n. 7, 25 settembre
2001
In breve
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Frontiere
pakistane ancora chiuse agli afghani senza documenti di viaggio.
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Proseguono
gli incontri tra funzionari UNHCR a Quetta e autorità locali per
discutere la situazione dei 10-20mila afghani in attesa sul lato afghano del
confine.
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Nazioni
Unite, organizzazioni non governative e Governo pakistano hanno in programma
domani di valutare 75 località nella Provincia della frontiera
nord-occidentale (NWFP) dove enventualmente allestire campi.
Pakistan
Secondo gli osservatori
dell'UNHCR tutti i posti di frontiera nella regione di Peshawar sono ancora
chiusi per i nuovi arrivati. La polizia di frontiera pakistana consente
l'entrata in Pakistan a chi è munito di documenti, mentre respinge gli
altri afghani che tentano di entrare nel paese. Tuttavia piccoli gruppi di
afghani sono riusciti ad arrivare a Peshawar e nelle aree circostanti. L'UNHCR
dispone di quattro squadre mobili di osservatori che coprono i posti di
frontiera di Torkham, Miran Shah, Nawa Pass, Bajar, Kurram e Alizai.
A Quetta, l'UNHCR prosegue gli
incontri con le autorità locali per discutere la situazione dei
10-20mila afghani in attesa dal lato afghano della frontiera. Non appena
riceveranno l'autorizzazione dalle autorità centrali pakistane, l'UNHCR e
le altre agenzie umanitarie a Quetta avvieranno le operazioni di assistenza per
queste persone.
Secondo un piano discusso con le
autorità locali, i rifugiati verrebbero registrati da quattro team
composti da UNHCR e Governo pakistano e quindi trasportati nel vecchio campo di
Dara, a circa 12 km dalla frontiera, dove riceverebbero tende, cibo e altri
aiuti.
L'incontro
di oggi si è incentrato sulla situazione delle persone più
vulnerabili che sono ancora bloccate alla frontiera. Le autorità
provinciali hanno assicurato di esaminare i casi più seri su base
individuale e avrebbero consentito loro di entrare per ricevere assistenza
medica.
Un team dell'UNHCR ha stimato
che 5-10mila persone sarebbero in attesa, alla frontiera afghana di Chaman,
all'aperto e senza un alloggio. Tra questi disperati vi sarebbero anche gruppi
di donne e bambini. Un gruppo simile o forse maggiore avrebbe trovato alloggio
nel vicino bazaar. Da una valutazione a distanza non è chiaro se si
tratti di civili in fuga, ma è probabile che lo siano.
Almeno due donne hanno partorito
nelle zone di confine la settimana scorsa. Ad esse era stato permesso di
entrare in Pakistan, di ricevere le necessarie cure mediche e poi sono state
costrette a tornare in Afghanistan. Secondo fonti non confermate si sarebbero
registrati casi di dissenteria. Funzionari dell’UNHCR e delle
autorità locali sono preoccupati del fatto che le condizioni di alcuni
di coloro che si trovano nella zona di frontiera potrebbero peggiorare e
sperano che quanti necessitano di cure siano raggiunti al più presto.
Nella giornata di domani,
quattro team composti da funzionari di Nazioni Unite, organizzazioni non
governative (Ong) e Governo pakistano hanno in programma di recarsi in sei aree
tribali della Provincia della frontiera nord-occidentale (NWFP) per ispezionare
località dove accogliere eventuali nuovi rifugiati afghani. Le
autorità della NWFP hanno indicato 100 siti dove potranno essere
ospitati fino a 1 milione di persone.
Iran
In Iran,
l’UNHCR e funzionari del governo iraniano continuano ad identificare siti
dove allestire campi in vista di eventuali nuovi arrivi nelle zone di confine.
In totale sono stati individuati 12 siti – 10 nella provincia di
Khorassan e 2 nella provincia di Sistan-Balochistan.
Finanziamenti
L'UNHCR ha ottenuto donazioni
per 6,8 milioni di dollari per mettere in moto un'operazione umanitaria su
vasta scala per fronteggiare un possibile afflusso di rifugiati afghani nei
paesi limitrofi. Un più ingente appello per reperire i fondi necessari
è in fase di realizzazione e verrà lanciato nei prossimi giorni. <
Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa
– Laura Boldrini – 335 540 31 94