Comunicato di sostegno alla mobilitazione alla Prefettura di Lecce del 19 febbraio 2002.

CONTRO I TRATTENIMENTI ARBITRARI NEL CENTRO DI SAN FOCA E LE ESPULSIONI!

CONTRO TUTTI I CENTRI DI DETENZIONE!

Ancora una volta uno sbarco sulle nostre coste. Ma cosa succede ai migranti appena sbarcati?

La legge italiana prevede due sole possibilità: l’espulsione e la richiesta di asilo. La realtà, invece, è che il Governo ha intrapreso una nuova politica, e in attesa di sancirla con la nuova legge, sperimenta nuove e più sofisticate tecniche di esclusione, che rendono “invisibile” chiunque.

I migranti finiscono nei centri di permanenza temporanea (CPT) in attesa di essere rimpatriati. Oppure, sono trasferiti nei nuovi centri per richiedenti asilo, non previsti da nessuna legge, ma di fatto già operativi. Funzionano da luoghi di detenzione vera e propria per persone che hanno il diritto di circolare liberamente sul territorio, proprio in quanto richiedenti asilo.

A dispetto delle norme nazionali e internazionali, la procedura usata dal Ministero dell’Interno negli ultimi mesi nega nei fatti l’accesso alla richiesta d’asilo perché impedisce di ricevere informazioni e assistenza legale.

Lo sbarco di Gallipoli, e la successiva detenzione nei centri di Squinzano e San Foca, è l’emblema di come qualsiasi tensione sociale sia trattata come questione di ordine pubblico e gestita attraverso “operazioni di polizia”.

La volontà del Governo, in materia di immigrazione, è quella di nascondere l’arrivo e la presenza di moltitudini di persone che scappano da conflitti militari e guerre economiche, da repressione e fame, rendendoli tutti, allo stesso modo, non-persone.

I luoghi in cui queste persone sono “ospitate” sono luoghi di sospensione del diritto. Luoghi nascosti, collocati nelle zone marginali e periferiche di ogni grande città. Luoghi in cui finiscono persone che non hanno commesso alcun crimine e che dovrebbero essere libere di circolare. Uomini, donne e bambini, fermati durante gli sbarchi, nelle questure o per strada, sequestrati, internati, sorvegliati. Vittime di qualunque sopruso, privati della loro libertà, senza aver subito un processo, senza essere messi nelle condizioni di poter ricorrere ad un legale, anche quando i centri sono gestiti da organizzazioni “umanitarie”, come al Regina Pacis di San Foca.

In questi luoghi, al di là di coloro che vi sono detenuti e di coloro che li gestiscono – contrariamente a quanto avviene persino in carcere - nessuno può entrare.

L’esistenza, anche di un solo “centro” in cui la pratica della privazione arbitraria e illegittima della libertà delle persone diventi la regola, segnala un venir meno dello stato di diritto che non ci può che allarmare. Sono queste le premesse con cui sono nati tutti i campi di concentramento. Non far sapere e non far vedere, per non fare “prendere parola” e ridurre al silenzio, sono pratiche politiche note a tutti i sistemi totalitari. Ed è per questo che è necessaria la controinformazione, la mobilitazione, la disobbedienza.

CHIUDERE I CENTRI DI DETENZIONE!

LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE PER TUTTI!

DIRITTO ALLA FUGA E ALL’ASILO!

 

 

Forum dei diritti di Bari.

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19 febbraio 2002.