tra i 26 mesi e i 15 anni. Tutti i bambini del sito sono ora vaccinati.

Da interviste con alcuni dei nuovi arrivati risulta che gli afghani temono di restare coinvolti nella campagna di bombardamenti o di ritrovarsi nel mezzo di un'operazione militare di terra tra i talebani e i loro oppositori. La legalità e l'ordine sono collassati e quanti provengono dalle città sarebbero particolarmente preoccupati dal pericolo di scontri tra fazioni nelle zone abitate.

Diverse altre centinai di persone, molte delle quali sarebbero originarie della'area di Mazar-i-Sharif nel nord del pease, erano oggi in attesa sul lato afghano del confine, sperando di poter entrare in Pakistan. Gli operatori dell'UNHCR sul luogo erano ottimisti circa questa possibilità, anche se non è ancora chiaro il motivo per cui alcuni afghani vengono lasciati entrare e altri vengono invece bloccati. L'UNHCR continua ad esortare gli stati limitrofi all'Afghanistan ad aprire le loro frontiere alle persone che necessitano di protezione e assistenza. L'Alto Commissariato ha ora stabilito una presenza permanente al posto di frontiera di Chaman, dove un team di 6 operatori locali opera 24 ore su 24.

L'UNHCR prosegue nello stoccaggio delle scorte di aiuti umanitari in tutta la regione. Complessivamente, le scorte dell'UNHCR nell'area di Quetta comprendono 13.300 tende, 6mila lampade, 10.350 coperte, 16.100 set da cucina, 18.150 teli di plastica, 1.000 stufe, 6.400 coperte imbottite, 1.000 taniche, 5.000 secchi, 3.000 barre di sapone e 13 magazzini da campo.

 

Accordi sulla sicurezza nella Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (NWFP)

L'UNHCR, il Comitato pakistano per i rifugiati afghani e i rappresentanti a Pesahawar dei distretti di Khyber, Mohmand e Bajaur hanno raggiunto un accordo sulla sicurezza nelle aree tribali. Durante l'allestimento dei campi e una volta stabiliti, la polizia tribale locale (Khasadars) scorterà tutti i convogli dell'UNHCR. Un uffciale dell'esercito pakistano è stato nominato responsabile dei rapporti con l'Alto Commissariato e di tutte le questioni relative alla sicurezza.

 

Arrivi nell'area di Peshawar

Il personale dell'UNHCR sul terreno continua ad intervistare gli afghani entrati dopo lo scorso 11 settembre nell'area di Peshawar, in Pakistan, attraverso posti di frontiera poco utilizzati e scarsamente sorvegliati.

Circa 10mila di questi si sarebbero stabiliti nei campi già presenti nell'area di Peshawar. Migliaia di altri si troverebbero dai parenti nella città di Peshawar e nei suoi dintorni. A causa dell'aumento dei prezzi pari a circa il 40%, le condizioni degli afghani che vivono in affitto sarebbero particolarmente difficili. La maggior parte dei nuovi arrivati è di etnia pashtun e tagika e proviene dalle aree di Nangrahar e Kabul. Le persone intervistate riferiscono di una crescente insicurezza nelle loro aree di origine e dicono di essere fuggiti nel timore di pesanti bombardamenti, di possibili rappresagli da parte delle forze dell'Alleanza del nord, dei saccheggi e del reclutamento forzato.

Alcuni rifugiati hanno riferito agli operatori umanitari di terribili esperienze vissute mentre si dirigevano in Pakistan. In uno di questi gruppi, una bambina è stata mutilata dall'esplosione di una mina mentre camminava sulle montagne con la sua famiglia. In un altro gruppo, una donna ha partorito durante il tragitto, ma il bambino non è sopravvissuto. La madre invece è riuscita a sottoporsi a cure mediche.

Tra coloro che sono stati intervistati vi erano alcune donne sole, vedove, orfani - i cui genitori sarebbero stati uccisi negli attacchi aerei o nella guerra civile - alcuni dei quali gravemente ammalati, ed alcune persone ferite bisognose di cure particolari. Secondo i rifugiati, durante la fuga molte persone avrebbero perso traccia delle proprie famiglie. Alcune persone sarebbero state costrette a lasciare in Afghanistan familiari disabili o troppo deboli per poter affrontare il cammino per il Pakistan. Altri sarebbero rimasti nel paese perché non potevano permettersi di pagare le spese del viaggio e dell'entrata in Pakistan. Molti dei loro familiari sarebbero bloccati alla frontiera con l'Afghanistan.

Anche se molti dei nuovi arrivati si sono riuniti ai parenti in Pakistan e vengono aiutati dalla comunità afghana, un gran numero di essi necessita urgentemente di assistenza. Si spera che questi persone possano essere alloggiate in uno dei nuovi campi dell'area, possibilmente nel distretto di Bajaur, dove il sito di Kotkai è facilmente utilizzabile e ha una capacità potenziale di 40mila persone. La persone verrebero trasferite nel sito su base volontaria. In merito a questo, l'UNHCR ha avviato negoziazioni con le autorità.

 

Kandahar

L'ufficio e i depositi dell'Alto Commissariato a Kandahar sarebbero stati saccheggiati. L'UNHCR sapeva che per un certo periodo soldati talebani si sarbbero incontrati nell'ufficio di Kandahar. Rifugiati arrivati in Pakistan da Kandahar hanno riferito di aver visto in città uomini armati alla guida di alcuni dei nove veicoli dell'UNHCR. All'inizio di settembre nel deposito dell'UNHCR a Kandahar vi erano oltre 590 tende, circa 500 teli di plastica impermeabili, migliaia di scarpe e vestiti, così come articoli per la scuola.  <

 

 

 

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