COMUNICATO STAMPA

Luisa Morgantini parlamentare europea del Gruppo della Sinistra Unitaria Europea, verdi nordici, chiede l'intervento urgente della Corte Europea dei diritti umani

 

 

"Il respingimento dei profughi sbarcati a Lecce è un atto disumano, oltre che una grave violazione del principio di non rimpatrio forzato".

Lo ha detto Luisa Morgantini, europarlamentare del Gue/ngl e esponente di rilievo delle Donne in Nero, la rete di solidarietà che da oltre un decennio si batte per il superamento dei confini e dei conflitti, in riferimento alla decisione della commissione centrale di negare il diritto d'asilo dei 205 profughi sbarcati sulle coste pugliesi il 31 gennaio e di notificargli un respingimento come se fossero ancora in mare mentre sono sul nostro territorio ed hanno chiesto asilo politico.

In tal modo, dice la Morgantini, si nega anche il diritto garantito a qualsiasi cittadino di qualsiasi paese a fare un ricorso legale, come denunciato da molte altre associazioni e organismi. "In  un paese come l'Italia dove l'arrivo di una moltitudine di donne, uomini e bambini provenienti da aree di conflitto e di povertà dovrebbe spingere a una politica di accoglienza piu' articolata e consolidata, e che non ha ancora una legge che garantisca il diritto d'asilo, è paradossale che la risposta a questo vuoto politico e legislativo sia una palese violazione dei diritti umani. E' grave inoltre, la violazione di quel principio che dovrebbe vincolare tutti paesi d'Europa a non rimpatriare esseri umani verso luoghi dove la tortura, il carcere, la guerra sono piu' che un rischio, in questo caso una nota realtà, coma la Turchia, paese da cui provengono la maggior parte dei profughi ora rinchiusi al Cpt Regina Pacis di Lecce.

    "Il Parlamento Europeo da tempo è impegnato a costruire una comune politica di asilo e di accoglienza per tutti i paesi del continente", dice Luisa Morgantini, aggiungendo che una tale politica europea dovrà essere a misura di quell'umanità che fugge guerre e violenze. In questo senso, insieme ad altri deputati europei, oltre a presentare un'interrogazione parlamentare alla prossima sessione di Strasburgo, si sta verificando l'ipotesi di denunciare la grave violazione messa in atto alla Corte Europea dei diritti umani, chiedendone un intervento urgente, visto il pericolo che corrono gli interessati nel caso di rimpatrio forzato.

 

 

 

 

 

Roma, 19 febbraio 2002