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allegato all'editoriale del 21 agosto 2002 |
Punire chi soccorre i clandestini ?
Alcuni pescatori di Porto Palo sono indagati dalla Procura di
Modica per agevolazione dell'immigrazione clandestina solo perch?
hanno soccorso in alto mare una imbarcazione con 127 immigrati, tra
cui molte donne e bambini, in procinto di affondare. In applicazione
del decreto legge 51 approvato dal governo alcuni mesi fa, ? stato
disposto il sequestro del loro peschereccio, unico mezzo di
sopravvivenza per le loro famiglie. Gli immigrati, tra i quali
moltissimi richiedenti asilo,adesso sono stati deportati a Crotone e
molti rischiano il rimpatrio,specie dopo l'ultimo accordo di
riammissione siglato di recente dal governo Berlusconi proprio con
la Turchia. Nel rispetto della autonomia della magistratura dal
governo, autonomia che auspichiamo anche nella fase delle indagini
preliminari, questa iniziativa a carico di chi ha soccorso dei
clandestini ? un segno dei tempi, e lascia presagire quello che
aspetta tutti coloro che si battono veramente a fianco degli
immigrati, soprattutto dopo la prossima entrata in vigore della
legge Bossi-Fini.
Siamo accanto ai pescatori di Porto Palo ed all'intera
popolazione di quel paese, che hanno gią dato un contributo
determinante per il ritrovamento della Iohan, affondata nel dicembre
del 1996 con il suo carico umano, riaprendo una vicenda che la
magistratura deve ancora chiarire dopo che per anni le autoritą
hanno negato quel disastro. Come singoli e come associazioni,siamo
pronti a prestare ogni tipo di assistenza che saremo in grado di
fornire, dal punto di vista politico, legale ed economico,in
concreto sostegno ai pescatori di Porto Palo accusati di
agevolazione dell'immigrazione clandestina. A partire da questa
mobilitazione auspichiamo che possano finalmente battersi tutti i
tentativi di criminalizzazione nei confronti dei clandestini e di
chi presta loro assistenza umanitaria, soprattutto considerando che
tra i cd. clandestini" che giungono nel nostro paese ci sono
numerosi potenziali richiedenti asilo. Nel caso specifico non
vediamo come possa configurarsi l'ipotesi di reato contestata nei
confronti di persone che hanno cercato di salvare la vita di uomini,
donne e bambini in procinto di annegare, intervenendo solo dopo
essere stati autorizzati dalla marina.
Quali i fatti penalmente rilevanti, quale l'intento doloso? O
forse avrebbero dovuto stare a guardare, come hanno fatto i mezzi
della nostra marina in occasione della strage di Lampedusa dell'8
marzo scorso, quando 67 immigrati perirono per il rovesciamento
della loro imbarcazione trainata da un peschereccio e seguita a poca
distanza da un mezzo militare ? Temiamo che questa iniziativa della
magistratura possa costituire un segnale rivolto alla gente di mare
ed in generale a tutti coloro che assistono immigrati clandestini,
anche in vista delle nuove norme introdotte dalla legge Bossi Fini
che ampliano i poteri di blocco navale, gią affidati alla Marina ed
alle forze di polizia, aggravando ulteriormente le fattispecie
penali connesse all'ingresso dei clandestini. Ci impegniamo a
denunciare l'Italia davanti ai Tribunali internazionali per ogni
violazione del diritto internazionale, del diritto della navigazione
e dei principi umanitari, che sarą perpetrata nella futura attivitą
di contrasto dell'immigrazione clandestina. Auspichiamo che vengano
finalmente smantellate le centrali del traffico in mano alle mafie
internazionali e tutte le complicitą istituzionali ed internazionali
che ne garantiscono i profitti. Indirizzi e nomi che le associazioni
non governative hanno denunciato da tempo.
20 agosto 2002
Prime adesioni
Fulvio Vassallo Paleologo, Universitą di Palermo Avv.Giorgio
Bisagna, Asgi [Associazione studi giuridici
sull'immigrazione],Palermo Ics [ Consorzio italiano di
solidarietą] Palermo Fabio Marcelli, Coordinamento giuristi
democratici, Roma Peppino Di Lello, Parlamento Europeo,
Bruxelles Dino Frisullo, Associazione Azad per la libertą del
poplo kurdo, Roma
Per adesioni telefonare al 348/3363054
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