Due successive circolari del ministero dell’Interno hanno stabilito che  gli stranieri presenti in Italia,con  permesso di soggiorno per minore età,  devono essere rimpatriati al compimento dei diciotto anni. E’ stata  cancellata, così, la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per minore età in quello per lavoro o per studio.

I minori stranieri destinatari di tale provvedimento sono, in genere, ragazze e ragazzi in fuga dalla guerra, dalla fame, dallo sfruttamento o, più semplicemente, alla ricerca di una opportunità per il proprio futuro: e sono  arrivati in Italia senza i propri familiari,  rimasti nei paesi d’origine o dispersi durante il viaggio. Per l’accoglienza di tali minori,  si è  consolidata una rete di sostegno, costituita da istituti, case famiglie, strutture, pubbliche e private, che provvedono alla loro istruzione e formazione e, in un  numero rilevante di casi, al loro inserimento lavorativo. Ed è proprio l’importante ragione sociale di questi progetti di accoglienza che risulta brutalmente cancellata dai provvedimenti in questione. Ai minori  partecipi di  percorsi di formazione è sottratta, da un giorno all’altro, qualunque possibilità di utilizzare  le competenze maturate e di  rimanere in Italia per proseguire gli studi o per inserirsi nel mercato del lavoro. Di conseguenza,  cresce il numero dei ragazzi che, nell’imminenza del raggiungimento della maggiore età, si sottraggono alle strutture cui  sono affidati  e si nascondono nelle mille pieghe  delle nostre città, dove le uniche opportunità loro offerte sono la marginalità sociale o la carriera criminale.

Proprio in questi giorni la Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati sta discutendo le modifiche alla legge sull’immigrazione. Alcuni emendamenti presentati da parlamentari della maggioranza e dell’opposizione trattano proprio la questione dei minori stranieri.

Vanno approvati. Prima di essere un problema di umanità, è una questione elementare  di razionalità e di intelligenza.

 

Luigi Manconi

Presidente A Buon Diritto. Associazione per le libertà