Associazione per i
Diritti Umani
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Alla cortese attenzione
Dr. Alessandro Pansa
Direzione Generale Pubblica Sicurezza
Ministero dell'Interno
E per conoscenza
Dr.ssa D'Ascenzo
Direzione Generale Servizi Civili
Ministero dell'Interno
Egregio Dottore, Gentile Dottoressa,
Il sottoscritto, coordinatore dell’Associazione per i diritti
umani impegnata da tempo nella protezione del diritto di asilo in Italia,
esprime la più profonda preoccupazione per i gravi avvenimenti che hanno
coinvolto i richiedenti asilo, sbarcati in Puglia il 31 gennaio e attualmente
trattenuti presso il centro Regina Pacis di S. Foca.
I richiedenti asilo sono stati sottoposti in loco a un esame delle loro istanze di asilo con
una procedura altamente accelerata, senza che i rappresentanti di ACNUR
potessero avere l'opportunità di essere presenti a tutte le audizioni e
senza la garanzia che le singole istanze potessero essere valutate con
l'adeguata attenzione.
Risulta che i provvedimenti di diniego delle istanze di asilo siano
stati comunicati in forma verbale agli interessati in palese violazione
dell'art. 3, comma 3 del D.P.R. 15 maggio 1990, n. 136, che dispone la notifica del provvedimento in
questione in forma scritta e motivata.
Il trattenimento presso il centro di permanenza temporanea Regina Pacis
è avvenuto immediatamente dopo la comunicazione verbale dei dinieghi,
senza che agli interessati fosse notificato alcun provvedimento motivante tale
trattenimento. Tale disposizione coercitiva è avvenuta in palese
violazione delle disposizioni del D.lvo n.286/1998 relative al trattenimento
presso i centri di permanenza temporanea e in particolare art. 14, commi 1, 3 e
4.
Successivamente alla permanenza presso il Regina Pacis, i richiedenti
asilo trattenuti sono stati raggiunti da un decreto di respingimento con
accompagnamento ai sensi
dell'art. 10 del D.lvo n. 286/1998, motivato dall'ingresso irregolare sul
territorio italiano degli interessati. L'emanazione del decreto in questione
nel caso specifico è in palese violazione dell'art. 31 della
Convenzione di Ginevra
relativa allo status di rifugiato - recepita dallo Stato italiano con la legge
24 luglio 1954, n.722 - nonché con l'art. 10, comma 4 del D.lvo n.
286/1998, del quale la
Questura di Lecce non ha ravvisato gli estremi.
Infine, molti dei cittadini stranieri trattenuti presso il centro
Regina Pacis sono di etnia curda e provenienti dalla Turchia, dove è
tristemente rinomato l'atteggiamento persecutorio del governo Turco nei
confronti della minoranza curda.
Gli attuali avvenimenti ricordano fedelmente quanto già accaduto
la scorsa estate in modo analogo, quando 15 cittadini turchi di etnia curda
sono stati rimpatriati dopo essere ascoltati dalla Commissione per il
riconoscimento dello status di rifugiato presso il centro di accoglienza di
Borgo Mezzanone (Fg).
Le organizzazioni umanitarie che sono riuscite ad intervistare i
cittadini stranieri in questione - prima che le espulsioni fossero eseguite -
hanno avuto modo di appurare che in molti casi le vicende personali, alcune
delle quali caratterizzate da pesanti episodi di tortura, non erano state
adeguatamente approfondite in sede di audizione con i membri della Commissione
centrale.
Inoltre, è stato accertato in modo inconfutabile che al momento
dell'arrivo all'aeroporto di Istanbul gli espulsi sono stati prelevati dalla
polizia, trasferiti in carcere e sottoposti a interrogatori, trattamenti
disumani e degradanti (isolamento, privazione di cibo e sonno) e torture
(percosse e scariche elettriche).
Le vicende attuali hanno molteplici assonanze con quanto accaduto
l'estate scorsa e il rimpatrio delle persone in un Paese dove la loro vita e le
loro libertà corrono oggettivamente il rischio di essere messe in
pericolo, prospetta l'ulteriore violazione dell'art. 19 del D.lvo n.
286/1998 e l'art. 33 della sopracitata Convenzione di Ginevra.
A nome della mia organizzazione, vi richiedo di intervenire al fine di
verificare la correttezza dell'operato delle Istituzioni coinvolte e di
verificare misure alternative, che consentano almeno la possibilità di
esercizio del diritto fondamentale alla difesa, attraverso la presentazione
degli idonei ricorsi previsti da legge.
Si richiede inoltre l'opportunità di un vostro incontro con le
organizzazioni italiane impegnate nella protezione del diritto di asilo.
Certo dell'attenzione che vorrete prestare alla presente istanza, vi
invio i più cordiali saluti.
Il Coordinatore
Giovanni Consolino