SENATO DELLA REPUBBLICA
óóóóóó XIV LEGISLATURA óóóóóó

133a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2002

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Presidenza del vice presidente FISICHELLA,

indi del vice presidente CALDEROLI



RESOCONTO SOMMARIO

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

La seduta inizia alle ore 9,32.

Il Senato approva il processo verbale della seduta antimeridiana di ieri.

Comunicazioni all'Assemblea

PRESIDENTE. Dà comunicazione dei senatori che risultano in congedo o assenti per incarico avuto dal Senato. (v. Resoconto stenografico).

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 9,36 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(795) Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo

(55) EUFEMI ed altri. ñ Norme in difesa della cultura italiana e per la regolamentazione dellíimmigrazione

(770) CREMA. ñ Nuove norme in materia di immigrazione

(797) Disciplina dellíingresso degli stranieri che svolgono attività sportiva a titolo professionistico o comunque retribuita

(963) TOGNI ed altri. ñ Norme in materia di ingressi dei lavoratori extracomunitari occupati nel settore dello spettacolo

Approvazione, con modificazioni, del disegno di legge n. 795

PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta pomeridiana di ieri è iniziato l'esame dell'articolo 27 del disegno di legge n. 795 e che la Commissione bilancio ha espresso parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti 27.10a, 27.400, 27.2, 27.5, 27.11, 27.12a, 27.13a, 27.500, 27.1, 27.0.2 e 27.0.3a.

MANTOVANO, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprime parere favorevole sull'emendamento 27.500a e invita il senatore Forlani a ritirare il 27.0.2. Sugli altri emendamenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Dichiara improcedibili gli emendamenti 27.10a, 27.400 e 27.2.

DE PETRIS (Verdi-U). Chiede che la votazione dell'emendamento 27.500a sia preceduta dalla verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Dispone la verifica. Avverte quindi che il Senato non è in numero legale e sospende la seduta per venti minuti.

La seduta, sospesa alle ore 9,39, è ripresa alle ore 9,59.

PRESIDENTE. Riprende i lavori.

Previa verifica del numero legale, chiesta dalla senatrice DE PETRIS (Verdi-U), il Senato approva l'emendamento 27.500a, con conseguente preclusione degli emendamenti 27.5, 27.11, 27.12a, 27.13a, 27.500 e 27.1. Il Senato respinge infine il 27.0.1.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Ritira il 27.0.2.

PRESIDENTE. Líemendamento 27.0.3a è improcedibile. Passa alla votazione finale.

CARRARA (Misto-MTL). Consegna alla Presidenza il testo scritto della dichiarazione di voto. (v. Allegato B).

DE PAOLI (Misto-LAL). Voterà a favore del provvedimento, auspicando unëattenta valutazione della corruzione esistente all'interno delle stesse ambasciate.

SODANO Tommaso (Misto-RC). Il provvedimento che il Senato si accinge a varare in prima lettura è ingiusto e soprattutto non contribuirà a perseguire l'obiettivo della maggioranza, quello del contrasto all'immigrazione; la sua parte politica, insieme alle organizzazioni di volontariato per la solidarietà, sosterrà forme di disobbedienza nell'applicazione della normativa per combattere l'imbarbarimento della convivenza civile che già si annuncia con l'impiego delle navi da guerra contro i clandestini e per riaffermare la dignità di tutti gli esseri umani. (Applausi dai Gruppi Misto-RC, Misto-Com, DS-U e Mar-DL-U).

DEL PENNINO (Misto-PRI). Nel dichiarare voto favorevole al provvedimento, auspica che le perplessità tuttora connesse a talune parti del disegno di legge possano essere fugate alla Camera degli deputati, ad esempio per quanto riguarda la fascia ancora troppo ampia di immigrati clandestini non ricompresi nei provvedimenti di espulsione con accompagnamento alla frontiera o l'estensione agli extracomunitari della legge Tremonti ai fini dell'emersione del lavoro nero. (Applausi dei senatori Pastore e Iannuzzi).

MORO (LNP). Il suo Gruppo voterà a favore del provvedimento, che rappresenta il risultato della battaglia avviata con la raccolta di mezzo milione di firme per l'abrogazione della legge Turco-Napolitano, che tanti disastri ha provocato nel mancato contenimento del crescente flusso di immigrazione clandestina. Ora il fenomeno sarà finalmente disciplinato secondo le necessità sociali e le disponibilità economiche, per garantire agli extracomunitari condizioni di vita dignitose, contrariamente a quanto sta ancora accadendo; l'Italia resterà isolata in sede europea, dal momento che su posizioni analoghe si stanno orientando altri Paesi. auspicabile una corretta informazione per evitare i continui richiami alla normativa sul diritto di asilo, laddove gli stessi interessati non ne avrebbero richiesto l'applicazione se non in quanto individuati come clandestini e quindi per ritardare il provvedimento di espulsione. (Applausi dal Gruppo LNP).

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Il disegno di legge, denominato con il riferimento ai ministri Bossi e Fini, è stato modificato in maniera significativa per l'apporto dei ministri Buttiglione e Giovanardi, nonché per l'iniziativa dei senatori del suo Gruppo, al fine di modificare profondamente la gestione dei flussi dell'immigrazione dopo i gravi errori commessi dalla precedente maggioranza che, in nome di un finto buonismo, ha consentito che il fenomeno non fosse regolato secondo i principi di uguaglianza e di legalità. Per quanto riguarda la fase transitoria, una volta disciplinata la regolarizzazione delle persone che collaborano presso le famiglie in un modo complessivamente ragionevole, occorrerà estendere la legge Tremonti per la regolarizzazione del lavoro, prevalentemente temporaneo, svolto presso le piccole aziende commerciali, artigianali o industriali, auspicando inoltre una più approfondita riflessione sui minori, dopo l'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno del senatore Eufemi. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo Gruppo. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e AN).

BOCO (Verdi-U). Sin dall'inizio del lungo iter parlamentare i Verdi hanno tentato la strada del dialogo al fine di apportare modifiche al testo, nonostante le profonde differenze culturali che si ravvisano con le forze di centrodestra sull'immigrazione. Si è scelta invece la strada dell'assoluta impermeabilità, peraltro anche alle critiche giunte dalla società civile e dalle amministrazioni locali, preferendo soddisfare per fini interni le aspettative della Lega. I Verdi sono dunque ricorsi all'uso degli strumenti ostruzionistici per rappresentare quella parte di società che si riconosce nei principi etici della convivenza civile e quindi voterà contro il disegno di legge ispirato ad una visione lesiva della dignità e dei diritti della persona che peraltro sortirà effetti contrari a quelli promessi promuovendo l'aumento dell'immigrazione clandestina. (Applausi dai Gruppi Verdi-U, DS-U, Mar-DL-U, Misto-Com e Misto-RC. Congratulazioni).

CREMA (Misto-SDI). Dichiara il voto contrario dei senatori dello SDI al disegno di legge, che non apporta significativi miglioramenti alla legislazione vigente, stigmatizzando peraltro la chiusura manifestata dal centrodestra a qualsiasi apporto modificativo. (Applausi dai Gruppi Misto-SDI, DS-U e Mar-DL-U).

MARINO (Misto-Com). Dichiara il voto contrario dei senatori comunisti sul provvedimento, ispirato a principi indegni per un Paese civile, che lede i diritti dei lavoratori immigrati e di fatto favorirà l'incremento dell'immigrazione clandestina. Peraltro il centrodestra dimostra assoluta mancanza di memoria storica su un fenomeno che nei decenni passati ha riguardato larga parte del Paese. (Applausi dai Gruppi Misto-Com e DS-U).

DENTAMARO (Mar-DL-U). Gli obiettivi che si propone il provvedimento sono destinati a fallire in quanto la questione dell'immigrazione è affrontata in modo riduttivo. Si pone infatti l'accento sulle misure di controllo e di polizia anziché prendere atto della portata epocale del fenomeno, che va collocato nello scenario dei rapporti tra il Sud e il Nord del mondo, e degli aspetti positivi che ne derivano per il mondo occidentale, caratterizzato da bassa natalità e da carenza di forza lavoro soprattutto in alcuni settori. Di fronte alla chiusura manifestata dal Governo e dalla maggioranza, l'opposizione ha utilizzato gli strumenti procedurali a sua disposizione per manifestare netto dissenso nel merito del provvedimento. Si tratta infatti di disposizioni inefficaci e dannose, soprattutto per quanto riguarda il contratto di soggiorno, che impedisce di fatto un incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro, e in ordine all'uso della forza per contrastare l'immigrazione clandestina. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, DS-U, Misto-Com, Misto-SDI, Verdi-U e Misto-RC. Molte congratulazioni).

VALDITARA (AN). Il testo in esame è diretto a colmare le lacune della legge Turco-Napolitano, del tutto inadeguata a colpire il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Le critiche dell'opposizione sono quindi del tutto strumentali e prescindono dai dati oggettivi circa l'aumento registratosi negli ultimi anni della criminalità legata al fenomeno dell'immigrazione. Il provvedimento parte invece da tali presupposti e risponde alle legittime paure della maggioranza dei cittadini italiani, garantendo in primo luogo i loro diritti. Premesso che non esiste un diritto all'immigrazione, la nuova disciplina raggiunge un alto punto di equilibrio tra líesigenza di colpire lo sfruttamento dei lavoratori immigrati e quella di provvedere alle loro condizioni di vita, collegando la permanenza sul territorio allo svolgimento di un lavoro e garantendo il diritto all'abitazione, in linea con quanto previsto dalla normativa europea. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni)

DI SIENA (DS-U). Il disegno di legge mina i principi fondamentali su cui si basa la convivenza civile tra i popoli per dimostrare la fedeltà del Governo alla Lega, con ciò penalizzando altri settori della maggioranza. Non sono state tenute in alcun conto le critiche espresse negli ambienti imprenditoriali che, anziché interventi diretti a soffocare la dinamica tra domanda e offerta di lavoro, avrebbero preferito misure più flessibili per rispondere meglio alle esigenze del mercato. L'impostazione risponde alla visione del binomio Bossi-Fini, ispirandosi da una parte ad una cultura xenofoba e dallíaltra a una visione riduttiva del fenomeno, diretta a circoscrivere l'immigrazione e a collegarla direttamente con il lavoro attraverso lo strumento del contratto di soggiorno. Per tali motivi il Gruppo dei Democratici di sinistra esprime con forza il proprio voto contrario. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U, Misto-Com, Misto-SDI , Verdi-U e Misto-RC. Congratulazioni).

BOSCETTO (FI). L'esame del provvedimento è stato improntato al buonsenso ed ha consentito di migliorare e arricchire l'originaria proposta del Governo senza stravolgerne le linee di fondo. Il disegno di legge, equilibrato ed efficace, prevede novità importanti, che sono state erroneamente valutate come elementi marginali, in quanto l'opposizione, non avendo argomenti nel merito, ha preferito arroccarsi su una contrarietà di principio. Si prevede infatti un incremento della cooperazione con i Paesi extracomunitari, tenendo conto delle loro disponibilità a contrastare la criminalità ed a collaborare al rimpatrio dei clandestini, l'anticipazione dell'emanazione del decreto sui flussi, lo sportello unico per l'immigrazione, l'armonizzazione e il miglioramento della normativa penale, con sanzioni durissime per chi specula sull'immigrazione clandestina e sfrutta i fanciulli, nonché un più incisivo ricorso agli strumenti informatici. Sull'impiego delle navi della Marina gli emendamenti del Governo sono positivi, in quanto precisano e regolamentano meglio gli interventi in mare, già previsti dal testo unico. La richiesta delle Regioni di gestire autonomamente i flussi, invece, non è stata accolta in quanto avrebbe minato l'unità di gestione, mentre le stesse Regioni possono ricorrere a convenzioni per i lavori stagionali. Inoltre sono state approvate norme per la regolarizzazione dei collaboratori domestici, e per evitare che i cittadini italiani poveri non possano accedere alle case popolari. (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni).

PRESIDENTE. lettura della proposta di coordinamento n. 1 avanzata dal Governo. (v. Allegato A).

Il Senato approva la proposta di coordinamento n. 1. Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore BOCO (Verdi-U), il Senato approva nel suo complesso il disegno di legge n. 975, nel testo emendato, autorizzando la Presidenza a procedere allíulteriore coordinamento eventualmente necessario. Risultano pertanto assorbiti i disegni di legge nn. 55, 770, 797 e 963. (Applausi dai Gruppi FI, AN, CCD-CDU:BF e LNP. Commenti dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U, Misto-Com, Verdi-U e Misto-RC).

Inversione dell'ordine del giorno

MALAN (FI). Propone un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare all'esame del disegno di legge n. 236, sul quale vi è unanime consenso da parte dei Gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Non facendosi osservazioni, la proposta del senatore Malan è accolta.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(236) GIARETTA. - Nuove norme per líesercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da gravi infermità (Esame ai sensi dell'articolo 53, comma 3, terzo periodo, del Regolamento) (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento)

PRESIDENTE. Poiché il relatore e il rappresentante del Governo non intendono intervenire, non essendovi iscritti a parlare in discussione generale e non essendo stati presentati emendamenti, passa alla votazione finale del disegno di legge, nel testo proposto dalla Commissione.

MONTI (LNP). Allega agli atti il testo della dichiarazione di voto. (v. Allegato B).

TOIA (Mar-DL-U). Il disegno di legge, di cui è primo firmatario il senatore Giaretta, dimostra che l'opposizione utilizza il proprio spazio parlamentare, quando non viene schiacciata dalla forza dei numeri, negli interessi del Paese e per il rafforzamento dei diritti dei cittadini più disagiati. Il provvedimento, infatti, consente un più pieno esercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da grave infermità, sia facilitandone l'accompagnamento al seggio elettorale, sia eliminando la necessità di richiedere il certificato medico in occasione di ogni elezione. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, DS-U, Verdi-U e Aut).

VILLONE (DS-U). Annuncia un voto favorevole sul provvedimento, che era stato già esaminato positivamente nella precedente legislatura, quando tuttavia non fu possibile concluderneiter. (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U).

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

CARELLA (Verdi-U). Annuncia il voto favorevole del Gruppo su un provvedimento importante, che consente ai cittadini affetti da gravi infermità di esercitare pienamente il loro diritto elettorale, pur auspicando una sollecita revisione della complessiva normativa sull'handicap. (Applausi della senatrice Baio Dossi).

PEDRIZZI (AN). Annuncia il voto convintamente favorevole del Gruppo, che già nella precedente legislatura aveva presentato analogo disegno di legge. La maggioranza, a differenza dell'attuale opposizione nella precedente legislatura, è sensibile alle proposte serie dell'opposizione, che avranno uníaccoglienza ancora più attenta se finirà il sistematico ricorso all'ostruzionismo. (Applausi dal Gruppo AN. Congratulazioni).

PASTORE (FI). La sollecita approvazione del disegno di legge rappresenta un segnale di apertura da parte della maggioranza, nei cui programmi rientra la facilitazione dell'esercizio del voto. Auspica la massima correttezza e, ove possibile, anche la collaborazione tra la maggioranza e l'opposizione. (Applausi dai Gruppi FI e LNP).

TAROLLI (UDC:CCD-CDU-DE). Annuncia il voto favorevole del Gruppo su un provvedimento che trova l'unanime consenso del Senato. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE).

Con votazione nominale elettronica, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il Senato approva il disegno di legge n. 236, composto del solo articolo 1.

Rinvio della discussione dei disegni di legge:

(535) Deputati SELVA ed altri. ñ Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullíaffare Telekom-Serbia (Approvato dalla Camera dei deputati)

(503) EUFEMI ed altri. ñ Istituzione di una Commissione parlamentare díinchiesta su fatti e documenti relativi allíaffare "Telekom-Serbia"

FORLANI, relatore. Chiede un differimento della trattazione dei disegni di legge, in quanto le osservazioni avanzate dagli Uffici su alcuni aspetti tecnico-normativi necessitano un approfondimento.

PETRINI (Mar-DL-U). E' opportuno un rinvio della discussione, ma invita il relatore a riformulare la sua proposta, in quanto solo nelle Commissioni riunite potrà essere compiuto il necessario approfondimento.

BRUTTI Paolo (DS-U). I rilievi degli Uffici giustificano un rinvio, ma il loro esame in sede di Commissioni riunite consentirebbe un lavoro più puntuale senza pregiudicare i tempi della discussione.

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Eí preferibile proseguire il dibattito in Aula, sia pure dopo la sospensione proposta dal senatore Forlani, per evitare possibili affossamenti del disegno di legge.

FORLANI, relatore. Le obiezioni vertono su aspetti di carattere tecnico e procedurale, mentre la fase della discussione di merito in Commissione è esaurita, anche se naturalmente può essere riaperta in Aula.

BRUTTI Paolo (DS-U). Il suo Gruppo si impegna a limitare l'eventuale ripresa del dibattito in Commissione solo alle osservazioni tecniche formulate, nei tempi più rapidi, per evitare sospetti di una strumentalizzazione del rinvio.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno osservazioni, nel rinviare la discussione dei disegni di legge, osserva che la Conferenza dei Capigruppo determinerà la sede e il termine per la ripresa della stessa.

Rinvio in Commissione del disegno di legge:

(1064) Conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2002, n. 4, recante disposizioni urgenti finalizzate a superare lo stato di crisi per il settore zootecnico, per la pesca e per líagricoltura (Relazione orale)

PRESIDENTE. Invita il Presidente della 9a Commissione permanente a riferire sui lavori della stessa.

RONCONI (UDC:CCD-CDU-DE). Dal momento che il parere della 5a Commissione è pervenuto solo nel tardo pomeriggio di ieri, in concomitanza con la seduta dellíAssemblea, e considerata la necessità di un approfondimento, chiede il rinvio in Commissione del provvedimento così da poter riferire in Aula nella seduta pomeridiana del 12 marzo.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno osservazioni, il disegno di legge n. 1064 viene rinviato in Commissione.

Rinvio in Commissione del disegno di legge:

(193) CHIUSOLI ed altri. - Norme in materia di cooperative, consorzi di garanzia mutualistica e società di mutua garanzia (Esame ai sensi dell'articolo 53, comma 3, terzo periodo, del Regolamento) (Relazione orale)

PRESIDENTE. Invita il Presidente della 6a Commissione permanente a riferire sui lavori della stessa.

PEDRIZZI (AN). Il provvedimento, calendarizzato per líAssemblea in quanto fatto proprio dal Gruppo DS-U, è stato assegnato alla Commissione finanze e tesoro solo la scorsa settimana. Data la complessità della normativa, chiede il rinvio in Commissione del disegno di legge per un ulteriore approfondimento.

CHIUSOLI (DS-U). Nel dichiararsi disponibile ad un rinvio in Commissione, fa presente che il disegno di legge è stato inizialmente presentato nella XII legislatura, per poi essere rielaborato in quella successiva, sempre con la convergenza di maggioranza e opposizione, trattandosi di soddisfare un'esigenza avvertita da tutte le associazioni imprenditoriali e in generale dalle forze politiche.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno osservazioni, il disegno di legge n. 193 viene rinviato in Commissione.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(1115) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 gennaio 2002, n. 3, recante disposizioni urgenti per il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. Autorizza il senatore Tirelli a svolgere la relazione orale.

TIRELLI, relatore. Il provvedimento, su cui si è registrata un'ampia condivisione nella Commissione esteri, dispone il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina, attraverso líassunzione presso la rappresentanza diplomatica di Buenos Aires di non più di 30 unità, con un contratto temporaneo di sei mesi, in deroga ai limiti di contingente e temporali vigenti. La Camera dei deputati è intervenuta solo per definire con maggiore precisione líonere finanziario.

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale.

RUVOLO (Aut). La normativa, di cui auspica la rapida approvazione, è indispensabile per fare fronte alle conseguenze della crisi in Argentina, tradottesi in un forte aumento delle domande di rientro in Italia; tuttavia, si dovrebbe fare attenzione a non contribuire alla dispersione del patrimonio umano di quel Paese amico e quindi occorrerebbe scoraggiare il tentativo di utilizzare il canale italiano per agevolare líemigrazione verso altre comunità. (Applausi dai Gruppi Aut e FI).

MARTONE (Verdi-U). Pur dichiarando il voto favorevole del suo Gruppo, invita il Governo a perseguire una politica scevra da contraddizioni, quale può essere il sostegno agli operatori finanziari argentini ed esteri che con le loro speculazioni hanno in grande misura contribuito a determinare la crisi; invece, andrebbe riaffermato l'impegno assunto nellíultimo vertice di Ottawa del G7 per la costituzione di un arbitrato di insolvenza internazionale. Occorrerebbe quindi analizzare con maggiore attenzione la composizione del debito, al fine di isolare la parte dello stesso imposta alla popolazione civile dalla dittatura militare, insieme alle altre forti sofferenze, e soprattutto incentrare l'azione internazionale, con il coinvolgimento anche del FMI e della Banca mondiale, nel sostegno delle iniziative poste in essere dalla società civile. In tale ottica, sarebbe opportuno affiancare i funzionari dell'ambasciata con esperti in meccanismi finanziari.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale.

TIRELLI, relatore. Il provvedimento ha uno scopo delimitato e quindi, non certo per disinteresse verso la situazione argentina, non ritiene sia questa la sede per simili approfondimenti.

BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Si associa alle considerazioni del senatore Tirelli per una rapida conversione del decreto-legge.

PRESIDENTE. Dà lettura del parere di nulla osta espresso dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge in esame. Non essendo stati presentati emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge, passa alla votazione finale.

MALENTACCHI (Misto-RC). I senatori di Rifondazione Comunista non parteciperanno al voto, non in quanto contrari al rafforzamento della struttura consolare e diplomatica, ma per esprimere il dissenso sull'unica iniziativa adottata dal Governo italiano rispetto ad una situazione drammatica, frutto di una selvaggia liberalizzazione e dei perversi meccanismi della globalizzazione, che peraltro portano gli Stati Uniti e l'Europa a limitare fortemente importazione di due prodotti, il grano e la carne, essenziali per lo sviluppo dellíArgentina e la ripresa della sua economia.

VALLONE (Mar-DL-U). Il Gruppo della Margherita voterà a favore del provvedimento, pur ritenendo essenziale lo svolgimento al più presto di un'ampia discussione sulla crisi argentina, che coinvolge anche l'Italia soprattutto per le richieste di rientro di molti concittadini, pur in mancanza di lavoro e di uníabitazione. Sarebbe anzi opportuno che una delegazione parlamentare si recasse direttamente in Argentina per verificare la situazione. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U).

PIANETTA (FI). Nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo Forza Italia, sottolinea che il provvedimento risponde alle necessità di assistenza economica e materiale alla collettività italiana. Fa inoltre presente che nella seduta di ieri la 3a Commissione permanente ha formulato la richiesta di inviare una propria delegazione per incontrare la comunità italiana in Argentina e per valutare globalmente la situazione. (Applausi dal Gruppo FI. Congratulazioni).

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Pur trattandosi di un aspetto particolare della crisi che sta investendo il Paese sudamericano, è doveroso consolidare le strutture consolari e di rappresentanza diplomatica anche per realizzare l'impegno di soccorrere la popolazione, martoriata dalla degenerazione della vita pubblica, dalla corruzione e dagli errori del passato regime. Non bisogna infatti dimenticare il debito contratto dall'Italia nei confronti dei suoi concittadini emigrati, soprattutto per le rimesse di valuta dall'estero, che saranno contraccambiate dalle azioni concrete preannunciate dal presidente della Camera Casini nella sua recente visita. (Applausi dal Gruppo UCD:CCD-CDU-DE. Congratulazioni).

BUDIN (DS-U). Dichiara il voto favorevole del suo Gruppo al provvedimento, che risponde ad un obbligo morale dell'Italia nei confronti del Paese sudamericano, pur condividendo le osservazioni del senatore Martone e di altri colleghi intervenuti sulla necessità di approfondire le cause della crisi e di utilizzare strategicamente l'intervento per sostenere le iniziative di sviluppo sociale ed economico che provengono dalla società civile.

PRESIDENTE. La Presidenza ha già autorizzato una delegazione della Commissione affari esteri a recarsi in Argentina.

GRILLOTTI (AN). Il Gruppo Alleanza Nazionale voterà a favore del provvedimento diretto a potenziare gli uffici diplomatici e consolari in Argentina, rinviando ad altri interventi legislativi gli ulteriori aspetti della questione.

SCARABOSIO (FI). In dissenso dal Gruppo, dichiara il voto di astensione sul provvedimento per sensibilizzare il Governo sulla drammatica situazione in cui versano 300.000 connazionali in Argentina che rischiano la perdita dei loro risparmi tramutati in obbligazioni. Occorre un intervento politico forte diretto alla costituzione di una commissione per definire un piano d'azione d'intesa con le istituzioni finanziarie internazionali e con il Governo argentino. (Applausi dai Gruppi FI, AN, UCD:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni).

RUVOLO (Aut). Dichiara il voto favorevole del Gruppo per le Autonomie al provvedimento, sottolineando però che occorre mettere in campo anche altri interventi a favore dei connazionali diretti soprattutto ad assicurare agli italiani ivi residenti le condizioni per poter continuare a vivere in Argentina. (Applausi dai Gruppi Aut e UDC:CCD-CDU-DE).

Il Senato approva il disegno di legge n. 1115, composto del solo articolo 1.

Su notizie di stampa relative ad affermazioni del senatore Manzione

CIRAMI (UDC:CCD-CDU-DE). Le critiche espresse dal senatore Manzione alla designazione da parte del presidente Pera del vice presidente Calderoli quale rappresentante del Senato al congresso dei magistrati, che avrà inizio oggi a Salerno, destano perplessità e appaiono fuori luogo in quanto il legittimo diritto all'opposizione impone il rispetto delle istituzioni. Esprime solidarietà al vice presidente Calderoli. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI, AN e LNP).

PRESIDENTE. Ringrazia il senatore Cirami, sottolineando che le decisioni assunte dalla Presidenza nell'esercizio delle sue funzioni non possono essere oggetto di discussione.

CAVALLARO (Mar-DL-U). Pur non concordando nel merito delle dichiarazioni del senatore Manzione, ritiene che non possa essere oggetto di censura il legittimo diritto di critica anche in ordine alle decisioni assunte dalla Presidenza.

Per lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni

Per la risposta scritta ad interrogazioni

BUDIN (DS-U). Sollecita la risposta del Governo alle interpellanze 2-00052 e 2-00130 nonché all'interrogazione 3-00062 in merito alla mancata applicazione della legge sulla tutela della minoranza slovena in Italia.

BONAVITA (DS-U). Sollecita la risposta del Governo all'interrogazione 4-00982 riguardante la questione della messa in sicurezza della strada statale E45 nel tratto tra Verghereto e Ravenna, considerato che il degrado in cui versa è causa di gravi incidenti.

PRESIDENTE. La Presidenza si attiverà presso il Governo nel senso indicato. Essendo esauriti o rinviati gli argomenti previsti per la corrente settimana, la seduta pomeridiana è sconvocata. Dà annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica líordine del giorno della seduta del 12 marzo.

La seduta termina alle ore 12,47.

 



RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,32).

Si dia lettura del processo verbale.

FIRRARELLO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi e missioni

PRESIDENTE. Sono in congedo i senatori: Agnelli, Amato, Antonione, Baldini, Bobbio Norberto, Bongiorno, Bosi, Comincioli, Cursi, D'Alì, D'Ambrosio, De Corato, De Martino, De Rigo, Ferrara, Mantica, Pessina, Salini, Sestini, Siliquini, Vegas e Ventucci.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Giovanelli, Gubert e Malan, per l'attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Basile e Dini, per partecipare alla sessione inaugurale della Convenzione sul futuro dell'Unione europea; Novi e Piccioni, per partecipare alla riunione della Commissione ambiente e agricoltura dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 9.36).

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(795) Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo

(55) EUFEMI ed altri. ñ Norme in difesa della cultura italiana e per la regolamentazione dellíimmigrazione

(770) CREMA. ñ Nuove norme in materia di immigrazione

(797) Disciplina dellíingresso degli stranieri che svolgono attività sportiva a titolo professionistico o comunque retribuita

(963) TOGNI ed altri. ñ Norme in materia di ingressi dei lavoratori extracomunitari occupati nel settore dello spettacolo

Approvazione, con modificazioni, del disegno di legge n. 795

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge nn. 795, 55, 770, 797 e 963.

Riprendiamo l'esame degli articoli del disegno di legge n. 795.

Ricordo che nella seduta pomeridiana di ieri ha avuto luogo l'illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 27.

Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

MANTOVANO, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 27.10a, 27.400, 27.2, 27.5, 27.11, 27.12a, 27.13a, 27.500, 27.1, 27.0.1 e 27.0.3a e parere favorevole sullíemendamento 27.500a. Invito infine a ritirare líemendamento 27.0.2.

PRESIDENTE. Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 27.10a, 27.400 e 27.2 sono improcedibili.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 27.500a.

Verifica del numero legale

DE PETRIS (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.

Sospendo, pertanto, la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 9,39, è ripresa alle ore 9,59).

Ripresa della discussione dei disegni di legge
nn.
795, 55, 770, 797 e 963

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, riprendiamo i nostri lavori.

Passiamo nuovamente alla votazione dellíemendamento 27.500a.

 

Verifica del numero legale

DE PETRIS (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di legge

nn. 795, 55, 770, 797 e 963

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 27.500a, presentato dal senatore Boscetto, interamente sostitutivo dell'articolo 27.

È approvato.

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 27.5, 27.11, 27.12a, 27.13a, 27.500 e 27.1.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 27.0.1.

DE PETRIS (Verdi-U). Ne chiediamo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione nominale, avanzata dalla senatrice De Petris, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 27.0.1, presentato dal senatore Callegaro.

Non è approvato.

Sull'emendamento 27.0.2 è stato formulato un invito al ritiro. Senatore Forlani, lo accoglie?

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Sì, signor Presidente e ritiro quindi l'emendamento.

PRESIDENTE. Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 27.0.3a è improcedibile.

Passiamo alla votazione finale.

CARRARA (Misto-MTL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Senatore Carrara, le ricordo che ha a disposizione due minuti.

CARRARA (Misto-MTL). Signor Presidente, rinuncio ad intervenire e consegno agli atti la mia dichiarazione.

PRESIDENTE. Senatore Carrara, la invito a far pervenire il testo alla Presidenza.

DE PAOLI (Misto-LAL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Senatore De Paoli, le ricordo che ha disposizione tre minuti.

DE PAOLI (Misto-LAL). Signor Presidente, soltanto per esprimere il voto favorevole al provvedimento e per auspicare che i Ministri competenti valutino la situazione esistente nelle nostre ambasciate, perché spesso è li che vive Tangentopoli. Poi ci lamentiamo perché abbiamo immigrati clandestini in Italia, quando spesso arrivano con viaggi turistici pagando somme considerevoli ai nostri rappresentanti.

SODANO Tommaso (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Senatore Sodano, le ricordo che ha disposizione cinque minuti.

SODANO Tommaso (Misto-RC). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, la maggioranza impone al Paese una legge che abbiamo definito ingiusta e contraria ai princìpi fondamentali e costituzionali di civiltà giuridica e uguaglianza nel lavoro.

Come Rifondazione Comunista l'abbiamo detto fin dal primo giorno di discussione in Commissione: questa legge non combatte, ma favorisce la clandestinità, mentre colpisce i clandestini, ossia esseri umani che desiderano, come ognuno di noi farebbe, migrare laddove siano garantite condizioni almeno di sopravvivenza. Rifondazione Comunista sarà sempre e comunque dalla parte di tutti i settori più deboli, anche dei clandestini, se così definirà la legge chi non ha regolare permesso di soggiorno. Quindi, disobbediremo a questa legge, semmai essa dovesse così essere varata dal Parlamento, insieme a tutte quelle associazioni di solidarietà, a quelle organizzazioni sindacali e religiose, a quei movimenti, tanto disprezzati dal Ministro dell'interno, che hanno una vocazione includente di accoglienza, cercando di aiutare in tutti i modi la parte più debole di questa società per difendere noi stessi e anche voi, signori del Governo, dall'imbarbarimento della convivenza civile.

L'atteggiamento vessatorio nei confronti dei profughi che scappano dai numerosi teatri di guerra e dai comportamenti repressivi di alcuni Stati che non rispettano i diritti delle loro comunità è particolarmente rivoltante.

Chi avrebbe il diritto sacrosanto allíasilo è sistematicamente già respinto alle frontiere, come avviene ormai quotidianamente sulle nostre coste ed è costante oggetto di denuncia da parte nostra. Se ciò avviene ora, chissà cosa si prospetta dopo il varo di questo provvedimento!

Líuso delle navi da guerra indica in modo inequivocabile quel che succederà e possiamo già pronosticare quanti saranno i morti che ipocritamente piangeremo, anche in questíAula, vittime della più o meno accidentale collisione tra due imbarcazioni in mare.

Qualcuno ha parlato di paradosso, quando un Ministro ha avanzato líidea di utilizzare gli immigrati nelle nostre Forze armate. Non è così. I nuovi schiavi dellíumanità sono braccia da sfruttare senza diritti per i profitti delle nostre imprese o ugualmente carne da macello per la guerra globale permanente, non esseri umani. Almeno la Chiesa cattolica, da quando decise cinquecento anni fa che anche gli indigeni avevano uníanima ñ modificando le proprie concezioni consolidate su questi esseri inferiori ñ ha saputo poi riscattarsi proponendo il principio della solidarietà e dellíaccoglienza.

Per parafrasare quella situazione, per il Governo gli immigrati non hanno uníanima, dimostrando così di quale cultura feudale sia impregnata la maggioranza!

Ma questa legge fa anche acqua da tutte le parti e sarà nei fatti inapplicabile. Già ora i flussi dovranno essere ampliati per líagricoltura ben al di là del contingente concesso da Maroni ad Alemanno, nel mercanteggiamento in corso, che riguarda anche la mini sanatoria per le colf, tanto cara al Biancofiore. Non basteranno alle imprese, preoccupate dallíeccessiva rigidità del sistema che vincola il contratto al permesso di soggiorno, e ognuno di noi ben sa quanto i padroni temano le rigidità.

Ma non è per questo e dietro a questo, come sembra fare il centro-sinistra, che vogliamo nasconderci. Rifondazione comunista non è qui per rappresentare le imprese o garantire un ordine astratto quanto ingiusto.

Sa, signor Presidente, come chiamano líordine i vescovi brasiliani e il movimento dei Sem Terra? Ordine è che nessuno debba soffrire la fame.

Perderemo nel voto di oggi, ma la battaglia per la dignità di tutti gli esseri umani è più che mai aperta. Nei prossimi giorni cresceranno le mobilitazioni dei migranti, che poi confluiranno nella grande mobilitazione di tutti i lavoratori italiani e nello sciopero generale per i diritti di tutte e di tutti, e Rifondazione comunista sarà con queste battaglie civili e democratiche. (Applausi dai Gruppi Misto-RC, Misto-Com, DS-U e Mar-DL-U).

*DEL PENNINO (Misto-PRI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

DEL PENNINO (Misto-PRI). Signor Presidente, nellíesprimere il voto favorevole al provvedimento relativo alla modifica del Testo unico sullíimmigrazione non posso sottacere peraltro alcune perplessità che permangono in me e che ho già avuto modo di esprimere nel corso dellíintervento in discussione generale.

Ripeto che giudico inadeguate le norme relative ai procedimenti di espulsione, perché rimane una fascia molto ampia di clandestini per i quali non è previsto líaccompagnamento alla frontiera. Del pari, credo vi siano nel testo alcune imprecisioni, diverse formulazioni da rivedere tecnicamente e mi auguro che nellíaltro ramo del Parlamento questo sia possibile.

Infine, ritengo di dover sottolineare come, nel corso della imminente discussione sulla proroga dei termini del provvedimento sulla emersione, la cosiddetta Tremonti, sia forse il caso, nella misura in cui rafforzeremo le norme sullíespulsione, di prevederne líestensione anche ai lavoratori extracomunitari. (Applausi dei senatori Pastore e Iannuzzi).

MORO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MORO (LNP). Signor Presidente, colleghi, la mia sarà una breve dichiarazione di voto, anche perché ormai su questo argomento tutti sanno qual è la posizione della Lega. Il nostro Gruppo voterà a favore del presente disegno di legge, che prevede nuovi criteri per regolare i flussi d'ingresso di immigrati extracomunitari nel nostro Paese, una nuova disciplina che era necessaria, considerati i fallimenti di quella che l'ha preceduta e che sorprendentemente ancora trova sostenitori, nonostante i disagi a cui ci ha abituato e che ñ devo sottolineare ñ non sembrano avere fine, se è vero che anche nelle ultime ore gli sbarchi di immigrati extracomunitari si stanno moltiplicando lungo le nostre coste e ai confini con la Slovenia.

Il disegno di legge che stiamo per votare non prevede soltanto una nuova disciplina degli ingressi; deve soprattutto manifestare e far comprendere che l'Italia ha intenzione di cambiare pagina, pur continuando lungo la strada della solidarietà. In virtù della nuova disciplina, infatti, l'Italia potrà regolare i flussi di immigrati in base alle esigenze reali della nostra società e della nostra macchina economica, e non invece essere una stazione di transito o conclusiva di uno dei tanti viaggi della disperazione.

L'Italia, con l'adozione di questa nuova regolamentazione degli ingressi, non chiuderà le porte della solidarietà, come qualcuno degli onorevoli colleghi dell'opposizione va in giro dicendo nella speranza di perseguire i lontani fasti della disinformazione elevata a modello di confronto politico. No, non chiuderemo i nostri confini, li lasceremo invece aperti per coloro che intendono venire in Italia per entrare in un circuito produttivo, e non invece per ingrossare le fila del malaffare e della criminalità troppo spesso violenta. Se mi si consente una digressione solo apparente sul tema in discussione, trovo stonate le voci che si sono levate in queste ore per i provvedimenti di espulsione che sono stati adottati in questi giorni nei confronti di extracomunitari giunti clandestinamente nel nostro Paese e che avevano chiesto il riconoscimento dello status di rifugiato politico.

Una sola domanda rivolgo a chi accusa il Governo di insensibilità: se nessuno li avesse intercettati una volta sbarcati in Italia, dove sarebbero oggi quegli immigrati? Ritengo che nessuno di loro, una volta giunto clandestinamente in Italia, si sarebbe recato in un ufficio di polizia per chiedere asilo politico; sarebbero spariti nel nulla, come migliaia che li hanno preceduti, grazie anche ad una legge ñ torno a dire ñ sbagliata. E se poi, come è stato detto, il Governo si è macchiato di comportamenti liberticidi, voglio solo ribadire che esso si è limitato ad applicare leggi e regolamenti. Gli stessi che ha ereditato e che i precedenti Esecutivi si guardarono bene dall'attuare.

La nuova disciplina dei flussi si basa essenzialmente sulla inaccettabilità delle richieste di ingresso, se non legate alla preesistenza di un contratto di lavoro, ovvero di un documento che assicuri che chi chiede di far ingresso nel Paese abbia già un'occupazione lavorativa. Una volta che questa condizione non sussista più, il permesso deve considerarsi non valido, e quindi l'immigrato extracomunitario deve uscire dai confini nazionali, per rientrarvi solo quando siano state ripristinate le condizioni che ne avevano autorizzato l'ingresso in Italia. Ora, questa innovazione viene tacciata dagli onorevoli colleghi dell'opposizione come arbitrio nei confronti di chi sceglie il nostro Paese per migliorare le proprie condizioni di vita. Ma mi chiedo, e chiedo a voi: a quali condizioni di vita può aspirare chi arriva in Italia in balìa dei mercanti di uomini e di disperazione, sapendo che, una volta sbarcato da una nave o uscito dal doppiofondo di un camion, dovrà entrare in clandestinità, fornendo nuove braccia al crimine? È questa la vita migliore a cui pensano i demagoghi dell'opposizione? Non date a noi lezioni di solidarietà, andatele a dare a quelle migliaia di ragazze che arrivano in Italia pensando di andare a fare le commesse o le baby sitter e si trovano sulle strade! Andatelo a dire a quei giovani che pensano di andare a lavorare in fabbrica e poi finiscono a spacciare droga! Andatelo a dire a quelli che, per arrivare in Italia, pagano anche 3-4.000 dollari a testa e, una volta fermati dalle nostre Forze di polizia, vengono rispediti a casa senza lavoro e senza più soldi!

Ecco, è a questo sistema che la nuova disciplina dei flussi intende dire di no e, quando sarà approvata, l'Italia non sarà la sola in Europa, come sostiene qualche interessato commentatore, perché il resto dei Paesi dell'Europa unita si ritrova già su queste posizioni. In taluni casi, con legislazioni molto più rigide nella sostanza come nella forma (penso alla Gran Bretagna e alla proposta di far giurare ai nuovi arrivati la fedeltà alla Corona), spesso è anche più condizionante. Legare l'autorizzazione a risiedere in Italia ad un lavoro, se da un lato consente alle nostre aziende di continuare nella produzione nonostante la mancanza di disponibilità di determinate categorie di maestranze, dall'altra garantisce l'immigrato, che vedrà la sua permanenza in Italia regolata, ma soprattutto garantita, dal nostro sistema previdenziale e sanitario.

Una cosa è certa, comunque: su questi punti la Lega non accetta deroghe, non accetta compromessi. Lo abbiamo dimostrato quando raccogliemmo oltre mezzo milione di firme per abrogare la legge Turco-Napolitano. Oggi, con l'approvazione del presente provvedimento, raggiungiamo uno degli obiettivi principali della nostra azione politica e rispondiamo con i fatti a quanti nel maggio scorso hanno dato il proprio consenso perché si ponesse mano a questo problema, che investe il vasto mondo della sicurezza dei cittadini. (Applausi dal Gruppo LNP).

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, onorevole Mantovano, questo disegno di legge che viene allíapprovazione definitiva, per ora, del Senato ha fatto e fa parte degli accordi di Governo su una vicenda importante.

Siamo consapevoli che su questa vicenda vi è stata una grande emozione, soprattutto nelle regioni del Nord, che ha portato ad una decisione politica di ordine generale. Questo provvedimento non a caso viene considerato il disegno di legge Bossi-Fini, ossia identificato con i nomi di due illustri esponenti del Governo della Repubblica, pur sapendo noi che il testo che ci accingiamo ad approvare contiene significative modifiche ed importanti aggiunte, che sono dovute prevalentemente allíiniziativa politica dei colleghi Buttiglione e Giovanardi e dei senatori del CCD e del CDU, che da qualche giorno hanno dato vita al nuovo raggruppamento politico dellíUnione democristiana e di centro.

Su questo vorrei soffermarmi per qualche secondo, onorevole Mantovano, perché vorrei che le fosse molto presente il fatto che il testo che verrà esaminato alla Camera, per quanto ci riguarda, dovrà contenere talune modifiche.

Il testo che noi votiamo è in qualche misura dovuto al fatto che la legislazione sugli immigrati esistente ha registrato insuccessi clamorosi. Ci troviamo ad affrontare le conseguenze negative di una legislazione che ha concorso a dar vita a centinaia di migliaia di clandestini. Questi clandestini sono la prova degli errori gravi commessi da chi ha governato prima di noi in materia di immigrazione; e non si tratta soltanto di talune difficoltà derivanti dal fatto che la materia dellíimmigrazione è complicata dovunque, in Europa; si tratta di errori dovuti ad una strategia politica, che consideriamo errata, la quale, mettendo insieme forme di finto buonismo, ha finito con il garantire eccezionali condizioni di illegalità nel nostro Paese. Questo disegno di legge vuole porre la parola fine alla strategia della illegalità dellíimmigrazione. Questo ñ lo dico ai colleghi delle variegate parti della sinistra ñ è il punto centrale del provvedimento; è un provvedimento con il quale cerchiamo di non proseguire lungo la strada del buonismo che dà vita allíillegalità dellíimmigrazione.

Al riguardo, non abbiamo difficoltà a dire che il provvedimento lo sentiamo nostro fin dallíinizio, perché il tema della legalità dellíimmigrazione fa parte di una cultura dellíimmigrazione che è basata sul principio di eguaglianza, non su quello della discriminazione: è la cultura del buonismo finto che ha dato vita allíimmigrazione clandestina, basata sulla diseguaglianza, e noi vogliamo esattamente correggere questo fatto.

Il disegno di legge, da questo punto di vista, lo consideriamo opportuno. Ed è questa la consapevolezza che consente ai giornali italiani, anche quelli più sensibili ai temi dellíimmigrazione considerata dal punto di vista della solidarietà, di non fare del testo che stiamo per approvare un testo da mettere in prima, seconda o terza pagina; lo dico con particolare attenzione ai colleghi soprattutto di parte cattolica della Margherita (quei pochi che rimangono), lo dico con particolare interesse: leggano con attenzione ciò che scrive il quotidiano "Avvenire" in materia di immigrazione, per capire fino a che punto il catastrofismo che voi avete indicato anche al Senato non ha fondamento alcuno. Vi sono questioni importanti da continuare ad esaminare, ma non vi è catastrofismo dal punto di vista della legge che stiamo per approvare. E quando "Avvenire" parla, senza che io voglia ritenere che parlino automaticamente i vescovi della Conferenza episcopale italiana, non vi è dubbio che le sensibilità complessive in ordine allíimmigrazione regolare sono sensibilità alle quali noi siamo particolarmente attenti.

Lo dico perché, sottosegretario Mantovano, su questa legge si è giocata una sorta di scontro di civiltà, per usare un termine di moda negli ultimi mesi, soprattutto dopo la pubblicazione di un libro che si occupa appunto dello scontro di civiltà scritto da un collega americano.

Non è assolutamente vero che siamo in presenza di una legge sull'immigrazione che ha a fondamento la cultura xenofoba o quella che prevede la cacciata degli immigrati; al contrario, questo è un testo che si basa su quella che noi riteniamo la cultura della legalità dell'immigrazione.

Ciò detto per quanto riguarda il futuro, è tuttavia ovvio ci si dovesse far carico delle straordinarie condizioni di illegalità esistenti in Italia che hanno riguardato e riguardano almeno tre grandi settori: la illegalità di chi lavora presso le famiglie; la illegalità che la legge potrebbe comportare in ordine ad un notevole numero di minori oggi accolti in Italia ed infine quella di coloro che lavorano nelle aziende commerciali, industriali di piccole dimensioni, o artigianali.

La presente legge si doveva far carico di tre grandi problemi di fase transitoria e contemporaneamente dare un segnale importante, e cioè che d'ora in poi non s'intende fare entrare immigrati perché siano destinati alla clandestinità; e credo che nel testo di legge questa chiarezza di orientamento vi sia!

Per quanto riguarda la fase transitoria ci siamo fortemente impegnati su tutti e tre i fronti a cui ho accennato. La soluzione che alla fine è stata trovata per quanto riguarda la regolarizzazione delle persone che lavorano presso le famiglie italiane, anche se incompleta, è comunque da considerarsi ragionevole. Da parte nostra ci siamo battuti per una soluzione più ampia e all'interno della maggioranza abbiamo ragionato in tal senso, l'impegno della maggioranza è stato però diverso e quindi noi, leali anche in questa occasione, come del resto siamo sempre stati, nei confronti della maggioranza, abbiamo ritenuto che la presente soluzione fosse complessivamente accettabile e se vi saranno modifiche da apportare il Governo e la maggioranza parlamentare saranno sicuramente in grado di individuarle.

Sulle altre due questioni voglio però essere molto preciso, onde evitare speculazioni da una parte e polemiche infondate dall'altra.

Per quanto riguarda coloro che lavorano presso aziende commerciali, artigianali, o industriali di piccole dimensioni, prevalentemente per lavori temporanei, ma non solo per questi, è venuta una grande sollecitazione, soprattutto da parte degli amici veneti ñ peraltro sono molto lieto che il coordinatore degli assessori regionali alle politiche sociali, il padovano De Poli, faccia parte del nostro partito ñ e si tratta di indicazioni che ci sembrano importanti, signor Sottosegretario. Crediamo che dal punto di vista della regolarizzazione non si possa fare di ogni erba un fascio e che la messa in regola di coloro che lavorano presso le aziende commerciali, artigianali ed industriali debba essere oggetto di una riflessione ancora più matura; anche perché non riteniamo che costoro siano, da un lato, sempre sfruttati dagli imprenditori spinti da una volontà da negrieri ñ affermazione che non condividiamo ñ o, dall'altro, da regolarizzare per il solo fatto che svolgono un lavoro ñ affermazione che analogamente non condividiamo -.

È per questo che abbiamo rimesso alla emersione del lavoro nero, materia su cui è competente il ministro Tremonti, la valutazione sulle modalità di tale estensione anche agli immigrati clandestini che hanno svolto del lavoro nero di tipo industriale e commerciale. Sappiamo che è una materia aperta e che la emersione del lavoro nero ordinario è previsto che scada proprio oggi; faremo quindi in modo di valutare se l'emersione del lavoro nero italiano possa essere estesa, in quanto tale, anche al lavoro nero clandestino per sapere sino a che punto questa materia deve essere oggetto di una disciplina uniforme. Dico questo non perché vi sia un principio di uguaglianza tra italiani e non, giacché sappiamo che la Costituzione è piena di distinzioni tra cittadinanza italiana e cittadinanza straniera, ma proprio perché in questa specifica materia vorremmo che fosse stabilito un principio di uguaglianza riguardante la persona umana.

Non a caso riteniamo che líimmigrazione non debba essere presa in considerazione dal punto di vista del lavoro, bensì dal punto di vista della tutela della persona umana.

La terza ed ultima questione riguarda la complessa vicenda dei minori. Abbiamo appreso con soddisfazione che líordine del giorno del collega Eufemi è stato accolto come raccomandazione dal Governo. Líintera materia dei minori deve essere, infatti, oggetto di una riflessione più completa. Su questo punto ci impegniamo affinché il testo che sarà approvato dalla Camera dei deputati contenga quella disciplina complessiva dei minori che al Senato non è stata adottata.

Per queste ragioni il nostro sarà un convinto voto favorevole di maggioranza. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e AN).

BOCO (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, siamo giunti allíepilogo di un lungo cammino parlamentare.

Il Gruppo che ho líonore di presiedere ha deciso, sin dallíinizio della discussione del provvedimento, di cercare una strada per il dialogo. Líabbiamo fatto in Commissione con tutti i colleghi con i quali abbiamo avuto la possibilità di lavorare per molte settimane, nonostante líenorme differenza che ci separa nellíanalisi del fenomeno migratorio e nonostante il metodo completamente differente di intendere líoperato del legislatore.

Nei lavori di Commissione abbiamo rinunciato più di una volta ad una dura opposizione per verificare le disponibilità al dialogo, alla modifica di alcuni passaggi del testo da migliorare e - come molte volte ho tentato di dire - da umanizzare. Non cíè mai stata data una risposta, mai un segnale che facesse intendere la volontà di discutere.

Líintelligenza del legislatore e dellíEsecutivo dovrebbe di solito essere rivolta allíanalisi del problema e alla ricerca di una soluzione giusta e condivisa. Ci rendiamo conto che il vostro grado di permeabilità, colleghi della maggioranza, risulta essere molto basso. Su temi così importanti che riguardano il nostro Paese, così pregnanti di significati legati allíumanità, alla convivenza, alla legalità e al rispetto dellíessere umano in tutte le sue forme, avete dimostrato ancora una volta di essere irresponsabili e - mi permetto di aggiungere - anche molto ingenui.

Come si fa a non ascoltare i richiami di interi settori della società italiana e ad escluderli da una legge così importante come quella dellíimmigrazione, che coinvolge il nostro settore produttivo, le amministrazioni locali, la nostra società interna. Tutto questo, tirando le somme, solo per rispondere ad un cosiddetto capriccio padanoÖ

PERUZZOTTI (LNP). Ma piantala!

BOCO (Verdi-U). Öad una cambiale firmata in bianco sulla pelle degli immigrati, alla civiltà (Commenti dal Gruppo LNP)Ö

PRESIDENTE. Per favore, senatore Peruzzotti.

BOCO (Verdi-U). Öalla civiltà che stanno ovviamente rappresentando molto bene i colleghi della Lega Nord. Una inciviltà che hanno sempre avuto, Presidente, e che continuano ad affermare anche in questo momento.

È una cambiale scritta sulla pelle degli stessi immigrati, spesso poveri e desiderosi solo di vivere in modo migliore e in pace.

Dovremmo ricordarvi le pesanti perplessità avanzate da molti: non lo vogliamo fare ora ma lo faremo di sicuro successivamente, durante líiter di questa legge, lo sapete bene. E sapete anche quanto queste perplessità siano condivise in Europa.

Signor Presidente, nel tempo che mi è rimasto a disposizione vorrei entrare nel merito del testo che vi apprestate ad approvare, che rappresenta ciò che di più lontano possa esistere per la comprensione del fenomeno migratorio.

Ci sono norme e passaggi che riflettono una cultura repressiva e lesiva della dignità dei cittadini non comunitari. Come ha già avuto modo di rilevare il senatore Zancan, si ravvisano i caratteri di incostituzionalità delle norme che riguardano i processi a carico, in particolare, delle persone prive di ingresso. Si limita la libertà di movimento e di ingresso; si pongono delle incomprensibili barriere ai ricongiungimenti familiari, senza analizzare le loro caratteristiche e potenzialità. Per non parlare poi dellíuso delle navi della Marina militare per contrastare il fenomeno dellíimmigrazione clandestina, norma che ha ricevuto critiche trasversali a partire dal mondo della Chiesa, dalle numerose associazioni e persino dallíAgenzia dellíONU per i rifugiati.

Quanto imbarazzo e quanta difficoltà sentivo nelle parole del collega DíOnofrio: queste critiche non vengono solamente da settori italiani e non ma anche dallíAgenzia per i rifugiati. Non vi siete mai posti líinterrogativo di essere su una strada sbagliata, di andare contro i principi etici invalicabili. Veniamo allíassurdità, per ultimo, delle vostre teorie, quelle secondo le quali líItalia sarebbe invasa da clandestini e i cittadini stranieri residenti nel nostro Paese sarebbero tutti delinquenti o collusi con la cultura dellíillegalità. Vi chiediamo, per dovere di verità, di finirla e di eliminare questi toni esasperati che lacerano, come molte altre volte state facendo, la nostra società. Già, ci scordiamo che è proprio su questo assunto che si basa la vostra capacità di accumulare consenso: giocare sullíinsicurezza dei cittadini; costruire con falsità ed artifizi parolai líhumus sul quale far prosperare la vostra politica.

Signor Presidente, concludendo, abbiamo deciso di applicare una delle possibilità che la democrazia parlamentare dà. Per alcune settimane, per molte sedute abbiamo adoperato quello che si chiama con grande rispetto verso la maggioranza líesercizio dellíostruzione, in inglese filibustering. Lo abbiamo fatto sapendo che non è né piacevole farlo né ñ sono convinto ñ subirlo. Vi assicuro, colleghi, rappresentanti del Governo, Presidente, che lo abbiamo fatto con la dignità delle idee che cercavamo di rappresentare; lo abbiamo fatto con la dignità di un pezzo importante di questo Paese che dichiara, con i propri sogni e le proprie idealità, di dire basta a questo esercizio del potere. Lo abbiamo fatto per la prima volta, ma continueremo a farlo in occasione di ogni provvedimento in cui troveremo la barbarie legislativa che pensate di portare nel Paese; una barbarie che ha scritto questa ignominiosa legge; una barbarie che vi rappresenta e che spero riuscirete a scacciare da voi. Lo abbiamo fatto con rispetto e cercheremo di rifarlo con lo stesso rispetto, ma vi assicuro che riscontrerete lo stesso atteggiamento nel corso della discussione parlamentare sui vari provvedimenti. Non vi permetteremo di varare impunemente leggi di questo tipo. (Applausi dai Gruppi Verdi-U, Mar-DL-U, DS-U, Misto-Com e Misto-RC. Congratulazioni).

CREMA (Misto-SDI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CREMA (Misto-SDI). Signor Presidente, la dichiarazione di voto dei senatori dello SDI sarà per esprimere un voto contrario sia perché riteniamo che la legge, nel merito, non migliori líattuale normativa, sia perché la nostra proposta, da tempo conosciuta come disegno di legge per la regolarizzazione di diverse centinaia e migliaia di lavoratori extracomunitari incensurati che da molti anni operano negli opifici, soprattutto del Centro-Nord del nostro Paese, non è stata accettata dal Governo e dalla maggioranza. Questo provvedimento migliora il passato, più o meno di un dieci per cento, ma purtroppo peggiora altre parti della normativa in vigore.

La sicurezza è uno degli aspetti che stanno particolarmente a cuore al Paese, ce ne rendiamo conto, ed anche nella scorsa legislatura abbiamo contribuito, non sempre con successo, purtroppo ñ altrimenti probabilmente saremmo ancora in maggioranza ñ alla normativa approvata.

Per questi motivi, il nostro voto è decisamente contrario e ci auguriamo ñ lo dico con un poí díironia ñ che la Camera dei deputati, come succede in questa legislatura ormai da molti mesi, sappia migliorare il testo che il Governo e la maggioranza qui in Senato non ci hanno permesso di fare. (Applausi dai Gruppi Misto-SDI, DS-U e Mar-DL-U).

MARINO (Misto-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINO (Misto-Com). Signor Presidente, mi consenta di ribadire il voto contrario dei Comunisti italiani, già espresso dal collega Pagliarulo nella seduta di ieri.

Questo provvedimento è inefficace nel prevenire e nel contrastare la clandestinità, rispondendo solo agli umori più rozzi ed incolti. Eí quindi un provvedimento cinico ed incivile.

Il suo impianto normativo espone i lavoratori stranieri a ricatti e condizionamenti; comporta líespulsione con procedure indegne di un Paese civile e democratico, senza la preventiva convalida dellíautorità giudiziaria e, quindi, in contrasto con líarticolo 13 della Costituzione, come sottolineato recentemente dalla Corte costituzionale.

Il provvedimento, inoltre, favorisce di fatto la clandestinità, rendendo più difficile líingresso e la permanenza regolari. Esso nega, tra líaltro, il valore dellíapporto economico per la crescita del nostro Paese e alimenta una cultura xenofoba, indicando nellíimmigrazione la minaccia alla nostra sicurezza e al nostro benessere. Non abbiamo più nemmeno memoria storica dei tanti milioni di italiani che sono strati costretti, nel corso di un secolo, a lasciare il nostro Paese.

Non è attraverso la negazione dei diritti che si può regolare e controllare il fenomeno. Ecco perché diciamo no allíapprovazione di questo provvedimento, anche al fine di affermare il principio del rispetto della persona e della solidarietà umana. (Applausi dai Gruppi Misto-Com e DS-U).

*DENTAMARO (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DENTAMARO (Mar-DL-U). Signor Presidente, il dibattito su questo provvedimento ha segnato una pagina nera nella storia della XIV legislatura. Líimpressione che ne abbiamo tratto è che ai proponenti della legge e alla maggioranza parlamentare che líha sostenuta con ogni mezzo, ricorrendo anche a gravi scorrettezze, sfugga completamente la portata epocale della questione immigrazione.

Una questione che riguarda i modi in cui líItalia è parte della comunità internazionale; riguarda la capacità del nostro Paese di svolgere un ruolo positivo nella ricerca di equilibri accettabili in un mondo che vede aumentare in modo esponenziale e per noi inquietante il divario tra ricchezza e povertà, tra un metaforico Nord e un Sud, nel quale il sottosviluppo economico, la precarietà delle condizioni politiche e líarretratezza dei rapporti sociali raggiungono livelli di tale drammaticità da segnalare interi Paesi, di gran lunga prevalenti per dimensioni e popolazione sullíinsieme di noi grandi potenze, come vere proprie polveriere del mondo.

Per questo le immigrazioni costituiscono un fenomeno da un lato incontenibile, dallíaltro necessario e positivo, rappresentando, per così dire, líaltra faccia del sostegno allo sviluppo dei Paesi poveri: strumento per allentare pressioni intollerabili e, al tempo stesso, contributo al nostro sistema produttivo e al nostro sistema di relazioni sociali non più autosufficiente ( dopo che per decenni la contrazione delle nascite e líallungamento della vita media, líaumento del benessere e líelevazione del livello culturale hanno ridotto sempre più il tasso della popolazione attiva e la disponibilità di manodopera per attività di lavoro a bassa qualificazione e remunerazione ).

Non è un caso che Francia e Germania abbiano una presenza di immigrati allíincirca tripla rispetto alla nostra e che líEuropa stia affrontando seriamente la prospettiva di una regolamentazione comune che, invece, questo testo ignora completamente.

Al di fuori di queste coordinate culturali, qualunque riflessione sullíimmigrazione risulta asfittica. Qualunque tentativo di imbrigliare legislativamente il fenomeno è destinato a fallire. Come in effetti è destinato a fallire questo provvedimento, con il quale la destra di Governo, proponendo una rozza metonimia, ha ridotto líimmigrazione ad una questione di polizia, di controlli e di ordine pubblico. Questa è una parte del problema, ma non "il problema". Essa attiene agli effetti e non alla sostanza del fenomeno. Eí un posterius, non un prius e non può essere affrontata senza partire dalle premesse, o almeno non utilmente.

Consapevoli di questo, abbiamo cercato in ogni modo di contribuire ad una più corretta impostazione del tema, proponendo emendamenti di sostanza, basati su dati oggettivi, su rilevazioni statistiche e ricerche e sulle esigenze esposte ripetutamente dalle organizzazioni delle categorie produttive; lo abbiamo fatto tenendo conto anche delle esperienze dei numerosi soggetti associativi che operano quotidianamente tra gli immigrati e per gli immigrati, fornendo un supporto prezioso alle istituzioni al fine dellíinserimento positivo di queste persone nel nostro sistema economico e sociale.

Governo e maggioranza non hanno inteso concedere alcuno spazio ad una visione di maggior respiro, ma nemmeno a singole proposte migliorative.

Allora, dopo aver legittimamente adoperato tutti gli strumenti procedurali di cui un'opposizione democratica dispone per contrastare quando non le è data la possibilità di proporre e di migliorare, non ci resta che pronunciare il nostro fermo e convinto "no". No a quella visione dell'immigrato come fattore di produzione, anziché come persona, facilmente ravvisabile alla base delle scelte relative all'ingresso, al soggiorno e al rapporto di lavoro e, in particolare, a quella mostruosità che si chiama contratto di soggiorno per lavoro.

Consentire l'ingresso soltanto a chi ha già stipulato un contratto di lavoro nel Paese d'origine offre spazi enormi all'intermediazione di organizzazioni criminali che si sostituirà drammaticamente a quella, positiva e solidale, degli sponsor. Inoltre, impedisce ogni possibilità di incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro, con pregiudizio gravissimo per tutti quei casi nei quali è essenziale l'intuitus personae, dal lavoro domestico e di cura, al lavoro nelle piccole e medie imprese, gli stessi settori per i quali risultano insostenibili l'onere di garantire all'immigrato un'adeguata sistemazione alloggiativa e quello di far fronte alle spese di rimpatrio.

No al collegamento immediato tra cessazione del rapporto di lavoro e decadenza del permesso di soggiorno, che significa istituire una patente forzosa di illegalità, aggiungendo al dramma della perdita del lavoro l'esposizione ad un iniquo regime sanzionatorio, in una situazione di totale incolpevolezza dello straniero.

No alla rapina che viene perpetrata escludendo il recupero dei contributi versati all'INPS da parte dell'immigrato che rientri in patria senza aver maturato i diritti previdenziali.

No ad una disciplina dei ricongiungimenti che è stata definita eufemisticamente restrittiva, ma che in realtà, oltre a frustrare ogni istanza di stabilità e di integrazione, calpesta i rapporti familiari e i sacrosanti diritti ad essi collegati. Avete scritto in questa legge che si ha diritto al proprio genitore o, reciprocamente, al proprio figlio, solo se si è figlio o figlia unica: lo consideriamo disumano e vergognoso.

No ad una sanatoria limitata e costosa che penalizza le nostre famiglie e le loro necessità di avere collaborazione nel lavoro domestico e nell'assistenza ai più deboli. Sarebbero queste, signori della maggioranza, le vostre politiche di sostegno alla famiglia?

No ad uno Stato di polizia che attribuisce all'Amministrazione dell'interno il potere di incidere sulla libertà personale ( poiché questo è l'accompagnamento alla frontiera secondo la Corte Costituzionale; questo è il trattenimento presso i centri di accoglienza quando supera limiti di tempo ragionevoli ) in assenza di qualsiasi garanzia giurisdizionale.

No all'uso delle Forze armate contro uomini e donne inermi e disperati, contro bambini, contro anziani: è questo il carico delle carrette del mare che volete fermare con le navi della Marina militare. E al ricordo del venerdì santo del 1997, quando in ottanta (Proteste del senatore Monti) persero la vita nel canale di Otranto a seguito di una collisione accidentale (Proteste dal Gruppo LNP), ricordo che abbiamo evocato per tentare (Richiami del Presidente) di farvi riflettere sui rischi di questo inconsulto e inutile uso della forza, il sottosegretario Mantovano non ha trovato di meglio che un cinico richiamo alla parte politica che all'epoca era al Governo, come del resto stanno facendo adesso altri della maggioranza. E' una vergogna! (Proteste dal Gruppo LNP). (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, DS-U e Verdi-U).

Avete perfino respinto l'emendamento, sul quale il sottosegretario Bosi si era rimesso all'Aula, che prevedeva il parere delle Commissioni parlamentari sul regolamento governativo volto a disciplinare le modalità di impiego delle navi militari. Tale è il terrore di incorrere nel reato politico di "Lega maestà" da parte di questa maggioranza pavida, che non difende, e anzi non esercita nemmeno, le prerogative del Parlamento, che alza la testa e la voce solo per insultare (Proteste dal Gruppo LNP).

No ad una disciplina del diritto d'asilo che di quel diritto, garantito come fondamentale dalla Costituzione italiana e dai trattati internazionali, costituisce puramente e semplicemente la negazione.

Come sempre, vi nascondente dietro l'ipocrita motivazione della necessità di prevenire l'abuso, l'uso strumentale della richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato; tra poco qualcuno dal Governo verrà a dirci che, per prevenire l'abuso dei marciapiedi da parte delle prostitute, è necessario vietare a tutte le donne di camminare per strada dopo le ore 21. (Commenti ironici dal Gruppo LNP). Non c'è nulla da ridere: è esattamente questo il metodo che viene seguito in tema di asilo, e non soltanto di asilo, anche in molte altre parti del testo.

Legiferare in un mondo civile e democratico, però, richiede un approccio un po' meno rozzo e - me ne rendo conto - più complesso.

No ad una legge che con ipocrisia, anzi con protervia, induce l'irregolarità per legittimare la criminalizzazione e dare sfogo alla repressione in forme che ripugnano alla Costituzione, al diritto internazionale e alla civiltà.

Nessuno che possa dirsi cristiano, nessuno che voglia appartenere ad un consesso di civile convivenza potrà votare un testo come questo; voi siete riusciti a farlo votare anche dai fantasmi! Ci avete insultati per due settimane; noi siamo onorati e orgogliosi di aver subito i vostri insulti per difendere princìpi di civiltà.

A questa legge diciamo no, e sentiamo di rappresentare un'Italia civile, solidale, europea e lungimirante. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U,Verdi-U, DS-U, Misto-SDI, Misto-Com e Misto-RC. Molte congratulazioni).

VALDITARA (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALDITARA (AN). Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che quella che ci accingiamo ad approvare sia una legge equilibrata; una legge equilibrata perché mira a rendere effettive le espulsioni, rimediando ad una delle storture più clamorose presenti nell'attuale legislazione, che stava ad indicare come il centro-sinistra intendesse attuare una sorta di tolleranza nei confronti della clandestinità.

ANGIUS (DS-U). Non dire menzogne!

PRESIDENTE. Senatore Angius, la senatrice Dentamaro ha svolto il suo intervento; consentiamo al collega Valditara, un sereno parlamentare che ha l'abitudine di parlare pacatamente senza usare toni eccitati, di sviluppare le sue argomentazioni, senza interromperlo.

VALDITARA (AN). Voi avete espresso concetti inaccettabili e noi siamo stati a sentire. Imparate la democrazia!

CREMA (Misto-SDI). Voi ci date lezioni di democrazia!

VALDITARA (AN). Noi riteniamo che questa legge sia equilibrata perché mira a legare la permanenza ad un lavoro effettivo, come avviene in gran parte dei Paesi occidentali, e com'è scritto anche in una direttiva all'esame del Consiglio europeo, che prevede disposizioni ancora più restrittive rispetto a quelle che andiamo ad approvare, affermando, per esempio, che lo straniero, prima di poter entrare legalmente nel Paese in virtù di un contratto di lavoro, deve dimostrare una specifica titolarità di capacità professionale e può fare ingresso laddove sia accertata l'effettiva indisponibilità di manodopera locale.

E' una legge equilibrata perché mira a dare un alloggio e una sistemazione decorosa agli stranieri extracomunitari che intendono venire nel nostro Paese. E' una legge equilibrata perché mira ad evitare l'abuso nell'utilizzo di un sacrosanto diritto, qual è il diritto di asilo. E' una legge equilibrata perché mira a combattere il lavoro nero prevedendo sanzioni dure nei confronti di chi sfrutta tale lavoro.

È una legge equilibrata perché mira a punire più duramente chi traffica in esseri umani, perché mira ad incentivare i Paesi esteri nellíopera di contrasto del traffico dei clandestini. È una legge equilibrata perché cerca di evitare che il disagio presente in molti italiani si trasformi in xenofobia.

Esiste una realtà da cui non deve prescindere chi vuole dimostrare senso di responsabilità, e chi governa deve dimostrare senso di responsabilità e realismo, perché non basta esorcizzare i problemi per negarli o risolverli. Ci sono alcuni dati impressionanti che riguardano purtroppo la criminalità; sono già stati letti in questíAula, li voglio ribadire per líennesima volta: 128.000 denunce nei confronti di extracomunitari nel 1999; 143.000 nel 2000; 179.000 nel 2001. Il 90 per cento dei minori detenuti nelle carceri italiane è di origine extracomunitaria; il 90 per cento dei reati commessi da stranieri è perpetrato da clandestini; il 36 per cento dei detenuti, ma nelle Regioni dellíItalia settentrionale si supera di gran lunga la maggioranza, è extracomunitario.

Non è negando questi dati che possiamo risolvere un problema reale. Esiste un problema gravissimo di sfruttamento e di degrado. Non possiamo accettare che migliaia di persone vivano in baracche, in mezzo a degli immondezzai, in dieci in un monolocale. (Applausi dai Gruppi AN, LNP, FI e UDC:CCD-CDU-DE).

La legislazione attuale è assolutamente inadeguata: lo dicono anche i quotidiani ufficiali del mondo cattolico; l"Avvenire" e l"Osservatore romano" lo hanno più volte sottolineato. Lo dice la magistratura italiana; voglio ricordare quanto ha detto il procuratore generale della Cassazione: la legislazione attuale è assolutamente inadeguata. Lo dicono le associazioni imprenditoriali, le forze di polizia.

La nostra proposta è conforme agli indirizzi europei (già ho citato un passaggio fondamentale), soprattutto è conforme al parere espresso dal CNEL, come ha detto molto bene il sottosegretario Mantovano. Devo dire a questo punto che nella Costituzione sta scritto che quando il Governo vuole avere il parere ufficiale del mondo dellíimpresa, delle categorie, dellíassociazionismo produttivo, consulta il CNEL, non va a recepire un chiacchericcio che può essere smentito il giorno dopo. Il CNEL ñ è stato detto ñ ha espresso un parere favorevole a questo disegno di legge.

Ma soprattutto questo provvedimento è conforme a quanto vuole e ci chiede la maggioranza degli italiani, a quanto abbiamo promesso in campagna elettorale, e anche per questo abbiamo ottenuto un consenso il 13 maggio.

È stato detto che ci sono molte critiche. Certo, líopposizione fa il suo legittimo lavoro, è giusto che critichi, ma ci sono molte posizioni di consenso ed è di queste che dobbiamo tener conto.

Per concludere, alcune precisazioni. Consentitemi di togliermi ñ come ha detto un illustre ex Presidente ñ qualche sassolino dalla scarpa.

Non esiste nella civiltà giuridica occidentale un diritto alla immigrazione; non è pensabile estendere il diritto di voto a coloro che non sono cittadini italiani. Se un soggetto viene in Italia, acquisisca la cittadinanza e poi potrà votare. (Applausi dai Gruppi AN, LNP, FI e UDC:CCD-CDU-DE).

 

PIZZINATO (DS-U). Ditelo al ministro Tremaglia!

VALDITARA (AN). Non dobbiamo accettare che si ritorni indietro di secoli nella civiltà giuridica occidentale recependo líipotesi della personalità del diritto, che è stata superata 1.500 anni fa. Esiste la territorialità del diritto, per cui in uno Stato si applica la legge di quello Stato e non si possono tollerare norme di altra natura.

E, infine, noi diciamo un no chiaro alla illegalità, che non può essere assolutamente accettata come forma necessitata di tolleranza per pseudomotivi umanitari. Diciamo un no chiaro alle provocazioni, diciamo un no chiaro a certe speculazioni che ho sentito in quest'Aula emergere. E diciamo anche che noi non crediamo in una sorta di internazionalismo; riteniamo che prima di tutto ci siano i diritti sacrosanti dei cittadini italiani, i sacrosanti e legittimi diritti dei cittadini italiani.

Detto questo, voglio concludere con un auspicio e con una preoccupazione. Ho sentito, non tanto in questo Parlamento, ma anche nei dibattiti, da parte di esponenti autorevoli dell'opposizione, delle affermazioni francamente incredibili. L'onorevole Sinisi l'altro giorno chiamava ad una resistenza sociale contro la legge. Ho sentito un altro onorevole parlare di scontro contro la dittatura della maggioranza. Allora io credo che sia legittimo contestare in quest'Aula una legge, ma quando essa verrà approvata dovrà essere applicata e non potrà essere contestata in modo arrogante e violento nelle piazze, perché la democrazia ci insegna che il confronto avviene in Parlamento, ed è di fronte ad una maggioranza legittimata dagli elettori che noi dobbiamo mantenere un equilibrio e un senso di responsabilità. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni).

DI SIENA (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

DI SIENA (DS-U).Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi Democratici di sinistra voteremo contro questo provvedimento per più ragioni. Io, soprattutto, dopo l'intervento che mi ha preceduto, potrei dare qui libero sfogo all'indignazione che questo disegno di legge suscita, al pari di altri che sono in questi giorni, in queste settimane, maggiormente sotto i riflettori dei media e all'attenzione dell'opinione pubblica.

Vi sono tratti di questo provvedimento che a ragione nel dibattito alcuni di noi hanno definito "feroci". Mi riferisco all'emendamento del Governo, approvato dalla maggioranza di questa Camera, che prevede il ricorso alle navi da guerra per fare opera di interdizione all'immigrazione clandestina. Vi sono tratti ispirati ad un grossolano cinismo, come quelli che contemplano l'uso delle risorse costituite dai contributi degli emigrati che scelgono di rimpatriare prima di aver maturato un qualsiasi diritto di tipo pensionistico, per combattere l'immigrazione clandestina. Com'è evidente, si tratta di un vero e proprio scippo, che i riferimenti dubbi del sottosegretario Mantovano alle direttive europee non bastano ad occultare.

Eppure, non è su questi aspetti che intendo soffermarmi, bensì preferisco fare appello all'intelligenza e ai sentimenti dei colleghi della maggioranza o, più esattamente, a quella parte di loro che dispongono dell'una e degli altri ancora in piena libertà. Noi vi chiediamo di riflettere su quello che state per fare.

Questo è un provvedimento che mina dalle fondamenta alcuni essenziali principi su cui si fonda la convivenza civile di un Paese. E lo si fa per corrispondere ad un diktat di una parte della maggioranza, gli esponenti della Lega che devono dimostrare di non essere una semplice truppa di rincalzo di questa maggioranza ed hanno bisogno per il proprio congresso di portare a casa uno straccio di risultato. Per questa sola ragione hanno costretto l'Aula ieri ad un rimo forsennato, non degno di un'attività legislativa. Tutto ciò testimonia non il modo in cui noi siamo stati trattati in quest'Aula, ma gli atti di vera e propria mortificazione subiti da quei settori della maggioranza che in questa occasione hanno mostrato a tratti barlumi di ragionevolezza.

Valgano per tutti i numerosi emendamenti che il senatore Forlani è stato costretto continuamente a ritirare nel corso della discussione. Non è bastato a distogliere il Governo e la maggioranza dai suoi propostiti nemmeno la generale ostilità a questo provvedimento che si è manifestata negli ambienti imprenditoriali. Ad eccezione di Confindustria, infatti, tutte le organizzazioni sindacali degli imprenditori hanno sottolineato come si tratti di un provvedimento che soffoca la dinamica dellíattuale mercato del lavoro e le esigenze delle imprese. Non è un caso che le maggiori riserve si siano manifestate nel Nord-Est del Paese, cioè nel comparto più dinamico del sistema delle nostre imprese.

Non sono valse nemmeno le proteste del mondo cattolico nel suo complesso, a cominciare dalla Caritas, uníorganizzazione che autorevolmente da tempo svolge uníopera preziosa di integrazione degli immigrati. Per non parlare delle altre associazioni.

Dagli imprenditori, dalle associazioni, dai sindacati sono invece venute sollecitazioni, certo, alla modifica della legge Turco-Napolitano, ma in una direzione del tutto opposta a quella da voi imboccata. Il problema da risolvere sarebbe stato quello di rendere più flessibili le quote, come noi abbiamo cercato di fare, invano, con alcuni emendamenti, in modo che esse potessero funzionare da vero regolatore dei flussi e non come una forma di loro contingentamento. Non siamo noi a chiederlo, ma la dinamica del mercato del lavoro, come dimostra la richiesta, proprio di ieri, del ministro Alemanno al ministro Maroni di elevare fino a 17.000 unità gli ingressi stagionali in agricoltura, soprattutto nel Mezzogiorno.

Questo provvedimento è ispirato a due filoni culturali. Il primo è quello apertamente xenofobo, che concepisce gli immigrati come forza lavoro "usa e getta": possono restare nel nostro Paese solo per lo stretto necessario, per lo specifico lavoro per cui sono venuti, poi è meglio che se ne vadano.

Il secondo tende a rendere più selettiva e circoscritta líimmigrazione regolare, per farne un fenomeno messo ai margini della dinamica sociale e renderlo digeribile perché irrilevante.

Si tratta di due impostazioni che convivono nella norma del presente disegno di legge, ben rappresentate dal binomio Bossi-Fini con cui si è soliti designare questo provvedimento. Sono due concezioni che, secondo la nostra parte politica, non solo sono da respingere, ma sono anche obiettivamente illusorie. Non cíè nessuno, infatti, che possa ridurre e limitare i flussi migratori verso i Paesi sviluppati. Quello dellíemigrazione è un fenomeno strutturale, che deriva dalla composizione demografica dei nostri Paesi, dagli squilibri economici che attraversano il mondo, dallo stesso immaginario alimentato dalla circolazione delle conoscenze nel mondo moderno.

Allora, líeffetto che questo provvedimento avrà sarà innanzitutto quello di alimentare líimmigrazione clandestina, come conseguenza diretta del restringimento delle possibilità per líimmigrazione regolare. In secondo luogo, quel vero e proprio mostro giuridico costituito dal contratto di soggiorno avrà non solo la conseguenza di creare un secondo mercato del lavoro, distinto da quello che riguarda il resto del Paese, ma trasformerà un diritto di cittadinanza universale, qual è, appunto, il diritto di soggiorno, facendolo dipendere e circoscrivendolo in un rapporto di natura privatistica qual è quello che si stabilisce tra lavoratore e imprenditore.

Il risultato sarà una società, certo, multiculturale, perché questo nessuno riuscirà ad impedirlo, ma in cui líassetto sociale complessivo sarà improntato a regimi speciali, a differenze fondate sullíetnia, di stampo corporativo. Questa situazione farà sì che le comunità di immigrati si chiuderanno a riccio, a difesa spesso delle loro identità regressive. Invece di integrazione ci saranno separazione e differenza.

Non sono, dunque, con questa legge in gioco solo i principi di umanità e di accoglienza verso gli stranieri che dovrebbero caratterizzare la legislazione di un Paese civile, ma i tratti complessivi che assumerà il nostro modello sociale: questo è in gioco. In gioco non sono solo la vita degli immigrati, che pure non è poca cosa, ma le nostre vite e il modello di convivenza civile che consegniamo alle generazioni future.

Probabilmente chi parlerà dopo di me per il Gruppo di Forza Italia ricorderà come tutto questo è consentito dal fatto che gli italiani hanno dato alla vostra parte politica, alla maggioranza, la legittimità a governare, ma quest'ultima non può mettere sotto i piedi princìpi elementari dello Stato di diritto.

Colleghi della maggioranza, per tutte queste ragioni, su questo come su altri provvedimenti, vi pregherei - volesse il cielo! - di fermarvi in tempo! (Applausi dai Gruppi DS-U, Verdi-U, Mar-DL-U, Misto-Com, Misto-SDI e Misto-RC. Congratulazioni).

BOSCETTO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOSCETTO (FI). Signor Presidente, ringrazio il senatore Di Siena che ha voluto anticipare l'oggetto dei miei ragionamenti, anche se dirò cose diverse da quelle che il collega voleva mettermi in bocca.

Infatti, non faremo qui riferimento alla nostra vittoria elettorale, ai punti del nostro programma o alla volontà dei cittadini che ci hanno votato, bensì ricorso a quel buon senso che ha improntato il nostro lavoro di legislatori sia in Commissione che in Aula.

Mi piace ricordare come il disegno di legge presentato dal Governo sia stato rispettato nelle sue linee di fondo e comunque migliorato e arricchito dal lavoro svolto dall'Assemblea.

Non ci siamo però soffermati a sufficienza su punti qualificanti - oltre a quelli ben noti che vengono considerati negativi dall'opposizione mentre estremamente positivi da noi - né su altri aspetti, ugualmente importanti, che sono stati considerati, forse in modo errato, di contorno.

Sull'articolo 1, ad esempio, si è svolta una discussione molto breve, eppure tale norma è quella che prevede le agevolazioni fiscali atte a favorire elargizioni di carattere umanitario nei Paesi non appartenenti all'OCSE. Con tale articolo si è stabilito che cittadini, enti e società possano usufruire di sgravi fiscali laddove vadano a garantire contributi umanitari di questo tipo.

Non è stata considerata neanche la volontà, che pure vi è stata, di individuare possibilità di sempre maggiore collaborazione con i Paesi non appartenenti all'Unione europea, incrementando la collaborazione e gli aiuti, tenendo conto del loro contributo in termini di lotta alla criminalità o a proposito degli interventi volti a permettere la riammissione di coloro che sono stati espulsi dal nostro territorio in quanto clandestini. Anche questa è una politica importante poiché, come più volte è stato sottolineato, è fondamentale attivare un rapporto convenzionale bilaterale con tutti questi Paesi, per far sì che i meccanismi di espulsione, riammissione e rimpatrio siano oliati e condivisi.

Abbiamo ben compreso le ragioni che hanno portato alcuni senatori ad insistere affinché il decreto-legge sui flussi fosse emanato entro il 30 novembre, dopo di che è stato accolto il relativo emendamento.

Abbiamo altresì istituito uno sportello unico per l'immigrazione ed è la prima volta che uno strumento così specifico e onnicomprensivo si realizza nel nostro Paese. In questo ambito abbiamo voluto considerare la specificità delle province autonome di Trento e Bolzano e anche in questi termini è stato accolto un emendamento - presentato dai senatori di quei territori - che lascia alle due province, sulla base dei loro statuti e normative, la possibilità di sostituire lo sportello unico per l'immigrazione.

È stato realizzato un forte intervento nella normativa penale al fine di renderla più precisa e armoniosa. Nelle parti del disegno di legge dove erano stabiliti in modo separato i diversi reati si è modulato il contesto giuridico in uníottica di circostanze aggravanti. È stata prevista la possibilità di comparazione limitata nel tentativo, però, di adeguare la pena ai comportamenti, considerando in modo molto duro coloro che fanno traffico di carne umana - come purtroppo si suol dire! - e coloro che fanno entrare nel Paese i minori al fine di favorirne lo sfruttamento di ogni genere.

Abbiamo poi insistito sulla necessità di aumentare líaiuto e il supporto della telematica; è chiaro che tutte le operazioni collegate al contratto di soggiorno per lavoro, il ricorso allíestero per avere il consenso dei lavoratori, il monitoraggio e líavvertimento ai lavoratori italiani, per líeventuale cognizione del datore di lavoro, richiedono una telematizzazione estremamente valida e un'informatica da usare in modo veloce e consono.

Non dimentichiamo che si stabilisce l'emanazione di un regolamento che andrà a privilegiare proprio tutto líaspetto informatico e telematico anche per la sistemazione degli archivi. Queste sono tutte iniziative costruttive che nessuno, fino a questo momento, ha voluto considerare.

Per quanto riguarda il discorso relativo allíutilizzo delle navi, faccio innanzitutto notare che già nellíattuale testo unico si parla di azioni di polizia in mare. Faccio altresì rilevare come nel disegno di legge sia stabilita la possibilità di utilizzare le navi della Marina militare e che i recenti emendamenti del Governo hanno soltanto precisato questa norma, regolamentando in modo più preciso le situazioni di controllo, di comando e di impostazione delle operazioni. È scoppiato - per così dire - un pandemonio, come se si fosse realizzato un qualcosa di nuovo e di diverso rispetto al disegno di legge; a Al contrario, queste proposte emendative - lo ribadisco ñ si sono rivelate fortemente positive.

Tuttavia, la sensazione percepita è che si sia voluto soffermarsi su alcuni aspetti soltanto per farne punti di bandiera e per poter gridare líinsoddisfazione politica nei confronti del provvedimento al nostro esame, non potendo invocare líinsoddisfazione tecnica.

Per quanto riguarda il discorso della regione Veneto e la richiesta di gestire il flusso, non possiamo pensare oggi di far gestire il flusso alle singole Regioni, perché ciò andrebbe a creare disordine nella politica dei flussi. Ricordiamo che, in materia di contratto stagionale, è già previsto líapporto delle Regioni e degli enti locali attraverso convenzioni e che si fa un discorso sulla formazione professionale degli stranieri regolari, sia in Italia che nei loro Paesi díorigine, per coprire posti di lavoro regolare nel nostro Paese.

Ci siamo persino preoccupati di tutelare i vivai giovanili delle nostre associazioni sportive. Abbiamo presentato una norma contro i falsi delle merci, che preoccupano in modo rilevante i nostri commercianti e anche gli acquirenti, ambito che non aveva una previsione specifica in una normativa che concerne la materia dell'immigrazione.

Sui ricongiungimenti abbiamo ritenuto esagerato far ricongiungere i parenti fino al terzo grado; però, in sede assembleare abbiamo stabilito con un emendamento che i figli maggiorenni in condizioni di inabilità assoluta possono ottenere il ricongiungimento. Abbiamo votato líemendamento sulle colf, sulla limitazione a favore degli immigrati della politica abitativa e delle case popolari per sovvenire ai nostri poveri, ai nostri concittadini che hanno bisogno di non trovarsi sempre negli ultimi posti delle graduatorie e dei bandi concernenti l'assegnazione di alloggi popolari. (Applausi dal Gruppo LNP). Abbiamo allargato líaccesso allíuniversità da parte dei giovani stranieri; abbiamo dato al Comitato di Schengen la possibilità di riferire al Parlamento; abbiamo posto in essere una serie di situazioni estremamente positive che si inseriscono in uníazione di Governo e parlamentare del tutto equilibrata e a modo. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Do lettura della proposta di coordinamento n.1, presentata dal Governo:

""1) All ëarticolo 11, comma 1, lettera b), nel capoverso 3-quater ivi richiamato, ultimo periodo, sostituire le parole. "di cui ai commi 13 e 14 "con le seguenti: "di cui ai commi 13, 13-bis, 13-ter e 14".

(Coordinamento necessario perché il comma 13 dellíarticolo in oggetto - articolo 13 del testo unico - è stato sostituito dai commi 13, 13-bis e 13-ter).

"2) All'articolo 12-bis, introdotto dallëemendamento 12.0.3, aggiungere il seguente comma:

"1-bis. La rubrica dellíarticolo 15 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 è sostituita dalla seguente: "Espulsione a titolo di misura di sicurezza e disposizioni per líesecuzione dellíespulsione".

(Coordinamento necessario a seguito dellíapprovazione dellíemendamento 12.0.3 che aggiunge un nuovo comma allíarticolo 15 del testo unico)

3) All'articolo 22 aggiungere, in fine, i seguenti commi:

"1-bis. Allíarticolo 25 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, il primo periodo del comma 5 è sostituito dal seguente: "Ai contributi di cui al comma 1, lettera a), si applicano le disposizioni dellíarticolo 22, comma 13, concernenti il trasferimento degli stessi allíistituto o ente assicuratore dello Stato di provenienza.

1-ter. Allíarticolo 26 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, nel comma 3, le parole da: "o di corrispondente garanzia" fino alla fine del comma sono soppresse."

(Coordinamenti necessari:

- il primo (comma 1-bis) a seguito della modificazione del comma 11 - ora 13 - dellíarticolo 22 del testo unico, al quale líarticolo 25, comma 5, fa riferimento;

- il secondo (comma 1-ter) a seguito della modifica dellíarticolo 23, comma 1, del testo unico, che nel testo vigente disciplina líistituto della garanzia - abrogato dal disegno di legge in votazione - a cui si riferiscono le ultime parole dellíarticolo 26, comma 3)

"4) All'articolo 26, sopprimere il comma 2-bis introdotto dallíemendamento 26.13.

(Coordinamento si rende necessario a seguito dellíapprovazione dellíemendamento 25.159 (testo 2))".

Metto pertanto ai voti tale proposta di coordinamento.

È approvata.

BOCO (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge n. 975 nel suo complesso, nel testo emendato, con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare gli ulteriori coordinamenti che si rendessero necessari.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti 252

Senatori votanti 251

Maggioranza 126

Favorevoli 153

Contrari 96

Astenuti 2

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC:CCD-CDU-DE e LNP. Congratulazioni della maggioranza ai membri del Governo. Vivaci commenti dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U, Misto-Com, Verdi-U e Misto-RC).

Restano pertanto assorbiti i disegni di legge nn. 55, 770, 797 e 963.

Inversione dell'ordine del giorno

MALAN (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI). Signor Presidente, vorrei pregare i colleghi di non allontanarsi perché vorrei proporre alla Presidenza di passare immediatamente alla discussione e alla votazione del disegno di legge n. 236, recante "Nuove norme per líesercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da grande infermità". Si tratta di un disegno di legge, la cui votazione finale richiede la presenza del numero legale, al quale non sono stati presentati emendamenti, ha il consenso di tutti e si inserisce nello spazio riservato ai disegni di leggi presentati dallíopposizione.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono osservazioni, la proposta del senatore Malan è accolta.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(236) GIARETTA. - Nuove norme per líesercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da gravi infermità (Esame ai sensi dell'articolo 53, comma 3, terzo periodo, del Regolamento) (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 236.

La relazione è stata già stampata e distribuita. Chiedo al relatore, senatore Malan, se intende integrarla.

MALAN, relatore. Signor Presidente, mi rimetto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Senatore Malan, ça suffit.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritta a parlare la senatrice Toia. Ne ha facoltà.

TOIA (Mar-DL-U). Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

MALAN, relatore. Signor Presidente, non intendo replicare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

D'ALI', sottosegretario di Stato per l'interno. Anchíio, signor Presidente non intendo aggiungere altro.

PRESIDENTE.

Passiamo alla votazione finale del disegno di legge, nel testo proposto dalla Commissione, composto del solo articolo 1.

MONTI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTI (LNP). Signor Presidente, chiedo líautorizzazione per allegare agli atti il mio intervento.

PRESIDENTE. Va bene.

TOIA (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOIA (Mar-DL-U). Signor Presidente, vorrei che i senatori mostrassero ancora un poí di pazienza per sottolineare, con la loro presenza, il senso positivo che attribuiamo allíesame e al voto di questo provvedimento; è molto spiacevole che, pur allíinsegna di un unanimismo, esso venga liquidato così rapidamente. Si tratta, innanzitutto, di un disegno di legge del quale rivendichiamo líiniziativa; esso infatti si inserisce nello spazio riservato ai disegni di legge presentati dallíopposizione. Esso è di iniziativa del Gruppo della Margherita, in particolare del senatore Giaretta, oggi assente per motivi personali.

Anche questo disegno di legge dimostra che líopposizione usa il proprio spazio parlamentare non per una contrapposizione, non perché animata da risentimenti politici, ma per operare nellíinteresse del Paese, cercando di portare avanti cause che riguardano quei cittadini più disagiati che spesso non hanno voce, che non arrivano ad interloquire con le istituzioni e che, a quanto pare, molto spesso non trovano nella maggioranza ascolto e posizioni prioritarie.

Ebbene, per noi questi cittadini sono prioritari e líabbiamo dimostrato attraverso la presentazione di disegni di legge che non mirano a difendere interessi e posizioni precostituite o di carattere personale, ma colgono i disagi effettivi dei cittadini.

In questo caso abbiamo pensato a quei cittadini che, a causa di menomazioni personali, spesso legate alla propria salute, a proprie forme di limitazione nell'esercizio della propria mobilità, non riescono ad esprimere quell'indispensabile diritto di partecipazione politica che la Costituzione pone in capo a tutti i cittadini, qualunque ne siano le condizioni di censo, fisiche o socio-economiche. Ebbene, proprio per limitare questa impossibilità di esercitare il diritto di voto, abbiamo pensato ad una legge apparentemente piccola, di scarsa portata, ma di grande significato civile, riducendo tali difficoltà. Per esempio, si consentirebbe anche all'elettore non iscritto alle liste elettorali delloÖ (Brusìo in Aula).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di non disturbare la collega che sta parlando.

TOIA (Mar-DL-U). Dicevo, ci sono cittadini che spesso non possono votare, perché la legislazione attuale richiede che debbano essere accompagnati in cabina elettorale da un iscritto alle liste elettorali dello stesso comune, mentre a volte i propri congiunti sono iscritti in altre liste. Con questa legge dimostriamo di saper cogliere alcune sfumature e alcune difficoltà che portano il cittadino a chiedersi come mai il legislatore non capisca le condizioni di vita reale. Noi siamo stati capaci di andare incontro a queste esigenze.

Passo ora ad un secondo esempio di limitazione al voto oggi esistente. Determinati tipi di menomazione richiedono un certificato medico che di volta in volta attesti la difficoltà fisica. Ebbene, andando incontro alla tanta auspicata semplificazione per il singolo cittadino, abbiamo pensato ad un piccolo codice, ad una caratterizzazione sul certificato elettorale plurimo che possa consentire di esercitare il proprio diritto di voto solamente mediante la sua semplice esibizione, tenendo presente un criterio di riservatezza per il cittadino che potrebbe non amare il dover manifestare ogni volta la propria condizione attraverso un certificato medico.

E' dunque una legge, lo sottolineo, che vuole dimostrare che il rapporto tra cittadini e istituzioni è all'insegna della "amicalità", cioè dell'accoglienza, della semplificazione, del rendere le cose possibili. Spesso questo rapporto che noi cerchiamo di realizzare si interrompe dove c'è la burocrazia. Noi vogliamo invece una Pubblica amministrazione che sia amica e fiduciosa verso il cittadino.

Mi sembra che l'alto significato civile di questa legge risieda nel fatto che la si voti oggi, dimostrando che l'opposizione, quando ha agibilità politica in questo Parlamento, fa proposte che vanno nell'interesse di tutti. Ieri in quest'Aula e al di fuori di essa sono state pronunciate parole molto dure da parte di esponenti di primo piano della maggioranza nei confronti dell'opposizione, come se quest'ultima fosse disperata, senza idee e senza capacità. E' un'opposizione che quando è messa in un angolo dalla durezza dei numeri e dall'arroganza della maggioranza reagisce con gli strumenti regolamentari e parlamentari di cui dispone, mentre quando ha spazio, quando vi sono condizioni di lavoro del Parlamento sa proporre leggi di civiltà e di interesse a favore dei cittadini.

Per questo siamo orgogliosi di averla presentata e che arrivi, anche con l'unanimità che ha registrato, all'approvazione da parte di quest'Aula. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, DS-U, Verdi-U e Aut).

VILLONE (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VILLONE (DS-U). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole del Gruppo dei Democratici di sinistra, cui appartengo, a questo disegno di legge, che risponde a fini certamente da condividere. Il suo oggetto era già stato valutato nella precedente legislatura, ma che come spesso accade, pur rappresentando un'iniziativa meritevole, per il complesso lavoro parlamentare non aveva trovato un esito positivo.

Come diceva la collega Toia, è un disegno di legge che va incontro ad alcune esigenze apparentemente banali, ma sicuramente molto importanti per una categoria di persone che oggettivamente va definita come particolarmente debole e quindi meritevole di attenzione specifica da parte del legislatore.

Le innovazioni introdotte da questo testo sono essenzialmente due. La prima è tesa a correggere una limitazione presente nella legislazione vigente, di cui è davvero difficile cogliere la ragione, seconda la quale l'accompagnamento nel voto assistito è attualmente limitato a persone che abbiano la residenza nel medesimo comune, che siano cioè iscritte nelle liste elettorali dello stesso comune. Tale limitazione è tale da generare situazioni paradossali. L'avente diritto al voto assistito, infatti, non può essere accompagnato al seggio dal congiunto o da un amico formalmente residente nell'ambito di un comune diverso, il cui confine ricada per avventura nei pressi di casa sua.

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

(Segue VILLONE) (DS-U). La seconda innovazione, anch'essa apparentemente minimale ma di concreto e pratico rilievo, consiste nel superamento dell'attuale prescrizione che richiede, di volta in volta, la certificazione dell'infermità, posta alla base dell'assistenza al voto.

Il testo in esame prevede invece che la notazione possa essere fatta in via definitiva. Vi sono ovviamente infermità non suscettibili di evoluzione positiva per le quali non è comprensibile la ratio della rinnovata certificazione in occasione di ciascun voto.

Nella precedente legislatura era stata ipotizzata un'annotazione sulla carta d'identità. Il testo che perviene oggi all'esame dell'Assemblea è stato corretto, a mio avviso giustamente, nel senso che l'annotazione sia riportata sulla tessera elettorale personale. Ciò evidentemente per un maggiore rispetto dei princìpi di privacy che debbono essere tutelati anche in un contesto quale quello di cui ci occupiamo in questo momento.

Aggiungo che nella prospettiva di una futura carta d'identità informatica, che possa contenere codici non visibili, tale disposizione potrà essere eventualmente aggiornata. Allo stato la soluzione prevista è quella che meglio tutela la privacy dell'elettore. Quindi, il testo legislativo oggi al nostro esame è da condividere nella formulazione, nell'impianto e nell'obiettivo che si propone; per questi motivi il mio Gruppo voterà a favore. (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U).

CARELLA (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARELLA (Verdi-U). Signor Presidente, annunzio il voto favorevole del Gruppo Verdi-l'Ulivo all'approvazione del disegno di legge presentato dal senatore Giaretta e fatto proprio dal Gruppo della Margherita. Riteniamo estremamente importante questa proposta di legge, che risolve oggettivamente un problema dei cittadini portatori di handicap, i quali versano in una condizione di oggettivo svantaggio.

Vorrei soffermarmi sull'importanza di un disegno di legge che dà a questi cittadini la possibilità di esercitare pienamente il diritto di votare, superando talune situazioni che invece lo ostacolano.

Credo che questo disegno di legge debba insegnare a tutti noi che è necessario rivedere complessivamente la legislazione vigente nel nostro Paese in materia di handicap. Non possiamo nascondere che in Italia abbiamo una legge importante come la n. 104 del 1992, ma questa deve essere rimodulata anche rispetto ai nuovi concetti in materia di tutela e di garanzia dei diritti dei cittadini in situazione di svantaggio.

Ritengo sia molto significativo che nella Commissione sanità del Senato proprio io abbia voluto portare allíattenzione dei colleghi non un disegno di legge di iniziativa parlamentare, ma uno di iniziativa popolare che chiedeva al Parlamento di affrontare complessivamente la questione.

Quello di oggi è un primo atto importante ed è per queste ragioni che esprimiamo in maniera molto convinta il nostro voto favorevole. (Applausi della senatrice Baio Dossi).

PEDRIZZI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PEDRIZZI (AN). Signor Presidente, su questo disegno di legge, che rende finalmente effettivo e concreto líesercizio del diritto di voto degli elettori affetti da gravi infermità, annuncio il voto convintamente favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale. Voglio ricordare a me stesso e ai colleghi che su questo stesso argomento il mio Gruppo aveva presentato un analogo disegno di legge nella scorsa legislatura.

È vero quanto dice la collega senatrice Toia, che líopposizione con questo provvedimento dimostra di saper offrire un contributo propositivo di pensiero e di proposte a questíAula. Debbo dire che è altrettanto vero ñ e lo stiamo dimostrando ñ che la maggioranza, a differenza di quanto capitava nella scorsa legislatura, dimostra di essere sensibile alle proposte serie dellíopposizione quando queste vengono presentate responsabilmente.

Non dobbiamo prendere alcuna lezione di sensibilità su questi argomenti. Voglio ricordare solamente le grandi battaglie del collega senatore Michele Bonatesta proprio sulle problematiche riguardanti i portatori di handicap. Quando líopposizione la smetterà di fare ostruzionismo, come ha fatto sul provvedimento precedentemente votato, allora troverà accoglienza, disponibilità e capacità di ascolto da parte della maggioranza. (Applausi dal Gruppo AN. Congratulazioni).

PASTORE (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE (FI). Signor Presidente, anzitutto annunzio il convinto voto favorevole di Forza Italia. Il senatore Villone ha ricordato, tra líaltro, i trascorsi della passata legislatura quando anche noi, pur stando allíopposizione, eravamo díaccordo su un analogo provvedimento che non vide la luce per motivi temporali.

Credo che la maggioranza abbia dato un segnale di grande sensibilità e forse anche mandato un messaggio - almeno la maggior parte degli oratori, qualcuno certamente no - di apertura verso le proposte dellíopposizione quando queste sono dirette a realizzare valori nei quali crediamo.

La maggioranza è stata disponibile ad accelerare líiter del provvedimento, che non è stato esaminato in sede deliberante solo per motivi di carattere regolamentare, trattando materia elettorale. Il Governo ha collaborato in maniera piena e totale, tantíè che il comma 2, relativo alla certificazione stabile delle condizioni di difficoltà al voto, è stato riscritto sulla base di un emendamento del Governo stesso.

Abbiamo dato tempi celeri e siamo lieti che il provvedimento sia approdato in Aula. La politica di facilitare il voto appartiene anche a questo Governo e a questa maggioranza; lo dimostra, fra líaltro, la proposta di prolungare le operazioni di voto alla giornata di lunedì, proprio per cercare di ampliare e consolidare le possibilità di esercitare líelettorato attivo.

Con questo provvedimento si compie un piccolo passo, anche se certamente non è quello conclusivo. Credo, tuttavia, che sia un buon viatico per il futuro e spero lo sia soprattutto per i rapporti fra maggioranza e opposizione, che in questíAula mi auguro siano sempre informati alla massima correttezza e anche alla collaborazione, quando questa si dimostra possibile. (Applausi dai Gruppi FI e LNP).

TAROLLI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TAROLLI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, l'Unione Democratico-Cristiana di Centro annuncia il voto favorevole su questo provvedimento. Ritiene che solo strumentalmente possa essere considerato un provvedimento marginale, mentre lo considera, al contrario, di grande significato per i valori che contiene, per la democrazia che esplicita e, non ultimo, anche perché, pur provenendo questa proposta dall'opposizione, trova il Senato unanimemente d'accordo, per cui il Gruppo dell'Unione Democratico-Cristiana di Centro non può e non vuole far mancare il proprio consenso. Per questo annuncio il nostro voto favorevole. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE).

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge n. 236 composto dal solo articolo 1.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Rinvio della discussione dei disegni di legge:

(535) Deputati SELVA ed altri. ñ Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullíaffare Telekom-Serbia (Approvato dalla Camera dei deputati)

(503) EUFEMI ed altri. ñ Istituzione di una Commissione parlamentare díinchiesta su fatti e documenti relativi allíaffare "Telekom-Serbia"

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge nn. 535, già approvato dalla Camera dei deputati, e 503.

Ha chiesto di parlare il relatore, senatore Forlani.

FORLANI, relatore. Signor Presidente, sono pervenute a me e al collega relatore, senatore Pasinato, delle osservazioni da parte degli uffici, che investono aspetti tecnico-legislativi della normativa, riguardando le stesse l'impianto di alcune disposizioni, e in particolare il ruolo del Presidente della Commissione e il potere di convocazione da parte dei Presidenti delle Camere della prima seduta della Commissione per líelezione dell'Ufficio di Presidenza. Vi sono, inoltre, rilievi relativi alla possibilità che i Presidenti di Camera e Senato possano prorogare per un anno, oltre la scadenza del termine previsto, i lavori della Commissione e, infine, per una questione di minore importanza che investe il segreto di Stato, per cui occorrerebbe fare riferimento ad una gamma maggiore di normative.

Dal momento che sul piano tecnico-formale quelle pervenuteci ci sembrano valutazioni degne di approfondimento, proporrei non il rinvio in Commissione del provvedimento, ma un differimento della trattazione in Aula dell'argomento per consentire ai relatori, attraverso un confronto con gli uffici, di superare queste obiezioni e di elaborare degli emendamenti in grado di riequilibrare l'impianto normativo stesso. Quindi, non si richiede il rinvio in Commissione del provvedimento, ma il differimento del suo esame in Aula ad una data che sarà stabilita dai Capigruppo.

PETRINI (Mar-DL-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETRINI (Mar-DL-U). Signor Presidente, colleghi, non posso che esprimere le mie perplessità rispetto alla formula adottata dal senatore Forlani nell'avanzare la sua richiesta. Infatti, pur concordando sulla necessità di rivedere i punti da lui evidenziati, ed ancor più concorde sulla necessità di rivedere complessivamente il significato di questo disegno di legge, non capisco come tutto ciò possa avvenire se non in una sede istituzionale propria, quale quella della Commissione.

Ritenere che un ulteriore approfondimento e uníulteriore consultazione fra i relatori possano avvenire in modo informale, al di fuori di una sede istituzionale, quale quella delle Commissioni riunite, mi sembra oltre modo improprio, senatore Forlani.

Quindi la invito a rivedere la forma della sua richiesta. Infatti, il rinvio in Commissione mi sembra la procedura sicuramente più idonea per affrontare i problemi che lei ha evidenziato. Il differimento puro e semplice, senza che esista un luogo istituzionale in cui quei problemi vengano chiariti, mi sembra del tutto fuori luogo, senatore Forlani.

Ci sarebbe molto altro da dire rispetto a questa situazione. Tuttavia, signor Presidente, mi riservo di svolgere ulteriori interventi qualora non si arrivasse a una soluzione procedurale condivisibile.

BRUTTI Paolo (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUTTI Paolo (DS-U). Signor Presidente, anchíio volevo fare uníosservazione simile a quella svolta poco fa dal senatore Petrini.

Ho letto le osservazioni avanzate dagli uffici sul disegno di legge, ed esse giustificano sicuramente il rinvio del suo esame ad una successiva seduta; quindi su questo esprimo consenso, anche a nome del mio Gruppo. Però, data la natura delle osservazioni state fatte e delle modifiche richieste e data la materia e líestrema complessità del problema, penso anchíio che probabilmente una convocazione delle Commissioni riunite per líesame di queste osservazioni e per concordare le correzioni necessarie sia del tutto giustificata e non modificherebbe in nulla la procedura. Infatti, tutto sommato, si tratterebbe di far precedere la discussione in Aula da una convocazione delle Commissioni interessate, che potrebbero esaminare il modo in cui meglio produrre lo sforzo e il risultato di adeguamento che gli uffici chiedono.

Díaltra parte, se dovessimo arrivare in una forma qualsiasi ad una modifica, in Aula o in Commissione, mi pare che líitinerario successivo del testo resterebbe il medesimo. Quindi, non troverei nessun appesantimento procedurale nel compiere la scelta del rinvio in Commissione; anzi, probabilmente (vedo che è presente il presidente Grillo, e a lui mi rivolgo in particolare) la scelta del rinvio in Commissione potrebbe servire a sviluppare un lavoro migliore e più puntuale.

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ONOFRIO (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, mi rivolgo in particolare ai colleghi che hanno chiesto il rinvio in Commissione.

Mi sembra che le argomentazioni del collega Forlani, relatore sul disegno di legge, siano tali da far ritenere che il dibattito in Aula, che ovviamente può riguardare le singole parti procedurali e sostanziali del provvedimento legislativo, sia più che sufficiente per apportare le integrazioni e le correzioni che si ritiene. Vorrei evitare che il rinvio in Commissione suonasse oggi come una sorta di affossamento del provvedimento che noi non riteniamo vada posto in essere in questo momento.

Mi sembra quindi che la proposta del relatore Forlani sia la più corretta: sospensione della trattazione del provvedimento in Aula, che doveva avvenire oggi; líAula lo esaminerà tra due settimane, quando tornerà a riunirsi; in quel momento potremo valutare qualunque cosa. Mi sembra che il dibattito in Aula sia più che sufficiente per completare il testo che dovremmo votare.

Dunque, siamo favorevoli alla sospensione dellíesame fino al 12 marzo e non al rinvio in Commissione.

FORLANI, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FORLANI, relatore. Signor Presidente, volevo ricordare ai colleghi che le obiezioni sono di carattere tecnico e procedurale; non riguardano questioni di merito politico, che sono state ampiamente esaurite nel dibattito nelle Commissioni riunite.

Si tratta di questioni di carattere formale che trasformeremo in emendamenti, sui quali poi ci confronteremo normalmente in Aula e ognuno farà le sue valutazioni; si potrà ulteriormente approfondire líesame di questi aspetti, oltre al merito, che sarà naturalmente riproposto e riesaminato in Aula. Quindi, non mancheranno comunque la collegialità e la partecipazione già in quella sede.

Si tratta soltanto di evitare un rinvio nelle Commissioni riunite che - come giustamente ricordava il collega D'Onofrio - darebbe la sensazione di essere in presenza di una riconsiderazione di carattere politico di tematiche sulle quali ci siamo già ampiamente confrontati e da cui conseguirebbe un inutile allungamento dei tempi. Provvederemo quindi alla presentazione di emendamenti sui quali sarà possibile svolgere un ampio dibattito nell'ambito del quale sarà possibile recepire le osservazioni di tutti.

PRESIDENTE. Senatore Forlani, dal momento che lei ha posto una questione sospensiva, le chiedo se intende già definire una data, oppure rinviarne la fissazione alla decisione della Conferenza dei Capigruppo.

FORLANI, relatore. Signor Presidente, credo che la seconda ipotesi sia quella percorribile.

BRUTTI Paolo (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUTTI Paolo (DS-U). Signor Presidente, se può essere utile a mantenere aperta la questione del rinvio alle Commissioni riunite del presente provvedimento, credo di poter affermare sin d'ora che siamo in grado di garantire in modo tassativo e impegnativo non soltanto che in quella sede si discuteranno esclusivamente le osservazioni effettuate dagli Uffici, ma anche che i tempi di quella discussione saranno commisurati con l'esigenza di rapidità che è stata evidenziata, escludendo nel modo più assoluto che si possa, attraverso questa via, pensare o far sospettare un tentativo di rinvio sine die.

Ribadisco che siamo pronti a sottoscrivere quanto ho dichiarato. Riteniamo infatti opportuno mantenere aperta la questione del rinvio in Commissione, anche perché credo che nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo sia possibile effettuare una lettura più attenta delle osservazioni degli Uffici (che, da quanto ho potuto riscontrare, risultano molto serie né hanno un carattere esclusivamente procedurale) e, permetterebbe di operare una scelta più meditata rispetto a quella che potremmo fare invece in questo contesto.

PRESIDENTE. Giunti a questo punto, intenderei come accolta la proposta del relatore Forlani per il rinvio della discussione dei disegni di legge nn. 535 e 503. La Conferenza dei Capigruppo deciderà la data e i termini in cui la discussione in Assemblea verrà rimessa all'ordine del giorno.

Rinvio in Commissione del disegno di legge:

(1064) Conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2002, n. 4, recante disposizioni urgenti finalizzate a superare lo stato di crisi per il settore zootecnico, per la pesca e per líagricoltura (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1064.

Il senatore Ronconi, presidente della 9a Commissione permanente, ha facoltà di parlare per riferire sui lavori della Commissione.

RONCONI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, si tratta di un decreto-legge complesso, sul quale sono stati presentati numerosi emendamenti. Faccio inoltre presente che il parere della 5a Commissione è pervenuto soltanto ieri pomeriggio e che i lavori dell'Aula sono stati così intensi da non rendere possibile svolgere gli approfondimenti del caso, che chiediamo di poter effettuare nella mattinata di martedì 12 marzo, per poi sottoporre il nostro lavoro all'esame dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Non facendosi osservazioni, viene rinviata in Commissione la discussione del disegno di legge n. 1064.

Rinvio in Commissione del disegno di legge:

(193) CHIUSOLI ed altri. - Norme in materia di cooperative, consorzi di garanzia mutualistica e società di mutua garanzia (Esame ai sensi dell'articolo 53, comma 3, terzo periodo, del Regolamento) (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 193.

Il senatore Pedrizzi, presidente della 6a Commissione permanente, ha facoltà di parlare per riferire sui lavori della Commissione.

PEDRIZZI (AN). Signor Presidente, questo disegno di legge, che prevede "Norme in materia di cooperative, consorzi di garanzia mutualistica e società di muta garanzia", è stato calendarizzato nei lavori dell'Aula perché fatto proprio dall'intero Gruppo Democratici di Sinistra- L'Ulivo; tuttavia, la Presidenza è sicuramente al corrente del fatto che il provvedimento è stato assegnato alla Commissione competente soltanto negli ultimi giorni della scorsa settimana.

Poiché si tratta di una materia complessa, con implicazioni non solo finanziarie, ma anche economiche e di vigilanza per quanto riguarda la sovrintendenza della Banca d'Italia, la Commissione all'unanimità ritiene di dover richiedere un rinvio in Commissione onde consentire un approfondimento della materia.

CHIUSOLI (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIUSOLI (DS-U). Signor Presidente, siamo senzíaltro disponibili al rinvio dellíesame del provvedimento in Commissione, sperando che la maggioranza voglia comprendere la sua urgenza e necessità. Si tratta, infatti, di un provvedimento nato in Parlamento nella XII legislatura, nella quale ha trovato una risposta pressoché identica dai parlamentari sia di maggioranza che di opposizione (mi riferisco allíallora onorevole Giovanardi, attualmente Ministro, ed al collega Turci).

I consorzi di garanzia collettiva fidi sono uno strumento indispensabile per la crescita e soprattutto per lo sviluppo delle imprese, in particolare delle piccole e medie. Nella XIII legislatura su questa materia si è potuto raggiungere un solo parziale risultato, anche se lo ritengo decisivo. Il risultato è stato quello di definire un testo (del quale, essendo stato allíepoca relatore presso la 6a Commissione alla Camera dei deputati, porto la principale responsabilità e spero anche qualche piccolo merito) assolutamente condiviso da tutte le forze politiche e da tutte le associazioni imprenditoriali del nostro Paese.

Oggi credo sia necessario apportare alcune modifiche, sulle quali ritengo che un buon lavoro del Parlamento potrà trovare una posizione unanime.

Passiamo, dunque, al lavoro in Commissione che penso e spero possa essere breve ma incisivo, perché il mondo imprenditoriale aspetta da troppi anni risposte su questa materia. Cerchiamo di dare a quel mondo una risposta efficace ed incisiva.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno osservazioni, la discussione del disegno di legge n. 193 è rinviata in Commissione.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(1115) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 gennaio 2002, n. 3, recante disposizioni urgenti per il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1115, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il relatore, senatore Tirelli, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni, la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

TIRELLI, relatore. Signor Presidente, sarò molto breve perché la conversione in legge del decreto-legge n. 3 ha registrato uníampia convergenza in Commissione affari esteri.

Con il provvedimento in esame si propone la conversione in legge del decreto-legge 16 gennaio 2002, n. 3, recante disposizioni urgenti per il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina, stanti le difficoltà per i nostri concittadini residenti in Argentina e la situazione economica e finanziaria che tutti conosciamo, di cui questíAula è pienamente cosciente.

Sono state avanzate molte richieste di intervento da parte dei nostri uffici di plomatici e consolari, per cui si è ravvisata líestrema necessità e urgenza di potenziarli. Per fare ciò si prevede líassunzione a tempo determinato, con contratto temporaneo, di 30 unità di personale. Ciò avviene anche in deroga allíarticolo 153, comma 3, del decreto-legge del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, che disciplina la materia dellíassunzione di personale. Si propone di assumere per sei mesi tale personale con la possibilità di estendere il contratto ad altri diciotto, se se ne ravvisa la necessità.

Líonere che ne deriva è di 907.195, 23 euro per il 2002 e di 725.756, 18 euro per il 2003.

È stata introdotta una variazione, nel corso dellíanalisi del provvedimento, che fissa un limite preciso alla copertura finanziaria, ossia allíonere derivante dallíattuazione del decreto-legge, che in precedenza non era ben definito, mentre ora si è stabilito il limite massimo dellíammontare delle risorse.

Questa variazione è líunica modificazione apportata. Come ripeto, si è registrata uníampia convergenza, per cui propongo allíAula la conversione in legge del provvedimento al nostro esame.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Ruvolo. Ne ha facoltà.

RUVOLO (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentanti del Governo, il provvedimento oggi allíesame rientra tra quelle misure a carattere di urgenza necessarie a far fronte alla grave crisi argentina che ha causato ripercussioni notevoli sulle attività delle nostre rappresentanze diplomatiche e consolari, improvvisamente "travolte" da un sovraccarico di lavoro.

La deroga ai limiti posti dalla vigente normativa allíassunzione di personale a contratto locale presso gli uffici dellíAmministrazione degli affari esteri con sede a Buenos Aires, è indispensabile - come chiarito più volte dal rappresentante del Governo anche nelle Commissioni parlamentari che hanno già esaminato il provvedimento alla Camera - per assicurare líapporto di nuove unità di personale appena sufficienti a gestire una delicata situazione con interventi a favore dei nostri connazionali.

Su tale disegno di legge non si impongono ulteriori riflessioni, trattandosi di un atto dovuto, urgente e necessario, come sottolineato anche da autorevoli esponenti dellíopposizione nel dibattito che ha avuto luogo nelle scorse settimane alla Camera.

Eí importante ricordare che il nuovo personale aggiuntivo verrà destinato alla valutazione ed allëesame delle domande di riacquisizione della cittadinanza e di rientro in Italia che, come è noto, sono aumentate vertiginosamente nellëultimo periodo.

Eí tuttavia vivamente auspicabile che líaspirazione dei nostri connazionali ad un rientro in Italia non si scontri con líesigenza di non disperdere il patrimonio di risorse umane, professionali ed intellettuali che, sole, possono permettere allíArgentina di risollevarsi dalla pesante crisi economica.

Tale esigenza, sottolineata anche da parte dellíArgentina, si accompagna alla necessità di incoraggiare solo le richieste di riacquisto della cittadinanza che siano frutto di un sincero attaccamento alla Madrepatria e non di privilegiare quelle dettate da considerazioni strumentali non rivolte allíeffettiva volontà di rientro in Patria, ma piuttosto ad una più facile emigrazione verso Paesi terzi.

Gli sforzi che il Governo italiano ha compiuto e continua a compiere nei confronti di un Paese amico e tradizionalmente vicino per cultura, legami storici ed economici sono certamente notevoli e degni di ogni considerazione ed apprezzamento, soprattutto in materia di cooperazione allo sviluppo; è stata autorizzata la riapertura della concessione dei crediti di aiuto per il triennio 2002-2004, per un ammontare di oltre 100 milioni di euro. Occorre quindi organizzare e sviluppare una efficace sinergia tra le Regioni che hanno avuto la sensibilità di contribuire a far fronte alla crisi argentina.

Il Governo, dunque, alla luce di quanto sopra detto segue con attenzione costante líevoluzione della crisi argentina dove si conta una numerosa collettività italiana - circa 500.000 passaporti - e di origine italiana (tra i 10 e i 15 milioni); una tradizionale articolata presenza di nostri imprenditori e di banche italiane, nonché di risparmiatori italiani in possesso di titoli del debito argentino per un valore di circa 18 miliardi di dollari americani.

Il provvedimento che oggi si discute e che auspico vivamente possa essere approvato in tempi brevissimi si colloca in questa linea di azione e di solidarietà che il nostro Governo, con alto senso di responsabilità, ha saputo portare avanti in maniera tempestiva ed incisiva. (Applausi dai Gruppi Aut. e FI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Martone. Ne ha facoltà.

MARTONE (Verdi-U). Signor Presidente, il nostro Gruppo voterà a favore del provvedimento in questione perché lo ritiene lineare con líemergenza causata da una aumentata richiesta di visti consolari di cittadini italo-argentini che chiedono di rientrare in Italia. Líintervento, però, non può e non deve limitarsi allíemergenza. Apprezzo líintervento del collega che mi ha preceduto perché, di fatto, ha cercato di allargare líambito della discussione e capire e comprendere la bontà e la qualità degli interventi del Governo italiano per affrontare le cause strutturali e la crisi economica argentina.

Il nostro Gruppo non può fare altro che sottolineare, però, líinadeguatezza dellíintervento del Governo italiano che si riflette anche nelle risposte insoddisfacenti che il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, signora Boniver, ha dato in questa sede da qualche settimana a questa parte ad alcune interrogazioni al riguardo.

Riteniamo necessario e fondamentale contribuire allo scioglimento dei grossi nodi che il Governo argentino, e soprattutto la società civile argentina, si trovano oggi ad affrontare. E proprio nellíintervento e nelle politiche adottate per aiutare il Governo argentino si possono riscontrare anche gravi rischi e contraddizioni. Sostenere, ad esempio, le istituzioni finanziarie e le banche italiane che hanno speculato sullíeconomia argentina e sulle previsioni di tassi di crescita dellíeconomia e della finanza argentina, se a prima vista sembra logico e naturale, potrebbe in un secondo momento trasformarsi in una grande operazione di salvataggio realizzata con i soldi del pubblico contribuente italiano e con i fondi pubblici che, di fatto, risulterebbe in contraddizione anche con alcuni impegni assunti dagli stessi G7. Impegni che riguardano il cosiddetto azzardo morale, cioè líipotesi che líuso di fondi pubblici di Governi o di istituzioni finanziarie internazionali, piuttosto che prevenire o disincentivare la speculazione finanziaria, possa incentivarla. Questo perché quelle banche e quelle imprese che hanno speculato in un economia cosiddetta emergente come quella argentina potrebbero essere spinte a continuare a farlo nella convinzione di godere dellíappoggio o del rifinanziamento e della minimizzazione dei rischi da parte di altre istituzioni. Questa potrebbe rappresentare una grande contraddizione che si riscontra allíinterno dellíintervento che il Governo italiano ha approvato.

E veniamo al debito estero. Esiste una grande causa strutturale della crisi economica argentina. Quegli oltre 200 miliardi di dollari di debito estero di fatto pesano come un macigno sulle possibilità di crescita e di recupero dellíeconomia e della finanza, ma anche sul recupero del senso di appartenenza alla collettività e di elaborazione di capacità propositive da parte della società civile e imprenditoriale argentina.

Dei 200 miliardi di dollari di debito almeno il 20 per cento è imputabile alla dittatura militare. Ed è considerato dagli analisti e dagli esperti come debito odioso per cui dovrebbe essere cancellato automaticamente. Questi soldi non dovrebbero essere sottoposti al negoziato di scadenzamento proprio perché sono illegittimi, cioè contratti da Governi dittatoriali, non certamente appoggiati dalla maggioranza della popolazione argentina che, anzi, ne ha sofferto per troppo tempo le nefaste conseguenze. Il resto del debito argentino è nella maggior parte conseguenza di programmi di salvataggio finanziario ed economico imposti dal fondo monetario internazionale e dalle altre grandi banche commerciali private che in Argentina hanno operato negli ultimi anni e che quindi di fatto hanno portato a quella contraddizione a cui accennavo pocíanzi. Vi è stato un uso di fondi pubblici e, quindi, non soltanto di prestiti e di emissioni obbligazionarie da parte del Governo argentino, ma anche di fondi della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, che certamente non è servito ad aiutare quellíeconomia, bensì soltanto a tamponare gli effetti di interventi speculativi a breve e a lungo periodo e le conseguenze di interventi di investimento caratterizzati da alto tasso di corruzione.

Ci domandiamo quale sia la responsabilità effettiva dellíItalia non soltanto dal punto di vista politico, ma anche economico e finanziario; e, pur riconoscendo la necessità di intervenire per tamponare líemergenza, nutriamo alcuni dubbi riguardo ad interventi caratterizzati soltanto da questo carattere o, in altri casi, da un approccio puramente caritatevole. Riteniamo fondamentale per il nostro Paese affrontare i nodi politici che stanno dietro la crisi argentina.

Inoltre, deve essere riconosciuta una forte responsabilità alle classi dirigenti argentine che certamente hanno ancora molto da imparare in termini di buon governo e di lotta alla corruzione. Però, non possiamo neanche dimenticare che questa corruzione in molti casi è stata incentivata dallíintervento delle imprese straniere in Argentina. A tal proposito, cito un esempio, non per puntare il dito contro certe imprese in particolare, ma perché si tratta di un caso emblematico di quanto accaduto in Argentina. Dei 200 miliardi di dollari di debito quello a cui mi riferisco ne rappresenta una cifra non indifferente, che ammonta a circa a 12 miliardi di dollari. Si tratta di un grande impianto idroelettrico, la diga di Yacyretà, al confine con il Paraguay, che lo stesso presidente Menem ha considerato un monumento alla corruzione. Una diga che è stata finanziata dalle agenzie di credito allíesportazione e dalle banche internazionali; addirittura dalla cooperazione italiana. Essa è stata costruita da alcune imprese italiane che avevano buoni rapporti con il Governo militare argentino. Questo per dire che, di fatto, la situazione è molto più complessa ed articolata rispetto a quello che ci viene raccontato. Si afferma, infatti, che quella argentina è una crisi grave, ma si omette di analizzarne le cause.

Se non si analizzano le cause strutturali, certo non si può contribuire alla soluzione delle stesse.

Questo per quanto riguarda le cause. Passo ora alle soluzioni. Dal punto di vista politico la soluzione che prospettate, e che è riconosciuta in parte, anche se noi riteniamo in maniera inadeguata, dal Fondo monetario internazionale, è quella di iniziare una procedura di solvenza internazionale. Un arbitrato internazionale sul debito estero argentino che permetta alle parti in causa, creditori e debitori, Governi e società civile, di potersi sedere attorno ad un tavolo per quell'opera di auditing, di contabilizzazione del debito argentino per comprendere quale debito sia ingiusto, illegittimo e da non ripagare (per esempio quello contratto dalle imprese durante il regime militare), perché conseguente a programmi di stabilizzazione macroeconomica imposti ingiustamente dalle istituzione finanziarie internazionali, quale invece da ripagare e a quali condizioni.

Vorremmo vedere messa in atto dal Governo italiano, anche verso l'importante Conferenza di Monterey, in Messico, che si terrà tra qualche settimana, un'iniziativa diplomatica volta a incentivare appunto uníipotesi di arbitrato internazionale sull'Argentina, che potrebbe essere di fatto un esempio per affrontare i problemi di altri Paesi che non rientrano nel cosiddetta categoria HIPC, cioè quei Paesi maggiormente indebitati ma poveri.

Il secondo punto riguarda il contributo dell'Italia alla ricostruzione del tessuto produttivo della società civile in Argentina. Paradossalmente la grande crisi economica ha portato alla nascita di elementi nuovi. La società civile si sta organizzando dal basso, sta cercando di riappropriarsi del proprio ruolo propositivo e attivo e non soltanto di protesta; stanno nascendo nuovi modelli di partecipazione, di produzione o di scambi di beni e servizi, resi appunto necessari dalla grande crisi, ma che potrebbero rappresentare il nucleo iniziale di un sistema di economia solidale alternativa. Proprio in questo senso molte ONG italiane hanno lanciato da qualche tempo la campagna "Un altro microcredito è possibile", "Un'altra finanza è possibile", proprio per cercare di creare queste reti tra banche etiche, come piccole cooperative e fondi etici italiani, e ipotesi di creazione di operazioni di microcredito e fondi etici in Argentina. Questa mi sembra essere l'ipotesi sulla quale è importante lavorare. Proprio per questo pensiamo sia importante dotare la nostra ambasciata e i nostri consolati di esperti in meccanismi finanziari alternativi, tra i quali il microcredito e le piccole cooperative artigiane, che possano favorire da un lato il rafforzamento della società civile argentina che ha sofferto anche troppo delle crisi finanziarie e dell'enorme peso storico della dittatura militare (e quindi ricostruire le reti di solidarietà, di cittadinanza attiva e di partecipazione di cui l'Argentina ha tanto bisogno), e dall'altro l'incentivazione di modelli economici e produttivi non alternativi, ma complementari per andare così incontro alle esigenze dei cittadini argentini.

Riteniamo che in questa maniera, con una serie di programmi ed interventi articolati che riconoscano le responsabilità politiche e che possano portare a soluzioni innovative, l'Italia possa rendere un gran servizio anche ai cittadini italiani che risiedono in Argentina.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

TIRELLI, relatore. Signor Presidente, intervengo solo per dire che non è che ci disinteressiamo della situazione argentina. Non abbiamo parlato di colpe, di cause, di possibili rimedi e di risposte di organismi internazionali, perché questo non ci sembrava il luogo. Qui ora si chiede una risposta ad un bisogno immediato e dobbiamo darla. L'analisi delle cause e dei rimedi dovrà essere svolta in altra sede.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, onorevoli colleghi, solo per associarmi alle considerazioni svolte dal senatore Tirelli in relazione all'esigenza di convertire questo decreto-legge. Si tratta di un provvedimento che riguarda una particolarità specifica, quella di rendere più forti le strutture operative della nostra ambasciata e delle nostre sedi consolari in Argentina. Mi sembra quindi che su questo oggi si deve discutere e decidere.

E' chiaro che non sono da trascurare le sollecitazioni e le argomentazioni di carattere più generale svoltesi in quest'Aula. Il Governo è sensibile a tali sollecitazioni; come ha detto il senatore Tirelli, se ne farà portavoce nelle sedi internazionali e si farà parte attiva per sostenere le iniziative che possano andare a favore non solo delle comunità italiane ivi presenti ma dell'intera Argentina.

PRESIDENTE. Do lettura del parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge: "La Commissione programmazione economica, bilancio esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto di propria competenza, esprime parere di nulla osta".

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Non essendo riferiti emendamenti agli articoli del decreto-legge da convertire, passiamo alla votazione finale.

MALENTACCHI (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALENTACCHI (Misto-RC). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, colleghe e colleghi, il Gruppo di Rifondazione Comunista non parteciperà al voto. Questo per segnalare un paradosso: da un lato, non possiamo, ovviamente, essere contrari al rafforzamento delle rappresentanze diplomatiche e all'assunzione di trenta unità ma, dall'altro lato, vogliamo esprimere una forte critica per il fatto che l'unico intervento che il Governo ha proposto finora al Parlamento italiano sulla crisi dell'Argentina ñ un Paese, peraltro, legato a noi sul piano economico, affettivo e popolare, in maniera così forte ñ si concretizzi nel decreto che stiamo esaminando.

La recessione economica ha fatto precipitare una crisi degli assetti anche in America Latina. L'Argentina è un caso, oltreché tragico, da manuale. E' la dimostrazione estrema delle conseguenze disastrose di una globalizzazione neoliberista applicata nella sua forma più rigorosa. Nello stesso tempo, in Argentina abbiamo visto la prima esperienza contemporanea di una rivolta popolare tanto radicale ed estesa da rovesciare successivi governi e da imporre una svolta generale.

Nei recenti colloqui multilaterali con i suoi creditori presso il Fondo monetario, l'Argentina ha messo sul piatto le sue richieste: non meno di 22 miliardi di dollari sono necessari perché il Paese torni a camminare con le proprie gambe. Ma secondo il Fondo monetario internazionale è "prematuro" parlare di cifre; non si capisce quando se ne dovrebbe parlare!

Le trattative saranno complesse e potrebbero andare avanti per lunghe settimane. Nel frattempo, una missione del Fondo monetario internazionale dovrebbe recarsi in Argentina per avviare formalmente i colloqui sul nuovo programma economico. Per l'amministratore delegato del Fondo, Horst Köhler, entrambe le parti sarebbero d'accordo sulla necessità di un piano globale di crescita sostenibile. Viene da rabbrividire ñ credetemi, colleghi - se si pensa cosa hanno prodotto i consigli elargiti finora.

Signor Presidente, l'Argentina porta oggi sulle spalle debito di oltre 141 miliardi di dollari. Gli argentini non possono prelevare liberamente i loro risparmi; l'accesso al credito è una chimera. Negozi e fabbriche sono costretti a chiudere; la disoccupazione supera il 22 per cento. I prezzi delle importazioni aumentano e si teme il ritorno dell'iperinflazione. Solo in gennaio i prezzi al consumo sono cresciuti del 2,3 per cento circa. Al Forum mondiale sociale di Porto Alegre ñ chi era presente lo ricorda bene ñ la crisi argentina è stata al centro dell'attenzione delle migliaia di partecipanti provenienti da Paesi di tutto il mondo.

Di fronte al disastro argentino, annunciato da tempo, cui seguirà il destino di altri Paesi dell'America Latina, qualcuno si è affrettato a trovare una serie di spiegazioni, ma nessuna ha messo in discussione le formule elaborate dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale per liberalizzare i commerci, privatizzare le imprese, rendere flessibile il lavoro. Pochi hanno avuto il coraggio di ricordare che, mentre si è imposta la liberalizzazione in Argentina, Stati Uniti ed Europa mantengono forti vincoli all'importazione di due prodotti base della sua economia: il grano e la carne.

Come interviene l'Italia? Di questo vorremmo che il Governo facesse discutere il Parlamento con una sua proposta, signor Sottosegretario. Quali politiche finanziarie ed economiche, quale intervento sul Fondo monetario internazionale, quali politiche di rientro dei rapporti migratori fra Italia e Argentina sono previsti? Non è possibile che di questo si discuta su tutti i giornali, come il "Sole 24 Ore", e su tutte le riviste, non solo quelle specializzate, senza che il Governo faccia discutere il Parlamento. Per questa serie di motivi, per queste contraddizioni, e per segnalare questi paradossi noi di Rifondazione Comunista non parteciperemo al voto.

VALLONE (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALLONE (Mar-DL-U). Signor Presidente, noi del Gruppo della Margherita naturalmente siamo díaccordo sulla conversione in legge del decreto-legge in esame. Certo avremmo preferito che oltre alla conversione di questo decreto si svolgesse anche una discussione più ampia sulla situazione di quel Paese.

Sicuramente noi siamo direttamente coinvolti per il grande numero di nostri connazionali in Argentina, ma oltremodo siamo coinvolti per il gran numero di nostri connazionali che stanno rientrando nel nostro Paese. Vorremmo comprendere cosa ha in mente e cosa propone il Governo per quei nostri concittadini che rientrano nel nostro Paese e spesso hanno necessità di tutto: dalla casa al lavoro, allíassistenza. Ad oggi non abbiamo sentito nulla su tutto ciò, e siamo preoccupati.

Votiamo la conversione perché riteniamo che líampliamento degli uffici consolari in quel Paese sia díaiuto ai nostri connazionali; sicuramente una migliore e maggiore presenza di uffici e personale nelle nostre ambasciate aiuterà e allevierà, per quanto possibile, alcune situazioni.

Comunque, invito il Presidente ad esternare al Governo questa nostra preoccupazione su come aiutare i nostri connazionali che rientrano. Ecco perché, mentre votiamo a favore, auspichiamo che questi temi possano essere affrontati in un dibattito parlamentare.

Nel contempo, chiediamo a lei, signor Presidente, di farsi portatore della nostra richiesta che una Commissione del Senato possa recarsi in Argentina per verificare meglio tutto quanto sta avvenendo in quel Paese, soprattutto in relazione ai nostri connazionali. Mi auguro che questa proposta venga accolta. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U).

PRESIDENTE. Senatore Vallone, condivido pienamente quel che lei ha sollecitato. Pertanto mi farò portavoce della sua richiesta.

PIANETTA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIANETTA (FI). Signor Presidente, signor Sottosegretario, come ha riferito puntualmente il relatore, il provvedimento prevede líassunzione di trenta unità con contratto temporaneo per sei mesi, rinnovabile per due ulteriori semestri, presso la nostra rappresentanza diplomatica. La numerosa collettività italiana ha necessità di una più ampia assistenza da parte della nostra rappresentanza. Sono veramente tante le situazioni oggettive: molti italiani anziani in precarie situazioni economiche necessitano di ausilio per líespletamento di pratiche, per líassistenza sociale, per líassistenza sanitaria; giovani e meno giovani che intendono rientrare; artigiani, imprenditori. Come è stato evidenziato dal relatore, sono tante le categorie che, nellíattuale precarietà della situazione argentina, necessitano di più attenzione e quindi di maggiore disponibilità della nostra rappresentanza.

A proposito delle considerazioni pocíanzi svolte dal collega Vallone, proprio ieri durante líUfficio di presidenza della Commissione esteri abbiamo immaginato e programmato che una missione del Senato possa recarsi in Argentina per valutare la situazione, sia per quanto attiene líespletamento di tutta líattività presso la nostra ambasciata e i nostri uffici consolari, sia per quanto riguarda la possibilità di incontrare le nostre comunità per rendersi maggiormente conto della situazione. Anche se si tratta di temi noti e di elementi a nostra conoscenza, ritengo sia sempre un fatto estremamente importante toccare con mano le esigenze.

Come del resto ha riferito pocíanzi il Governo, questa sarà senzíaltro una iniziativa per valutare più globalmente i temi della precarietà e i problemi che attraversa in questo momento líArgentina, manifestando quindi tutta la nostra attenzione nei confronti della comunità italiana.

E in tal senso, per concludere, signor Presidente, bene ha fatto il Governo ad interpretare queste esigenze di assistenza nei confronti delle nostre comunità, soprattutto nei confronti delle categorie più deboli. Io stesso ho fatto qualche tempo fa un viaggio in Argentina e mi sono reso conto di questa precarietà. Vi sono tante persone anziane che godono soltanto di pensioni in lire, con tutto quello che era avvenuto nell'ambito della situazione economica e sociale in Argentina.

Ebbene, io ritengo che tutta questa attenzione debba essere evidenziata da parte del Parlamento e so che il Governo è molto attento a questo riguardo. Quindi ñ come dicevo ñ bene ha fatto il Governo ad interpretare queste esigenze e, attraverso questo decreto a porre in essere le opportune modalità per assistere ampiamente le nostre comunità, soprattutto le persone che si trovano in particolare difficoltà.

Per tutte queste considerazioni, esprimo il voto favorevole del Gruppo Forza Italia. (Applausi dal Gruppo FI. Congratulazioni).

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, colleghi, la conversione del presente decreto-legge investe un aspetto particolare, un aspetto estremamente settoriale, della tragedia economico-finanziaria che ha colpito in questi primi mesi del 2002 il popolo argentino. Ma è comunque un intervento doveroso e un adempimento meritevole di apprezzamento.

Si tratta di consolidare le nostre strutture consolari e la nostra Ambasciata, che hanno registrato, alla luce di quanto si è verificato negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, un improvviso aggravio di lavoro, di adempimenti, di ruoli, di servizi. Ed è normale che in questo caso si ricorra a provvedimenti di rafforzamento degli organici, anche con possibilità di prolungamento e di rinnovo di tali adempimenti, come recita il decreto-legge, in deroga a normative vigenti.

È chiaro che l'intervento, la presenza, il ruolo, la sensibilizzazione del Governo italiano rispetto a quanto è avvenuto non può esaurirsi con provvedimenti di questo tipo: è una materia molto più ampia e complessa. È doveroso un nostro impegno per soccorrere questa popolazione, che si è venuta a trovare in tale difficile situazione dopo anni di errori governativi, un forte indebitamento, una forte crisi finanziaria, con aspetti di degenerazione sulla vita pubblica e di corruzione che venivano già segnalati da anni e di cui oggi in un Paese così ricco, così pieno di risorse, avvertiamo ñ noi pensiamo ñ l'apice delle contraddizioni e l'effetto estremo delle degenerazioni. È, l'Argentina, un Paese ricco di risorse, di potenzialità, di possibilità di investimento, un Paese che ha dato moltissimo al nostro in anni non troppo lontani. Infatti la nostra economia, soprattutto in certe aree del Paese, è stata sostenuta per anni e la stessa sopravvivenza di tanti cittadini residenti in Italia è stata consentita per anni dalle rimesse provenienti dai nostri emigranti di tutto il mondo, ma in particolare dall'Argentina, che è il Paese in cui è più estesa la comunità italiana.

È per questo che è particolarmente doveroso l'impegno del Governo italiano su questo fronte, un impegno al concorso per una limitazione del debito estero, un impegno per l'assorbimento di unità lavorative da reimpiegare nel nostro Paese. Sotto questo aspetto sono già attivi alcuni governi regionali ed è forte in questa situazione l'istanza di discendenti dei nostri emigranti a rientrare nel nostro Paese. Dobbiamo organizzarci, definire intanto i contingenti e i limiti di questo intervento, ma dobbiamo fare il possibile per porlo in atto. Sono anche in atto interventi sul fronte degli investimenti in Argentina, sul fronte della formazione professionale, interventi ancor più meritevoli di attenzione perché devono essere effettuati in loco.

Già le manifestazioni, i segnali di una disponibilità ampia allíintervento in questa materia sono stati dati da questo Governo e da questa maggioranza; ricordo il viaggio del presidente della Camera, Casini, e anche del sottosegretario Baccini; sono stati assunti degli impegni; sono state assicurate delle disponibilità.

Questo che oggi esaminiamo è un piccolo intervento, un piccolo passo, che comunque è doveroso, è necessario per supportare rappresentanze diplomatiche e consolari già in passato ñ devo dire ñ un poí carenti organizzativamente, anche prima che si verificasse la recente crisi, sotto molti profili; soprattutto gli uffici consolari mostravano dei limiti sotto un profilo strutturale, particolarmente per quanto riguardava gli aspetti anagrafici, di censimento della vasta popolazione italiana emigrata in Argentina, rispetto ai quali cíerano notevoli carenze, a cui abbiamo anche sopperito in questi mesi con i vari provvedimenti sulla rilevazione degli italiani allíestero, finalizzati al diritto di voto, che è stato reso più efficace dalle recenti normative assunte in sede di revisione costituzionale e di legislazione ordinaria a questo fine.

Già qualcosa, quindi, era stato fatto, sotto il profilo del potenziamento delle strutture burocratiche; questo è un ulteriore passo, che è legato soprattutto alla crisi che si è verificata di recente, un provvedimento al quale non possiamo non assicurare anche noi, come Gruppo del Biancofiore, il nostro voto favorevole. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE. Congratulazioni).

BUDIN (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BUDIN (DS-U). Signor Presidente, intervengo in primo luogo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo Democratici di sinistra-líUlivo a questo provvedimento, che riteniamo sia giusto che il nostro Parlamento approvi come risposta pronta a uníesigenza presente nellíattuale drammatica situazione in Argentina.

Si tratta di una risposta che è una sorta di obbligo che líItalia ha nei confronti dei propri cittadini che vivono in Argentina e dei cittadini argentini che sono originari del nostro Paese. Il nostro sarà quindi un voto favorevole a questo provvedimento.

In secondo luogo, volevo sottolineare che bene ha fatto il collega Martone, in particolare, ma anche altri colleghi a ribadire che è necessario strategicamente anche un altro impegno del nostro Paese nei confronti dellíArgentina, uníaltra attenzione per contribuire alla ripresa e allo sviluppo sociale ed economico in quel Paese e anche, alla fine, ad uno sviluppo politico.

Credo quindi che bene abbiano fatto i colleghi ad avanzare questa sollecitazione e bene faremmo noi tutti, il Governo in primo luogo, ma anche il Parlamento, a recepire quel tipo di sollecitazione e ad affrontare quindi concretamente, nelle sedi opportune, quei problemi. E credo che líiniziativa programmata della visita in Argentina rientri in questa logica.

PRESIDENTE. Senatore Budin, al riguardo devo informare anche il collega Vallone che la Presidenza ha già dato il proprio benestare e ha inviato la lettera alla Presidenza della Commissione competente, che credo si stia già organizzando per la missione.

GRILLOTTI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRILLOTTI (AN). Signor Presidente, la dichiarazione di voto di Alleanza Nazionale ovviamente è a favore di questo provvedimento, riportandolo nella sua giusta dimensione.

Líarticolo 1 del decreto-legge parla di potenziamento delle strutture consolari in Argentina; questo, evidentemente, rientra in un quadro obbligato: dati i problemi attuali e contingenti dellíArgentina, ci sarà sicuramente un numero maggiore di richieste e una maggiore necessità di offrire un servizio ai nostri concittadini in Argentina, dunque partiamo dal potenziamento delle strutture per poter dare questa risposta, senza che nessuno di noi si sia dimenticato, neanche per un minuto, che tutte le altre questioni, di cui si è parlato in questo ramo del Parlamento, saranno oggetto, ovviamente, di provvedimenti consoni assunti al momento opportuno, anche in forma di legge.

Quindi, è semplicemente razionale potenziare le strutture consolari per dare una migliore e più rapida risposta ai problemi immediati e contingenti dei nostri concittadini.

Quindi, il voto di Alleanza Nazionale è favorevole perché si crei una struttura che consentirà di offrire un buon servizio.

SCARABOSIO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

SCARABOSIO (FI). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la mia sarà una dichiarazione in dissenso sotto la forma dellíastensione, perché 300.000 italiani in questo momento stanno tremando ed hanno paura di perdere tutti i loro risparmi.

Per questo motivo ho costituito un comitato in difesa di questi italiani che hanno già tanto aiutato líArgentina attraverso la sottoscrizione di obbligazioni. Soltanto ieri ho ricevuto la risposta di mille persone che hanno telefonato per aderire allíiniziativa. Si tratta di un fatto epocale, anche se non ce ne rendiamo conto. La somma di cui líABI mi ha parlato, relativa a sottoscrittori italiani, è pari a circa 25.000 miliardi, un ammontare simile a quello di una manovra finanziaria.

Quindi, affermo che va bene prendere in considerazione líemergenza dellíArgentina e capire che ha bisogno di aiuto, ma non posso non urlare di fronte al popolo italiano, di fronte ai parlamentari e al Governo che esistono 300.000 italiani che hanno bisogno di aiuto. Non esiste alcuna struttura a cui rivolgersi: le banche si negano e ormai fanno finta di non riconoscerli più come loro clienti; prima hanno fatto sottoscrivere le obbligazioni e adesso negano loro líaiuto.

Quindi, chiedo al Governo e alle forze parlamentari di fare qualcosa al riguardo. Per questo motivo la mia astensione ha un colore politico molto forte. Credo sia doveroso impegnarci a dare un aiuto a queste persone, e sono tante, che hanno investito tutti i loro risparmi che, seppure in media di piccola entità (circa 50-100 milioni), rappresentano la loro pensione.

Che cosa possiamo fare? Si deve ora passare alla fase costruttiva. Possiamo agire attraverso azioni legali che sto studiando con alcuni tecnici che stanno con me collaborando. Possiamo soprattutto compiere uníazione politica forte attraverso la costituzione di una Commissione composta da membri del Parlamento, del Governo e anche di banche che sono competenti nel caso specifico. Questa Commissione dovrà prendere contatti con lo Stato argentino ed anche con il Fondo monetario internazionale.

Mi auguro che questa mia astensione, che è strettamente personale, sensibilizzi il rappresentante del Governo presente in questa sede. Sono sicuro che avrà la necessaria sensibilità, come ha dimostrato lo stesso presidente Berlusconi, da me sollecitato, il quale ha parlato con il Ministro degli esteri argentino proprio a tal proposito.

Tutti i parlamentari devono rendersi conto che 300.000 italiani tremano di fronte al grande disastro che è caduto sulle loro spalle. (Applausi dai Gruppi FI, LNP, UDC:CCD-CDU-DE e AN. Congratulazioni).

RUVOLO (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUVOLO (Aut). Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo per le Autonomie, non posso non sottolineare che il dibattito, anche se breve, ha avuto una sua caratteristica di fondo: ha fatto rilevare che il provvedimento in esame non è assolutamente sufficiente ad affrontare il problema dellíArgentina.

Pur apprezzando lo sforzo del Governo per quanto ha messo in campo fino ad oggi, sottolineo la mancanza di uníazione forte, decisa. Non possiamo, nel modo più assoluto, consentire il rientro disorganizzato dei tanti e tanti siciliani e meridionali italiani che vivono in Argentina. La ragione è semplice: bisogna affrontare il problema con una cooperazione assoluta tra il Governo italiano e quello argentino, affinché si creino condizioni tali per cui i nostri connazionali possano rimanere in Argentina. Occorre dare a questo Paese un contributo per la ripresa dalla grande crisi che líattanaglia, ma anche per far sì che gli italiani, che da un cinquantennio circa vivono in Argentina, possano ritrovare una ragione per rimanervi. (Applausi dai Gruppi Aut e UDC:CCD-CDU-DE).

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge, composto del solo articolo 1.

È approvato.

Su notizie di stampa relative ad affermazioni del senatore Manzione

CIRAMI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CIRAMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, abbiamo appreso ieri con vivo rincrescimento e disappunto una dichiarazione del senatore Manzione ñ che mi dispiace in questo momento non sia presente ñ diffusa ieri pomeriggio, tesa a criticare la scelta del Presidente del Senato di essere rappresentato al consesso dei magistrati (che inizia oggi il suo congresso a Salerno) da ella, signor Presidente, con una motivazione che, a modo di vedere mio e credo di molti altri colleghi, desta molte perplessità e che ritengo possa essere stata frutto di un equivoco: non mi sembra infatti possa essere definito inopportuno designare il vice presidente Calderoli, a rappresentare líistituzione Senato, per incarico del presidente Pera, al congresso dei magistrati. Conoscendo la sensibilità del senatore Manzione, mi auguro che questo sarà smentito o, comunque, oggetto di chiarimento.

Non credo questo possa rientrare nel diritto di critica quando sono in gioco le istituzioni che impongono il rispetto anche da parte di chi non condivide le posizioni politiche proprie di chi ha la rappresentanza del Senato della Repubblica.

Il mio Gruppo, come tutti i parlamentari appartenenti allíAssemblea, si sente dignitosamente rappresentati dal presidente Pera e, nellíassoluto rispetto delle sue designazioni, io mi sento ugualmente rappresentato dignitosamente da lei, signor Presidente, al quale noi esprimiamo la massima solidarietà. (Applausi dai Gruppi FI, LN e, UDC:CCD-CDU-DE).

PRESIDENTE. Ringrazio il senatore Cirami per il suo intervento. Le designazioni del Presidente del Senato non possono, però, essere approvate né contestate in questa sede.

CAVALLARO (Mar-DL-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAVALLARO (Mar-DL-U). Signor Presidente, intervengo in relazione alle dichiarazioni del collega Cirami. Condivido appieno quanto da lei rilevato, aggiungo però un altro argomento, ossia la possibile, ed inammissibile, censura all'esercizio normale di un diritto di critica.

Anche a nome del Gruppo mi permetto, affinché resti a verbale, di dissentire, non in relazione al merito delle dichiarazioni del senatore Manzione, di cui egli personalmente risponde (per quanto mi riguarda, posso dire che mi sentirei rappresentato da lei come da qualunque altro senatore presente in questa Aula), ma in relazione al fatto che si possano svolgere dichiarazioni per esprimere semplici censure sulla manifestazione politica del pensiero dei componenti di questo Consesso.

PRESIDENTE. Senatore Cavallaro, ritengo chiusa la questione.

Per lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni

Per la risposta scritta ad interrogazioni

BUDIN (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BUDIN (DS-U). Signor Presidente, a conclusione di questa seduta sollecito il Governo a rispondere ad una serie di interrogazioni ed interpellanze da me presentate dallíinizio della legislatura in merito alla mancata applicazione della legge sulla tutela della minoranza slovena in Italia. Mi riferisco, in particolare, alle interpellanze 2-00052 del 3 ottobre 2001 e 2-00130 del 3 gennaio 2002 e allíinterrogazione 3-00062 del 18 luglio 2001, da me presentate in merito alla mancata istituzione del Comitato paritetico che darà avvio allíattuazione dellíintera legge; in relazione ad un decreto ministeriale, emanato nel frattempo, che va contro la normativa di quella legge; infine, in merito alla mancata attuazione dellíarticolo 15 della stessa legge che sarebbe dovuta avvenire entro tre mesi dalla sua entrata in vigore, ma che risale a più di un anno fa. Poiché la situazione sta anche peggiorando, sollecito, suo tramite, il Governo a dare una risposta a questi atti di sindacato ispettivo, sia in sede parlamentare, sia soprattutto dando risposte concrete per risolvere questi problemi.

BONAVITA (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BONAVITA (DS-U). Signor Presidente, sono qui per sollecitare il Governo affinché risponda all'interrogazione 4-00982 del 28 novembre 2001, facente riferimento alla messa in sicurezza della E45, nel tratto tra Verghereto e Ravenna, ossia della più grande infrastruttura del territorio romagnolo. Tale importante arteria, che collega il Nord-Est del Paese con il Centro e il Sud d'Italia, da tempo vive in uno stato di degrado completo e spesso gli incidenti che si verificano sono dovuti all'incuria, alla mancanza di manutenzione.

Gli enti locali della Comunità montana dell'Alto Savio, le associazione di categoria e imprenditoriali ed i sindacati della Polstrada hanno da tempo sollecitato l'attenzione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti nei confronti dei problemi inerenti alla messa in sicurezza.

E' da tempo che attendo una risposta e avrei piacere a riceverla.

PRESIDENTE. Senatore Bonavita, la Presidenza si farà portatrice della sua istanza.

Interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza un'interpellanza e interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 12 marzo 2002

PRESIDENTE. Essendo stati esauriti o rinviati gli argomenti previsti per la corrente settimana dal calendario dei lavori dell'Assemblea, la seduta pomeridiana non avrà più luogo.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 12 marzo, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 12,47).



Allegato A

DISEGNI DI LEGGE DISCUSSI AI SENSI DELL'ARTICOLO 44, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO

(*) Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo (795)
Norme in difesa della cultura italiana e per la regolamentazione dell'immigrazione (55)
Nuove norme in materia di immigrazione (770)
Disciplina dell'ingresso degli stranieri che svolgono attività sportiva a titolo professionistico o comunque retribuita (797)
Norme in materia di ingressi dei lavoratori extracomunitari occupati nel settore dello spettacolo (963)

________________

(*) Testo preso in esame dall'Assemblea

ARTICOLO 27 DEL DISEGNO DI LEGGE N. 795

Art. 27.

Non posto in votazione (*)

(Norma finanziaria)

1. Per fronteggiare gli oneri derivanti dallíattuazione degli articoli 11, comma 1, lettera c), 12, comma 1, lettera a), e 25, è autorizzata la spesa di 18,59 milioni di euro per líanno 2002, di 103,29 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, cui si provvede:

a) quanto a 18,59 milioni di euro per líanno 2002 ed a 15,49 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, mediante utilizzo delle economie derivanti dalla soppressione della facoltà per i lavoratori extracomunitari di richiedere la liquidazione dei contributi versati in loro favore, nel caso in cui cessino líattività lavorativa in Italia e lascino il territorio nazionale. Tali somme sono versate dallíINPS allíentrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate allo stato di previsione del Ministero dellíinterno;

b) quanto a 87,80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per líanno 2001, allo scopo utilizzando per 5,17 milioni di euro líaccantonamento relativo al Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per 67,14 milioni di euro líaccantonamento relativo al Ministero delle finanze e per 15,49 milioni di euro líaccantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

2. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

________________

(*) Approvato l'emendamento 27.500a interamente sostitutivo dell'articolo.

EMENDAMENTI

27.10a

Giaretta, Cambursano, Dentamaro, Petrini, Toia, Dato

Improcedibile

Sostituire líarticolo con il seguente:

"Art. 27-bis.

(Autorizzazioni di spesa)

1. Per la realizzazione di nuove strutture da adibire a centri di accoglienza temporanea e a centri di accoglienza per richiedenti asilo, è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per líanno 2002 e di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004".

Compensazione Gruppo Margherita-DL-Ulivo (vedi em. 27.0.3a)

27.400

Giaretta, Cambursano, Dentamaro, Petrini, Toia, Dato

Improcedibile

Sostituire líarticolo con il seguente:

"Art. 27-bis.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dallíattuazione della presente legge, valutati in 40 milioni di euro per líanno 2002, ed in 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, cui si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze.

2. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".

Compensazione Gruppo Margherita-DL-Ulivo (vedi em. 27.0.3a)

27.2

Malabarba, Malentacchi, Sodano Tommaso

Improcedibile

Sostituire líarticolo con il seguente:

"1. Per fronteggiare gli oneri derivanti dallíattuazione degli articolo 11, comma 1, lettera c), articoli 15 e 25 è autorizzata la spesa di 27 milioni di euro per líanno 2002, di 60 milioni di euro per líanno 2003 e di 40,88 milioni di euro per líanno 2002, cui si provvede:

a) quanto a 27 milioni di euro per líanno 2002 mediante incremento dellíaccisa sul tabacco, fino a concorrenza del predetto importo;

b) quanto a 60 milioni di euro per líanno 2003 e 40,88 milioni di euro per il 2004 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per líanno 2001, allo scopo utilizzando líaccantonamento relativo al ministero delle finanze".

27.500a

Boscetto

Approvato

Sostituire líarticolo con il seguente:

"1. Dallíapplicazione degli articoli 2, 4, 14, 15, 16, 17 e 26 non devono derivare oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.

2. Allíonere derivante dallíattuazione degli articoli 1, 11, comma 1, lettera c), 12 e 25, valutato in 18,36 milioni di euro per líanno 2002, 115,14 milioni di euro per líanno 2003, 110,07 milioni di euro per líanno 2004 e 85,28 milioni di euro a decorrere dal 2005, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando líaccantonamento relativo al medesimo Ministero.

3. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".

27.5

Boco, Carella, Cortiana, De Petris, Donati, Martone, Ripamonti, Turroni, Zancan

Precluso

Sopprimere il comma 1.

27.11

Cambursano, Giaretta, Dentamaro, Petrini, Toia, Dato

Precluso

Il comma 1 è sostituito dal seguente:

"1. Ai fini dellíattuazione degli articoli 12, comma 1, lettera a), e 25, è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per líanno 2002, e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, per gli oneri connessi alla realizzazione di nuove strutture da adibire a centri di accoglienza temporanea e a centri di accoglienza per richiedenti asilo.

2. Agli oneri derivanti dallíattuazione della presente legge valutati è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per líanno 2002, e di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, cui si provvede quanto a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002.

3. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".

27.12a

Giaretta, Cambursano, Dentamaro, Petrini, Toia, Dato

Precluso

Il comma 1 è sostituito dal seguente:

"1. Per fronteggiare gli oneri dallíattuazione degli articoli 11, comma 1, lettera c), 12, comma 1, lettera a) e 25, è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per líanno 2002, di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004, cui si provvede quanto a 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002.

2. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".

Compensazione Gruppo Margherita-DL-Ulivo (vedi em. 27.0.3a)

27.13a

Giaretta, Cambursano, Dentamaro, Petrini, Toia, Dato

Precluso

Al comma 1, la lettera a) è soppressa.

Compensazione Gruppo Margherita-DL-Ulivo (vedi em. 27.0.3a)

27.500

Guerzoni, Viviani, Battafarano, Gruosso, Piloni, Di Siena, Vitali

Precluso

Al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente:

"a) quanto a 18,59 milioni di euro per líanno 2002 ed a 15,49 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 sono ridotti gli importi iscritti nei fondi speciali di parte corrente per ciascun Ministero, così come indicati nella Tabella A richiamata allíarticolo 78, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, per ciascun anno del triennio 2002-2004, di una percentuale dellíammontare complessivo, escluse le regolazioni debitorie, fino a concorrenza degli oneri conseguenti;".

27.1

Pagliarulo, Marino, Muzio

Precluso

Al comma 1, lettera a), sostituire le parole da: "utilizzo delle economia derivanti" fino alla fine della lettera con le altre: "corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per líanno 2001".

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 27

27.0.1

Callegaro

Respinto

Dopo líarticolo 27 del decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, è aggiunto il seguente:

"Art. 27-bis.

(Ingresso per lavoro in casi particolari
di straordinaria necessità ed urgenza)

1. Al di fuori degli ingressi per lavoro di cui agli articoli precedenti, per la seguente categoria di lavoratori stranieri è rilasciata autorizzazione al lavoro, con rilascio e/o trasformazione del visto di ingresso e del permesso di soggiorno per lavoro subordinato domestico, riconoscendosi il particolare valore morale e sociale dellíopera prestata, la necessità e líurgenza di provvedere: assistenti domiciliari permanenti per persone anziane ovvero invalide, assunte con regolare contratto dalla persona interessata ovvero da un parente entro il quarto grado, che ne garantisca altresì líalloggio, con certificazione medica della patologia da cui è affetto líinteressato (rilasciata dalla ASL di appartenenza) ed autocertificazione dellíinteressato o del familiare circa la necessità di assistenza domiciliare domestica continua.

2. Con regolamento di attuazione verranno disciplinate le ulteriori modalità e termini per il rilascio delle predette autorizzazioni al lavoro e dei permessi di soggiorno.

3. Il permesso di soggiorno per lavoro domestico ha validità di un anno, con prima scadenza al 31 dicembre dellíanno in cui è stato richiesto, e può essere rinnovato per un numero indeterminato di volte.

4. Entro il 31 dicembre di ogni anno solare, il lavoratore straniero dovrà richiedere il rinnovo, producendo nuova autocertificazione da parte dellíinteressato o di un familiare entro il quarto grado, attestante il permanere della necessità di assistenza domestica domiciliare.

5. Il permesso di soggiorno per lavoro subordinato domestico potrà essere convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato solo dopo cinque anni (tre anni) di rinnovi ininterrotti.

6. Decorso lo stesso termine, lo straniero titolare di permesso di soggiorno per lavoro domestico, potrà richiedere la carta di soggiorno di cui allíarticolo 9".

27.0.2

Forlani

Ritirato

Dopo líarticolo 27, aggiungere il seguente:

"Art. 27-bis.

1. Sino al 30 giugno 2001 possono richiedere il rilascio del permesso di soggiorno, della durata di due anni, rinnovabile, per motivi di lavoro subordinato, esclusivamente quali collaboratori domestici, i lavoratori stranieri già presenti in Italia prima della data di entrata in vigore della presente legge, previa presentazione alla Questura competente per territorio di apposita domanda corredata da:

a) idonea documentazione circa líeffettiva presenta in Italia prima dellíentrata in vigore della presente legge;

b) un contratto di lavoro subordinato per lavoro domestico, il quale preveda condizioni non inferiori a quelle stabilite dal contratto collettivo di lavoro applicabile ai collaboratori domestici e che abbia durata per almeno ventiquattro mesi successivi alla entrata in vigore della presente legge e che assicuri la retribuzione per almeno ventiquattro ore settimanali. Tale contratto deve recare sottoscrizione autenticata, prevedere la sola condizione sospensiva della concessione del permesso di soggiorno e deve essere verificato dalla competente Direzione provinciale del lavoro. I contratti, al fine di soddisfare la condizione dellíorario minimo retribuito, potranno essere sottoscritti anche con una pluralità di datori di lavoro;

c) uníautocertificazione del datore di lavoro o, qualora più díuno, dei datori di lavoro, da cui si evinca la loro residenza; lo stato di famiglia; la consistenza e la composizione del nucleo familiare e la titolarità di un reddito sufficiente a coprire le spese per le retribuzioni, vitto alloggio e contributi per il lavoratore assunto, anche cumulando il reddito dei parenti conviventi con i medesimi datori di lavoro, secondo le tabelle allegate alla presente legge. Nel caso di pluralità di contratti, la titolarità del reddito sufficiente deve essere verificata con riferimento a ciascun datore di lavoro;

d) líattestato di versamento allíINPS da parte del datore di lavoro, per mezzo di apposito bollettino, dei contributi dovuti per gli otto mesi successivi allíentrata in vigore della presente legge e, qualora il lavoratore abbia prestato la propria opera quale collaboratore domestico precedentemente allíassunzione di cui punto b) senza che siano stati versati i contributi dovuti per detti periodi, con il versamento da parte del datore di una somma pari a sei mesi della contribuzione dovuta per il pregresso rapporto di lavoro, sulla base di un orario di lavoro di almeno ventiquattro ore settimanali. Il versamento di detta somma esonera il datore di lavoro dal versamento di qualsiasi ulteriore somma dovuta per il mancato rispetto dellíobbligo contributivo, anche a titolo di sanzione amministrativa o di interessi ed estingue qualsiasi reato correlato al mancato rispetto degli obblighi contributivi o allíutilizzo del lavoratore straniero presente irregolarmente sul territorio italiano, con riferimento ai periodi precedenti allíentrata in vigore della presente legge. In caso di più datori di lavoro, ciascuno sarà tenuto al versamento delle predette somme contributive in proporzione alle ore che saranno prestate a suo favore dal collaboratore domestico assunto, sempre nel rispetto del minimo complessivo di ventiquattro ore settimanali retribuite. Detta ripartizione dellíonere tra più datori di lavoro è valida anche con riferimento alla regolarizzazione del periodo pregresso.

I contributi versati in anticipo non sono rimborsabili, salvo il caso di cessazione anticipata del rapporto di lavoro dovuta a giusta o nel caso di mancata concessione del permesso di soggiorno da parte delle Autorità competenti, in questíultimo caso previa presentazione di idonea documentazione allíINPS circa líavvenuto diniego alla concessione del permesso di soggiorno e copia autenticata del passaporto del lavoratore non comunitario attestante líeffettivo abbandono del territorio nazionale.

2. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, (...) detta cessazione dovrà essere comunicata immediatamente sia alla Questura che alla Direzione provinciale del lavoro sia dal lavoratore che dal datore di lavoro. In mancanza della predetta comunicazione, il permesso di soggiorno del lavoratore cessa di validità ed il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una sanzione amministrativa di lire 5.000.000 per líomessa comunicazione.

3. Effettuata detta comunicazione, allo straniero che ne faccia richiesta viene rilasciato un nuovo permesso di soggiorno per inserimento lavorativo solo ed esclusivamente quale collaboratore domestico, di validità pari al periodo residuo, ed in ogni caso di durata non inferiore a sei mesi, che dà diritto ad essere iscritto nelle liste di collocamento.

4. Qualora in detto periodo di validità del permesso di soggiorno per inserimento lavorativo domestico lo straniero sia assunto nuovamente (...) otterrà dalla Questura, previo soddisfacimento di tutte le condizioni e gli adempimenti di cui al comma 1, nuovo permesso di soggiorno per lavoro domestico della durata di due anni, rinnovabile.

5. Il permesso di soggiorno per lavoro domestico concesso sulla base della presente legge non può essere convertito in altro permesso di soggiorno, se non in un permesso di soggiorno per lavoro nel rispetto delle condizioni e dei limiti delle quote annuali díingresso per lavoro autorizzate ogni anno in applicazione dellíarticolo 3, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni e salvo il diritto ad ottenere da parte dello straniero il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare".

27.0.3a
Compensazione Gruppo Margherita-DL-Ulivo

Giaretta

Improcedibile

Dopo líarticolo 27, aggiungere il seguente:

"Art. 27-bis.

(Norme di copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti della presente legge, valutati in 600 milioni di euro per líanno 2002 e 500 milioni di euro a decorrere dallíanno 2003, si provvede in parte mediante riduzione, nel limite massimo del 70 per cento, degli importi iscritti ai fini del bilancio triennale 2002-2004, al netto delle regolazioni debitorie, nellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione della spesa del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno finanziario 2002, allo scopo parzialmente utilizzando líaccantonamento relativo a ciascun ministero; per la rimanente parte si provvede mediante utilizzo del Fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente (4.1.5.2 ñ Altri fondi di riserva cap. 3003) di cui allíarticolo 9-ter della legge n. 468 del 1978, come quantificato per gli anni 2002, 2003 e 2004 dalla tabella C della legge 28 dicembre 2001, n. 448.

A decorrere dal 2005, per il reperimento delle eventuali risorse aggiuntive necessarie allíattuazione del presente articolo si provvede secondo le procedure previste dallíarticolo 11-ter, comma 7, ovvero dallíarticolo 11, comma 3, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.

2. È abrogato líarticolo 13 della legge 18 ottobre 2001, n. 383.

3. Gli stanziamenti iscritti nelle unità previsionali di base del bilancio per líanno finanziario 2002 e le relative proiezioni per gli anni 2003-2004 relativi alla categoria IV, con esclusione delle spese aventi natura obbligatoria o legislativamente predeterminate, sono ridotti del 5 per cento.

4. Gli stanziamenti iscritti nelle unità previsionali di base del bilancio di previsione dello Stato per líanno finanziario 2002 e le relative proiezioni per gli anni 2003 e 2004, concernenti le spese classificate "Consumi intermedi" sono ridotti del 5 per cento per ciascun anno, con esclusione di quelli relativi ad accordi internazionali, ad intese con confessioni religiose, a regolazioni contabili, a garanzie assunte dallo Stato nonché di quelli eventi natura obbligatoria.

5. Allíarticolo 16 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

"1-bis. Per i soggetti di cui agli articoli 6 e 7 líimposta è determinata applicando al valore della produzione netta líaliquota del 6,5 per cento".

Il Ministro dellíeconomia e delle finanze provvede a ridurre i trasferimenti alle regioni in misura pari alle maggiori entrate derivanti dallíapplicazione delle presenti norme".

PROPOSTA DI COORDINAMENTO

Coord. 1

Il Governo

Approvata

1) All ëarticolo 11, comma 1, lettera b), nel capoverso 3-quater ivi richiamato, ultimo periodo, sostituire le parole. "di cui ai commi 13 e 14 "con le seguenti: "di cui ai commi 13, 13-bis, 13-ter e 14 ".

(coordinamento necessario perché il comma 13 dellíarticolo in oggetto ó art. 13 del testo unico ó è stato sostituito dai commi 13, 13-bis e 13-ter)

 

2) All ëarticolo 12-bis, introdotto dallëemendamento 12.0.3, aggiungere il seguente comma:

"1-bis. La rubrica dellíarticolo 15 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 è sostituita dalla seguente: "Espulsione a titolo di misura di sicurezza e disposizioni per líesecuzione dellíespulsione ".

(coordinamento necessario a seguito dellíapprovazione dellíemendamento 12.0.3 che aggiunge un nuovo comma allíarticolo 15 del testo unico)

 

3) All ëarticolo 22 aggiungere, infine, i seguenti commi:

"1-bis. Allíarticolo 25 del testo unico di cui al decreto legislativo n.286 del 1998, il primo periodo del comma 5 è sostituito dal seguente: "Ai contributi di cui al comma 1, lettera a), si applicano le disposizioni dellíarticolo 22, comma 13, concernenti il trasferimento degli stessi allíistituto o ente assicuratore dello Stato di provenienza.

1-ter. Allíarticolo 26 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, nel comma 3, le parole da: "o di corrispondente garanzia" fino alla fine del comma sono soppresse."

(coordinamenti necessari:

- il primo (comma 1-bis) a seguito della modificazione del comma 11 ó ora 13 ódellíarticolo 22 del testo unico, al quale líarticolo 25, comma 5, fa riferimento;

- il secondo (comma 1-ter) a seguito della modifica dellíarticolo 23, comma 1, del testo unico, che nel testo vigente disciplina líistituto della garanzia óabrogato dal disegno di legge in votazione - a cui si riferiscono le ultime parole dellíarticolo 26, comma 3)

 

4) All ëarticolo 26, sopprimere il comma 2-bis introdotto dallíemendamento 26.13.

(coordinamento necessario a seguito dellíapprovazione dellíemendamento 25.159 testo 2)

DISEGNO DI LEGGE

Nuove norme per líesercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da gravi infermità (236)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE (*)

Art. 1.

1. Allíarticolo 55, secondo comma, del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e allíarticolo 41, secondo comma, del testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, le parole: "nel Comune" sono sostituite dalle seguenti: "in un qualsiasi comune della Repubblica".

2. Allíarticolo 55 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, e allíarticolo 41 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960, è aggiunto, in fine, il seguente comma: "Líannotazione del diritto al voto assistito, di cui al secondo comma, è inserita, su richiesta dellíinteressato, corredata della relativa documentazione, a cura del Comune di iscrizione elettorale, mediante apposizione di un corrispondente simbolo o codice, nella tessera elettorale personale, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di riservatezza personale ed in particolare della legge 31 dicembre 1996, n.  675, e successive modificazioni".

________________

(*) Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.

 

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 gennaio 2002, n. 3, recante disposizioni urgenti per il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina (1115)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE E ALLEGATO RECANTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE AL DECRETO-LEGGE, NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI (*)

Art. 1.

1. Il decreto-legge 16 gennaio 2002, n. 3, recante disposizioni urgenti per il potenziamento degli uffici diplomatici e consolari in Argentina, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato il disegno di legge, composto del solo articolo 1.

Allegato

MODIFICAZIONI APPORTATE IN SEDE DI CONVERSIONE AL DECRETO-LEGGE 16 GENNAIO 2002, N. 3

Allíarticolo 2, comma 1, le parole: "valutato in euro 907.195,23 per il 2002 ed in euro 725.756,18 per il 2003" sono sostituite dalle seguenti: "nel limite massimo di euro 907.195,23 per il 2002 e di euro 725.756,18 per il 2003".

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE COMPRENDENTI LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 1.

(Assunzioni temporanee)

1. Per le esigenze di servizio straordinarie connesse con la situazione politica ed economica in Argentina, la Rappresentanza diplomatica in Buenos Aires e gli Uffici consolari dipendenti possono assumere, previa autorizzazione dellíAmministrazione centrale, personale con contratto temporaneo di sei mesi, nel limite massimo complessivo di 30 unità. Qualora continuino a sussistere esigenze straordinarie di servizio, il contratto può essere rinnovato per due ulteriori successivi periodi di sei mesi, anche in deroga ai limiti del contingente di cui allíarticolo 152, primo comma, ed a quello temporale di cui allíarticolo 153, secondo e terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni.

2. Per líassunzione del personale di cui al comma 1 si applicano le procedure previste per il personale temporaneo di cui allíarticolo 153 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967.

Articolo 2.

(Copertura finanziaria)

1. Allíonere derivante dallíattuazione del presente decreto, nel limite massimo di euro 907.195,23 per il 2002 e di euro 725.756,18 per il 2003, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando líaccantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

2. Il Ministro dellíeconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 3.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.



Allegato B

Dichiarazione di voto finale del senatore Carrara sul disegno di legge n. 795

Signor Presidente, colleghi senatori, il fenomeno dell'immigrazione di cittadini provenienti da Paesi non aderenti all'Unione europea, in assenza di incisivi interventi legislativi, rischia di trasformarsi da potenziale fattore positivo in problema sociale.

Così come formulate, appaiono certamente condivisibili le linee guida del presente provvedimento perché, per un verso, evidenziano la consapevolezza che non tutto e risolvibile adottando provvedimenti drastici, quali l'espulsione degli immigrati clandestini; per l'altro, che è impensabile arrestare il crescente flusso migratorio con il sistema delle sanatorie indiscriminate.

Evidentemente però, tutto questo ancora non basta.

E' sufficiente una rapida analisi dei processi demografici che interesseranno, per il prossimo ventennio, l'area del Mediterraneo, per capire che una efficace iniziativa in materia di immigrazione e di asilo, deve fare da corollario ad una azione politica sempre più incisiva dell'Italia, che abbia come obiettivo lo sviluppo dell'area mediterranea.

E' il rispetto del principio secondo cui "nessun uomo può essere sradicato dalla propria terra per motivi di lavoro", che ci obbliga a sostenere gli sforzi compiuti sulla via dello sviluppo, di quei Paesi mediterranei a noi legati da ragioni storiche e culturali.

Tuttavia, la necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini, deve indurci a regolamentare in modo più rigoroso l'attuale normativa sull'immigrazione perseguendo, tra gli altri, l'obiettivo di agevolare l'integrazione degli stranieri che intendono lavorare onestamente e, al tempo stesso, quello di ostacolare con maggiore efficacia la possibilità per le organizzazioni malavitose di reclutare i clandestini e trasformarli in incalliti delinquenti.

Pertanto, condividendo il contenuto del presente provvedimento e ritenendolo coerente con gli obiettivi che si intendono raggiungere, annuncio il voto favorevole.

Sen. Carrara

Dichiarazione di voto finale del senatore Monti sul disegno di legge n. 236

La Lega Nord Padania condivide lo spirito che ha indotto alla presentazione dei presente disegno di legge che prevede un intervento su tutte le norme che regolano il voto assistito per i cittadini elettori.

Attualmente molti cittadini affetti da gravi infermità preferiscono rinunciare al diritto di voto piuttosto che ricorrere al complicato iter dell'esibizione di certificati medici attestanti la loro non autosufficienza che impedisce di fatto l'esercizio di voto.

Riteniamo condivisibile e garante della privacy la possibilità, esclusivamente richiesta dall'interessato, di inserire sulla tessera elettorale, e non su altro documento, l'annotazione del diritto al voto assistito.

Questa soluzione sostitutiva della proposta iniziale che prevedeva l'annotazione dell'invalidità sulla carta d'identità è più accettabile, soprattutto più garantista della riservatezza. L'unica perplessità potrebbe riguardare gli elettori colpiti da handicap di tipo psichico. L'accompagnatore, evidentemente, non potrà esprimere la volontà dell'elettore titolare ma esprimerà la propria volontà di voto.

Al di là di questa considerazione riconosciamo la necessità e l'urgenza di un intervento legislativo in materia ed esprimiamo il nostro convinto voto favorevole.

Sen. Monti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Sen. EUFEMI Maurizio

Istituzione del ruolo di consigliere comunale onorario (1190)

(presentato in data 27/02/02 )

Sen. SCALERA Giuseppe

Disposizioni in materia di accordi mutualistici contrattuali e prestazioni temporanee (1191)

(presentato in data 27/02/02 )

Sen. CIRAMI Melchiorre, D'ONOFRIO Francesco, RUVOLO Giuseppe, SODANO Calogero

Istituzione della giornata celebrativa della ricorrenza storica del settecentesimo anniversario del trattato della "Pace

di Caltabellotta" (1192)

(presentato in data 27/02/02 )

Sen. GRECO Mario

Rimborso spese sostenute dal Comune di Monopoli per dare ospitalità e assistenza ai minori extracomunitari (1193)

(presentato in data 28/02/02 )

Sen. BEDIN Tino

Istituzione della professione sanitaria di ottico-optometrista (1194)

(presentato in data 28/02/02 )

Sen. OGNIBENE Liborio, BATTAGLIA Antonio, CHIRILLI Francesco, CIRAMI Melchiorre, D'AMBROSIO Alfredo, FABBRI Luigi, FAVARO Gian Pietro, IERVOLINO Antonio, LAURO Salvatore, MINARDO Riccardo, PASINATO Antonio Domenico, RUVOLO Giuseppe, SANZARELLO Sebastiano, SODANO Calogero, TREDESE Flavio

Disposizioni in materia di affidamento regionale in concessione della gestione aeroportuale e dei servizi operativi di torri di controllo nonchè realizzazione di centri commerciali interni (1195)

(presentato in data 28/02/02 )

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

1 Commissione permanente Aff. cost.

Sen. MULAS Giuseppe ed altri

Modificazioni alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, sull' elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo (911)

previ pareri delle Commissioni 2ƒ Giustizia

(assegnato in data 28/02/02 )

1 Commissione permanente Aff. cost.

Sen. COSTA Rosario Giorgio

Disciplina delle qualifiche ad esaurimento (945)

previ pareri delle Commissioni 5ƒ Bilancio, 11ƒ Lavoro

(assegnato in data 28/02/02 )

9 Commissione permanente Agricoltura

Sen. ALBERTI Maria Elisabetta

Norme per la realizzazione del museo bacologico di Padova (1035)

previ pareri delle Commissioni 1ƒ Aff. cost., 5ƒ Bilancio, 7ƒ Pubb. istruz., Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 28/02/02 )

10 Commissione permanente Industria

Sen. LAVAGNINI Severino

Riconoscimento del carattere nazionale della fiera di Grottaferrata e della sua vocazione agricola ed enogastronomica (916)

previ pareri delle Commissioni 1ƒ Aff. cost., 5ƒ Bilancio, 9ƒ Agricoltura, Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 28/02/02 )

11 Commissione permanente Lavoro

Sen. BASTIANONI Stefano

Disciplina di alcune figure professionali della sicurezza del lavoro e delega al Governo in materia di sorveglianza sanitaria (1047)

previ pareri delle Commissioni 1ƒ Aff. cost., 2ƒ Giustizia, 5ƒ Bilancio, 7ƒ Pubb. istruz., 9ƒ Agricoltura, 10ƒ Industria, 12ƒ Sanita', 13ƒ Ambiente, Giunta affari Comunita' Europee, Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 28/02/02 )

11 Commissione permanente Lavoro

Sen. RIPAMONTI Natale

Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentativita' sindacale e sull' efficacia dei contratti collettivi di lavoro (1105)

previ pareri delle Commissioni 1ƒ Aff. cost., 2ƒ Giustizia, 5ƒ Bilancio, 10ƒ Industria

(assegnato in data 28/02/02 )

Disegni di legge, richieste di parere

Sul disegno di legge: Chiusoli ed altri. - "Norme in materia di cooperative, consorzi di garanzia mutualistica e società di mutua garanzia" (193), deferito, in sede referente, alla 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro), sono state chiamate ad esprimere il proprio parere anche la Giunta per gli affari delle Comunità europee e la Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Disegni di legge, approvazione da parte di Commissioni permanenti

Nella seduta di ieri, la 4a Commissione permanente (Difesa) ha approvato il disegno di legge: Deputati Lavagnini ed altri. - "Disposizioni per il conferimento del grado superiore, a titolo onorifico, ai paracadutisti della "Folgore" caduti nelle acque della Meloria il 9 novembre 1971" (690) (Approvato dalla 4a Commissione permanente della Camera dei deputati).

Governo, richieste di parere su documenti

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 26 febbraio 2002, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 103, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, la richiesta di parere parlamentare sullo "Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo ai criteri di utilizzo dei proventi derivanti dalle licenze UMTS di cui alla determinazione del Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2001, concernente la rimodulazione dei fondi destinati alla prevenzione dell'inquinamento elettromagnetico" (n. 86).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, tale richiesta è stata deferita alla 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali), che dovrà esprimere il proprio parere entro il 20 marzo 2002.

 

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ha inviato, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Tarcisio Zobbi a Presidente dell'Ente parco nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano (n. 26).

Ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, tale richiesta è stata deferita alla 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali).

Governo, trasmissione di documenti

Con lettere in data 25 febbraio 2002, il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi dei decreti del Presidente della Repubblica concernenti lo scioglimento dei consigli comunali di San Lupo (Benevento), Campo di Giove (L'Aquila), Suelli (Cagliari), Pizzo (Vibo Valentia), San Felice del Molise (Campobasso), Selargius (Cagliari), Bairo (Torino), Mesagne (Brindisi), Sinopoli (Reggio Calabria), Alghero (Sassari), Olbia (Sassari) e del consiglio provinciale di Campobasso.

 

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 22 febbraio 2002, ha inviato la nuova versione del "Bilancio semplificato per l'anno 2002", alla luce dell'approvazione della legge 28 dicembre 2001, n. 449.

Detta documentazione è stata trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a Commissione permanente.

 

 

Parlamento europeo, trasmissione di documenti

Il Presidente del Parlamento europeo, con lettera in data 21 febbraio 2002, ha inviato il testo di dieci risoluzioni e di una risoluzione legislativa, approvate dal Parlamento stesso nel corso della tornata dal 4 al 7 febbraio 2002:

  • una risoluzione sulla relazione annuale 2000 della Banca europea per gli investimenti (BEI)(Doc. XII, n. 117). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio concernente l'approvazione, a nome della Comunità europea, del Protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'adempimento congiunto dei relativi impegni (Doc. XII, n. 118). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 13a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sul nono censimento degli aiuti di Stato nell'Unione europea presentato dalla Commissione (Doc. XII, n. 119). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 6a e alla 10a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sul seguito della crisi della ESB per quanto riguarda la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Doc. XII, n. 120). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 12a e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sui progressi compiuti nel 2001 verso la realizzazione dello spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia di cui all'articolo 2, quarto trattino del Trattato UE (Doc. XII, n. 121). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 1a e alla 2a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sulla situazione degli autotrasportatori bloccati a Lussemburgo (Doc. XII, n. 122). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sul finanziamento dell'aiuto allo sviluppo (Doc. XII, n. 123). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 5a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sulle priorità e le raccomandazioni dell'UE in materia di diritti dell'uomo in vista della 58a sessione della Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite a Ginevra (Doc. XII, n. 124). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • risoluzione sulle relazioni tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali nel quadro della costruzione europea (Doc. XII, n. 125). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sulla Seconda relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sulla coesione economica e sociale (Doc. XII, n. 126). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 5a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee;
  • una risoluzione sulla relazione della Commissione "Situazione dell'applicazione della direttiva del Consiglio 93/104/CE del 23 novembre 1993, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro ("Direttiva sull'orario di lavoro") (Doc. XII, n. 127). Detto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alla 11a Commissione permanente e alla Giunta per gli affari delle Comunità europee.