Discussione dei disegni di legge
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55, 770, 795, 797 e 963 

ìModifica alla normativa in materia di immigrazione e di asiloî

 

 

VIVIANI (DS-U). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, questo provvedimento si propone innanzitutto di azzerare la legge esistente, la cosiddetta Turco-Napolitano, che ha complessivamente funzionato e che ha consentito al nostro Paese non solo di far parte dellíarea Schenghen e di avviare concrete politiche di integrazione, ma anche di contrastare efficacemente líimmigrazione clandestina, se Ë vero che líItalia negli ultimi anni Ë stata il Paese che ha effettuato il maggior numero di espulsioni tra i Paesi dellíUnione europea. Si tratta certo di una legge sempre migliorabile, soprattutto sulla base dellíesperienza maturata in questi primi anni di funzionamento.

Il Governo, invece, in seguito a pressioni e ricatti continui della Lega, accettati come prezzo da pagare per líaccordo elettorale che ha fatto vincere le elezioni, ha voluto presentare un disegno di legge, che, pur riconfermando in diverse parti líimpianto della legge in vigore, ne altera profondamente la filosofia, i valori di riferimento e le norme pi˜ rilevanti.

In generale, il problema dellíimmigrazione Ë affrontato in termini riduttivi e unilaterali essenzialmente come questione di ordine pubblico, senza una strategia pi˜ generale del fatto migratorio che consenta di cimentarsi con il problema nella sua globalitý strutturale.

Líaver assunto la lotta allíimmigrazione clandestina come fatto essenzialmente criminale e quindi come líunico e fondamentale problema da risolvere, ha finito per scaricare sui soli clandestini la responsabilitý di tutte le manifestazioni di violenza e di criminalitý presenti nella nostra societý, e per introdurre vincoli e farraginositý procedurali agli ingressi regolari, obbligando gli imprenditori, i lavoratori immigrati e le loro famiglie a iter burocratici impressionanti, il cui effetto principale, per una sorta di eterogenesi dei fini, sarý certamente una costrizione e un incentivo allíimmigrazione clandestina. Esattamente il contrario di quanto si sbandiera di voler perseguire.

Líimmigrato con questo disegno di legge viene complessivamente considerato un soggetto indesiderato nel nostro Paese, un soggetto del quale si fa tutto per farne a meno e, quando si Ë costretti ad accettarlo, lo si fa, anche se regolare, utilizzandolo in condizioni di lavoro e di cittadinanza discriminate rispetto ai cittadini italiani, per poi rispedirlo appena possibile nel suo Paese díorigine.

Lo strumento principale di tale discriminazione Ë rappresentato dal contratto di soggiorno, che rappresenta una forma illiberale di sfruttamento, di subordinazione e di mercificazione del lavoro degli immigrati.

Agli immigrati non vengono riconosciuti alcuni diritti fondamentali di cittadinanza. Vengono introdotte a loro danno clausole incivili nel processo di ricongiungimento familiare, limitandolo soltanto al coniuge e ai figli minori, mentre i genitori possono raggiungere il proprio figlio in Italia solo se si tratta di un figlio unico e solo se non dispongono di altri mezzi di sostentamento. Si vieta quindi il ricongiungimento di altri familiari anche se inabili al lavoro e se un figlio minore, giunto regolarmente nel nostro Paese, al compimento della maggiore etý non trova un lavoro entro sei mesi, viene costretto a lasciare la propria famiglia e a trasferirsi allíestero.

In tal modo líimmigrato viene privato della sua dignitý di persona, dei suoi affetti, della sua responsabilitý familiare; da persona umana viene trasformato in strumento puramente funzionale al mercato del lavoro. Peraltro, questo carattere esclusivo del lavoro come strumento di legittimazione della presenza degli immigrati viene negato quando si tratti di regolarizzare la condizione di quegli immigrati, che, entrati regolarmente siano riusciti a trovare un lavoro stabile, con soddisfazione del loro datore di lavoro.

In questo campo dellíimmigrazione, colleghi della maggioranza, non volete sentire parlare di regolarizzazione di coloro che, entrati regolarmente nel nostro Paese, hanno trovato un lavoro stabile. Dovreste almeno avere il coraggio di essere conseguenti alla vostra impostazione di fondo: se secondo voi solo il lavoro Ë líelemento sostanziale che legittima la presenza degli immigrati nel nostro territorio, perchÈ non riconoscerlo a coloro che oggi si trovano in questa precisa condizione?

Come mai riconoscete questa possibilitý all'imprenditore che manifesta la volontý di emergere e non la riconoscete al lavoratore immigrato che si trova esattamente nella medesima condizione? Eppure, lo strumento della sanatoria generalizzata rappresenta una costante nei vostri interventi legislativi in numerosi altri campi.

In questi primi mesi della legislatura avete introdotto una quantitý enorme di sanatorie: da una pluralitý di reati di falso in bilancio, al lavoro sommerso, a coloro che avevano esportato illegalmente i capitali all'estero, magari dissanguando il nostro sistema economico e finanziario nel momento in cui era necessario investire per lo sviluppo, ad una vasta gamma di reati ambientali e altri ancora. Solo per questi lavoratori, che hanno unicamente il torto di arrivare da un Paese estero per cercare di migliorare la loro condizione di vita, lavorando duramente e contribuendo a creare la ricchezza del nostro Paese, per loro e solo per loro, nessuna regolarizzazione. E non cambia questo giudizio negativo il balletto di proposte e controproposte che state facendo sulle badanti e sulle colf. Questo comportamento, signor Presidente, in termine tecnico si configura come classismo e xenofobia.

Tutto ciÚ viene proposto, Signor Presidente, mentre il nostro Paese, soprattutto nelle zone a pi˜ elevato sviluppo, manifesta un bisogno crescente di mano d'opera immigrata per far fronte alla domanda di lavoro che l'offerta locale non Ë, da tempo e in modo strutturale, pi˜ capace di soddisfare. Non Ë un caso che un serio istituto di ricerca della mia Regione, la Fondazione Nord-Est, diretta dal professor Diamanti e collegata agli industriali veneti, abbia recentemente scritto in un suo rapporto: "con il venir meno delle condizioni demografiche e del modello famigliare che hanno sostenuto, tra gli anni '50 e gli anni '90 lo sviluppo economico del Nord-Est il fenomeno migratorio costituisce la risorsa principale attorno alla quale si gioca la possibilitý di mantenere le performance dell'intera area... In questo senso la presenza di popolazione proveniente dai paesi in via di sviluppo non solo risponde alle logiche del mercato (nel senso che sopperisce all'assenza di manodopera locale) ma nel tempo diviene utile anche per il mantenimento in vita delle comunitý pi˜ piccole del Nord-Est." Nonostante queste evidenti e crescenti esigenze abbiamo assistito in queste ultime settimane, nel Nord Est, ad un indecente quanto inutile, tiro alla fune tra Governo ed imprenditori sui permessi dei lavoratori stagionali che ha dato luogo a soluzioni parziali ed insufficienti. Si trattava di un problema ben chiaro e conosciuto in tutti i suoi aspetti quantitativi e procedurali che, negli anni precedenti, era stato risolto positivamente dai governi di centro-sinistra e che quest'anno si Ë voluto drammatizzare collegandolo in modo strumentale all'approvazione di questo disegno di legge. Questa incapacitý di decisione su materie come quella dei flussi, sulla quale nello stesso testo in esame si propone di fare pi˜ in fretta, Ë accompagnata da una pi˜ grave e totale assenza di questo Governo nell'estendere gli accordi bilaterali con i paesi di origine, dalla mancanza di una politica, e delle relative risorse finanziarie, che persegua la promozione dei diritti di cittadinanza e l'integrazione sociale.

La nostra politica, signor Presidente, Ë esattamente l'opposto di quella proposta da questo provvedimento.

Siamo convinti che la lotta efficace all'immigrazione clandestina e a quella parte di criminalitý e di inumano sfruttamento che spesso vi Ë connessa, sia perseguibile e meglio raggiungibile se l'azione repressiva (che va perseguita efficacemente nei fatti senza indulgere a strumentali esasperazioni del problema della sicurezza) Ë accompagnata da una politica di prevenzione fatta di accoglienza, rispetto dei diritti umani e di cittadinanza, integrazione nel rispetto dei valori e delle regole della nostra democrazia.

Siamo anche convinti che in questo particolare ambito del rapporto con le persone provenienti da altre storie, culture ed esperienze, la nostra democrazia debba dimostrare nei fatti la sua maggiore capacitý di promuovere la crescita delle persone, il dialogo interculturale e lo sviluppo pacifico e solidale della societý.

Signor Presidente, concludendo queste considerazioni voglio dichiarare che, per queste motivazioni, di fronte a questo provvedimento avverto un sentimento che Ë, insieme, di indignazione e di vergogna.

Indignazione perchÈ esso fa violenza alla coscienza civile della stragrande maggioranza del nostro popolo.

Vergogna perchÈ esso mostra all'Europa e al mondo un volto illiberale, chiuso, arroccato ed egoista dell'Italia che non corrisponde alla sua storia, alla sua cultura e al sentire umano e solidale della stragrande maggioranza dei suoi cittadini.

Queste sono le ragioni per le quali questo provvedimento va cambiato radicalmente e in tal senso intendiamo operare con i nostri emendamenti.

(Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U e del senatore Amato).