3 ottobre 2001
UNHCR: necessario bilanciare
esigenze di sicurezza e protezione dei rifugiati
L'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha oggi esortato i
Governi a valutare nuove forme di salvaguardia del diritto di asilo, affinché
- a seguito dell'attacco terroristico agli Stati Uniti dell'11 settembre - si
realizzi un più attento bilanciamento tra le sopraggiunte esigenze di
sicurezza e i vigenti princìpi di protezione internazionale dei
rifugiati.
In
una dichiarazione al Comitato Esecutivo (EXCOM) dell'UNHCR, Erika Feller,
Direttore della protezione internazionale dell'Agenzia, ha evidenziato che la
Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati già
esclude quelle persone che costituiscono un pericolo per la sicurezza nazionale
o che sono accusati di crimini particolarmente gravi.
"La
Convenzione, se applicata propriamente, non concede rifugio ai criminali"
ha affermato la Feller al meeting annuale dell'EXCOM, organo costituito da
rappresentanti di 57 paesi. "Nonostante ciò, l'UNHCR è
consapevole che alcuni Stati stiano attualmente valutando ulteriori misure di
sicurezza che potrebbero essere inserite nella procedura per determinare lo
status di rifugiato, in modo da rafforzare le garanzie fornite dalle clausole
di esclusione" già contenute nella Convenzione.
Erika
Feller ha aggiunto che l'UNHCR considera "ragionevole" questo
processo e che lo stesso Dipartimento della protezione internazionale, di cui
è a capo, esaminerà "le best practices degli Stati in questo
ambito".
La
Feller ha inoltre affermato che l'UNHCR approva chiaramente l'impegno
multilaterale per combattere e sradicare il terrorismo internazionale. Allo
stesso tempo, si registra purtoppo una crescente tendenza verso la
"criminalizzazione di richiedenti asilo e rifugiati". Se è
vero che possono esservi persone, appartenenti ad entrambe queste categorie che
abbiano a che fare con gravi crimini, "ciò non significa che la
maggioranza debba essere danneggiata per questo".
"I
richiedenti asilo incontrano in alcuni stati sempre maggiori difficoltà,
sia nell'accedere alle procedure, sia nel superare i pregiudizi sulla
validità della loro domanda derivanti dalla loro nazionalità o
dal modo in cui arrivano nei paesi d'asilo" ha aggiunto. "Il fatto
che spesso essi arrivino irregolarmente non vizia le basi della loro domanda.
Il fatto che essi appartengano allo stesso gruppo etnico o pratichino la stessa
religione di chi ha commesso gravi crimini non implica che debbano essere
esclusi dalla protezione internazionale".
Secondo
la Feller "in questo delicato momento" è necessaria una guida
decisa per sdrammatizzare e depoliticizzare la questione della protezione dei
rifugiati - tema di carattere strettamente umanitario - e per promuovere una
migliore comprensione del problema dei rifugiati e del loro diritto di chiedere
asilo. <
Il
testo integrale del discorso di Erika Feller è disponibile sul sito
www.unhcr.ch.
Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa
– Laura Boldrini – 335 540 31 94