CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO – SIVIGLIA 21 – 22 GIUGNO 2002

 

Asilo e immigrazione

 

26. Il Consiglio europeo è deciso ad accelerare l'attuazione, in tutti i suoi aspetti, del programma

adottato a Tampere ai fini della creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia

nell'Unione europea. A questo proposito esso fa presente la necessità di sviluppare una

politica comune dell'Unione europea sulle questioni, distinte ma strettamente legate, dell'asilo

e dell'immigrazione.

27. È di capitale importanza per l'Unione europea e i suoi Stati membri che la gestione dei flussi

migratori avvenga nel rispetto del diritto, in cooperazione con i paesi di origine e di transito di

detti flussi. Il Consiglio europeo esprime perciò soddisfazione per i risultati ottenuti nello

scorso semestre, in particolare il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina, il

piano per la gestione delle frontiere esterne e la direttiva che adotta norme minime relative

all'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, e invita le prossime Presidenze a

continuare a considerare prioritarie le questioni della migrazione nella programmazione dei

lavori.

28. Le misure adottate a breve e medio termine per la gestione comune dei flussi migratori

devono rispettare un giusto equilibrio tra, da un lato, una politica d'integrazione degli

immigranti che soggiornano legalmente e una politica di asilo che rispetti le convenzioni

internazionali, in particolare la convenzione di Ginevra del 1951, e, dall'altro, una lotta

risoluta contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani.

29. L’azione dell’Unione in questo settore deve basarsi sui seguenti principi:

· la legittima aspirazione a una vita migliore deve essere conciliabile con la capacità

d'accoglienza dell'Unione e dei suoi Stati membri e l'immigrazione deve essere

incanalata entro le forme legali previste a tal fine; l'integrazione degli immigranti legali

nell'Unione comporta al tempo stesso diritti ed obblighi rispetto ai diritti fondamentali

riconosciuti nell'Unione; a tale riguardo la lotta contro il razzismo e la xenofobia

assume un'importanza fondamentale;

· conformemente alla convenzione di Ginevra del 1951, occorre garantire ai rifugiati una

protezione rapida ed efficace facendo intervenire meccanismi atti ad impedire gli abusi

e facendo in modo che il rimpatrio nel paese d'origine delle persone la cui domanda

d'asilo è stata respinta avvenga più rapidamente.

 

Misure di lotta all'immigrazione clandestina

 

30. Con il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina l'Unione europea si è dotata di

uno strumento efficace per realizzare una gestione adeguata dei flussi migratori e lottare

contro l'immigrazione clandestina. Il Consiglio europeo sollecita il Consiglio e la

Commissione ad accordare, nell'ambito delle rispettive competenze, priorità assoluta alle

seguenti misure previste dal piano:

· riesaminare entro l'anno l'elenco degli Stati terzi i cui cittadini sono soggetti all'obbligo

del visto o ne sono esonerati;

· istituire al più presto un sistema comune d'identificazione dei dati dei visti, sulla scorta

di uno studio di fattibilità che sarà presentato nel marzo 2003 e sulla base degli

orientamenti del Consiglio; una relazione preliminare sarà presentata entro il 2002;

· accelerare la conclusione degli accordi di riammissione in fase di negoziazione ed

approvare nuovi mandati per negoziare accordi di riammissione con i paesi già indicati

dal Consiglio;

· per quanto riguarda le politiche in materia di allontanamento e rimpatrio, adottare al più

tardi entro la fine dell'anno gli elementi su cui poggerà un programma di rimpatri sulla

scorta del Libro verde della Commissione, tra cui le condizioni migliori per un rimpatrio

rapido in Afghanistan;

· approvare formalmente, in occasione del prossimo Consiglio "Giustizia e affari interni",

la decisione quadro sulla lotta contro la tratta degli esseri umani, la decisione quadro

intesa a rafforzare il quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell'ingresso

e del soggiorno illegali nonché la direttiva volta a definire il favoreggiamento

dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali.

 

Attuazione progressiva di una gestione coordinata e integrata delle frontiere esterne

 

31. Il Consiglio europeo si compiace delle varie iniziative recentemente intraprese in questo

settore, in particolare della comunicazione della Commissione intitolata "Verso una gestione

integrata delle frontiere esterne degli Stati membri", dello studio di fattibilità eseguito sotto la

direzione dell'Italia concernente la creazione di una polizia europea delle frontiere, tenendo

conto della volontà manifestata dalla Commissione di proseguire l'esame dell'opportunità e

della fattibilità di tale polizia europea, nonché dello studio su "Polizia e sicurezza delle

frontiere" realizzato da tre Stati membri nel quadro del programma di cooperazione OISIN.

32. Il Consiglio europeo si compiace della recente approvazione di un piano per la gestione delle

frontiere esterne degli Stati membri elaborato sulla base delle tre iniziative citate, che dovrà

contribuire tra l'altro a un migliore controllo dei flussi migratori. Chiede che sia istituito al più

presto, nell'ambito del Consiglio, un organo comune di esperti delle frontiere esterne,

composto dai capi dei servizi di controllo alle frontiere degli Stati membri e incaricato di

coordinare le misure previste dal piano.

Chiede inoltre al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri, ciascuno per quanto di

propria competenza, di attuare le misure seguenti:

- entro il 2002

· attuazione di operazioni comuni alle frontiere esterne;

· avvio immediato di progetti pilota aperti a tutti gli Stati membri interessati;

· creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione

degli Stati membri;

- entro giugno 2003,

· elaborazione di un modello comune di analisi dei rischi per giungere ad una

valutazione comune e integrata dei rischi;

· definizione di una base comune per la formazione delle guardie di frontiera

nonché consolidamento della normativa europea in materia di frontiere;

· attuazione di uno studio ad opera della Commissione sulla suddivisione degli

incarichi fra gli Stati membri e l'Unione circa la gestione delle frontiere esterne.

 

Integrazione della politica d'immigrazione nelle relazioni dell'Unione con i Paesi Terzi

 

33. Il Consiglio europeo ritiene che la lotta contro l'immigrazione illegale richieda uno sforzo

maggiore da parte dell'Unione europea e un approccio mirato al fenomeno, con la messa in

campo di tutti gli strumenti adeguati nel quadro delle relazioni esterne dell'Unione europea. A

tale scopo, in ottemperanza alle conclusioni del Consiglio di Tampere, un approccio integrato,

globale ed equilibrato, inteso ad affrontare le cause profonde dell'immigrazione clandestina

deve restare l'obiettivo costante dell'Unione europea a lungo termine. In tale ottica il

Consiglio europeo ricorda che l'intensificazione della cooperazione economica, lo sviluppo

degli scambi commerciali, l'aiuto allo sviluppo, nonché la prevenzione dei conflitti sono

altrettanti strumenti per promuovere la prosperità economica dei paesi interessati e per ridurre

così le cause all'origine dei movimenti migratori. Il Consiglio europeo insiste affinché in

qualsiasi futuro accordo di cooperazione, accordo di associazione o accordo equivalente che

l'Unione europea o la Comunità europea concluderà con qualsiasi paese sia inserita una

clausola sulla gestione comune dei flussi migratori, nonché sulla riammissione obbligatoria in

caso di immigrazione clandestina.

34. Il Consiglio europeo sottolinea che è importante assicurare la cooperazione dei paesi d'origine

e di transito in materia di gestione comune e di controllo delle frontiere nonché di

riammissione. La riammissione da parte dei paesi terzi comprenderà quella dei loro cittadini

presenti illegalmente in uno Stato membro nonché, nelle stesse condizioni, la riammissione

dei cittadini di paesi terzi di cui possa essere verificato il transito nel paese in questione. La

cooperazione mira a ottenere risultati a breve e a medio termine. L'Unione è disposta a fornire

l'aiuto tecnico e finanziario necessario allo scopo, nel qual caso la Comunità europea dovrà

disporre di risorse adeguate nel quadro delle prospettive finanziarie.

35. Il Consiglio europeo reputa necessario procedere a una valutazione sistematica delle relazioni

con i paesi terzi che non cooperano nella lotta contro l'immigrazione illegale. Di questa

valutazione si terrà conto nelle relazioni fra l'Unione europea e gli Stati membri e i paesi

interessati, in tutti i settori pertinenti. Una cooperazione insufficiente da parte di un paese

potrebbe rendere più difficile l'approfondimento delle relazioni tra il paese in questione e

l'Unione.

36. Se non si sarà ottenuto alcun risultato ricorrendo ai meccanismi comunitari esistenti, il

Consiglio potrà prendere atto, all'unanimità, della mancanza ingiustificata di cooperazione da

parte di un paese terzo nella gestione comune dei flussi migratori. In tal caso il Consiglio,

conformemente alle norme dei trattati, potrà adottare misure o assumere posizioni nel quadro

della politica estera e di sicurezza comune e delle altre politiche dell'Unione europea, nel

rispetto degli impegni assunti dall'Unione e senza mettere in discussione gli obiettivi della

cooperazione allo sviluppo.