Alcuni commenti sulla bozza per un Piano Regolatore Sociale per il Comune di Roma

da parte del Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

 

 

Abbiamo molto apprezzato il clima di collaborazione e la volontà di aprirsi alle esperienze e esigenze dell’associazionismo, dimostrato dal Amministrazione Comunale nel settore Sociale,  particolarmente da parte dell’Assessore Milano. Gli incontri e soprattutto il processo di creazione di un Piano Regolatore Sociale ci sembrano un modo molto interessante di poter dialogare.

Abbiamo studiato la bozza per il Piano Regolatore Sociale e partecipato alla conferenza di fine gennaio. Il documento ci è sembrato molto interessante con molti spunti nuovi, tenendo conto di elaborazioni e di esperienze fatte negli ultimi anni. La conferenza ci sembrava un po’ meno innovativa, si atteneva ancora fortemente a categorie di emarginati ed a schemi di intervento datati.

Desideriamo contribuire con alcune riflessioni, che si basano sulle esperienze raccolte nel nostre settore di lavoro specifico, cioè quello dell’immigrazione e dell’asilo:

1)   i vari livelli di marginalizzazione:

ci  sembra molto interessante di non partire dalla categoria di marginalizzazione (handicap, età ecc.) ma dal bisogno, che la persona ha. Si parla di pari opportunità. Purtroppo esistono persone che sono emarginate a diversi livelli e devono superare più di una barriera per arrivare a una  situazione di pari opportunità per poter esprimere il loro bisogno ed eventualmente esigere i loro diritti. Parliamo qui, nello specifico, degli stranieri che vivono a Roma. La loro vita è delimitata da numerose barriere, che si aggiungono a quelle, che vivono eventualmente i cittadini italiani di Roma:

 

a)   chi è cittadino?

 A p.6 ultima riga sembra che lo siano le persone che vivono nella città, ma poi si parla di cittadini,  questo potrebbe essere un concetto con carattere esclusivo. Crediamo che si deve essere realisti ed ammettere che, a causa della legislazione italiana sullo status legale della persona e sulla residenza esistono a Roma “cittadini” di 4 categorie:

aa) cittadini con cittadinanza italiana e la residenza anagrafica a Roma

bb) cittadini con cittadinanza italiana e cittadini stranieri con permesso di soggiorno, ma senza la residenza anagrafica, (con residenza in un altro luogo o senza fissa dimora)

cc) cittadini di nazionalità straniera con permesso di soggiorno e residenza

dd) cittadini stranieri senza permesso di soggiorno.

A seconda della categoria hanno più o meno diritti. Comunque si afferma a p.6 che per tutte le persone i diritti umani debbono essere rispettati e devono essere esigibili.

Crediamo che questo è un punto importante e significa che almeno i servizi di base devono essere garantiti per tutte le persone che”vivono nella città”, indipendentemente dal loro status legale.

b)   la diversità di colore, di appartenenza etnica, di radici culturali

può creare una barriera in più che rende ancora più difficile l’accesso ai servizi e la possibilità di soddisfare i propri bisogni.

 

c)   le esperienze violente

vissute prima di arrivare in Italia possono essere un bagaglio così pesante, da mettere le persone nella condizione di dover fare una grande fatica ad affermare i propri diritti ed a tentare di inserirsi nel tessuto sociale locale. Questo vale p.e. per i richiedenti asilo, i rifugiati, i profughi, le vittime di tortura o della tratta.

 

d)   La situazione del minore, dell’anziano, della donna e stata considerata nel documento.

 

2) Pari Opportunità per tutti:

Visto la realtà di marginalizzazione ed esclusione, a diversi livelli, l’obiettivo di creare una situazione, dove tutti coloro che abitano a Roma abbiano pari opportunità di accedere a servizi, che rispondono alle loro esigenze, richiede interventi ulteriori per superare le barriere in più che incontrano alcune persone, come p.e. gli immigrati, i richiedenti asilo, i rifugiati.

Sarà necessario di creare servizi o possibilità di intervento in più p.e. per tutte le categorie di stranieri a Roma.

La bozza del Piano Regolatore Sociale accenna in modo molto incompleta a questa necessità. Non nomina per niente gli immigrati regolari o irregolari, accenna a rifugiati e profughi, ma senza proposte concrete, che darebbero pari opportunità di accesso a queste persone.

a)   Sportelli di orientamento:

servono per tutti gli stranieri punti riferimenti, cioè sportelli di orientamento. Non potranno essere completamente decentrati nelle Municipalità per le seguenti ragioni:

-     non tutti gli stranieri hanno la residenza

-     le persone che arrivano si concentrano in certe aree e hanno tradizionalmente certi punti di riferimento, di solito associazioni, spesso distinguendo secondo l’appartenenza etnica: Asiatici vanno in un posto, Etiopi in un altro, perché così si ritrovano con connazionali.

-     persone irregolari, ma con nessuna alternativa su dove andare difficilmente si rivolgeranno a Istituzioni Pubblici, ma anche loro hanno alcuni diritti fondamentali. Loro hanno particolarmente bisogno di consulenza.

Servono sportelli diversificati, sia presso le Municipalità, che presso gli uffici centrali del

Comune (condividiamo la proposta di una Sala Operativa Sociale Centrale), ma anche con le associazioni, in particolare in zone più frequentate da stranieri.

b)   Servizi per superare le barriere in più:

questi servizi devono essere diversificati a seconda del tipo di impedimento, servizi:

-     per richiedenti asilo, rifugiati e profughi

-     per donne sole con figli minori o/e incinte, indipendentemente dal loro status legale

-     per donne, vittime della “Tratta” o situazioni simili

-     per persone, che non conoscono la lingua italiana

-     per minori stranieri con lacune scolastiche, diverse da quelle che possono avere minori italiani

-     per persone senza casa e senza residenza o status legale

-     per vittime di atti razzisti o xenofobi

-     altri impedimenti

Solo dopo aver fatto fronte agli impedimenti particolari, queste persone potranno accedere ai servizi come tutti gli altri.

 

3)   Condividiamo tutto quello che viene detto nel documento su: burocratizzazione, tempi, frammentazione, e  progetto globale personalizzato. Si tratta di strategie molto importanti per tutti, in particolar modo per stranieri, che faticano di comprendere i meccanismi dell’Amministrazione Pubblica.

 

4)Occasioni di consultazione e di concertazione:

proponiamo tavoli permanenti sui vari argomenti con possibilità di dialogare tra i vari tavoli.

 

 

 

Riassumendo crediamo che almeno per un periodo di transizione serviranno servizi speciali per gli stranieri, presenti a Roma, che permettono loro di superare le barriere in più che impediscono di cercare risposte alle loro esigenze in una situazione di pari opportunità.

Crediamo che vari Assessorati del Comune dovranno fare uno sforzo comune per superare queste barriere, p.e. Affari Sociali, Scuola, Delegata per Questioni Multiculturali, ecc.

 

In questo senso sollecitiamo anche l’incontro annunciato sui temi dell’immigrazione all’interno del processo di elaborazione del Piano Regolatore Sociale.

 

 

Roma, 12.2.02                                            Annemarie Dupré