(Il Questore di Lecce)
Esaminati gli atti di Ufficio dai quali risulta che le sedicenti cittadine straniere di nazionalità turca (nomi di dodici persone) ...
Ai suddetti stranieri, ascoltati dalla Commissione Centrale in data 14 u.s., è stato negato il riconoscimento dello status di rifugiato. Pertanto essendo entrati clandestinamente nel territorio dello Stato in data 31/01/02, sono stati colpiti da decreto di respingimento alla frontiera emesso dalla scrivente in data odierna.
Considerato che non ricorrono i motivi di cui all'art.8
comma 4, della legge 40/98;
Ritenuto che deve procedersi ai sensi dell'art.8 comma 2 lettera A della
L. 40/98;
DECRETA IL RESPINGIMENTO CON ACCOMPAGNAMENTO ALLA FRONTIERA DELLE
CITTADINE STRANIERE SUDDETTE
Informa
che avverso questo decreto può essere presentato ricorso, entro 60
giorni dalla data della notifica al TAR di Lecce e che, comunque la
presentazione del ricorso non sospende l'efficacia del
presente decreto.
Il
dirigente dell'ufficio stranieri disporrà in esecuzione del presente
decreto la notifica dello stesso (...)
e l'accompagnamento
alla frontiera di ROMA - FIUMICINO;
La
comunicazione alla rappresentanza diplomatica o consolare dello Stato di
appartenenza (...)
Lecce,
16/02/02"
IL QUESTORE DI LECCE (E QUINDI IL GOVERNO) STA COMPIENDO UN ATTO
ILLEGALE.
L'art.
8 della legge 40/98 prevede lo sbrigativo respingimento, da parte della
polizia di frontiera, degli stranieri "che si presentano ai valichi di
frontiera senza avere i requisiti (...) per l'ingresso nel territorio dello
Stato". Dunque, alla frontiera!
Il
comma 2/A prevede un'eccezione, che già nel '98 la Rete antirazzista
considerò pericolosa: il questore può disporre il respingimento
con accompagnamento alla frontiera nei confronti degli stranieri che "sottraendosi
ai controlli di frontiera, sono fermati all'ingresso o subito dopo".
Ma i profughi di Lecce non si sono affatto "sottratti ai controlli
di frontiera". Anzi: si sono precipitati incontro al personale di polizia,
chiedendo aiuto e asilo. E da quel giorno, il 31 gennaio, sono passati ben
diciotto giorni, nel corso dei quali hanno chiesto asilo, se lo sono visto
rifiutare, hanno espresso chiaramente la volontà di far valere il
diritto a un ricorso legale.
Dunque
non sono stati "fermati subito dopo l'ingresso". Sono
in Italia da un tempo così lungo, da aver maturato tutto il diritto di
far valere le loro ragioni in giudizio. E lo potrebbero fare, nei
confronti della magistratura ordinaria e amministrativa, nel caso che gli sia
notificata l'espulsione "con intimazione a laasciare il territorio
nazionale entro quindici giorni", prevista dal successivo articolo 11.
E'
questa verifica da parte della magistratura che si vuole evitare a tutti i
costi.
Ciosì
si sceglie di non espellerli, ma "respingerli", come se
fossero ancora sugli scogli o a bordo di una nave.
Perchè
contro il respingimento non è prevista dalla legge (purtroppo: la Rete
antirazzista lo denunciò, inascoltata, già nel '98) nessuna
possibilità di ricorso efficace.
Proprio
perchè il parlamento allora si rese conto dei possibili abusi della
procedura di respingimento nei confronti dei richiedenti asilo, inserì
comunque nell'articolo 8 un limite, al comma 4: "le disposizioni del comma
(...) 2 (...) non si applicano nei casi previsti dalle disposizioni
vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di
rifugiato ovevro l'adizione di misure di protezione temporanea per motivi
umanitari".
Ovvero:
se uno chiede asilo, o comunque ha diirtto a protezione umanitaria, non
può essere respinto alla frontiera, e neppure "subito dopo" la
frontiera.
E'
proprio per questo che finora la polizia di frontiera di Gorizia, Ancona,
Trieste, Venezia, Bari e Brindisi si guarda bene dal consentire agli stranieri
che trova a bordo dei traghetti o ai valichi di terra di chiedere asilo.
Perchè sanno che in quel caso non possono più respingerli: se
mai, potranno espellerli dopo, con le garanzie previste dalla legge.
Ma
ora il questore di Lecce (e il ministero dell'Interno) ha trovato la soluzione:
dichiara che "non ricorrono i motivi di cui al comma
4"!
Che
significa? Sono o non sono richiedenti asilo, sia pure "rigettati"?
Le condizioni in cui sono sbarcati, le circostanze che denunciano, ne fanno o
no, in ogni caso, delle persone bisognose di "protezione umanitaria"?
Si nega l'evidenza, per giustificare l'arroganza del potere.
E'
come se io dicessi: la legge mi consente di guidare una macchina su strada,
salvo che il semaforo sia rosso; ma io dichiaro che non ricorrono i motivi per
cui si applica quest'eccezione: non c'è bisogno di motivare il
perchè, se sono un questore posso anche affermare che il semaforo
è un albero di Natale; dunque sono libero dalla legge, posso passare col
rosso e anche ammazzare un pedone...
E' un drammatico salto di qualità, che anticipa la sostanza degli
ultimi articoli del ddl Berlusconi-Bossi-Fini: quelli che consentono di detenere
nei Cpt, e di deportare oltre frontiera dopo un sommario esame locale, chi
chiede asilo in Italia.
Fra
l'altro, il salto logico del questore gli consente anche di scavalcare i limiti
che la legge pone per la reclusione nei Cpt come il Regina Pacis: gli
"espellendi" possono esservi ristretti solo se non hanno documenti, o
sono considerati pericolosi per lo stato o la società, o si sono trattenuti
in Italia oltre l'intimazione... Tutte condizioni che non ricorrono in questo
caso, così che il giudice difficilmente avrebbe convalidato la
detenzione entro le 48 ore (da sabato scorso) previste dalla legge.
Così
invece tutto diventa facile: sono "respingendi", possono essere
reclusi fino a quando li si verrà a prendere.
Il
questore non si cura nemmeno di citare, d'altra parte, l'articolo 17 della
legge 40, tuttora in vigore, che dice che "in nessun caso può
disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo
straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza,
(...) di lingua, (...) di opinioni politiche...": sfido chiunque a dire
che la Turchia, da cui provengono la maggior parte dei "respingendi",
o lo Srilanka in guerra, non rientrino in queste categorie!
La
mostruosa illegalità di questa procedura non ne attenua la
pericolosità, nel caso in questione e come precedente per tutti i
richiedenti asilo.
Credo
che dovremo immediatamente denunciare questo atto alla Corte europea dei
diritti umani, chiedendone un intervento urgente (previsto nel caso in cui un
atto, anche non definitivo, comporti gravi pericoli per l'incolumità
degli interessati). Chiedo a un giurista di elaborare immediatamente un testo,
da inviare oggi stesso via fax alla Corte di Strasburgo.
Credo
anche che l'Acnur dovrebbe intervenire immediatamente, e nel modo più
fermo, nei confronti del governo italiano. Mi risulta che avesse già
intenzione di far presente la sommarietà delle audizioni tenute a Lecce:
ma questo atto supera ogni limite!
Chiedo
che si moltiplichino le prese di posizione ed i fax di protesta alla Divisione
profughi del ministro dell'Interno (06.4741991: l'altro numero di fax
precedentemente diffuso, 06.485957 corrispondente fino a due giorni fa al
ministro Scaiola, è stato non casualmente disattivato). Datene notizia,
per favore, alla mail ass.azad@libero.it
.
Per
il pomeriggio di oggi sono già previsti i presìdi a Roma davanti
al Senato, ed a Lecce davanti alla Prefettura. Dovrebbero moltiplicarsi in
tutte le città, anche solo nella forma di delegazioni e petizioni da
consegnare ai prefetti. Vi partecipino i parlamentari, e chiedano con forza al
ministro Scaiola di rispondere di ciò che sta facendo!
Propongo
che si organizzi una forte protesta alla frontiera da cui passeranno i
profughi, che sia Fiumicino (come pare dal foglio citato) o Malpensa (come
avvenne nella scorsa estate).
SE IL QUESTORE HA DECISO DI CALPESTARE LA LEGGE, E' PROBABILE CHE IL
GOVERNO VOGLIA CHIUDERE SUBITO LA PARTITA: DUNQUE LA DEPORTAZIONE POTREBBE
AVVENIRE GIA' OGGI.
E'
vero infatti che l'articolo 12 della legge 40 prevede che il pretore convalidi
il trattenimento nel Cpt entro 48 ore anche nel caso di respingimento. Ma le 48
ore, saltando la domenica, scadono oggi, martedì. E d'altra parte,
illegalità per illegalità, il governo potrebbe decidere di non
attendere neppure l'atto di convalida per deportare tutti...
SE QUEI PROFUGHI SARANNO RIGETTATI NELLE PRIGIONI TURCHE, NELLA GUERRA
INCIPIENTE IN IRAQ O IN QUELLA GIA' IN ATTO IN SRILANKA, SAREMO TUTTI MENO
LIBERI!
Dino Frisullo
(Associazione Azad)