I Commissione - Resoconto di giovedĪ 18 aprile 2002


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SEDE REFERENTE

Giovedì 18 aprile 2002. - Presidenza del presidente Donato BRUNO indi del vicepresidente Pietro FONTANINI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Alfredo Mantovano, per la funzione pubblica Learco Saporito e per le riforme istituzionali Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 9.20.

Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.
C. 2454 Governo, approvato dal Senato, C. 11 d'iniziativa popolare, C. 16 d'iniziativa popolare, C. 220 Piscitello, C. 387 Volontè, C. 457 Cento, C. 1413 La Russa, C. 1692 Buemi, C. 1792 Sinisi, C. 1894 Pisapia e C. 2597 Consiglio regionale della Toscana.
(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta di mercoledì 17 aprile 2002.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri, in considerazione dell'andamento complessivo dei lavori, è stato rinviato alla seduta odierna lo svolgimento degli ulteriori interventi di carattere generale.

Katia BELLILLO (Misto-Com. it.), osservato che il procedimento d'urgenza deliberato


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per il provvedimento in esame vanifica il lavoro della Commissione, esprime un giudizio positivo sulla normativa esistente in materia di immigrazione, riguardo alla quale sarebbe stata opportuna una semplice verifica dei meccanismi e delle procedure adottate. Preannuncia che i deputati comunisti utilizzeranno tutti gli strumenti democratici per contrastare un disegno di legge negativo che aggrava ed esaspera i problemi dell'immigrazione, affrontando una questione sociale con metodi polizieschi che già in passato si sono rivelati incapaci di rimuovere le cause della clandestinità. Ritiene che il provvedimento si ispiri ad un modello sociale fondato sull'egoismo e sull'odio etnico e che non tenga in alcun conto tutti gli accordi stipulati a livello sia europeo sia internazionale. A suo avviso, il Governo ha voluto dare un giro di vite alla questione dell'immigrazione, fenomeno tipico delle società avanzate, mentre il senso di responsabilità richiederebbe uno spirito rivolto al dialogo ed una visione multiculturale della società italiana, in linea con il resto dei paesi europei. Sottolineata la necessità di salvaguardare i diritti fondamentali di chi vuole lavorare nel nostro paese, ritiene che l'immigrazione debba essere considerata come parte integrante del patrimonio culturale dell'umanità. Rilevato che l'opposizione non dispone di reali margini di intervento per migliorare il testo in esame, ribadisce che i Comunisti italiani utilizzeranno tutti gli strumenti normativi e regolamentari per contrastare l'approvazione del disegno di legge.

Livia TURCO (DS-U) sottolinea la complessità del tema dell'immigrazione, che richiede un approccio basato sul valore della cultura di governo. Sotto questo profilo considera di particolare importanza verificare da parte dell'Esecutivo l'interesse a ricercare un confronto di merito.
Secondo quanto emerge dall'analisi dei comportamenti finora assunti rispetto agli accordi bilaterali, ai centri di permanenza temporanea e alle risorse da destinare ai programmi di integrazione, il Governo sembra prediligere un approccio propagandistico ed ideologico piuttosto che un atteggiamento volto a considerare il dato reale.
Esprime in particolare forti perplessità sul blocco del programma per i rifugiati - rispetto ai quali si registra un livello di accoglienza inferiore di quello assicurato nelle altre realtà europee -, nonché sul meccanismo previsto per la definizione delle quote, che si pone in contrasto con le esigenze sottolineate dagli stessi imprenditori, negando quel valore della flessibilità molte volte richiamato.
Al di là di ogni possibile miglioramento, il decreto legislativo n. 286 del 1988 ha avuto l'ambizione di proporre un intervento organico volto a favorire l'ingresso regolare per motivi di lavoro, gli accordi bilaterali, l'avvio di una politica di integrazione. Viceversa, il disegno di legge in esame propone una concezione dell'immigrato come lavoratore ospite, non dissimile da quella del Gast arbeiter tedesco, considerato come strumento da gestire in funzione delle esigenze del mercato, secondo una visione estranea alle politiche seguite negli altri paesi europei. Un simile modello migratorio si basa su una instabilità destinata a generare insicurezza, in quanto l'immigrato la cui permanenza è legata alle esigenze dell'impresa non ha interesse ad integrarsi.
Si sofferma quindi su alcune norme di dettaglio, penalizzanti nei confronti del lavoratore immigrato ed espressione di una cultura tendente a ridurne i diritti: l'articolo 4 stabilisce che il diniego del visto di ingresso non deve essere motivato, mentre il comma 4 dell'articolo 5 prevede che il rinnovo del permesso di soggiorno debba essere richiesto dallo straniero almeno novanta giorni prima della scadenza.
Considera un errore la soppressione dell'istituto dello sponsor, a suo tempo suggerito dalle organizzazioni che più direttamente si confrontano con il mondo dell'immigrazione, che si traduce in un permesso per ricerca di lavoro e risponde all'esigenza, particolarmente avvertita rispetto al lavoro domestico, di favorire un


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rapporto di diretta conoscenza. Nel merito, piuttosto che prevedere una regolarizzazione dei collaboratori domestici, sarebbe opportuno considerare le chiamate finalizzate a tale tipo di attività al di fuori del computo riguardante le quote.
Valuta negativamente alcune limitazioni introdotte: quelle riguardanti i ricongiungimenti familiari, dei quali è stata ampiamente evidenziata la portata ai fini di una maggiore integrazione; la soppressione della facoltà per gli extracomunitari che abbiano cessato l'attività lavorativa in Italia e lascino il territorio nazionale di richiedere la liquidazione dei contributi previdenziali obbligatori versati in loro favore; il diritto degli stranieri di accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Esprime infine l'auspicio che si addivenga alla decisione di stralciare le disposizioni sul diritto di asilo, ritenendo che la materia possa essere complessivamente valutata nell'ambito di un disegno di legge.

Graziella MASCIA (RC) ritiene che il fenomeno dell'immigrazione debba essere affrontato senza intenti demagogici né repressivi, ma con una coscienza del limite derivante dalla difficoltà della materia. Sottolineato che le persone che giungono nel nostro paese fuggono da situazioni di ingiustizia e di miseria, ricorda che la normativa in materia di immigrazione varata dal precedente Governo di centrosinistra era sostanzialmente finalizzata al raggiungimento di tre obiettivi: la regolamentazione dei flussi, il contrasto all'immigrazione clandestina e l'integrazione sociale. Ricorda altresì che, nella passata legislatura, i deputati di Rifondazione comunista avevano espresso rilievi critici sul fatto che il Governo non si occupasse abbastanza dell'integrazione degli immigrati; i centri di permanenza temporanea apparivano inoltre in contrasto con uno Stato di diritto, non garantendo le caratteristiche minime di vivibilità.
Riguardo al disegno di legge in esame, ritiene che l'obiettivo dichiarato del Governo di contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina si tradurrà, nei fatti, in un fallimento perché misure così severe finiranno per favorire la clandestinità e intaccheranno la stabilità sociale. L'impostazione del provvedimento non prevede, infatti, alcun reale meccanismo di integrazione e si basa su una visione strumentale della manodopera fornita dagli immigrati che sono respinti nel paese d'origine quando non risultino più utili alle esigenze economiche del nostro paese. A tale riguardo, fa presente che persino gli imprenditori e i datori di lavoro hanno dimostrato perplessità nei confronti di una normativa tanto rigida sulle procedure per l'ingresso degli stranieri. Ritiene inoltre che le misure restrittive previste per il ricongiungimento al nucleo familiare, l'abolizione della figura dello sponsor, la riduzione dei fondi assegnati agli enti locali siano tutti aspetti che contribuiscono all'uso strumentale del lavoratore extracomunitario e al rifiuto del fenomeno migratorio. Nell'annunciare che il suo gruppo presenterà emendamenti al testo, precisa che essi non saranno mirati solo a contrastare disposizioni specifiche, ma anche ad aprire un confronto sulle diverse filosofie relative al fenomeno migratorio.
Ricordato infine che le Nazioni Unite hanno sollecitato il nostro paese ad approvare una legge sul diritto di asilo, ritiene che gli articoli 27 e 28 vanifichino tale diritto costituzionale; ne propone pertanto lo stralcio, sollecitando il recupero di proposte di legge già presentate nella scorsa legislatura. Ritiene infine che il provvedimento introduca normative speciali, creando un binario giuridico parallelo che nega i diritti fondamentali agli stranieri residenti sul nostro paese.

Giannicola SINISI (MARGH-U) esprime forti perplessità sull'impianto complessivo del disegno di legge in esame che sottende una filosofia di chiusura ed una scarsa conoscenza del fenomeno.
Ricorda l'attività svolta dal Governo di centrosinistra sul piano normativo e la capacità con cui sono state affrontate le ricorrenti crisi di carattere internazionale attraverso il ricorso agli strumenti ordinari previsti dall'ordinamento. Viceversa,


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il Governo di centrodestra, a fronte di un singolo episodio, ha ritenuto di invocare lo stato di emergenza, uno strumento inutile nel caso specifico e funzionale unicamente rispetto all'obiettivo di evitare le regole sulla contabilità di Stato.
Richiama i tre pilastri del disegno di legge n. 286 del 1998, sottolineando come il contrasto all'immigrazione clandestina, la possibilità di determinare flussi regolari e le politiche di integrazione concorrano a perseguire l'obiettivo della sicurezza da più parti invocato. In particolare l'ingresso regolare costituisce la prima misura di contrasto alla clandestinità, laddove la chiusura delle frontiere rappresenta un errore sotto il profilo della creazione delle condizioni di sicurezza.
Sottolineato come i deputati del gruppo della Margherita non intendano ricorrere a strumenti demagogici denunciando l'incapacità del Governo di fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, manifesta la volontà di affrontare nel merito le previsioni contenute nel disegno di legge, a suo avviso risibili.
Nel momento in cui viene recepita la proposta dell'opposizione di costituire un gruppo tecnico incaricato di svolgere un'attività istruttoria, si riporta tale organismo nell'ambito del Ministero dell'interno, quasi che tale amministrazione svolgesse una funzione di coordinamento, mentre si espunge dal novero dei soggetti facenti parte del Comitato quelli che dovrebbero essere maggiormente in grado di fornire informazioni utili. In tal modo, lungi dal costruire un percorso collegiale nella determinazione del decreto flussi, viene individuata una procedura meramente governativa.
Il provvedimento in esame introduce sul piano delle procedure burocratiche una serie di rigidità, ignorando le esigenze espresse nel documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione, nonché dal mondo imprenditoriale, che in più occasioni ha sottolineato l'importanza di canali informali che consentano al datore di lavoro di conoscere il lavoratore da assumere. Si è ritenuto di sopprimere l'istituto dello sponsor, sebbene non sia stata compiuta un'adeguata verifica al riguardo, limitandosi a rilevare criticamente il fenomeno delle catene migratorie, che viceversa non necessariamente deve essere valutato in termini negativi.
Espresse forti riserve sul meccanismo relativo alle sanzioni penali, si sofferma sulla previsione riguardante il coinvolgimento della Marina militare nelle attività di cui al comma 9-bis introdotto dalla lettera d) del comma 1 dell'articolo 11, dopo il comma 9 dell'articolo 12 del testo unico, sottolineando in particolare l'esigenza di rispettare in materia di pubblica sicurezza il principio della proporzione dei mezzi impiegati rispetto all'azione che si vuole realizzare.
Non condivide la disciplina prevista dal nuovo comma 3-quater inserito all'articolo 13 del testo unico dall'articolo 12 del disegno di legge in esame; in base a tale previsione, infatti, in presenza di alcuni presupposti, l'espulsione fa sì che il giudice debba pronunciare sentenza di non luogo a procedere. La norma rischia di alimentare un fenomeno aberrante di «transfrontalieri del crimine», pronti, una volta espulsi, a rientrare clandestinamente senza che nella propria fedina penale risulti traccia del reato commesso.
Quanto al prolungamento da venti a trenta giorni del periodo massimo di permanenza nei centri di permanenza temporanea, rileva che la questione dell'espulsione è strettamente connessa alla difficoltà di individuare le generalità dello straniero e alla mancata collaborazione da parte del paese da cui lo stesso proviene. Sottolineata la necessità di massicci investimenti in tali strutture, osserva che il problema delle espulsioni deve essere affrontato principalmente sul piano di un'azione politica a livello internazionale. Sotto tale profilo la previsione secondo cui nell'elaborazione dei programmi bilaterali di cooperazione il Governo tiene conto della collaborazione prestata dai paesi interessati al contrasto delle organizzazioni criminali operanti nell'immigrazione clandestina rischia di risolversi a suo avviso in un danno sul piano delle relazioni internazionali.


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Osserva quindi che la previsione di quote riservate nei confronti dei lavoratori di origine italiana sembrerebbe interessare solo quelli attualmente residenti in Argentina; per altro verso, ritiene che il problema possa essere più proficuamente affrontato per altra via.
Espressi dubbi sulla possibilità per lo straniero di comprendere la formulazione della norma riguardante il permesso di soggiorno pluriennale previsto dal comma 3-ter di cui si propone l'inserimento all'articolo 5 del testo unico.
La previsione restrittiva in materia di ricongiungimenti familiari si pone in netto contrasto con l'impostazione culturale cristiana della civiltà italiana, mentre gli articoli in materia di diritto di asilo non tengono conto del dibattito sviluppatosi nel paese e del contenuto del progetto di legge esaminato nella scorsa legislatura dal Parlamento, su cui si era registrata un'ampia convergenza.
Espressa perplessità sulla sanatoria introdotta limitatamente ai lavoratori domestici, sottolinea che il tema complesso dell'immigrazione può essere affrontato solo costruendo percorsi legali di ingresso e meccanismi periodici di emersione, che consentono di migliorare effettivamente le condizioni di sicurezza.
Esprime infine l'intenzione di difendere l'impianto complessivo della normativa vigente che a suo avviso ha consentito al paese di compiere un significativo passo in avanti, pur manifestando la disponibilità a discutere nel merito qualora emergano segnali di disponibilità al confronto.

Antonio SODA (DS-U), sottolineato che la garanzia della regolarità dei flussi e il contrasto alla criminalità sono il presupposto di ogni normativa sull'immigrazione, osserva che, nella situazione attuale, si dovrebbero affinare gli strumenti di contrasto, migliorare le condizioni di lavoro regolare e garantire un migliore inserimento degli immigrati. Ritiene che il disegno di legge, nelle disposizioni relative al contratto di soggiorno, sia caratterizzato da ipocrisia e da una considerazione strumentale del lavoratore. Solo apparentemente infatti le disposizioni dell'articolo 6 relative all'adeguata sistemazione alloggiativa e all'assicurazione sulla possibilità di rientro risultano a favore degli immigrati. Tali garanzie non sono previste per la manodopera italiana del meridione che lavora nel nord-est italiano in uno stato di precariato permanente che ha causato il blocco di questo processo migratorio. Sotto l'apparenza di una norma di favore, si cela la grande ipocrisia di complicare ulteriormente le possibilità di flussi di lavoro regolare e una considerazione strumentale dell'immigrato che non è concepito come una persona, ma come un soggetto debole nei confronti sia del datore di lavoro sia della pubblica amministrazione. Dal punto di vista burocratico, sono stati previsti meccanismi che gratuitamente complicano la vita dell'immigrato con motivazioni di ordine puramente formale. Si prevedono ostacoli burocratici al ricongiungimento al nucleo familiare, in palese contraddizione con qualsiasi processo di integrazione e con la conseguente distruzione della catena migratoria. Sotto questo aspetto, la politica delle destre, i cui programmi sottolineano continuamente la difesa dei valori della famiglia, presenta addirittura un aspetto becero. Dichiara di non condividere l'abolizione della figura dello sponsor e le procedure di espulsione amministrativa immediata che rappresentano una totale negazione delle garanzie per il cittadino straniero. Al riguardo, sottolinea che l'articolo 111 della Costituzione garantisce i diritti inviolabili della persona; sembra pertanto privo di senso che la maggioranza richiami continuamente alle garanzie giurisdizionali, se poi si dà vita ad un sistema giuridico basato sul doppio binario e su una diversa considerazione dei diritti del cittadino rispetto a quelli dell'immigrato. Rilevato infine che un provvedimento basato sulla mercificazione della manodopera straniera, sulla precarietà, sull'ostacolo all'integrazione, sulla disintegrazione dei diritti dell'immigrato e sul doppio binario delle garanzie non possa conseguire gli obiettivi fissati, osserva che il governo dei processi migratori è una questione complessa che


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richiede cultura di Governo e non atteggiamenti demagogici.

Egidio STERPA (FI), rilevato che il fenomeno migratorio non appare transitorio e che necessiterà di continui aggiornamenti normativi, esprime rilievi critici sui toni usati da alcuni deputati di opposizione. Ritiene che non si possa negare l'esistenza di una cultura di destra sui problemi dell'immigrazione e che, al riguardo, debbano essere reciprocamente rispettate le diverse posizioni. Nell'invitare tutti ad un dialogo costruttivo, che sarà possibile solo se saranno abbassati i toni del dibattito, sottolinea che l'Italia è uno dei pochi paesi europei che non ha ancora varato una normativa sul diritto di asilo.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO ringrazia la Commissione per il contributo dato alla discussione ed osserva preliminarmente che il tema dell'immigrazione, di estrema complessità, deve essere affrontato con realismo, con la consapevolezza dei limiti derivanti dalla drammaticità del fenomeno e con una costante attenzione all'evoluzione dello stesso.
Non condivide pertanto alcune affermazioni rese nel corso del dibattito sulla natura risibile di talune previsioni del disegno di legge in esame. Non esiste da parte del Governo alcuna difficoltà ad approfondire la portata di eventuali rilievi tecnici al testo, ma considera inaccettabili affermazioni riguardanti, per esempio, la presunta impunità che deriverebbe da certe previsioni normative. In realtà si è inteso intervenire sulla base di dati oggettivi da cui risulta un fenomeno alimentato dal prevalere, sulla base della normativa vigente, dell'espulsione per intimazione rispetto a quella con accompagnamento alla frontiera.
Richiamate analoghe iniziative assunte in Germania e in via di definizione in Gran Bretagna, sottolinea l'intenzione dell'Esecutivo di agire con equilibrio. Sotto questo profilo il Governo con il decreto-legge n. 51 del 2002 ha inteso adeguare l'ordinamento giuridico all'orientamento della Corte costituzionale, prevedendo la convalida da parte dell'autorità giudiziaria dei provvedimenti di accompagnamento alla frontiera adottati nei confronti degli immigrati clandestini.
Rilevato come al Senato siano stati accolti molti emendamenti presentati dall'opposizione, sottolinea l'esigenza di salvaguardare la coerenza del sistema delineato dal disegno di legge, pur ribadendo la disponibilità a riconsiderare alcuni passaggi.
Precisa che la definizione di accordi bilaterali richiede il tempo necessario per i dovuti approfondimenti istruttori e contatti; peraltro, le iniziative assunte dal Presidente del Consiglio in materia di coinvolgimento dell'Unione europea e degli ambasciatori presenti nei paesi da cui provengono i maggiori flussi migratori stanno ad indicare l'importanza attribuita dal Governo alla via della collaborazione internazionale.
Non è compito della Marina militare contrastare il fenomeno dei flussi migratori, potendo tuttavia svolgere utilmente un'azione di accompagnamento delle imbarcazioni nei porti dei paesi vicini, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Montego Bay.
Quanto al programma nazionale in materia di asilo, una volta definite le necessarie intese con gli enti locale, il Governo si appresta a presentare un emendamento affinché tale programma sia applicato sulla base di intese con gli enti locali e l'ACNUR.
Non vi è un'avversità di natura ideologica nei confronti dell'istituto dello sponsor, che tuttavia sulla base dei dati relativi al 2002, vede nel 60 per cento dei casi il coinvolgimento come partner di cittadini extracomunitari; l'istituto pertanto non sembra aver raggiunto gli obiettivi per i quali era stato immaginato.
Sottolineato che nei dieci mesi di governo è aumentato il numero delle espulsioni effettive con accompagnamento nei paesi di origine, afferma che la risposta nei confronti dei nuovi arrivi - in aumento per ragioni certamente non riconducibili a responsabilità interne - è stata più efficace che in passato.


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Espressa l'intenzione di affrontare alcuni problemi come quello dei minori stranieri, evidenzia l'esigenza di garantire quel raccordo reale con l'attività lavorativa che il meccanismo della semplice iscrizione nelle liste di collocamento non sembra assicurare.
Non è intenzione del Governo procedere allo stralcio delle disposizioni in materia di asilo, che sono volte ad evitare un uso strumentale delle relative richieste, ferma restando l'intenzione di presentare un disegno di legge organico sulla materia. Al riguardo precisa che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha evidenziato l'esigenza che venga garantita una seconda valutazione in sede di opposizione al rigetto della domanda di asilo da parte di un organo amministrativo e che tale seconda valutazione sia accompagnata da una sospensiva della valutazione disposta; ha altresì richiesto che la competente commissione dia garanzie di professionalità e di dedizione piena all'esame delle domande d'asilo. Rispetto a tali esigenze il Governo ha assunto un impegno di approfondimento ed ha esaminato alcune ipotesi per far sì che l'eventuale sospensiva non sia accompagnata da un allontanamento nella clandestinità da parte del richiedente. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha quindi convenuto sulla previsione riguardante la sistemazione nei centri di permanenza del richiedente asilo.
Ribadisce infine l'intenzione dell'Esecutivo di valutare eventuali spunti di approfondimento, non potendo viceversa prendere in considerazione esercitazioni demagogiche, rispetto alle quali dovrà chiedere al Parlamento di procedere all'approvazione del disegno di legge apportando il minor numero possibile di modifiche. Si augura tuttavia che nel corso dell'esame del provvedimento emerga un orientamento volto a favorire un proficuo confronto.

Isabella BERTOLINI (FI), relatore, ringrazia il sottosegretario e i componenti della Commissione per il contributo dato ad un dibattito ricco di spunti che meritano una riflessione. Pur comprendendo come la passione politica induca ad esprimersi con toni accesi, rivolge un richiamo a tutte le componenti della maggioranza affinché nel corso dell'esame degli emendamenti si vada ad un confronto di merito senza preclusioni di natura ideologica.
Dichiara di condividere i principi richiamati dal deputato Sinisi, e, pur rilevando la diversità delle soluzioni proposte, considera possibile un confronto nel merito, anche se il testo del disegno di legge si ispira ad una cultura politica diversa da quella sottesa al decreto legislativo n. 286 del 1998.
Non ritiene che le sanatorie siano necessarie, derivando piuttosto da una gestione non adeguata delle emergenze. Tuttavia, su tale argomento è stata compiuta una scelta, in base alla quale sono state escluse alcune categorie di lavoratori, ispirata alla finalità sociale di sostenere la condizione delle famiglie e situazioni connotate da una particolare difficoltà.
Per quanto concerne le disposizioni in materia di diritto di asilo, esprime un orientamento personale favorevole ad una trattazione dell'intera materia in un provvedimento specifico, sottolineando la necessità di una normativa adeguata in materia.
Rilevata l'esigenza di affrontare senza facili scorciatoie la questione dei minori stranieri, non risolta dalla legge Turco-Napolitano, sottolinea la necessità di un ulteriore approfondimento per delineare un modello organizzativo in tema di immigrazione che veda il coinvolgimento delle diverse amministrazioni interessate, nonché l'opportunità di coinvolgere l'Europa in un fenomeno che per la sua natura non può essere affrontato unicamente a livello nazionale.
Rivolge infine un appello al Governo affinché provveda a dotare il disegno di legge di finanziamenti adeguati.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.


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La Commissione delibera di adottare come testo base il disegno di legge C. 2454 approvato dal Senato.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 20 di lunedì 22 aprile 2002.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 15.05.

Decreto-legge 51/2002: Disposizioni urgenti in tema di immigrazione clandestina.
C. 2608 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di mercoledì 17 aprile 2002.

Pietro FONTANINI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri, in considerazione del complessivo andamento dei lavori, è stato rinviato alla seduta odierna lo svolgimento degli interventi di carattere generale.

Carlo LEONI (DS-U) ritiene che nel corso degli interventi della mattinata siano state sviluppate considerazioni riguardanti anche il contenuto del disegno di legge in esame.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO preannuncia la presentazione da parte del Governo di alcuni emendamenti di natura tecnica volti a migliorare la formulazione del comma 5-bis che il comma 1 dell'articolo 2 propone di inserire dopo il comma 5 dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 286 del 1998. In particolare, ritiene che l'espressione «Il provvedimento è immediatamente esecutivo» debba essere inserita immediatamente dopo il primo periodo del medesimo comma 5-bis. Appare inoltre opportuna una riflessione di carattere sistematico circa la sostituzione della figura del procuratore della Repubblica con quella del giudice monocratico come autorità giudiziaria incaricata della convalida del provvedimento con cui viene disposto l'accompagnamento alla frontiera.

Pietro FONTANINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 20 di lunedì 22 aprile 2002.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Identificazione delle forze di polizia.
C. 1639 Deiana.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di martedì 12 marzo 2002.

Pietro FONTANINI, presidente, ricorda che nella seduta del 12 marzo 2002 il presidente Bruno, alla luce delle dichiarazioni rese dal sottosegretario Balocchi, aveva evidenziato l'esigenza di valutare l'opportunità di proseguire l'iter del provvedimento.
Avverte quindi che non sono stati presentati emendamenti alla proposta di legge in esame.

Nuccio CARRARA (AN), relatore, ribadito il suo orientamento contrario sulla proposta di legge in esame, invita i presentatori a ritirare il provvedimento prendendo atto dell'assenza delle condizioni necessarie per proseguire il relativo iter.

Graziella MASCIA (RC) manifesta l'intenzione di sottoporre il provvedimento all'esame dell'Assemblea e preannuncia la presentazione di una relazione di minoranza.


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Pietro FONTANINI, presidente, avverte che il testo della proposta di legge sarà inviato alle competenti Commissioni per l'espressione del prescritto parere.
Rinvia quindi l'esame ad altra seduta.

La seduta, sospesa alle 15.15, è ripresa alle 15.35.

Modifica all'articolo 11 della Costituzione in materia di partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
C. 2218 cost. Cè.
(Rinvio del seguito dell'esame).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di giovedì 11 aprile 2002.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Riforma dell'organizzazione del Governo.
C. 1534-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Nuccio CARRARA (AN), relatore, illustra le modifiche al testo apportate dal Senato. In merito all'articolo 1, osserva che è stato aggiunto un riferimento all'articolo 28 della legge finanziaria per il 2001, che reca una disposizione relativa al riordino di enti pubblici, agenzie ed amministrazioni e, in particolare, contiene un'autorizzazione al Governo alla delegificazione della materia. L'articolo 2, relativo alle procedure per la trasformazione e la soppressione di enti pubblici, è stato introdotto nel corso dell'esame al Senato, ad opera di un emendamento governativo. Esso modifica l'articolo 28 della legge finanziaria per il 2001 che prevede operazioni di trasformazione e soppressione di enti ed altri organismi pubblici con l'obiettivo di ridurre la spesa e di migliorare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. In particolare, sempre al fine di attuare processi di delegificazione, al comma 2-bis, si autorizza il ministro dell'economia e delle finanze ad avvalersi della struttura interdisciplinare prevista dal decreto legislativo n. 300 del 1999.
L'articolo 4, introdotto nel corso dell'esame al Senato, novella il comma 1 dell'articolo 60 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, escludendo i capi di gabinetto dei ministri dalle cause di ineleggibilità con le cariche di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale.
L'articolo 8, aggiunto nel corso dell'esame al Senato per effetto di un emendamento governativo, attribuisce al segretario generale della giustizia amministrativa compiti di gestione del fondo perequativo e previdenziale, previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 418 del 1993, costituito da quote degli emolumenti percepiti per la partecipazione ai collegi arbitrali e diretto ad assicurare l'equa ripartizione dei compensi spettanti ai magistrati amministrativi per gli incarichi extragiudiziari svolti.
L'articolo 10, frutto dell'approvazione di un emendamento governativo in I Commissione alla Camera e ampiamente modificato in corso di esame al Senato, delega il Governo ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, uno o più decreti legislativi aventi ad oggetto il riassetto delle disposizioni legislative in materia di cinematografia teatro, musica, danza e forme di spettacolo dal vivo, sport, proprietà letterarie e diritto di autore, nonché il riassetto e la codificazione delle disposizioni legislative vigenti in materia di beni culturali ed ambientali. In particolare, la lettera c) prevede un adeguamento delle procedure informatiche alle nuove tecnologie; la lettera d) privilegia lo strumento delle fondazioni per la conservazione e la protezione dei beni culturali ed ambientali, senza determinare ulteriori restrizioni alla proprietà privata, nell'abrogazione degli


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strumenti attuali e, comunque, conformandosi al puntuale rispetto degli accordi internazionali soprattutto in materia di circolazione dei beni culturali; la lettera g), concernente la proprietà letteraria e il diritto d'autore, prevede il riordino della SIAE e l'armonizzazione della legislazione relativa alla produzione e diffusione di contenuti digitali e multimediali e di software ai princìpi generali cui si ispira l'Unione europea in materia di diritto d'autore e diritti connessi.
L'articolo 11, introdotto nel corso dell'esame al Senato, prevede la soppressione, dal 30 giugno 2002, del Nucleo per la semplificazione delle norme e delle procedure istituito dalla legge n. 50 del 1999 presso la Presidenza del Consiglio e l'istituzione di un ufficio per l'attività normativa ed amministrativa di semplificazione delle norme e delle procedure presso il dipartimento della funzione pubblica. Tale organismo coadiuva il ministro della funzione pubblica nell'attività normativa ed amministrativa di semplificazione delle norme e delle procedure.
L'articolo 12, introdotto nel corso dell'esame al Senato ad opera di un emendamento governativo, prevede il trasferimento all'agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici degli uffici biblioteca e documentazione che fanno attualmente parte dell'ufficio per il sistema informativo unico. Dalla disposizione in esame risulterebbe, pertanto, una separazione degli uffici biblioteca dai rimanenti due uffici informatica e telematica, e telecomunicazioni accorpati al dipartimento per l'innovazione e delle tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri.
L'articolo 13, che prevede una delega per il riordino delle disposizioni in tema di parità e pari opportunità, recepisce anche le indicazioni fornita dal ministro Prestigiacomo nel corso di audizioni svoltesi nella I Commissione.
L'articolo 14, recante interventi correttivi all'organizzazione del settore della ricerca in agricoltura, è stato emendato dal Senato limitatamente alle disposizioni relative al Consiglio scientifico degli istituti di ricerca, per il quale si prevede la designazione di un membro designato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Il sottosegretario Learco SAPORITO rileva che nel corso dell'esame da parte del Senato sono state apportate alcune modifiche al testo, per la gran parte che rispettose dell'impianto del provvedimento licenziato dalla Camera dei deputati e volte unicamente ad introdurre alcune precisazioni.
In materia di ineleggibilità, si è voluta precisare attraverso l'introduzione dell'articolo 4 la posizione di alcuni alti funzionari dello Stato, ritenendo che la prevista preclusione nei loro confronti non trovi giustificazione.
Il nuovo articolo 8 attribuisce, tra l'altro, al segretario generale della giustizia amministrativa compiti di gestione del fondo perequativo e previdenziale previsto dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 418 del 1993.
Di natura più strettamente politica risulta viceversa la nuova definizione della delega di cui all'articolo 10 per il riassetto e la codificazione in materia di beni culturali, frutto del lavoro unanimemente svolto dai componenti della 7a Commissione del Senato, anche sulla base di rilievi contenuti in alcuni pareri espressi, a seguito del quale sono stati altresì introdotti alcuni principi derivanti dal nuovo quadro costituzionale. In particolare, recependo alcuni emendamenti dell'opposizione, si è voluto consentire la partecipazione agli appalti di lavori pubblici anche alle imprese artigiane, frequentemente danneggiate da strutture organizzative più forti, rispettando i principi fissati in materia di legislazione anti-trust.
Relativamente all'articolo 11, precisa che la soppressione del Nucleo per la semplificazione delle norme e delle procedure ha comportato la necessità di affidare i compiti dallo stesso precedentemente svolti ad altri organismi. È stata pertanto prevista l'istituzione presso il Dipartimento della funzione pubblica di un


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ufficio per l'attività normativa ed amministrativa di semplificazione delle norme e delle procedure e di due servizi nell'ambito della Presidenza del Consiglio.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta, sospesa alle 15.55, è ripresa alle 17.10.

Sui lavori della Commissione.

Donato BRUNO, presidente, avverte che, a seguito delle decisioni assunte nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, la Commissione, avendo acquisito il consenso di tutti i gruppi, passerà al seguito dell'esame del provvedimento C. 2121.

Commissione di inchiesta sul «Dossier Mitrokhin».
C. 2121, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di mercoledì 10 aprile 2002.

Donato BRUNO, presidente, avverte che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato deciso di inserire all'ordine del giorno dei lavori dell'Assemblea di lunedì 22 aprile 2002 l'esame del provvedimento in titolo.
Avverte che la II Commissione ha espresso parere favorevole senza osservazioni né condizioni. Pone in votazione la proposta di conferire al relatore il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea. Informa la Commissione che il deputato Boato, non potendo partecipare alla seduta, ha preannunciato un voto di astensione su questa deliberazione.

Graziella MASCIA (RC) dichiara voto contrario.

La Commissione delibera quindi di conferire il mandato al relatore, deputato Fabrizio Cicchitto, a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Donato BRUNO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 17.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.10 alle 16.20.