SENZACONFINE
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Comunicato stampa
Att.ne Cronaca e/o Esteri
ROMA: MANIFESTANO GLI IMMIGRATI
DAL PAESE IN CUI GLI USA FANNO MINISTRI I TALIBAN
Smentendo molte equazioni e campagne xenofobe, da
stamane fino alle 14 centinaia di immigrati dal Bangladesh presidiano la loro
ambasciata in via Bertoloni (piazza Ungheria) con striscioni e slogan contro le
guerre di religione, per la pace e la democrazia, contro il fondamentalismo
islamico "made in Usa".
La situazione in Bangladesh è solo in apparenza
paradossale. Dopo che l'ex presidente donna Sheik Hasina in settembre aveva
rifiutato a una delegazione Usa guidata da Jimmy Carter, come già all'ex
presidente Clinton, l'esclusiva sui giacimenti di gas naturale di Chittagong,
unica ricchezza di quel poverissimo paese, il 1. ottobre un'alleanza fra i
nazionalisti di destra del BNP e due partiti islamici, apertamente sostenuta
dagli Usa, ha conquistato
la maggioranza con appena il 40% dei voti validi, grazie al meccanismo
elettorale ed a brogli giunti fino al sequestro delle urne da parte dei
militari.
Due dei ministri insediati dall'islamica Jamati
Islami, odiata dalla popolazione perchè alleata degli occupanti
pakistani e complice delle loro stragi durante la guerra d'indipendenza del
'71, sono Taliban reduci dalla guerra afghana e poi responsabili di numerosi
attentati in Bangladesh.
Infatti il giorno dopo le elezioni un attentato a Zilur Rahman, leader della
democratica Lega Awami estromessa dal potere, ha aperto una catena di
attentati e incendi costata in venti giorni 138 morti, rivolta contro le
opposizioni di sinistra e le minoranze religiose (20% hindu e 7% cristiani).
In Bangladesh, un paese di 120 milioni di abitanti
tornato alla democrazia nel '90 dopo quindici anni di dittatura militare, si
rischia una feroce guerra civile e di religione. Questo denunciano gli immigrati in Italia, quasi
tutti di religione musulmana ma in grande maggioranza di orientamento
democratico e "contrari a ogni guerra e ad ogni fondamentalismo, nel
nostro paese come in tutto il mondo", dice il presidente della loro associazione Md.
Golam Kibrya (regolarmente eletto, e anche questa è un'anomalia positiva
fra le comunità immigrate). E confessa il suo stupore: come possono
gli Usa proiettare al governo in Bangladesh quei terroristi che dicono di
combattere altrove?
(Dino Frisullo - Roma, 24.10.01)