COMMISSIONE STRAORDINARIA

PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI

 

MERCOLEDI' 17 APRILE 2002

 

18ª Seduta

 

 

Presidenza del Presidente

PIANETTA

 

Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, padre Francesco De Luccia, direttore nazionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS-Italia), e il dottor Berardino Guarino, responsabile della Fondazione del Centro Astalli.

 

La seduta inizia alle ore 13,45.

 

PROCEDURE INFORMATIVE

 

Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti nella realtà internazionale: audizione sul tema del razzismo e della xenofobia del direttore nazionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS), padre Francesco De Luccia, e del responsabile della Fondazione del Centro Astalli, dottor Berardino Guarino.

 

Riprende l'indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 3 aprile scorso.

 

In apertura di seduta il presidente PIANETTA ringrazia padre De Luccia ed il dottor Guarino per la sollecitudine con cui hanno accolto l'invito della Commissione e ricorda come il tema del razzismo e della xenofobia occupa un posto importante nel programma dei lavori della Commissione.

 

       Padre DE LUCCIA si dice portatore di un'esperienza che è di contatto diretto, prolungato ed approfondito con una categoria di persone a forte rischio di discriminazione, perché trattasi di minoranze esposte a trattamenti che sconfinano nel razzismo e nella xenofobia.

L'associazione Centro Astalli, prosegue l'oratore, opera da venti anni al servizio di rifugiati e richiedenti asilo, fin da quando cioè nel nostro Paese non era conosciuta, all'interno del mondo delle migrazioni, la realtà particolare rappresentata dai cosiddetti migranti forzati che sono per l'appunto i richiedenti asilo ed i rifugiati.

Il lavoro dell'associazione si esplica in primo luogo nell'assicurare servizi di prima accoglienza, e successivamente nel favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, unitamente all'esercizio di attività culturali finalizzate a vincere atteggiamenti discriminatori.

Ricordato che il tema dei diritti umani è assolutamente traversale ed è quindi obiettivo di tutti compiere uno sforzo per liberarlo da valutazioni di opportunità politica o peggio da prese di posizione ispirate alla faziosità, l'oratore ricorda come la legge Martelli ha portato a compimento un processo di allineamento alla normativa stabilita dalla Convenzione di Ginevra che riconosce la qualifica di rifugiato a quanti hanno subito nel proprio Paese trattamenti di discriminazione rivolti alla propria persona o ai propri familiari. Ricorda come la nostra Costituzione con l'articolo 10 preveda una definizione più larga della definizione di rifugiato perché estende detta qualifica a coloro i quali nel proprio Paese, indipendentemente da specifici trattamenti persecutori, non godono delle stesse libertà democratiche riconosciute ai cittadini italiani.

Naturalmente dagli inizi degli anni Novanta la situazione di fatto ha subito notevoli cambiamenti per cui, indipendentemente dal giudizio di adeguatezza sulla legge Martelli, sono necessarie delle innovazioni le quali tengano conto in primo luogo del fatto che non vi sono strutture adeguate a gestire le domande di asilo presentate da coloro che si rifugiano nel nostro Paese. Per avere un'idea della dimensione del problema padre De Luccia informa che il numero delle persone che annualmente transitano nel nostro Paese rasenta le 20.000 unità, delle quali 16.000 si spostano verso altri Paesi, anche perché non trovano nel nostro un'accoglienza adeguata. Delle 4.000 che rimangono e presentano domanda d'asilo, la Commissione centrale (composta da personale che per quanto qualificato svolge altri incarichi di lavoro) riesce ad evadere 2.000 domande delle quali 1.000 vengono accolte.

L'assenza di strutture adeguate comporta la conseguenza di tempi di attesa molto lunghi, con conseguente dilatazione dei disagi i quali sono acuiti dalla carenza di assistenza.

I problemi più gravi tuttavia riguardano l'amplissima discrezionalità che si manifesta nelle prassi concrete e che comporta gravi deficienze nel risolvere i problemi della reperibilità, della gestione dei permessi per motivi umanitari ed ancora per quel che concerne i permessi per i richiedenti asilo rilasciati in altre città. A questo proposito ricorda che i permessi straordinari di soggiorno per motivi umanitari sono rilasciati dalla questura su raccomandazione informale della Commissione centrale senza che sia chiara la competenza specifica del predetto organismo e comunque in quadro che vede sovrapporsi confusamente le rispettive incombenze.

Padre De Luccia conclude la sua esposizione prospettando alcune soluzioni rivolte alla formazione di personale qualificato di pubblica sicurezza che sia attrezzato ai contatti con i richiedenti asilo. Inoltre sarebbe opportuno allargare la competenza degli interventi in modo da tener presente che i rifugiati presentano problemi che non sono assolutamente risolvibili in termini di pubblica sicurezza. Ritiene inoltre che sia necessaria una legge organica la quale vada oltre la proposta contenuta nella proposta di legge Bossi-Fini sull'immigrazione la quale contempla due articoli per evitare l'uso strumentale delle domande di asilo, preoccupazione peraltro condivisibile dal momento che le vittime di questo stato di cose sono principalmente coloro i quali fanno parte della categoria degli aventi diritto all'asilo.

Nel concludere il suo intervento, padre De Luccia ringrazia dell'opportunità offerta all'associazione da egli rappresentata e manifesta la piena disponibilità ad ogni eventuale collaborazione futura.

 

Dopo che il presidente PIANETTA ha definito esemplare, per sintesi e chiarezza l'esposizione del relatore, formulano domande i senatori IOVENE, FEDERICI, FORLANI e BASILE.

 

Nel rispondere padre DE LUCCIA ricorda come la discriminazione sia antica ed il problema è recentemente assurto alla massima evidenza per il motivo che esiste una campagna mediatica la quale ha prodotto rilevanti effetti nell'immaginario collettivo.

Per quanto riguarda la specifica domanda del senatore Federici, relativa al vantaggio di cui godrebbero quanti hanno avuto riconosciuta la qualifica di rifugiato, padre De Luccia informa che dette persone solo di rado si ripresentano ai centri di assistenza con richieste che riguardano, più che il problema del lavoro, questioni relative allo inserimento nel tessuto civile.

Per quanto attiene alla collaborazione che l'associazione è in grado di offrire per l'inserimento nel mondo del lavoro padre De Luccia informa di alcuni esperimenti di cooperazione che hanno dato apprezzabili risultati. Conviene inoltre con i parlamentari i quali hanno tutti segnalato l'esigenza di una legge organica che si occupi specificatamente dei rifugiati, svincolandola dal tema della immigrazione.

 

A questo proposito il dottor GUARINO fornisce brevi delucidazioni sulle iniziativa che l'associazione svolge capillarmente sul territorio, prevalentemente nelle scuole, al fine di diffondere una cultura la quale sappia cogliere e distinguere la specificità del problema cui sono direttamente interessati quanti nel proprio Paese non hanno la fortuna di poter godere di trattamenti confrontabili con quelli dei Paesi civili.

 

La seduta termina alle ore 14.55.