Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 152 del 3/6/2002
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(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Il parere della Commissione è favorevole agli emendamenti 29.70, 29.71, 29.72, 29.73, 29.74, 29.75, 29.52 (identico all'emendamento Luciano Dussin 29.6), 29.53, 29.54 e 29.55 della Commissione, al subemendamento


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Sinisi 0.29.52.1 così come riformulato in Commissione per cui dopo la parola «sia adibito» si è aggiunta la frase «al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare». Il parere della Commissione è, altresì, favorevole all'emendamento Landi di Chiavenna 29.10. È stato formulato, inoltre, un invito al ritiro per l'emendamento Tabacci 29.3 e per l'articolo aggiuntivo Landi di Chiavenna 29.01. Il parere della Commissione è contrario su tutti i restanti emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione con una integrazione dal punto di vista della motivazione. Confermando l'invito al ritiro per l'emendamento Tabacci 29.3 il Governo ha ben presente ed è consapevole del problema che questo emendamento vuole risolvere e chiede - sollecitando il ritiro dell'emendamento in questione - di prendere in considerazione l'impegno del Governo stesso a presentare un provvedimento che, all'entrata in vigore del disegno di legge sull'immigrazione, dia soluzione alla posizione degli extracomunitari che già sono presenti irregolarmente nel territorio italiano e prestano lavoro subordinato. Questo impegno è, altresì, accompagnato dalla considerazione di condizioni analoghe a quelle che disciplinano la regolarizzazione prevista dall'articolo 29.

NICHI VENDOLA. Ipocriti, sepolcri imbiancati!

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Landi di Chiavenna 29.1.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento in esame che tendeva ad estendere l'effetto della regolarizzazione anche alle persone che lavorano nei centri di assistenza, svolgendo attività di cura degli anziani. Vista la dichiarazione del Governo in relazione all'emendamento Tabacci 29.3, credo di poter ritirare l'emendamento in discussione poiché, qualora dovesse essere promossa un'iniziativa parallela, questa categoria sarà certamente compresa in quella.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.70 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 427
Astenuti 4
Maggioranza 214
Hanno votato
412
Hanno votato
no 15).

Chiedo adesso all'onorevole Tabacci se accoglie l'invito a ritirare il suo emendamento 29.3, formulato dalla Commissione e dal Governo.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, ho ben inteso l'invito formulato dal Governo a ritirare il mio emendamento 29.3 e le indicazioni che sono state testé formulate dal collega Mantovano. Poiché della questione si è discusso molto, vorrei al riguardo svolgere alcune brevissime considerazioni.
Con tale iniziativa, con i colleghi abbiamo inteso avere un approccio pragmatico e non ideologico. Non ritengo politicamente utile cavalcare le paure connesse con l'espandersi dei movimenti migratori; non le sottovaluto, si intende, ma vanno governate perché esse sono le condizioni del nostro tempo.
L'emendamento in questione si pone l'obiettivo di regolarizzare la posizione di migliaia di lavoratori extracomunitari che lavorano in nero presso aziende artigianali, agricole, commerciali e industriali del nostro paese; regolarizzare non si tratta di una quarta sanatoria. Com'è noto, le tre


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precedenti sanatorie, quelle del 1986, del 1989 e del 1996, facevano riferimento non già alla condizione del lavoro dipendente, ma genericamente, pur con diverse sfumature, alla presenza, diciamo, di cittadini extracomunitari nel nostro paese.

LIVIA TURCO. Non è vero!

BRUNO TABACCI. Si tratta di persone che già oggi lavorano in Italia, concorrendo alla produzione della ricchezza nazionale. Vi sono, quindi, ragioni di continuità produttiva, ragioni di perdite di gettito contributivo fiscale e di lotta al sommerso (come più volte ha sostenuto di voler portare avanti il Governo), nonché ragioni di civiltà e di umanità che, certo, non vanno considerate per ultime.
La collocazione nell'articolo 29 evita il crearsi di effetti perversi, sia a carico di questi lavoratori, che dovrebbero essere espulsi, sia a carico dei datori di lavoro, per i quali potrebbero scattare pesanti conseguenze penali. In questo senso l'emendamento costituiva un aiuto oggettivo al miglioramento del testo del Governo.
Il problema, dunque, esiste e va risolto e mi pare che il sottosegretario Mantovano si sia mosso in questo senso. Se non lo si vuole risolvere nell'ambito di questo disegno di legge per criteri di omogeneità, lo capisco (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo)! Penso, tra l'altro, che le ragioni di omogeneità debbano essere rispettate; rispetto non solo le mie, ma anche quelle che vengono proclamate!
Il Governo riconosce la fondatezza e credo ci dica in quale contesto lo intende collocare. Quel che certo è che, nel momento dell'entrata in vigore della legge, dopo l'approvazione del Senato, si rende necessaria l'emanazione di un provvedimento urgente in grado di evitare evidenti effetti perversi e di regolarizzare la posizione di questi lavoratori extracomunitari irregolari.
Mi sembra questo, se non ho interpretato male, il senso della risposta fornita dal sottosegretario Mantovano. Dopo ciò, dal momento che io non posso dubitare - non lo farei nemmeno se fossi un collega dell'opposizione - della parola del Governo, sono convinto che il Governo, dopo un lungo dibattito, si sia chiarito le idee e che comunque la nostra iniziativa abbia acceso i riflettori su una questione che non potrà non essere risolta contestualmente, pena le conseguenze da noi indicate e che nessun Governo può perpetrare né a danno dei cittadini extracomunitari né tantomeno a danno dei datori di lavoro che li hanno impegnati.
Non mancheremo di vigilare sulla coerenza di questi provvedimenti. Per quel che mi riguarda, essendo soddisfatto del pronunciamento del rappresentante del Governo - immagino che il Governo accetterà un rafforzamento particolare che verrà dai capigruppo della maggioranza - sono altresì pienamente soddisfatto di aver affrontato e concorso a risolvere un problema importante. Per queste ragioni, ritiro il mio emendamento 29.3 (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU), di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

RUGGERO RUGGERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ruggeri, essendo cofirmatario di questo emendamento, anche se ha posto la sua firma dopo la presentazione, ne ha facoltà. Per la rilevanza dell'emendamento in questione darò successivamente la parola ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, intervengo in qualità di secondo firmatario dell'emendamento Tabacci 29.3. Non ho alcuna intenzione di ritirare l'emendamento dall'esame e dalla votazione dell'Assemblea, perché, se concordo pienamente con l'analisi svolta dal collega Tabacci, non condivido la soluzione proposta. Noi abbiamo, con questo disegno di legge, il rimpatrio dei lavoratori irregolari, ovvero di quelli che già stabilmente lavorano in nero. Successivamente, avremo un provvedimento normativo per regolarizzare


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quei lavoratori nel sommerso. Questi lavoratori però non ci sarebbero perché con questo disegno di legge noi li mandiamo a casa, mentre con la seconda proposta normativa li vorremo far riemergere, quando non sono più esistenti. L'unica contestuale soluzione è quindi quella di votare l'emendamento Tabacci 29.3.

PRESIDENTE. Onorevole Ruggeri, vorrei chiarire un punto che, come Presidente della Camera, mi sta a cuore, altrimenti per il futuro si rischia una serie di fraintendimenti. Avendo posto in un secondo momento la sua firma all'emendamento, lei non può farlo proprio; tuttavia, l'onorevole Boccia, deputato autorizzato dal suo gruppo, ha già affermato che il gruppo intende far proprio l'emendamento. Diciamo pertanto che è il suo gruppo che non fa decadere l'emendamento, non lei. Lo dico per il futuro.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, la ringrazio per la precisazione. Andando al contenuto della norma, la sostanza è che questo provvedimento è una tassa del ministro Tremonti sulle piccole e medie imprese (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo). È una tassa sugli artigiani che hanno lavoratori regolari, perché questi hanno costi superiori e per questa ragione registrano un calo di competitività e di concorrenzialità rispetto a quelle aziende con addetti che lavorano in nero. È una tassa del ministro Tremonti - abbiamo detto - , penale sugli imprenditori, perché non prevede per questi una via d'uscita, bensì la galera, se mantengono il lavoro nero. È una tassa sui lavoratori regolari perché vi sarà in tal modo, in ragione dei contributi che non sono pagati dai lavoratori irregolari, un numero minore di fondi pensione.
Inoltre, è una tassa sui cittadini - la tassa Tremonti - non per i calcoli effettuati dal sottoscritto, bensì secondo le stime dello stesso ministero che conosce esattamente dove sia il lavoro nero, in quali regioni e settori. Sono circa 50 mila miliardi di lire e questa è evasione fiscale che viene scaricata sui cittadini! È una tassa sui consumatori perché è una tassa sulla concorrenza e, infine, è una tassa ancora una volta sulla linearità dei cicli economici, perché si interrompe la linearità della produzione. Quindi, questa legge è una vera e propria tassa sulle piccole e medie imprese, che riguarda l'agricoltura, il sistema dell'edilizia, la manodopera che oggi mantiene tutta la struttura del sistema artigianale e industriale italiano. Ma queste sono le ragioni «tecniche».
Io ho capito la volontà del collega Tabacci, che è stata una volontà unanime della X Commissione, con la posizione contraria - legittima - dei rappresentanti della Lega ma questa posizione unanime rispecchia una cultura, che è la cultura del consenso, della regolarità, che si domanda come possiamo andare avanti per permettere alle piccole aziende di mantenersi in vita. L'articolo 29 è intitolato «Dichiarazione di emersione di lavoro irregolare». Dunque, se non lo facciamo emergere qui, dove lo facciamo emergere il lavoro irregolare?
Per tutte queste ragioni sono convinto che, con un po' di buon senso, in considerazione di una realtà che riguarda un terzo dell'economia nazionale, l'emendamento Tabacci 29.3 dovrebbe essere votato, con il voto anche dell'UDC, che ha portato avanti una battaglia, anche se mi pare che, sul filo di lana, questa battaglia l'abbia abbandonata (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI. La ringrazio, signor Presidente. Caro e stimabile collega Tabacci, video bona proboque sed deteriora sequor! Penso - purtroppo - che la presa di coscienza sia finita sotto la sabbia ed il tema dell'omogeneità, dopo avere discusso in quest'aula, in queste ore, anche il trattamento pensionistico, mi pare francamente un argomento da poco.


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Voglio soltanto sottolineare, al di là della posizione dell'onorevole Tabacci - che comunque rispetto - quanta ipocrisia ci sia su questo argomento. Vorrei rivolgermi a tutti quelli che, dai banchi della maggioranza ed anche fuori di qui, parlano di competitività del sistema e la buttano tutta sui temi del mercato del lavoro, per ricordare loro che in questi dieci anni gli Stati Uniti d'America sono cresciuti ai ritmi con cui sono cresciuti anche perché, a giudizio di tutti gli economisti, per almeno un terzo del PIL è venuto un contributo dall'immigrazione.
Tutti sanno che questo ha sviluppato una discussione negli Stati Uniti e che si è sottolineato il vantaggio competitivo nei confronti dell'Europa per il fatto che gli Stati Uniti sono uno Stato giovane, aperto, lo Stato della mescolanza, lo Stato nel quale un dibattito del genere sarebbe impensabile, perché l'immigrazione è un problema quasi tecnico, mentre l'Europa ha radici, tradizioni, culture, storie ed identità da difendere e questo la costringe a meccanismi difensivi.
Credo sia razionale pensare che effettivamente l'Europa sia diversa dagli Stati Uniti, ma credo anche che dobbiamo rendere compatibili queste nostre identità, queste nostre tradizioni con una novità: non possiamo promettere crescita a questo paese senza fare i conti con l'immigrazione. Per quanti interventi facciamo nel Mezzogiorno, per quanti interventi facciamo per aumentare la popolazione attiva, le statistiche, l'andamento demografico e l'andamento del PIL ci dicono matematicamente questo.
Allora, perché non prenderla dal lato più facile? Perché non partire da chi si sta già professionalizzando, da chi ha già un rapporto di lavoro, seppur informale, da chi ha cominciato un meccanismo d'integrazione, per fare un'operazione matura d'integrazione? Perché no? Perché, invece, voler tornare indietro? Questo è irrazionale! Così com'è ipocrita - consentitemelo - parlare di emersione ed approvare provvedimenti che non portano a nulla in chiave di emersione, quando, in questo caso, i risultati potrebbero essere significativi. È inutile che Tremonti vanti risultati pratici sul tema dell'emersione! Questi risultati sono dovuti a misure razionali ed intelligenti: contributi e sgravi per i nuovi assunti, riforma del commercio. Questi sono gli elementi che hanno portato all'emersione! Non si può immaginare, infatti, tutta un'impresa immersa e centinaia di migliaia di imprese tutte immerse. L'emersione ha le sue variabili, le sue parzialità e questo è un modo serio, umano ma razionale, di affrontarla. Infine, vorrei evidenziare l'ultima ipocrisia quando si parla di rigidità del mercato del lavoro: portare flessibilità, lasciare più mano libera al mercato del lavoro. Ma vi stata accorgendo che razza di rigidità mettete nei rapporti di lavoro, nella regolarizzazione e nella costruzione di rapporti di lavoro regolari per gli extracomunitari? Vi state accorgendo che rischiate di mandare in galera gli imprenditori? Penso - e non vorrei - che questo famoso accordo si risolvesse con una pensata di questo genere: facciamo in modo che gli imprenditori non vadano in galera e rimandiamo gli immigrati a casa; poi gli facciamo fare un altro giro. Vedo, in aula, dei gesti di assenso. È questa l'idea? Allora, smettetela di promettere sviluppo! Smettetela di promettere crescita al paese, perché voi la state azzoppando su un punto importantissimo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.

ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, siamo alla prova del nove e mi permetterà di ricordare una discussione televisiva - fuori dell'aula parlamentare - che ebbi, molto vivacemente, su tale questione (era presente l'onorevole Volontè); conclusi l'intervento dicendo: mi auguro che il contrasto dentro la maggioranza non finisca a tarallucci e vino. Ero ottimista.


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Onorevole Tabacci, mi rivolgo a lei che dovrebbe essere una persona d'onore: qui non vedo né tarallucci né vino. Non c'è la contestualità, non c'è alcun provvedimento serio che giustifichi l'arretramento delle sue posizioni ed il ritiro del suo emendamento. Posso cristianamente separare il peccato dal peccatore, ma devo dirle: vergogna! Vergogna per il vostro gruppo, per la vostra posizione politica che cede di fronte al nulla! Non vi è, infatti, neanche un decreto-legge che vi garantisca, con una soluzione che già era un paradosso dell'equilibrismo, una qualche contemporaneità nei provvedimenti.
Onorevole Mantovano, le sue parole chiariscono, qualora ve ne fosse bisogno, ad adiuvandum - visto che piace il latino -, la natura puramente sicuritaria e punitiva di questo provvedimento che voi volete approvare per premiare l'intimo fascista che è in voi ed il razzismo della Lega. Del lavoro non ve ne frega niente! Ma vorrei dire ai colleghi del centrosinistra che non si può trattare tale questione solo dal punto di vista delle imprese, solo dal punto di vista delle tasse per gli imprenditori! Qui c'è una questione di diritto, di donne e uomini che lavorano in questo paese, che producono ricchezza per questo paese, che, quando emergono, invece di venire regolarizzati, come sarebbe già, di fatto, vengono cacciati via!
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, con appello. Rispetto al provvedimento, che approvammo, per colpa della fiducia posta dal Governo - salvo il pentimento tardivo del ministro Maroni -, che prevedeva che i lavoratori italiani che emergono dal lavoro nero sono ugualmente dei ghost worker (poiché al Presidente del Consiglio piace l'inglese), ovvero dei lavoratori fantasma, qui siamo ancora peggio! I lavoratori extracomunitari che emergono diventano dei paria e quindi vengono cacciati via. Questo dimostra che è necessario che i lavoratori italiani ed i lavoratori extracomunitari si uniscano in un'unica grande battaglia. Questo faremo nelle piazze, visto che non è possibile farlo in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.

ENRICO BUEMI. Signor Presidente, è davvero uno strano comportamento quello tenuto dal Governo e dalla maggioranza! Nell'arco di due mesi, se i patti verranno mantenuti, avremo discusso ben tre provvedimenti riguardanti la medesima materia: il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 51 del 4 aprile di quest'anno, il presente disegno di legge e, probabilmente, il futuro disegno di legge oggi annunciato. Quanto ad efficienza, possiamo ben affermare che siamo a livello zero!
Per quanto riguarda il merito della questione, il 28 settembre 2001, i Socialisti democratici italiani hanno presentato una proposta di legge sullo stesso problema di cui intende farsi carico l'emendamento Tabacci 29.3. Si tratta di uno degli emendamenti più significativi presentati al testo di questo disegno di legge: è l'Italia che lavora e che rischia per costruire benessere quella che oggi viene mortificata da questo nuovo rinvio, che in altro non ha giustificazione se non nel tentativo di mediare situazioni di inconciliabilità all'interno della maggioranza.
Mentre si proclama l'intenzione di essere accoglienti con gli stranieri che verranno in Italia per lavorare, quelli che già lavorano in Italia, sia pure in maniera irregolare, vengono mortificati: viene negato un provvedimento di regolarizzazione proprio a coloro che, assieme agli italiani, stanno costruendo un futuro di ricchezza e di benessere per il nostro paese!
Signor Presidente, signori del Governo, oggi sarebbero necessari un atto di responsabilità ed uno di umiltà, ma credo che questa maggioranza e questo Governo non ne siano capaci (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo).


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.

KATIA BELLILLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io voglio partire dagli uomini e dalle donne, dai lavoratori e dai loro diritti che, in questo momento, vengono duramente piegati ed umiliati. Sebbene vi siano molti stranieri che lavorano in Italia da anni, che possono dimostrare di possedere un reddito e che le stesse aziende chiedono di poter regolarizzare, voi state impedendo loro di poter lavorare dignitosamente e decorosamente.
Ebbene, se ancora avessimo nutrito dubbi circa l'obiettivo che questa maggioranza si proponeva facendo approvare questo disegno di legge dal Parlamento a tamburo battente, ora, dopo la sceneggiata - mi permetta di definirla così, onorevole Tabacci - che ci avete proposto con questo emendamento, ogni dubbio è svanito: volete far credere alla gente che garantirete la sicurezza, ma sapete che state facendo false promesse; non volete cambiare, ma volete semplicemente garantire alla Lega la sua becera campagna elettorale! Questo disegno di legge è inutile e dannoso perché tenta di sporcare la coscienza civile degli italiani con il fango della xenofobia e del razzismo!
Onorevole Tabacci, quando ho letto il testo del suo emendamento, ho pensato che esso potesse esprimere finalmente un moto di umanità, una voglia di venire incontro alle esigenze di tanti e tanti immigrati che lavorano in nero.
Ebbene, ora mi sto rendendo conto che anche voi avete gettato i vostri principi, la vostra morale, che chiamate cattolica, sotto le vostre scarpe; avete creato un caso ma non vi hanno offerto neanche un piatto di lenticchie. Brutta e amara consolazione, nel frattempo contribuite a dare il vostro voto ad un provvedimento che è disumano, una vergogna per il popolo civile del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, mi è stata recapitata un'agenzia Ansa delle ore 19,02, vale a dire di tre quarti d'ora fa, il cui titolo è: immigrazione - Bossi: ma quale contestualità di Egitto. Bossi arriva alla Camera e replica così ai giornalisti che gli parlano della contestualità richiesta da Tabacci dell'UDC: non sta scritto - dice Bossi - da nessuna parte che debba esserci la contestualità, anzi, il Consiglio dei ministri questa contestualità l'ha esclusa.
Credo che non serva infierire su questa brutta pagina di storia politica; lo dico al collega Tabacci. Signor Presidente, ci sono emendamenti simili subito dopo, ma io aggiungerei - lo dico agli uffici - la mia firma a questo emendamento, semplicemente perché resti a memoria di questa vicenda. I successivi identici emendamenti Leoni 29.2, Diliberto 29.13 e Mascia 29.22 dicono la stessa cosa (anche se non vi è il periodo che inizia con «conseguentemente»), quindi voteremo anche quelli tra poco. Il collega Tabacci, però, ha fatto una scelta che è stata apprezzata perché non l'ha fatta a nome del gruppo (gli emendamenti del gruppo sono firmati da D'Alia ed altri e sono stati tutti sistematicamente ritirati). Quando in altri momenti ho parlato di «militarizzazione della maggioranza», mi riferivo a questi episodi. Avete presentato emendamenti che sono stati tutti sistematicamente ritirati. Però, il collega Tabacci ha presentato un emendamento firmato solo da lui e ha detto - e l'ho apprezzato - che aveva un significato per così dire istituzionale perché esprimeva una volontà pressoché unanime (eccetto la Lega nord Padania) della Commissione da lui presieduta, la quale ha detto nel parere che appare opportuno prevedere, anche al fine di favorire l'emersione del lavoro irregolare, la possibilità di regolarizzazione anche per i lavoratori extracomunitari impegnati in attività produttive, in analogia a quanto previsto per quelli impiegati in attività di assistenza domestica.
Si tratta di buonsenso; la vostra Commissione ha dimostrato buonsenso, lei ha dimostrato buonsenso nel presentare questo emendamento. Che cosa succede adesso?


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Che in una materia che è quella propria, nella sede propria, il Governo chiede al collega Tabacci di ritirare l'emendamento, e lui lo ritira. Il Governo fa una dichiarazione che parla di contestualità e un membro del Governo, un ministro, dice che questa contestualità non esiste; ma il collega Tabacci poco fa - l'ho ascoltato con il rispetto e l'attenzione che lui sa che gli debbo sempre, anche quando dissento - ha parlato dell'adozione di un decreto-legge il giorno in cui entrerà in vigore di questa legge.

PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere.

MARCO BOATO. Presidente, ho finito. Mentre il Parlamento esamina un disegno di legge, che è la sede propria per affrontare queste questioni, al di là delle diversità di opinioni politiche, le chiedo, Presidente, se si possa immaginare di annunciare l'adozione di un decreto-legge da parte del Governo - in casi straordinari di necessità ed urgenza (come recita l'articolo 77 della Costituzione) - il giorno in cui entra in vigore una legge nel corso dell'approvazione della quale l'argomento, che sarebbe oggetto del futuro decreto-legge, è stato posto con un emendamento e con altri nostri emendamenti successivi, e con l'Assemblea sovrana di deliberare a questo riguardo. Io credo che si stia oggi scrivendo una pagina nera per il Parlamento (e lo dico con sofferenza); un tentativo di una componente della maggioranza di porre un problema reale al Parlamento e al Governo è stato - dico io - soffocato manu militari, perché presupposti per il decreto-legge, una volta che il Parlamento abbia già esaminato queste materie, dubito che dal punto di vista costituzionale ci possano essere e, comunque, politicamente, sono stati smentiti dalla dichiarazione che ho letto poco fa. Credo che questa Camera dovrebbe avere la dignità di reagire a questa situazione, deliberando oggi, perché oggi questa materia è all'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, vorrei replicare brevemente ad alcune osservazioni che ho sentito fare. Il problema che pone l'onorevole Tabacci è vero e reale e mi pare che il Governo abbia quindi assunto una decisione - vedremo, assisteremo e leggeremo il provvedimento che licenzierà -; vorrei però che fosse molto chiaro che la causa di questa situazione, della presenza cioè di numeri imponenti di lavoratori clandestini irregolari nasce, a nostro avviso, proprio dalla politica lassista che il centrosinistra negli anni scorsi ha posto in essere.

MAURA COSSUTTA. Ma cosa dici?

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Se non vi fosse stata una politica indiscriminatamente aperta che ha consentito l'accesso sul territorio nazionale di numeri imponenti di extracomunitari in forma clandestina o irregolare, il problema non si sarebbe posto (Commenti del deputato Maura Cossutta).
Al collega onorevole Bersani, che addirittura accusa il centrodestra di voler introdurre una norma che attuerà provvedimenti restrittivi della libertà personale dei datori di lavoro, vorrei semplicemente ricordare che l'articolo 22, comma 10, della legge Turco-Napolitano prevede che il datore di lavoro che occupi alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno è punito con l'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda da lire due a sei milioni.
Onorevole Bersani, per cortesia, non faccia lezioni di etica e di morale al centrodestra quando voi stessi avete introdotto, negli anni passati, la stessa norma.
Dunque, su questo aspetto, lo ripeto, non possiamo accettare lezioni da alcuno (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.
Onorevole Castagnetti, le concedo soltanto 30 secondi perché per il suo gruppo ha parlato già l'onorevole Ruggeri.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. La ringrazio signor Presidente.
L'onorevole Tabacci, qualche ora fa, ha pregato l'opposizione di non strumentalizzare questa vicenda e noi non lo faremo. Sarà però consentito dire che, ancora una volta, ha vinto Bossi ed ha perso l'UDC.
Vede, caro collega Tabacci, lei ha detto che, fino a prova contraria, crede alla parola del Governo. Allora, un ministro del Governo (è appena stato ricordato) non solo ha detto «ma quale contestualità d'Egitto!» ma ha aggiunto «non sta scritto da nessuna parte che debba esserci la contestualità, anzi il Consiglio dei ministri questa contestualità l'ha esclusa».
Io voglio credere che lei sia in buona fede ma vi è un ministro che dice che il Consiglio dei ministri ha escluso la contestualità!
Vedete, colleghi della maggioranza, davvero viene evocata una esigenza di dignità. Quella che stiamo discutendo non è una faccenda interna alla Casa delle libertà, è un problema all'esame del Parlamento, il problema è nel paese. Leggete l'intervista del presidente degli imprenditori del nord est, Luigino Rossi, di stamattina. Di fronte a queste denunce la vaghezza dell'impegno del Governo può bastare ad indurre un parlamentare che, ancora un'ora fa, dichiarava di non voler ritirare il proprio emendamento, a fare una così clamorosa marcia indietro?
Debbo dire, caro collega Tabacci - faccio una certa fatica a darle del lei perché siamo amici - mi aspettavo ben altra reazione da un uomo che ha fama di una certa durezza.

ANGELO SANTORI. Presidente, erano 30 secondi (Commenti di deputati del gruppo di Forza Italia).

PIERLUIGI CASTAGNETTI. È ovvio, le è stato concesso l'ordine del giorno! Come ha detto l'onorevole Speroni «un ordine del giorno non si nega a nessuno» come i sigari di Churchill.

ROBERTO MENIA. Basta!

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Se a lei va bene così, si accontenti pure (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, colleghi, non è per rispondere alle accuse o all'osservazione dell'onorevole Castagnetti che prendo la parola, ma mi sembra che, su questo tema, bisogna guardare i fatti così come si sono manifestati.
Fino a qualche mese fa di questo tema parlavano soltanto ed esclusivamente il presidente degli industriali del Veneto, il presidente di Confartigianato, CNA, a volte Pezzotta, con qualche collega di maggioranza e opposizione ponendolo come uno dei tanti temi di cui bisogna tener conto.
Il presidente Tabacci, dopo la discussione in Commissione, ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica e del Parlamento l'esistenza di tale problema. Concordo con il ritiro dell'emendamento da parte del presidente Tabacci, perché né noi né lui abbiamo mai fatto una questione di forma; abbiamo detto al Governo che l'unico strumento che il Parlamento aveva per sottoporre alla sua attenzione questo aspetto della realtà era un emendamento. Non è nella nostra disponibilità l'utilizzo dei disegni di legge o dei decreti-legge; il Parlamento, per porre un problema che è presente nella realtà e non certo solo nella fantasia dell'UDC o del presidente Tabacci, può solo presentare emendamenti.
Mi sembra - senza voler anticipare le dichiarazioni conclusive sul provvedimento - che vi fosse forse qualcuno che


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non voleva guardare con particolare attenzione a questo tema. Tutti in Italia hanno preso atto, sia in Assemblea sia nella società civile, dell'esistenza del problema e del fatto che il Governo ha assicurato, in Consiglio dei ministri, per bocca del Vicepresidente Fini e del ministro per i rapporti con il Parlamento, nonché per tramite di chi oggi qui lo rappresenta, cioè il sottosegretario Mantovano, che lo stesso sarà risolto. Non vogliamo utilizzare la parola «contestualmente»? Diciamo allora il giorno prima che venga attuata questa legge. Infatti, ciò che si vuole evitare è che gli imprenditori, che rischierebbero effetti penali, possano andare in prigione. Non sarà il giorno prima, sarà il giorno stesso: utilizzate pure il termine che preferite; l'impegno assunto dal Governo è comunque il seguente: il problema sarà risolto all'entrata in vigore di questo provvedimento. Tale questione, infatti, non riguarda una forza politica, bensì il mondo del lavoro e dell'impresa (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo - Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (CCD-CDU)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, comprendo le ragioni che hanno mosso l'emendamento dell'onorevole Tabacci, ma credo che egli abbia fatto bene a ritirarlo.
Onorevoli colleghi, il problema con il quale ci scontriamo da molti anni sul tema dell'immigrazione consiste nel decidere se l'Italia voglia oppure no cercare di fermare l'immigrazione clandestina. Ebbene, il modo per fermare l'immigrazione clandestina è solo quello di presentare una legge che non contenga provvedimenti di sanatoria...

EMILIO DELBONO. Le colf, le badanti....

GIORGIO LA MALFA. Difatti non sono d'accordo su questo provvedimento proprio per tale motivo!
L'onorevole Tabacci dice che vi è una distinzione fra regolarizzazione e sanatoria. Sfortunatamente, nella lettura di tali norme, questa distinzione non c'è. L'Italia, lo ripeto, potrà dare un ordine nella sua politica dell'immigrazione solo se darà una manifestazione di fermezza che non ha mai voluto dare in questi dieci anni, in modo da lanciare un messaggio chiaro una volta per tutte. Non so se ci riusciremo, ma è necessario procedere in questa direzione (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 29.3, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 437
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato
186
Hanno votato
no 251).

MAURA COSSUTTA. Vergogna!

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Leoni 29.2 e Mascia 29.22, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 444
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
187
Hanno votato
no 257).


Pag. 65


Onorevoli colleghi, dato che ho un dovere di obiettività, che esso prescinde dai rapporti affettivi, che pure possono esserci, con alcuni gruppi parlamentari e con alcuni amici (l'affetto fa parte dei sentimenti che non rinnego, ma la politica e le istituzioni fanno parte di un'altra sfera), debbo annunciare che l'ordine del giorno presentato dal presidente Tabacci, così com'è stato formulato, non può essere ritenuto ammissibile, perché è chiaro che non posso ritenere ammissibile un ordine del giorno che riproduce esattamente il contenuto di emendamenti che la Camera ha appena respinto (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Prendo atto che l'emendamento Luciano Dussin 29.4 è stato ritirato.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.71 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevole Soda, per favore (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)...

ANTONIO SODA. Guardi anche di là, Presidente!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 262
Astenuti 182
Maggioranza 132
Hanno votato
257
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.72 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 260
Astenuti 179
Maggioranza 131
Hanno votato
250
Hanno votato
no 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 29.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 441
Astenuti 3
Maggioranza 221
Hanno votato
183
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sinisi 0.29.52.1 (Nuova formulazione), accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 439
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato
433
Hanno votato
no 6).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Luciano Dussin 29.6 e 29.52 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.


Pag. 66

MARCO BOATO. Signor Presidente, l'Assemblea ha testé approvato un nostro subemendamento che, per fortuna, sana una «porcheria» che si stava facendo con l'emendamento Luciano Dussin 29.52, identico all'emendamento 29.6 della Commissione.
Era stato presentato un emendamento Luciano Dussin (e poi uno identico anche dalla maggioranza della Commissione) con il quale, rendendo obbligatoria la certificazione medica della patologia o dell'handicap (in riferimento alle cosiddette badanti), nemmeno obbligatoria per tutti (perché questo è ciò che prevede il comma 3), si sarebbe di fatto bloccata la regolarizzazione delle collaboratrici familiari. Soltanto il nostro subemendamento, appena approvato, ha impedito questa sporca operazione che si stava facendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Luciano Dussin 29.6 e 29.52 della Commissione, nel testo subemendato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 278
Astenuti 164
Maggioranza 140
Hanno votato
270
Hanno votato
no 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sinisi 0.29.53.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 430
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato
180
Hanno votato
no 250).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.53 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 289
Astenuti 150
Maggioranza 145
Hanno votato
284
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Alfonso Gianni 0.29.54.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 435
Astenuti 4
Maggioranza 218
Hanno votato
183
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rizzo 0.29.54.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 67

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 439
Astenuti 2
Maggioranza 220
Hanno votato
183
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.54 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 279
Astenuti 154
Maggioranza 140
Hanno votato
275
Hanno votato
no 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.55 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 267
Astenuti 173
Maggioranza 134
Hanno votato
262
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Landi di Chiavenna 29.10, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 408
Astenuti 26
Maggioranza 205
Hanno votato
403
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.73 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 272
Astenuti 166
Maggioranza 137
Hanno votato
268
Hanno votato
no 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mascia 0.29.74.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato
183
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mascia 0.29.74.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 68

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato
185
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione del subemendamento Mascia 0.29.74.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, vorrei far notare ai colleghi, che stanno votando un po' velocemente, che questo articolo riguarda l'emersione del lavoro nero e i casi in cui l'emersione del lavoro irregolare non è ammessa. In uno di questi paragrafi si parla dell'impossibilità di applicare l'articolo 29 a coloro che risultino denunciati per uno dei reati indicati. Credo che in questo provvedimento si siano fatte cose allucinanti sotto diversi punti di vista. In questo caso, davvero, si introduce una presunzione di colpevolezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Mascia 0.29.74.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato
178
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.74 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 429
Votanti 280
Astenuti 149
Maggioranza 141
Hanno votato
272
Hanno votato
no 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.75 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 268
Astenuti 160
Maggioranza 135
Hanno votato
266
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato
259
Hanno votato
no 175).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Landi di Chiavenna 29.01.
Chiedo all'onorevole Landi di Chiavenna se ritiri il suo articolo aggiuntivo 29.01.


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GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, lo ritiro e preannuncio che ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.

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