Text Box: AFGHANISTAN
La situazione umanitaria
 


n. 3, 19 settembre 2001

 

In breve

 

-       Sono ormai circa 15mila gli afghani giunti a Quetta, in Pakistan. Di questi, 5mila sono ancora accampati presso il posto di frontiera di Chaman.

-       L'UNHCR ha inviato sul posto personale aggiuntivo e migliaia di tende, coperte, set da cucina e taniche per l'acqua.

-       In Iran non sono stati registrati nuovi arrivi, ma l'UNHCR e il Governo iraniano hanno predisposto aiuti umanitari e stanno individuando, lungo la frontiera afghana, le aree dove eventualmente allestire campi.

-       Durante gli incontri a Washington con i funzionari del Dipartimento di Stato americano, l'Alto Commissario Ruud Lubbers ha messo in evidenza l'aspetto umanitario della questione.

 

 

Pakistan

 

Durante l'ultima settimana, circa 15mila afghani sono entrati in Pakistan, soprattutto nella provincia del Balochistan lungo la frontiera sud-occidentale con l'Afghanistan.

 

Secondo il personale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a Quetta, in Pakistan, fino a 10mila afghani hanno fatto ingresso nel paese nei giorni immediatamente successivi agli attacchi terroristici a New York e Washington. Molti dei nuovi arrivati hanno trovato alloggio da parenti o amici che vivono a Quetta e nei dintorni, nella provincia del Balochistan. Alcune famiglie ospitano nelle proprie case anche tre o quattro famiglie di questi afghani.

 

Un altro gruppo di 5mila afghani è accampato, appena dentro il Pakistan, presso il posto di frontiera di Chaman. L'UNHCR è impegnato in colloqui con il Governo pakistano affinché questo gruppo venga alloggiato nei campi già esistenti, dove un riparo e acqua sono rapidamente disponibili, piuttosto che - come sostengono le autorità pakistane - allestire per loro nuovi campi, un'operazione questa inutilmente lunga e costosa.

 

Ieri l'UNHCR ha inviato da Islamabad a Quetta un convoglio di 25 camion che trasportavano 2mila tende, 6mila coperte, 4mila taniche per l'acqua e 2mila set da cucina.

 

Nell'aspra Provincia pakistana della Frontiera Nord-Occidentale (NWFP) è particolarmente difficile verificare la situazione alla frontiera con l'Afghanistan, poiché gli operatori umanitari ed anche i giornalisti sono stati bloccati nei pressi del passo di Khyber. Gli afghani che non sarebbero riusciti ad attarversare la frontiera a Torkham o a Spin-Boldak, nel Balochistan, avrebbero lasciato la zona per cercare rotte alternative o starebbero indietreggiando verso la campagna all'interno dell'Afghanistan.

 

Per far fronte all'emergenza a Peshawar e a Quetta, l'UNHCR ha inviato altri operatori dall'ufficio di Islamabad.

Iran

 

In Iran, lo staff UNHCR a Mashad e Zahedan è impegnato nel monitoraggio della frontiera, ma negli ultimi giorni non sono stati registrati nuovi arrivi.

 

L'UNHCR e l'ufficio governativo per l'immigrazione (Bureau for Aliens eand Foreign Immigrant Affairs - BAFIA) stanno predisponendo aiuti umanitari lungo la frontiera con l'Afghanistan. Nella giornata di ieri, l'UNHCR e il BAFIA hanno inviato da Mashad 8 camion di aiuti per incrementare la disponibilità di scorte a Hassanabad e in altre località tra Dogharoun e Birjand.

 

Lo staff UNHCR a Mashad sta compiendo missioni congiunte con il BAFIA per individuare, lungo la frontiera afghana, aree dove eventualmente allestire campi. Nonostante l'Iran, come il Pakistan, abbia formalmente chiuso le proprie frontiere per la maggior parte dello scorso anno, negli incontri con i funzionari dell'UNHCR le autorità iraniane si sono mostrate particolarmente comprensive e disponibili circa l'eventualità di un nuovo afflusso di rifugiati afghani. Il BAFIA sta inoltre rifornendo le proprie scorte di aiuti di emergenza, come coperte, teloni di plastica e sapone.

 

Tagikistan

 

Da ieri, l'UNHCR è impegnato in una missione di due giorni alla frontiera con l'Afghanistan. Alla frontiera la missione ha incontrato varie autorità. Circa 10mila afghani, tra i quali centinaia di donne e bambini, sono ancora accampati, dopo quasi un anno, su diverse isole del fiume Pyanj. finora non sono stati registrati nuovi arrivi nelle isole alla frontiera, ma secondo le autorità se la situazione dovesse destabilizzarsi ulteriormente, molti nuovi rifugiati afghani potrebbero dirigersi verso l'area.

 

La situazione umanitaria in Afghanistan

 

All'interno dell'Afghanistan, secondo gli operatori umanitari oltre la metà della popolazione della città di Kandahar sarebbe fuggita. Civili avrebbero inoltre cominciato a lasciare anche la città occidentale di Herat, vicino al confine con l'Iran.

 

Proseguirebbe anche la fuga di persone da Kabul, anche se poche di queste si starebbero dirigendo verso la frontiera con il Pakistan.

 

La difficoltà di reperire mezzi di trasporto costituisce il problema principale in Afghanistan, poiché le infrastrutture sono in rovina e il carburante è scarsissimo. A parte pochi afghani che abitano nelle città, molte persone non hanno il denaro per noleggiare mezzi di trasporto per poter fuggire dalle città verso le aree rurali, che sembrano essere la loro principale destinazione.

 

L'Alto Commissario negli USA

 

Nel suo discorso di ieri a Washington, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers, ha esortato le autorità americane a valutare attentamente le conseguenze umanitarie di ogni possibile intervento in Afghanistan. Lubbers ha inoltre avvertito che una reazione "indiscriminata e non abbastanza specifica" potrebbe significare il disastro per molti civili innocenti".  <

 

Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94