Amnesty International - Comunicati Stampa

CS90-2002 12/13/2002

CHE FINE HA FATTO LA FAMIGLIA AL-SAKHRI?
AMNESTY INTERNATIONAL, CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIET¿ E MEDICI SENZA FRONTIERE DENUNCIANO IL RIMPATRIO FORZATO DA MALPENSA DI UNA FAMIGLIA SIRIANA. "SONO SCOMPARSI E RISCHIANO LA TORTURA".


Amnesty International, Consorzio Italiano di Solidarietý e Medici senza Frontiere esprimono preoccupazione per la mancanza di sviluppi in relazione alla vicenda di una famiglia siriana, rimpatriata dalle autoritý italiane il 28 novembre, e di cui si Ë persa ogni traccia. Il caso Ë stato segnalato con urgenza al ministero degli Affari Esteri e a quello dell'Interno.

Muhammad Sa'id al-Sakhri, un ex oppositore politico del governo di Damasco, sua moglie Maysun Lababidi e i loro quattro figli di etý compresa tra 2 e 11 anni, sono arrivati all'aeroporto milanese di Malpensa il 23 novembre, provenienti da Baghdad – dove la coppia aveva vissuto in esilio per 11 anni - via Amman. All'arrivo in Italia hanno presentato domanda di asilo. Le autoritý italiane hanno respinto la richiesta di asilo in modo del tutto sommario e, il 28 novembre, li hanno costretti a rimpatriare in Siria. Da allora non si hanno pi˜ loro notizie. Si teme che possano trovarsi in stato di detenzione in uno dei centri d'interrogatorio dei servizi segreti siriani, a Damasco, dove la tortura Ë praticata regolarmente.

Amnesty International, Consorzio Italiano di Solidarietý e Medici senza Frontiere, impegnate nella campagna "Diritto di asilo: una questione di civiltý", sottolineano che l'Italia Ë uno Stato parte della Convenzione relativa allo status dei rifugiati e della Convenzione contro la tortura e gli altri trattamenti o pene crudeli, inumani e degradanti, che proibiscono espressamente il rimpatrio forzato in circostanze del genere.

Il rimpatrio forzato in Siria della famiglia al-Sakhri, senza un esame della richiesta di protezione nell'ambito di una procedura d'asilo equa, completa e soddisfacente, rappresenta una violazione dei principio di non respingimento, vincolante per tutti gli Stati, che proibisce il rimpatrio forzato di una persona in un paese nel quale la sua vita o la sua libertý sarebbero in pericolo.

Le tre associazioni sollecitano ulteriormente le autoritý italiane affinchÈ intraprendano con la massima urgenza tutti i passi necessari per assicurare l'incolumitý e il pieno rispetto dei diritti di Muhammad Sa'id al-Sakhri e della sua famiglia e rinnovano la richiesta al Governo e al Parlamento di adoperarsi per dotare l'Italia di una legge specifica sul diritto di asilo, armonizzandosi alle altre normative europee.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 dicembre 2002

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