NEV - NOTIZIE EVANGELICHE
protestantesimo - ecumenismo - religioni


13 settembre 2001
settimanale - anno XXII - numero 37



DESMOND TUTU: IL RAZZISMO È UN PECCATO, CONTRARIO ALLA VOLONTÀ DI GIUSTIZIA
DI DIO
Alla Conferenza ONU, un documento ecumenico presentato dall'arcivescovo
sudafricano

Roma (NEV), 13 settembre 2001 - "Il razzismo è contrario alla volontà di
Dio ed è un affronto alla dignità umana": a conclusione della Conferenza
mondiale ONU sul razzismo (Durban, Sudafrica, 31 agosto-7 settembre)
l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace, ha
presentato all'assemblea un documento (vedi la sezione Documentazione di
questo numero del NEV) a nome del "Comitato ecumenico", che condanna il
razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia come peccati contro la
volontà di Dio e indica alcune priorità per la prosecuzione della lotta
politica contro il razzismo. Del Comitato ecumenico, che ha preso parte
tanto alla Conferenza che al Forum delle ONG che l'ha preceduta, fanno
parte numerose chiese cristiane di area protestante (fra cui la Chiesa
metodista unita, la Chiesa unita di Cristo, la Federazione luterana
mondiale) ed organismi ecumenici internazionali, come il Consiglio
ecumenico delle chiese (CEC).
Dopo una settimana di accesi dibattiti per giungere al documento conclusivo
della Conferenza, la valutazione generale della delegazione del CEC
(composta da 35 persone che hanno monitorato i lavori e partecipato al
dibattito) è positiva per quanto riguarda la "storica possibilità di
incontro offerta alle vittime del razzismo", ma un po' meno ottimista per
quanto riguarda l'effettiva influenza delle chiese cristiane nel dibattito
generale: "La voce delle chiese - secondo l'opinione di Marilia Schüller,
rappresentante della delegazione - è stata ascoltata troppo poco".
Di fronte alle gravi polemiche sul conflitto israelo-palestinese, la
delegazione del CEC, in sintonia con le politiche espresse in questi anni
dal Consiglio ecumenico, ha ribadito il diritto all'autodeterminazione dei
palestinesi e alla creazione di uno Stato palestinese, condannando d'altra
parte ogni forma di antisemitismo e riaffermando il diritto di esistenza
dello Stato di Israele. "Alcune affermazioni del documento delle ONG - ha
precisato la delegazione in un intervento a conclusione della Conferenza -
sono fuori della cornice delle politiche del CEC: fra queste,
l'assimilazione del Sionismo al razzismo e la descrizione di Israele come
stato segregazionista". (pel)