I Commissione - Resoconto di martedĪ 9 aprile 2002


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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 9 aprile 2002. - Presidenza del presidente Pierantonio ZANETTIN. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Antonio D'Alì.

La seduta comincia alle 10.05.

Decreto-legge 13/2002: Disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità degli enti locali.
C. 2580 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame.

Giulio SCHMIDT (FI), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge, già approvato dal Senato, recante disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità degli enti locali.
Osserva in particolare che le disposizioni recate dagli articoli 1, 3-bis e 3-ter, riguardanti rispettivamente l'approvazione del bilancio di previsione degli enti locali, la procedura straordinaria per fronteggiare ulteriori passività e il regime delle incompatibilità, sono pienamente riconducibili alla competenza esclusiva della legislazione statale in materia di ordinamento degli enti locali.
Ritiene inoltre che le disposizioni dell'articolo 2-bis, relative all'esenzione dal canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari nel caso di insegne di esercizio con superficie non superiore a 5 metri quadrati, possano essere poste in relazione con la materia di coordinamento della finanza pubblica e con la riserva di legge in materia di imposizione di prestazioni patrimoniali di cui all'articolo 23 della Costituzione.
Riguardo alla disciplina del patto di stabilità interno di cui all'articolo 3, rileva che la stessa è da ricondurre alla competenza concorrente in materia di coordinamento della finanza pubblica e sistema tributario.
Con riferimento alle previsioni di cui agli articoli 3-quater e tre-quinquies, osserva infine che le stesse modificano o integrano disposizioni contenute nella legge finanziaria per il 2002, che non incidono su competenze regionali.
Non essendovi nulla da osservare relativamente ai profili di competenza della Commissione,
propone pertanto di esprimere parere favorevole.

Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Decreto-legge 12/2002: Disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare.
C. 2592 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame.

Remo DI GIANDOMENICO (UDC), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge, già approvato dal Senato, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare.
Non essendovi nulla da osservare relativamente ai profili di competenza della Commissione, propone, pertanto, di esprimere parere favorevole.

Sesa AMICI (DS-U), pur non rilevando profili di competenza della Commissione, dichiara voto contrario sulla proposta di


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parere per questioni attinenti al merito di un provvedimento che prevede un'ulteriore proroga del termine per l'effettuazione delle operazioni di emersione delle attività finanziarie detenute all'estero nel momento in cui è in corso un ampio dibattito sul mancato raggiungimento dei risultati originariamente prefissati e sulla chiarezza delle scelte compiute.

Remo DI GIANDOMENICO (UDC), relatore, ribadisce, al di là delle questioni di merito su cui possono maturare orientamenti diversi, l'assenza nel provvedimento di profili di costituzionalità riguardanti la Commissione.

Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Delega al Governo per la riforma del sistema fiscale statale.
Nuovo testo C. 2144 Governo.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

Il Comitato inizia l'esame.

Pierantonio ZANETTIN (FI), relatore, illustra il contenuto del nuovo testo del disegno di legge che prevede, tra l'altro, una delega al Governo sulla riforma del sistema fiscale statale, prefigurandone l'articolazione in cinque imposte ordinate in un unico codice.
Ritiene che, al fine di garantire il rispetto del dettato dell'articolo 76 della Costituzione, il comma 3 dell'articolo 9 debba essere riformulato in modo da chiarire in maniera più puntuale il termine iniziale da cui far decorrere i due anni successivi previsti per l'adozione dei decreti legislativi contenenti disposizioni integrative e correttive, valutando eventualmente l'opportunità di prevedere come termine iniziale la data di scadenza del termine per l'esercizio della delega previsto dal comma 1 del medesimo articolo.
Prospetta quindi l'opportunità di prevedere un termine diverso per l'adozione del decreto legislativo recante il codice di cui all'articolo 2 rispetto a quello previsto per l'adozione dei singoli decreti legislativi recanti le disposizioni riguardanti le singole imposte, in quanto nel codice, secondo l'impianto del provvedimento, dovrebbero confluire le norme, eventualmente già modificate e corrette, recate dai singoli decreti legislativi adottati in precedenza.
Propone pertanto di esprimere parere favorevole, evidenziando sotto forma di condizione e di osservazione le considerazioni svolte (vedi allegato 1).

Karl ZELLER (Misto-Min.linguist) richiama l'attenzione della Commissione sulla formulazione del comma 4 dell'articolo 9, che introduce una norma di salvaguardia a favore degli enti locali. A suo avviso, occorrerebbe precisare in maniera più puntuale che i meccanismi di finanziamento che restano garantiti fino al completamento della riforma costituzionale riguardano anche le regioni, facendo esplicito riferimento al rispetto degli statuti delle regioni a statuto speciale e delle provincie autonome di Trento e di Bolzano.

Sesa AMICI (DS-U) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Zeller.

Riccardo MARONE (DS-U), espressa perplessità sulla generalità delle previsioni normative contenute nei primi otto articoli del provvedimento in esame che hanno un contenuto meramente programmatorio, manifesta preoccupazione sulla formulazione dell'articolo 9, nel quale, con riferimento all'adozione dei previsti decreti legislativi, non viene data precisa indicazione dei principi e criteri direttivi di cui all'articolo 76 della Costituzione.
Relativamente al comma 4 dello stesso articolo 9, esprime perplessità sul rinvio al completamento del processo di riforma costituzionale; infatti il titolo V della parte seconda della Costituzione è pienamente vigente, né si può fare riferimento alla volontà politica di introdurre ulteriori riforme costituzionali ancora da realizzare.


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Pierantonio ZANETTIN (FI), relatore, recependo il suggerimento del deputato Zeller sull'opportunità di integrare il comma 4 dell'articolo 9, riformula la sua proposta di parere (vedi allegato 2).

Il Comitato approva la proposta del relatore, come da ultimo riformulata.

Equipollenza tra il diploma in educazione fisica e la laurea in scienze delle attività motorie e sportive.
Nuovo testo C. 1315 Santulli.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame.

Sesa AMICI (DS-U), relatore, illustra il contenuto del nuovo testo della proposta di legge, volta ad equiparare il diploma in educazione fisica alle nuove lauree triennali in Scienze delle attività motorie e sportive, nonché a riconoscere a ciascun ateneo la possibilità di definire, nell'esercizio della propria autonomia, l'accesso dei diplomati ISEF e dei laureati in Scienze motorie alle nuove lauree specialistiche e ai master di primo livello.
Non essendovi nulla da osservare relativamente ai profili di competenza della Commissione, propone, pertanto, di esprimere parere favorevole.

Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 10.50.

COMITATO DEI NOVE

Decreto-legge 17/2002: Conferenza internazionale di Palermo sull'e-government per lo sviluppo.
C. 2425-A.

Il Comitato dei nove si è riunito dalle 10.50 alle 10.55.

COMITATO DEI NOVE

XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
C. 2288-184-363-465-783-876-1166-1256-1294-1439-1575-A.

Il Comitato dei nove si è riunito dalle 10.55 alle 11.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 9 aprile 2002. - Presidenza del Presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 11.

Indagine conoscitiva sulle problematiche inerenti la normativa in materia di immigrazione e di asilo.
(Deliberazione).

Donato BRUNO, presidente, sulla base di quanto convenuto in seno all'ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, nella riunione del 21 marzo 2002, ed essendo stata acquisita l'intesa del Presidente della Camera dei deputati, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone di deliberare lo svolgimento di una indagine conoscitiva sulle problematiche inerenti la normativa in materia di immigrazione e di asilo nell'ambito dell'esame in sede referente dei progetti di legge vertenti in tale materia come previsto dall'articolo 79, comma 5, del regolamento.
Comunica che il programma dell'indagine conoscitiva, che si concluderà entro il 16 aprile 2002, come convenuto in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti di gruppo, prevede lo svolgimento delle seguenti audizioni:
Rappresentanti della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Marina militare e delle Capitanerie di porto;


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Rappresentanti dell'Alto Commisario delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR);
Rappresentanti dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM);
Rappresentanti del Comitato per i minori accompagnati e non accompagnati istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
Rappresentanti delle associazioni di categoria dell'artigianato e dell'agricoltura;
Rappresentanti del «Forum del terzo settore».

La Commissione approva la proposta del presidente.

La seduta termina alle 11.05.

SEDE REFERENTE

Martedì 9 aprile 2002. - Presidenza del Presidente Donato BRUNO. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno Alfredo Mantovano e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento Cosimo Ventucci.

La seduta comincia alle 11.10.

Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.
C. 2454 Governo, approvato dal Senato, C. 11 d'iniziativa popolare, C. 16 d'iniziativa popolare, C. 387 Volontè, C. 457 Cento, C. 1413 La Russa, C. 1692 Buemi e C. 1792 Sinisi - Rel. Bertolini).

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di giovedì 21 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 21 marzo 2002 sono stati svolti alcuni interventi di carattere generale.

Gian Paolo LANDI DI CHIAVENNA (AN), nel ritenere condivisibile l'impianto complessivo del disegno di legge, preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti in merito alle disposizioni relative al personale badante e al diritto di asilo. Sottolineata l'opportunità di operare una distinzione tra immigrazione clandestina e delinquenza, nelle sue forme di micro e macrocriminalità, ritiene necessario affrontare e contrastare adeguatamente la presenza di extracomunitari irregolari sul territorio nazionale, sollecitandone l'espulsione. Richiama l'attenzione del Governo sull'esigenza di incrementare sensibilmente il numero dei centri di permanenza temporanea, in modo tale da trattenere gli immigrati il tempo necessario per accertare le loro generalità. Manifesta inoltre preoccupazione per la presenza di immigrati clandestini che lavorano in Italia, i quali non potranno beneficiare delle previste misure di regolarizzazione. Ricordato che, in base a dati forniti dalla Caritas, oltre un milione di euro confluiscono dall'Italia verso i paesi di origine o di provenienza degli extracomunitari, paventa il fatto che parte di tali rimesse siano frutto di attività illecite perpetrate sul territorio; al riguardo, ricorda di aver chiesto l'istituzione di un'anagrafe tributaria per incrementare la necessaria attività di controllo. Rilevato che finora sono stati sottoscritti due accordi con Malta, sollecita altresì il Governo ad aumentare il numero degli accordi bilaterali per agevolare le procedure di rimpatrio dei clandestini.
Auspica infine una rapida approvazione del provvedimento, richiamando sia ad una maggiore fermezza nei confronti degli immigrati clandestini sia ad una maggiore solidarietà nei confronti degli extracomunitari che regolarmente risiedono e lavorano sul territorio nazionale.

Dario RIVOLTA (FI), sottolineato che il fenomeno dei flussi migratori clandestini interessa la maggioranza dei paesi occidentali ad economia avanzata, osserva che l'elemento della diversità connesso ad ogni fenomeno migratorio ingenera nelle comunità strutturate una paura collettiva nei confronti degli individui percepiti come estranei, che tuttavia non impedisce al


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singolo di compiere atti di solidarietà nei loro confronti. Considerato il fenomeno dei flussi migratori come un dato di fatto epocale e inarrestabile, ritiene necessario razionalizzare le modalità di accoglimento degli extracomunitari con l'obiettivo di far fronte alle esigenze di manodopera, che tuttavia non possono costituire l'unico interesse della normativa in esame; a tale proposito, stigmatizza il fatto che imprese e privati spesso assumano lavoratori extracomunitari per i vantaggi derivanti dalla loro clandestinità. Obiettivo parimenti importante delle disposizioni in esame appare l'integrazione delle diverse etnie nella realtà sociale e territoriale nazionale, nel rispetto dei diritti fondamentali sanciti dall'ordinamento costituzionale.
Rilevata la sussistenza di un rapporto delicato ed instabile tra il numero degli extracomunitari, lo spazio in cui essi vengono accolti e il tempo necessario alla loro integrazione, ritiene che operando su questi tre fattori si possa giungere ad una reale integrazione che consenta di superare l'atteggiamento istintivo di paura delle comunità strutturate nei confronti del diverso. A tal fine, sottolinea l'importanza di far conoscere agli immigrati le basi linguistiche e culturali del territorio che li ospita e la necessità di un contrasto deciso all'immigrazione clandestina che vanifica i tre criteri precedentemente individuati.

Carlo LEONI (DS-U), nel convenire sul fatto che una parte degli italiani reagisce con irrazionalità al confronto con il diverso, sottolinea la necessità di affrontare con razionalità ed operatività il complesso fenomeno dell'immigrazione. Ritiene che il centrodestra abbia presentato una legge-manifesto con un chiaro intento propagandistico e nessuna capacità operativa, come appare evidente dal fatto che sono stati conclusi solamente due accordi bilaterali, a fronte dei 23 sottoscritti dal precedente Governo di centrosinistra e che non sono stati istituiti nuovi centri di accoglienza temporanea. Il disegno di legge in esame annulla, a suo avviso, il nucleo della cosiddetta legge Turco-Napolitano ispirata fondamentalmente ai principi dell'accoglienza e della legalità, non rispondendo alla complessità del fenomeno dell'immigrazione, non offrendo strumenti adeguati a contrastare la clandestinità e trascurando, in particolare, le azioni di prevenzione e le procedure di regolarizzazione. Individuato nelle mafie straniere l'obiettivo da colpire, considera speciosa la distinzione tra macro e microcriminalità, nel cui ambito l'immigrato clandestino rappresenta solamente l'ultimo debole anello della catena. Osservato che il disegno di legge in esame pone maggiori vincoli ai processi di regolarizzazione, mettendo in discussione il principio cardine del diritto di asilo, ritiene che in esso l'immigrato sia concepito come un mero strumento del mercato del lavoro, senza alcuna attenzione alla sua umanità. Nel ricordare che la cosiddetta legge Turco-Napolitano ha attivato strumenti di promozione ed integrazione degli immigrati, sottolinea il dissenso del suo gruppo sull'impianto generale del provvedimento, che affronta il complesso fenomeno dell'immigrazione con atteggiamento meramente propagandistico, preannunciando la presentazione di numerosi emendamenti.

Dario RIVOLTA (FI), intervenendo sui lavori della Commissione, propone di integrare il programma delle audizioni previste nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle problematiche inerenti la normativa in materia di immigrazione e di asilo, estendendolo ai rappresentanti della Fondazione Franco Verde.

Michele SAPONARA (FI), relatore, precisa di aver erroneamente omesso di manifestare l'esigenza che il deputato Rivolta gli aveva in precedenza rappresentato.

Donato BRUNO, presidente, rilevato che sono pervenute numerose lettere volte a sollecitare l'inserimento di ulteriori associazioni nel programma delle audizioni, esprime contrarietà ad un ampliamento dello stesso, riservandosi tuttavia di affrontare


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la questione nell'ambito dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Identificazione delle forze di polizia.
C. 1639 Deiana.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di martedì 12 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle 12 di mercoledì 17 aprile 2002.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 11 della Costituzione in materia di partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
C. 2218 cost. Cè.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Pietro FONTANINI (LNP), relatore, rileva che la proposta di legge costituzionale C. 2218, sottoscritta da tutti i deputati del gruppo della Lega Nord Padania, intende colmare una rilevante lacuna costituzionale. Infatti, l'articolo 11 della Costituzione, voluto dai costituenti in vista dell'adesione dell'Italia alle Nazioni unite, è stato considerato idoneo a dare una copertura costituzionale al processo di integrazione comunitaria, sebbene tale operazione interpretativa abbia suscitato perplessità nella dottrina costituzionalistica.
Nel corso degli anni il processo di integrazione comunitaria è progredito in maniera assai marcata, a partire dal trattato di Parigi del 1951, istitutivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, fino al trattato di Nizza che la Camera ha recentemente ratificato. Parallelamente la normazione prodotta dalle istituzioni comunitarie è cresciuta di peso e di importanza affermando, come riconosciuto dalla stessa Corte costituzionale, la propria prevalenza sul diritto nazionale. Si è perciò usciti dalla fase in cui l'integrazione operava esclusivamente sul versante economico a favore di un'integrazione che, agendo tra l'altro sul piano della cooperazione negli affari interni e giudiziari, è suscettibile di incidere su quell'insieme di poteri e funzioni supreme di uno Stato che ne costituiscono la cosiddetta sovranità. Nel momento in cui si chiede allo Stato italiano di cedere quote crescenti della propria sovranità appare opportuno prevedere che tale rinuncia sia sottoposta a forme di consultazione popolare mediante referendum, anche al fine di rimediare a quel deficit di democraticità che continua a caratterizzare le istituzioni comunitarie.
Nella proposta di legge si precisa inoltre che la partecipazione dell'Italia all'integrazione europea avviene nel rispetto dei principi supremi dell'ordinamento e dei diritti inviolabili, al fine di scongiurare il pericolo che tale integrazione possa mettere a rischio quei principi che attengono ai valori fondativi dello Stato.
Ricorda che nel corso della XIII legislatura il problema è stato affrontato durante i lavori preparatori della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali e che l'articolo 116 del testo approvato dalla stessa Commissione ha dettato norme circa la partecipazione dell'Italia all'Unione europea. In tale occasione la senatrice Dentamaro ha illustrato con chiarezza le motivazioni che hanno spinto a dare copertura costituzionale al processo di integrazione europea. L'articolo 116 di quel testo stabiliva in particolare una procedura rinforzata (maggioranza assoluta di ciascuna Camera e soggezione a referendum) per l'introduzione di ulteriori limitazioni di sovranità connesse all'approfondirsi del vincolo comunitario. A sostegno di tale proposta la relatrice ha affermato che la dottrina costituzionalistica più avvertita, oltre che molti operatori politici, è pressoché concorde


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nel ritenere che l'attuale articolo 11 della Costituzione sia stato sottoposto ad una forzatura interpretativa al fine di giustificare l'adozione di semplici leggi ordinarie per autorizzare la ratifica dei trattati istitutivi delle Comunità europee e dell'Unione europea.
Precisa quindi che la proposta di legge in esame ripropone il testo approvato dalla Commissione bicamerale con la sola aggiunta di un quorum di partecipazione per la validità del referendum.
Ricordato che nella maggior parte degli stati europei l'assenso ai più recenti trattati comunitari è stato chiesto direttamente al corpo elettorale, sottolinea che sul piano tecnico la proposta in esame lascia intatto l'attuale divieto costituzionale, di cui all'articolo 75, di sottoposizione a referendum abrogativo delle leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. Si procede infatti alla istituzione di una nuova fonte, caratterizzata da aggravamenti procedurali consistenti nella richiesta di maggioranze qualificate di approvazione e nella necessaria sottoposizione della proposta di ratifica ad un referendum, avente natura radicalmente diversa da quella che caratterizza l'istituto disciplinato dall'articolo 75 della Costituzione.
L'esigenza sottesa alla proposta di legge C. 2218 si impone con particolare forza alla luce del processo avviato con la dichiarazione di Laeken e con la prima riunione della Convenzione che dovrà esaminare le questioni essenziali del futuro sviluppo dell'Unione.
Ricorda che, in occasione della discussione della relazione delle Commissioni III e XIV sulle tematiche oggetto del Consiglio europeo di Laeken, la Camera dei deputati ha approvato una risoluzione che impegna il Governo ad assicurare che l'attività della Convenzione trovi adeguate forme di collegamento con la società civile, anche attraverso consultazioni di tipo referendario.
Auspica infine che anche le forze di opposizione possano convergere su una proposta che esse stesse hanno contribuito ad elaborare nella precedente legislatura.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Commissione d'inchiesta sul «Dossier Mitrokhin».
C. 2121, approvata dal Senato.
(Rinvio del seguito dell'esame).

Donato BRUNO, presidente, al fine di consentire un'approfondita valutazione degli emendamenti presentati, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 27 della Costituzione.
C. 1436 cost. Boato, C. 2110 cost. Pisapia; C. 2351 cost. Zanettin e C. 2373 Bertinotti - Rel. Boato.
(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento del progetto di legge C. 2373).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di martedì 26 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge costituzionale C. 2373 di iniziativa del deputato Bertinotti concernente la modifica all'articolo 27 della Costituzione.
Poiché la suddetta proposta di legge verte sulla stessa materia delle proposte di legge all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento, l'abbinamento.
Non essendo stati presentati emendamenti, avverte quindi che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.15.


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.15 alle 12.40.

SEDE REFERENTE

Martedì 9 aprile 2002. - Presidenza del Presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario per l'interno Antonio D'Alì.

La seduta comincia alle 17.10.

Disposizioni relative al procedimento elettorale.
C. 2600 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge, approvato dal Senato con alcune modificazioni.
L'articolo 1 estende le operazioni di voto nelle elezioni politiche, provinciali, comunali e nelle consultazioni referendarie anche alla giornata di lunedì al fine di favorire una maggiore partecipazione alle operazioni elettorali. Le modificazioni introdotte non concernono le elezioni dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, che sono regolate sulla base del cosiddetto Atto di Bruxelles, secondo cui la data dell'elezione, fissata da ciascuno Stato membro, deve aver luogo per tutti gli Stati entro uno stesso lasso di tempo compreso tra la mattina del giovedì e la domenica immediatamente successiva.
L'articolo 2 reca l'obbligo per i comuni di installare, in occasione di tutte le consultazioni elettorali, quattro cabine in ciascun seggio, salvo che l'ampiezza dei locali renda impossibile tale soluzione; a seguito dell'approvazione di un emendamento da parte del Senato, è stato previsto che una di tali cabine deve essere destinata ai portatori di handicap.
L'articolo 3 ridetermina gli onorari spettanti, in occasione delle consultazioni elettorali e di quelle referendarie, al presidente, agli scrutatori e al segretario degli uffici elettorali di sezione. Secondo quanto previsto dal comma 2, gli importi - il cui incremento, secondo quanto precisato nella relazione tecnica, deve essere mediamente pari al 25 per cento - devono essere aggiornati con le modalità previste dall'articolo 1 della legge n. 117 del 1985.
Il comma 3 dello stesso articolo introduce una norma di delegificazione, autorizzando il Governo ad emanare, entro sei mesi, un regolamento ex articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988, per la revisione delle disposizioni concernenti la determinazione dei compensi e del trattamento di missione dei membri degli organi collegiali preposti allo svolgimento dei procedimenti elettorali. A tal fine vengono individuati alcuni principi: l'entità dei compensi, già definita per legge, è stabilita con decreto del ministro dell'interno, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze; i criteri cui deve attenersi il decreto sono interamente rimessi all'emanando regolamento; dalla data di entrata in vigore di quest'ultimo sono abrogate tutte le disposizioni legislative con esso incompatibili.
L'articolo 4 prevede che le disposizioni di cui ai precedenti articoli trovino applicazione anche in occasione delle elezioni regionali, ma solo fino a quando ciascuna regione a statuto ordinario non avrà disciplinato con propria legge la materia elettorale.
L'articolo 5 pone i maggiori oneri recati alla finanza pubblica dal provvedimento a carico del «Fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum», iscritto nell'unità previsionale di base 4.1.5.3 - Spese elettorali dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
Un emendamento, approvato dalla 1a Commissione del Senato in conformità al parere reso dalla 5a Commissione, precisa che tale norma è introdotta in deroga al


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disposto dell'articolo 17 della legge n. 136 del 1976, secondo cui tutte le spese per l'organizzazione tecnica e l'attuazione delle elezioni politiche e dei referendumsono a carico dello Stato, mentre le spese relative alle elezioni dei Consigli regionali, provinciali e comunali sono a carico degli enti ai quali i Consigli appartengono.
L'articolo 6 dispone infine che la legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Auspica infine una rapida approvazione del disegno di legge, con il quale si è inteso sopperire a taluni inconvenienti sorti in particolare nel corso delle più recenti elezioni politiche, quando lo svolgimento delle stesse nella sola giornata di domenica ha comportato una particolare affluenza alle urne nel pomeriggio fino alla chiusura dei seggi, in coincidenza degli orari di rientro nelle città.

Sesa AMICI (DS-U) ricorda le motivazioni che nella passata legislatura indussero a concentrare in un unico giorno le votazioni per le elezioni politiche e ad accorpare le sezioni elettorali, realizzando in tal modo un significativo risparmio di spesa. Ritiene condivisibile l'impostazione del disegno di legge, pur considerando il sistema in esso previsto come un momento transitorio per giungere ad una gestione elettronica del voto e ad un generale ridisegno dei seggi elettorali.

Michele SAPONARA (FI) esprime apprezzamento per il provvedimento in esame finalizzato a garantire la massima partecipazione degli elettori alle operazioni di voto.

Giannicola SINISI (MARGH-U), nel condividere l'impostazione del provvedimento, chiede al rappresentante del Governo se le nuove disposizioni possano essere applicate alle prossime elezioni amministrative previste per il mese di maggio.

Donato BRUNO, presidente, assicura che, se il provvedimento sarà sollecitamente approvato, le nuove disposizioni potranno essere applicate già dalle prossime elezioni amministrative.

Graziella MASCIA (RC) dichiara l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

Riccardo MARONE (DS-U) paventa che i maggiori oneri a carico della finanza pubblica previsti nell'articolo 5 possano gravare sui bilanci comunali. Chiede pertanto al rappresentante del Governo in quali termini si intenda fare fronte alla copertura dei maggiori oneri previsti.

Giampiero D'ALIA (UDC), nel ritenere che l'articolo 5 non possa essere interpretato in maniera restrittiva, sottolinea che i maggiori oneri sono a carico della finanza pubblica.

Pietro FONTANINI (LNP), rilevato che il provvedimento in esame si pone in contro tendenza con le normative in vigore negli altri paesi europei, lamenta che il previsto aumento dei giorni di votazione andrà a scapito delle lezioni scolastiche.

Il sottosegretario Antonio D'ALÌ, ringraziati il presidente e la Commissione per la solerzia dimostrata nell'esame del provvedimento, precisa che l'Esecutivo ha ritenuto di prevedere un prolungamento delle operazioni di voto, piuttosto che un ampliamento del numero delle sezioni elettorali, per consentire una maggiore e più ordinata affluenza degli elettori ai seggi e, al contempo, un risparmio di spesa. Fornisce quindi assicurazioni al deputato Marone sul fatto che l'incremento delle spese elettorali non graverà sui bilanci degli enti locali, in quanto è stata prevista un'adeguata copertura degli oneri aggiuntivi. Ritiene infine che le soluzioni individuate possano essere proficuamente utilizzate fino all'introduzione di nuove modalità di voto, che sono ancora in fase sperimentale.

Carlo LEONI (DS-U), in considerazione delle preoccupazioni avvertite dagli enti locali sugli oneri finanziari derivanti dall'entrata


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in vigore del provvedimento, evidenzia l'opportunità di predisporre un ordine del giorno sulla materia da sottoporre all'esame dell'Assemblea.

Il sottosegretario Antonio D'ALÌ si dichiara disponibile ad accettare un ordine del giorno formulato nei termini proposti dal deputato Leoni.
Sollecita inoltre una tempestiva approvazione del provvedimento per evitare che il Governo debba ricorrere alla decretazione d'urgenza in materia elettorale.

Donato BRUNO, presidente, assicura che informerà il Presidente della Camera dell'esigenza evidenziata dal rappresentante del Governo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 13 di domani, mercoledì 10 aprile 2002.

La seduta termina alle 17.40.