RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,32).

Si dia lettura del processo verbale.

TRAVAGLIA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 29 maggio.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi e missioni

PRESIDENTE. Sono in congedo i senatori: Agnelli, Antonione, Baio Dossi, Baldini, Bobbio Norberto, Bosi, Cursi, D'Alì, D'Ambrosio, Degennaro, Dell'Utri, De Martino, Firrarello, Frau, Mantica, Salerno, Saporito, Scarabosio, Siliquini, Vegas e Ventucci.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Budin, Contestabile, Crema, Danieli Franco, Gaburro, Giovanelli, Greco, Gubert, Iannuzzi, Manzella, Mulas, Nessa, Occhetto, Rigoni, Rizzi e Tirelli, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Unione dell'Europa Occidentale; Coviello e Tarolli, per attività del Gruppo italiano dell'Unione interparlamentare.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. Le comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 16,36).

Per lo svolgimento di un'interrogazione

BERLINGUER (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERLINGUER (DS-U). Signor Presidente, ho chiesto la parola essendo avvenuto un fatto che noi consideriamo di una certa gravità, sul quale è in corso di presentazione uníinterrogazione urgente la cui risposta gradiremmo venisse sollecitata presso il Governo.

È stata annunciata, con qualche clamore, la stipula di un protocollo díintesa fra il Ministero dellíistruzione e il Ministero del lavoro, da un lato, e la regione Lombardia, dallíaltro, nel quale si prevede la sperimentazione di percorsi formativi particolari, che riguardano i giovani che non hanno ancora assolto líobbligo scolastico; sperimentazione che prevederebbe líassolvimento dellíobbligo scolastico (sottolineo "scolastico") presso i centri di formazione professionale. Questo nuovo protocollo farebbe anche riferimento a un disegno di legge in itinere, che è ancora in discussione presso la 7a Commissione.

La domanda è se non vi sia un profilo di illegittimità, poiché con un protocollo díintesa si modifica una legge e si decreta il proscioglimento dallíobbligo scolastico, avviando i ragazzi in altre direzioni formative. Si tratta di qualcosa che sconvolge líordinamento. Si aspetti l'approvazione di una legge o si promuovano altre forme di modifica, diversamente è come istigare questi ragazzi e le famiglie a violare la normativa vigente.

Noi riteniamo che questo sia un fatto piuttosto grave, che non cíentri nulla con la devolution, con la legge costituzionale n. 3 del 2001, e riteniamo importante che di ciò si discuta in Aula. Speriamo inoltre ci sia dato il bene di vedere il Ministro dellíistruzione in questa sede, a rispondere di una questione così grave. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Verdi-U).

PRESIDENTE. Senatore Berlinguer, la Presidenza non può entrare, ovviamente, nel merito di un documento che ancora non è pervenuto. Non appena esso perverrà alla Presidenza, questa si farà carico di trasmetterlo a chi deve fornire delle risposte.

Non essendo ancora pervenuto il parere della 5a Commissione sugli emendamenti al decreto-legge n. 83, procediamo con la discussione del disegno di legge n. 1408.

Seguito della discussione e approvazione del disegno di legge:

(1408) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 aprile 2002, n. 51, concernente disposizioni urgenti recanti misure di contrasto allíimmigrazione clandestina e garanzie per soggetti colpiti da provvedimenti di accompagnamento alla frontiera (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1408, già approvato dalla Camera dei deputati.

Ricordo che nella seduta del 30 maggio scorso si è conclusa la discussione generale e hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.

Do lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto di propria competenza, esprime parere di nulla osta sul testo".

"La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti trasmessi, per quanto di propria competenza, esprime parere di nulla osta ad eccezione dellíemendamento 1.11, sul quale il parere è contrario, ai sensi dellíarticolo 81 della Costituzione".

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

GUERZONI (DS-U). Signor Presidente, con líemendamento 1.1, in sostanza, si corregge quanto previsto dallíarticolo 1 in materia di potestà di decretazione per la distruzione dei natanti. Alludo alla modifica secondo la quale si metterebbe in carico al Capo del Governo questa potestà.

Io non ho compreso, né dalla relazione scritta né dallíillustrazione in Commissione e in Aula, da che cosa derivi questa necessità. Vorrei vedere la questione anche sotto un altro profilo rispetto allíanalisi che ha fatto nel suo intervento in discussione generale il senatore Iovene, invitando il Governo e la maggioranza a valutare se non possa risultare incauta questa decisione. Incauta perché è ovvio che un potere di decretazione in carico al Capo del Governo comporta la centralizzazione di uníattività con conseguenze operative molto consistenti, con esiti che non credo siano quelli che il Governo vuole perseguire, giacchè vuole semmai sveltire la distruzione di questi natanti; incauta probabilmente anche sotto un altro aspetto. Infatti in questi natanti si trova di tutto, signor relatore, preziosi, droga, non soltanto immigrati clandestini. Non vorrei, in buona sostanza, che qualche "polpetta avvelenata" andasse a colpire líautorevolezza e la persona di chi rappresenta líItalia in questo momento anche nel mondo. E sappiamo di cosa sono capaci le cosche criminali che si infeudano nella clandestinità dellíimmigrazione.

In ogni caso, se il Governo ed il relatore mi dimostrano un caso concreto che è stato risolto dall'attuale decreto rispetto alla previgente normativa, sono disponibile a ritirare líemendamento.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, diamo per illustrati gli emendamenti di cui è primo firmatario il senatore Turroni.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati .

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

BOSCETTO, relatore. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati allíarticolo 1.

DíALIí, sottosegretario di Stato per l'interno. Anche il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10.

BOCO (Verdi-U). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 1.10, presentato dal senatore Guerzoni.

Non è approvato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, ne chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Non essendo ancora trascorsi i venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento per l'effettuazione di votazioni mediante procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 16,56.

(La seduta, sospesa alle ore 16,45, è ripresa alle ore 16,56).

Riprendiamo i nostri lavori.

Senatore Boco, mantiene la sua richiesta di votazione dellíemendamento 1.11?

BOCO (Verdi-U). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.11, presentato dal senatore Iovene.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non è in numero legale.

Sospendo pertanto la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16,58, è ripresa alle ore 17,21).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

Passiamo nuovamente all'emendamento 1.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario.

BOCO (Verdi-U). Insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 102-bis del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.11, presentato dal senatore Iovene.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12.

Verifica del numero legale

BOCO (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.

Dopo i molteplici inviti fatti oralmente e tramite lettera, dopo aver raccolto anche varie critiche, credo sia inaccettabile che a metà pomeriggio del martedì - quando non vi sono partite in corso (e non voglio pensare che qualcuno guardi le partite registrate) e il Giro díItalia è terminato - non vi sia il numero legale.

Oltre ad esprimere disagio come Presidente e come senatore, sono purtroppo costretto a risollecitare - e credo non sarà mai troppo presto - un intervento in sede di Ufficio di Presidenza affinché si assumano misure estremamente dure nei confronti di chi viene e percepisce lo stipendio senza lavorare. Questo si chiama indebito arricchimento (Applausi dai Gruppi AN, LP, UDC:CCD-CDU-DE, FI e DS-U).

Sospendo la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17,25, è ripresa alle ore 17,47).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo nuovamente alla votazione dell'emendamento 1.12.

 

Verifica del numero legale

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, su questo emendamento, come ho fatto precedentemente, vorrei richiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico. Ricordo che si tratta della terza sospensione della seduta nel corso di questo pomeriggio, credo quindi che si possa anche restare in Aula per qualche secondo in più.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.12, presentato dal senatore Iovene.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 1.1, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2.

TURRONI (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TURRONI (Verdi-U). Signor Presidente, desidero intervenire su questo emendamento per affermare che sono assai sorpreso per il parere contrario espresso su di esso dal relatore e dal rappresentante del Governo: si tratta di vietare l'affondamento di navi in mare.

In sostanza, noi vorremmo evitare che la rottamazione delle navi che vengono sequestrate si trasformi in distruzione mediante affondamento. Il mare non è una discarica; il mare non è un luogo nel quale si possa, senza alcuna sensibilità, affondare qualcosa semplicemente per risparmiare denaro.

Sono sorpreso perché il relatore è uomo di mare, dal momento che vive ad Imperia; sono sorpreso perché abbiamo ascoltato più volte il Ministro dell'ambiente sostenere di essere anch'egli uomo di mare, mentre la norma che qui si propone vìola la legge del 27 maggio 1999 n. 175 che ratifica il protocollo redatto dalla Convenzione di Barcellona nel 1995; vìola l'articolo 35 del decreto legislativo n. 152 del 1999, il cosiddetto testo unico delle acque; vìola il combinato disposto degli articoli 7, comma 3, lettera l) e 46 del decreto Ronchi sui rifiuti, ove per i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso o loro parti è prevista espressamente la rottamazione.

Noi sappiamo che più volte negli anni è stata chiesta al Ministero dell'ambiente l'autorizzazione ad affondare le navi quando queste erano vecchie carrette ed è sempre stato risposto che ciò non si poteva, anzi si doveva fare. Adesso, invece, con questa norma così come è stata scritta, nella totale indifferenza, si vogliono appunto eliminare le vecchie carrette del mare consentendone l'affondamento.

Tuttavia, il protocollo per la prevenzione e l'eliminazione dell'inquinamento nel Mar Mediterraneo non prevede l'immersione di rifiuti provenienti da navi e da aerei o il loro incenerimento in mare e fissa il divieto di immersione in mare di rifiuti, e specificatamente delle navi, stabilendo un regime autorizzativo transitorio. Tale regime è cessato nel dicembre 2000 e oltre quella data è vietata a tutti gli effetti l'immersione di navi in mare.

Il provvedimento non prevede neanche una lira per la distruzione dei natanti e quindi è facile capire, considerando i tentativi più volte reiterati, quale sarà la fine di tutte le vecchie carrette che verranno distrutte mediante líaffondamento in mare. Si tratta di un fatto inaccettabile sia perché le norme non lo prevedono, anzi lo escludono in modo specifico, sia perché abbiamo il dovere di tutelare e di difendere la fascia costiera, le zone dove si ripopolano le specie di interesse alieutico e dove si svolge la balneazione. Più in generale, abbiamo il dovere di tutelare il mare in ogni sua componente.

Per questo chiediamo al relatore e al Governo di cambiare il loro atteggiamento. Se non ci fosse, nascosta (ma traspare e la si rileva), líintenzione di affondare le navi, non capirei il motivo del parere contrario espresso sul nostro emendamento, che non apporta alcuna modifica al testo dellíarticolo ma aggiunge semplicemente che: "In ogni caso è vietato líaffondamento in mare, parziale o totale, dei mezzi di trasporto da distruggere ai sensi del presente comma".

Distruggete pure le navi, anzi si tolgano di mezzo le vecchie carrette; la loro distruzione, però, non può essere realizzata attraverso líaffondamento in mare. Questa è líunica modifica che chiediamo. Intendiamo infatti difendere il mare e líeconomia che da esso deriva, difendere il corpo idrico che il mare rappresenta e le specie che in esso vivono. Pertanto, ripeto, chiediamo al relatore e al Governo di cambiare il loro atteggiamento.

La nostra è una posizione molto costruttiva, che non fa altro che difendere il mare quale bene primario, come lo stesso Governo ha affermato di voler fare nel corso di audizioni svolte alla Camera dei deputati. Riteniamo che ciò debba avvenire ed è per questo che sottoponiamo allíattenzione dellíAula líemendamento da noi presentato. Si tratta di una proposta di buonsenso che, anche qualora non fosse necessaria poiché non farebbe altro che confermare una volontà già espressa (ma non lo crediamo), specifica ciò che si deve fare. Il testo, ripeto, è il seguente: "In ogni caso è vietato líaffondamento in mare, parziale o totale, dei mezzi di trasporto da distruggere ai sensi del presente comma".

Noi non vogliamo impedire la distruzione delle navi, ma solo specificare che esse non devono essere affondate in mare, come díaltronde recita il protocollo votato con la legge 29 maggio 1999, n. 175, e come stabiliscono il decreto Ronchi n. 22 del 1997 e líarticolo 35 del decreto legislativo n. 152 del 1999.

Al relatore e al Governo chiediamo di manifestare un minimo di sensibilità nei confronti dellíambiente e di rispettare il mare che, oltre ad essere un ecosistema molto fragile e delicato, costituisce anche una risorsa straordinaria dal punto di vista economico ed ambientale. Pertanto, invitiamo ancora una volta il Governo e il relatore a mutare il loro atteggiamento.

PASTORE (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE (FI). Signor Presidente, intervengo per annunciare il mio voto contrario allíemendamento 1.2 e per replicare al senatore Turroni.

Innanzitutto, egli non ha ricordato quanto ha evidenziato il relatore. Non si parla di affondamento e men che mai si vogliono violare le disposizioni internazionali che oggi, tra líaltro, sono assurte a rango di norme costituzionali. Quindi, líinterpretazione del senatore Turroni è assolutamente fuorviante e strumentale.

Quanto allíopportunità di inserire una precisazione, devo ricordare al collega che tra due giorni il decreto-legge scadrà. Introdurre una precisazione che riteniamo superflua in un decreto-legge in scadenza è un qualcosa che non si può pretendere dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.2, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori. (Il senatore Turroni alza la mano per chiedere la parola).

Non è approvato.

Senatore Turroni, le ho sempre dato la parola quando ve ne era la necessità e quando ho potuto rilevare la sua richiesta di intervenire.

Ferma la mia ignoranza sul tema (ne ho parlato successivamente al voto per non influenzare líAssemblea che si è già espressa), ero convinto addirittura che questo potesse servire al ripopolamento, creando delle tane e dei nidi per i pesci.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13.

TURRONI (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TURRONI (Verdi-U). Signor Presidente, purtroppo le navi contengono motori, oli, nafte, vernici e quantíaltro, ed è per questo motivo che non si possono affondare, come stabiliscono le convenzioni internazionali. Gli incidenti possono sempre capitare, Presidente, però il mare non può essere una discarica.

Ciò detto, sull'emendamento in esame chiediamo la verifica del numero legale.

 

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.13, presentato dal senatore Iovene.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3.

TURRONI (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TURRONI (Verdi-U). Signor Presidente, vorrei riferirmi a quanto ha appena affermato il senatore Pastore; non è colpa dellíopposizione se questo decreto scadrà fra due giorni.

Avremmo voluto che qualcuno chiarisse per quale motivo si passa dalla parola "rottamazione" allíaltra "distruzione", altrimenti non ci capiamo. Sappiamo infatti, signor Presidente, che il tentativo di affondare in mare le navi è stato effettuato più volte. Credo che taluni colleghi della Lega e anche altri della maggioranza oggi siano particolarmente felici perché sono stati sequestrati alcuni pozzi di metano che stavano facendo abbassare la linea di costa di fronte a Rovigo e alle zone del Polesine.

Ebbene, dal momento che questo riguarda líENI, in numerose circostanze è stato richiesto di poter affondare in mare anche le piattaforme con cui si estrae il gas al largo delle coste di Ravenna, di Venezia e di Rovigo, perché cíè líintenzione costante di evitare di compiere un lavoro di bonifica e di rottamazione, per líappunto, delle parti inquinanti. Dal momento che lo smaltimento, il recupero, il riciclo e la messa in sicurezza sono operazioni costose, si vuole evitare di sopportarne la spesa.

Considerato che nel provvedimento cíè stato un cambio lessicale ("distruggere" al posto di "rottamare") e che non ci sono soldi per poter fare questa distruzione, sono costretto ad affidarmi allíesperienza, cioè alle reiterate richieste che sono state avanzate per affondare navi e addirittura piattaforme con le quali si estrae il metano al largo delle nostre coste. Si tratta di pratiche che sono state richieste da chi aveva la titolarità di quegli impianti o di quelle imbarcazioni, perché costa meno affondare piuttosto che recuperare, riciclare o portare a discarica.

Il problema non è quello dei due giorni, collega Pastore, perché se approvassimo una modifica oggi, la sua esperienza - così come la mia - ci dice che domani líaltro ramo del Parlamento potrebbe immediatamente licenziare il provvedimento nel testo modificato. Ciò è avvenuto tante volte in passato, quando ci si è accorti che una norma che si intendeva introdurre era negativa. Ebbene, questa è una norma negativa per il nostro ambiente, per la nostra economia, per il nostro mare che tutti a parole diciamo di voler difendere, salvo poi mostrare un diverso atteggiamento quando si tratta di misurarci sui fatti concreti.

Da parte nostra non cíè alcun comportamento di tipo strumentale - mi dispiace che il presidente Pastore usi questo termine - perché se così fosse non avremmo proposto solo due o tre emendamenti concentrati su tale questione, indipendentemente dal fatto che questo provvedimento non ci trova díaccordo, ma ne avremmo presentati, come in altre circostanze, decine e decine.

Quindi, poiché il nostro atteggiamento non è di tipo ostruzionistico, ma interessato solamente a difendere il mare per quello che è e che rappresenta - ricordo a tutti che esiste uníassociazione di parlamentari amici del mare - credo che abbiamo il dovere di introdurre questa modifica.

Sullíemendamento in esame, signor Presidente, chiedo che si proceda con votazione nominale mediante procedimento elettronico perché si veda chi è effettivamente impegnato per la difesa del mare e chi invece ritiene che queste siano norme di tutela da approntare.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Turroni, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 1.3, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 1.4, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dellíemendamento 1.14.

TURRONI (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Turroni, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.14, presentato dal senatore Iovene.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Passiamo allíesame degli emendamenti riferiti allíarticolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

GUERZONI (DS-U). Signor Presidente, illustrerò congiuntamente i miei emendamenti 2.12 e 2.13.

Vorrei preliminarmente osservare che líarticolo 2 in esame espone fortemente questo decreto a un giudizio di incostituzionalità. In sostanza, ciò che si prevede in tale articolo non ha niente a che fare ed è del tutto disomogeneo con quanto disciplinato dallíarticolo 1 e, come lei ben sa, la disomogeneità in un decreto non è ammissibile, secondo la Costituzione.

In effetti, gli stranieri di cui si parla allíarticolo 2 non sono soltanto quelli che si rinvengono nei natanti, ma sono tutti gli stranieri, sia quelli che entrano in maniera illegale, sia quelli già presenti in Italia che vengono sottoposti ad espulsione, tantíè che le leggi vigenti per gli stranieri sui natanti non prevedono líespulsione ma il respingimento.

Il testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 ha introdotto infatti líistituto del respingimento e il questore agisce per respingere lo straniero che stia per entrare, non già quello che è presente sul territorio nazionale, anche se viene trovato decine di chilometri allíinterno dei confini del Paese; basta che si possa dimostrare che stava entrando illegalmente. Pertanto, credo che questo articolo 2 sia del tutto disomogeneo rispetto allíarticolo 1.

Ci sono anche dubbi di correttezza regolamentare, perché la Costituzione e i Regolamenti parlamentari esigono che il legislatore vari una norma che non esista o di cui vi sia bisogno. Ebbene, la disposizione di cui all'articolo 2 a legislazione vigente c'è già. Questa norma nasce - e noi la stiamo votando in anticipo - perché non una legge, ma il disegno di legge Bossi-Fini modifica la legge Turco-Napolitano.

Oggi voteremo in via definitiva la conversione di un decreto contenente una norma di cui non c'è bisogno, che si sovrappone a norme esistenti soltanto per correggere il disegno di legge Bossi-Fini che è ancora in fase di approvazione e dovrà essere esaminato dal Senato. Anche da questo punto di vista, dunque, credo vi siano molti dubbi sulla correttezza regolamentare con la quale si è proceduto all'iter di questo decreto e - mi dispiace, vorrei non fosse così - c'è motivo sufficiente perché la Corte costituzionale, se un magistrato presenterà un ricorso, possa anche annullarlo.

Ciò premesso, vengo al merito. A leggere questo articolo si potrebbe dire: che brava questa maggioranza, quando era all'opposizione si è battuta per il principio del giusto processo e adesso lo applica anche agli immigrati da espellere, allorché addirittura elimina le espulsioni amministrative per le quali non c'è bisogno della garanzia del giudice (lo dice anche l'ultima sentenza della Corte costituzionale in materia, oltre ad altre sentenze della Cassazione e quant'altro).

Questo decreto allarga a tutte le espulsioni l'intervento di garanzia del giudice. Sennonché, il disegno di legge Bossi-Fini - non la legge Turco-Napolitano - elimina le espulsioni amministrative generalizzando tutte le espulsioni con l'accompagnamento alla frontiera. Ebbene, líarticolo in esame prevede per questa fattispecie che intanto si procede all'espulsione e poi il giudice deciderà se essa è giusta, con il rischio, signor Presidente, di trovarci costretti a riammettere stranieri espulsi quando il magistrato dirà che l'espulsione era illegittima, e con il rischio - direi quasi la certezza - che la norma non verrà applicata perché i questori non espelleranno nessuno.

Infatti, nel momento in cui si espelle un extracomunitario e il magistrato interviene non convalidando l'espulsione, quando il consiglio di amministrazione del Ministero procederà alle promozioni il questore che sulla scheda personale avrà un tale appunto non avanzerà in carriera (ancorché non corra rischi maggiori). Inoltre, se durante l'espulsione, risultata poi da non farsi, capita un incidente alla persona che si espelle, lei immagina quali conseguenze anche penali ricadranno sul questore? Pertanto, succederà che i questori invieranno tutti gli extracomunitari nei centri provvisori di trattenimento perché lì è obbligatorio l'intervento preventivo del giudice.

Eí una norma squilibrata che aumenta la repressione ma non ricostruisce un equilibrio con garanzie; una norma incostituzionale perché la nostra Costituzione riconosce diritti di garanzia, in conformità con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, con tanti trattati e convenzioni internazionali che abbiamo firmato, e stabilisce che la garanzia debba essere esercitata effettivamente e non dall'estero come si propone.

Vorrei fare un ultimo rilievo al relatore, che ha parlato della sentenza della Corte costituzionale n. 105 del 2001 la quale - secondo lui - obbligherebbe a questa estensione della garanzia del giudice (ancorché con il buco perché prima l'estendete e poi non la consentite, nel senso che si può ricorrere soltanto dopo essere stati espulsi).

Ebbene, quella sentenza, caro relatore, va in tutt'altra direzione. La sentenza, che non è stata redatta da un giurista epigono della Terza Internazionale comunista o da un campione del garantismo esasperato, perché è stata redatta dal professor Carlo Mezzanotte, alla riga 16 di pagina 8, in proposito prevede di "rendere possibile un controllo giurisdizionale pieno e non un riscontro meramente esteriore"; questa affermazione è in relazione al dettato costituzionale e alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo. Voi, con questo articolo, non vi conformate affatto alla Costituzione, ma andate in direzione opposta, anche rispetto alla sentenza della Corte costituzionale.

Con i miei emendamenti si cerca di porre un riparo, ricostruendo la garanzia effettiva. In fondo, si tratta di quarantotto ore, senatore Boscetto! Attualmente un espulso coattivamente ha quarantotto ore di tempo entro le quali presentare ricorso su cui poi il giudice decide. Il ministro Scajola ci ha detto che con questo sistema nel 2001 sono state fatte 62.000 espulsioni coatte.

Ecco allora che la garanzia, sia pur ridotta alle quarantotto ore, non impedisce certamente di far presto nelle espulsioni. La norma che voi proponete invece è squilibrata e propagandistica, tutta a favore della repressione e non permette di ricostruire l'equilibrio con le garanzie richieste dalla Costituzione. (Applausi dai Gruppi DS-U e Verdi-U).

ZANCAN (Verdi-U). Signor Presidente, onorevoli colleghi, parto dalle considerazioni svolte dal senatore Guerzoni per cercare, sia pure in estrema sintesi, di visitare tutta la materia che, come tutte quelle in tema di libertà, è di straordinario ed eccezionale interesse.

La più volte richiamata sentenza della Corte costituzionale n. 105 del 2001 fissa due princìpi che rappresentano delle autentiche colonne, signori senatori, che non sono valicabili neppure in sede legislativa. La prima consiste nel fatto che il presidio della libertà personale nel sistema delineato dall'articolo 13 della Costituzione è l'atto motivato dell'autorità giudiziaria, e non vi è alcuna possibilità di sostenere che un atto coercitivo come l'accompagnamento alla frontiera, che incide sulla libertà, non debba necessitare dell'atto motivato dell'autorità giudiziaria.

La seconda colonna, ovvia quanto importante, è che i diritti inviolabili sanciti dalla Costituzione spettano al singolo, non in quanto partecipe di una determinata comunità politica, ma in quanto essere umano: il che significa che spettano a tutti.

Allora, se è necessario per l'espulsione il provvedimento motivato dell'autorità giudiziaria, è ipocrita e soggetto a sicura stigmatizzazione costituzionale sostenere che il provvedimento motivato dell'autorità giudiziaria possa intervenire successivamente all'espulsione. Ciò appare veramente un voler mettere il carro avanti ai buoi oppure, se la vogliamo dire più finemente in greco, fare un usteron proteron, perché dire che si può espellere e convalidare successivamente l'espulsione, avendo essa immediata esecuzione è contrario a qualsiasi principio di giurisdizionalizzazione di un atto incidente sulla libertà personale.

Quando è consentito incidere sulla libertà personale, sia pure con atto motivato del giudice, senza aver sentito prima l'interessato? Soltanto nel caso in cui vi siano ragioni cogenti di necessità istruttoria che impongano di sentire successivamente e convalidare quindi successivamente l'atto motivato dell'autorità giudiziaria.

Nel mio emendamento - che va letto in sincronia con quello del senatore Guerzoni - si dice che non si può fare spazzatura della sentenza della Corte costituzionale e si stabilisce innanzitutto che è necessario líinterrogatorio dellíespellendo: non è infatti possibile non sostenere che in qualsiasi ordinato principio di giurisdizione líinteressato debba poter essere sentito prima del provvedimento giurisdizionale che convalida la sua espulsione.

Líespulsione, se immediatamente esecutiva, non solo anticipa tutto questo, ma non consente al giudice di sentire líinteressato, mettendolo fuori dalla sua stanza. Il giudice prima di tutto deve sentire líinteressato e conoscere le ragioni che questi vorrà e potrà sostenere; deve essere altresì consentito al giudice un principio di istruzione, per cui abbiamo scritto nellíemendamento che deve essere possibile, occorrendo, assumere sommarie informazioni; infine, deve essergli consentita la verifica dei requisiti. Soltanto allora la convalida sarà effettivamente momento di alta, altissima giurisdizione, intervenuta la quale il provvedimento può essere immediatamente esecutivo, salva la ricorribilità per Cassazione che deve essere, secondo il dettato costituzionale, lasciata sempre libera.

Questa norma che si introduce nel nostro sistema ha le gambe zoppe. È una presa in giro della sentenza della Corte costituzionale: è un dire allíespellendo che un giudice convaliderà líatto, ma non sarà per lui possibile intervenire.

Mi sembra che appaia evidente la semplicità e la fondatezza della questione, nei termini così male illustrati da me ma brillantemente esposti da un magistrato, perché è già stata oggetto di uníordinanza del procuratore della Repubblica di Padova, il noto dottor Calogero, magistrato non sospettabile di essere eversivo o sovversivo: in essa si esprime esattamente questo concetto e credo che nessuno possa dire che líespulsione di una persona, prelevata dalla sua casa e accompagnata alla frontiera, possa essere convalidata da un giudice senza che líinteressato sia sentito.

Ritengo che il Senato della Repubblica debba riflettere; che la materia sarebbe altrimenti assolutamente vulnerabile da un intervento della Corte costituzionale; che non sia degno di questa Assemblea svolgere un lavoro per rimangiarselo a fronte di una sentenza della Corte costituzionale; che, trattandosi di diritti di libertà, il Senato abbia compreso líestrema importanza della questione. (Applausi dal Gruppo Verdi-U).

DE ZULUETA (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE ZULUETA (DS-U). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma agli emendamenti 2.12, 2.3, 2.4 e 2.13.

PRESIDENTE: Ne prendo atto.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

BOSCETTO, relatore. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti allíarticolo 2.

Ho già tentato abbondantemente di spiegare, soprattutto in fase di replica dopo la discussione generale, la posizione del Governo e della maggioranza. Ho sentito fare osservazioni molto precise ma anche rilievi del tutto impropri in questa sede. Mi richiamo comunque a quanto ho già espresso in precedenza.

D'ALI', sottosegretario di Stato per l'interno. Esprimo parere conforme a quello formulato dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1.

BOCO (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.1, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, affrettatevi. Dipende, probabilmente, dal clima dei mondiali, ma una brevissima sospensione obbliga tutti all'esercizio ginnico della corsa finale.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.12.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, rinnovo la richiesta di votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

La prego di rivolgersi ai senatori segretari chiedendo loro di verificare il corretto svolgimento della votazione. (Commenti dai banchi della maggioranza). Credo che questo sia un dovere della Presidenza.

PRESIDENTE. I senatori segretari dovrebbero, anche se non interpellati, procedere a tale controllo.

Invito, comunque, il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 2.12, presentato dai senatori Guerzoni e De Zulueta.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2, identico all'emendamento 2.10.

BOCO (Verdi-U). Vorrei dare di nuovo la possibilità a lei e al senatore segretario di verificare se la richiesta di votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico che sto per avanzare, risulta appoggiata.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.2, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori, identico all'emendamento 2.10, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.11, presentato dal senatore Malabarba e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.3.

BOCO (Verdi-U). Chiedo ancora una volta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, rinnovando la richiesta di controllare insieme a me (e sono sicuro che lei lo farà con precisione) la regolarità della votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.3, presentato dal senatore Zancan e da altri senatori.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

TURRONI (Verdi-U). Signor Presidente, tra i banchi della maggioranza ci sono cinque luci accese a cui corrispondono tre senatori presenti!

PRESIDENTE. Colleghi, vi è un senatore segretario, al quale è demandata questa funzione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1408

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.4, presentato dal senatore Turroni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.13.

BOCO (Verdi-U)Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, voglio verificare se i Capigruppo compariranno negli elenchi delle votazioni, così come sembrerebbe di rilevare dalle luci accese, mentre sono assenti in Aula.

Su questo emendamento, chiediamo, pertanto, la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. I Capigruppo sono onnipresenti, senatore Boco.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Boco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 2.13, presentato dai senatori Guerzoni e De Zulueta.

Non è approvato.

PRESIDENTE.

Passiamo alla votazione finale.

MALABARBA (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALABARBA (Misto-RC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi lo abbiamo detto con chiarezza già nel corso della discussione svoltasi sul disegno di legge Bossi-Fini e, a maggior ragione, lo affermiamo in occasione della discussione di questo specifico provvedimento.

La logica emergenziale con cui la maggioranza affronta la questione dell'immigrazione è assolutamente sbagliata. Ci pare di rilevare che ci sia persino una sorta di ossessione competitiva nei confronti del precedente Governo per dimostrare di essere in grado di espellere con più rapidità un numero crescente di immigrati, quasi fosse un obiettivo in sé, salvo poi rendersi conto che la riduzione drastica di forza-lavoro necessaria alle aziende o alle campagne italiane impone di correre ai ripari con specifici provvedimenti, come abbiamo potuto notare recentemente.

Ecco perché si parla ormai da tempo in questíAula dellíuso delle navi da guerra per contrastare gli sbarchi; ecco perché ci stiamo occupando di accelerazione delle procedure per líespulsione amministrativa, rischiando - comíè stato acutamente dimostrato in alcuni interventi nellíillustrazione degli emendamenti - di incappare nei rilievi della Corte costituzionale, che ha giustamente affermato che il controllo del giudice non si limita alla verifica della sussistenza o meno dei presupposti che hanno portato alla decisione del trattenimento dellíimmigrato nei centri di permanenza, ma investe anche líespulsione amministrativa nella sua specifica modalità di esecuzione.

Così come dovrebbe essere prevista la possibilità di ricorso in Cassazione avverso il provvedimento di espulsione: trattandosi di libertà personale, si tratta di un diritto tutelato dalla nostra Costituzione e non può essere tranquillamente aggirato da un decreto come questo.

La maggioranza però ha respinto le proposte che noi e altri senatori dellíopposizione abbiamo avanzato. Il voto del Gruppo di Rifondazione Comunista sarà pertanto contrario sul provvedimento.

Ci preoccupano fortemente le conseguenze concrete delle scelte che la maggioranza sta operando sul problema dellíimmigrazione, scelte che saranno pagate dalla parte più debole della popolazione e che, tra líaltro, vedranno esposte in modo particolare le forze dellíordine, visto che tutto il problema si trasforma sempre e comunque in misure di ordine pubblico.

Gli abusi nei confronti dei rifugiati e degli asilanti, poi, già largamente presenti oggi, non potranno che aumentare, creando un clima di chiusura illiberale e negando uníaccoglienza dovuta a chi è perseguitato nel proprio Paese.

LíUnione europea ha bisogno di coordinare certamente le sue politiche, ma in direzione appunto dellíaccoglienza e non della costruzione di muri contro il Sud del mondo, fortificati da "sante alleanze" come quella sancita qualche giorno fa a Pratica di Mare.

Credo poi, vista líattualità della discussione, che sia importante anche fare un riferimento, in questíAula, alla vicenda penosa dellíidentificazione in base alle impronte digitali, che è emblematica di un clima di intolleranza, persecutorio e apertamente razzista. E non ci si può salvare la coscienza derubricando questa vergogna attraverso líestensione a tutti di una schedatura di massa, tipica di uno Stato di polizia.

Altro che diritto liberale alla tutela della privacy! Altro che dichiarazione obbligatoria delle generalità solo nei casi strettamente previsti dalla legge e da parte di precise autorità! Qui - lo sappiamo tutti - basta avere un cellulare in tasca per essere pedinati, ascoltati e registrati senza autorizzazione alcuna e ci apprestiamo a realizzare schedature sotto la spinta di una legge contro gli immigrati (non contro la clandestinità, sia ben chiaro!).

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

(Segue MALABARBA). È per questo che noi faremo di tutto per portare avanti iniziative di disobbedienza nei confronti di provvedimenti anticostituzionali, aggirando - e lo diciamo apertamente - con ogni mezzo, ogni atto lesivo dei diritti di libertà e di protezione dei diritti umani; e lo faremo con centinaia di associazioni di volontariato e non governative che - come noi - hanno denunciato la gravità di questa situazione.

È per questa ragione che, anche su questo specifico provvedimento, dichiariamo il nostro voto decisamente contrario. (Applausi dai Gruppi Misto-RC e Verdi-U).

BOCO (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo di nuovo a discutere questo provvedimento. Nella discussione generale ho già avuto modo di sottolineare l'assoluta mancanza di cognizione, da parte di questo Governo e della sua maggioranza, del fenomeno migratorio.

Potrei in questa occasione limitarmi ad esibire un elenco di organizzazioni, di associazioni, di imprenditori, di numerose comunità cattoliche italiane e di agenzie delle Nazioni Unite (e mi fermo qui), che - con me - dicono questo, che hanno espresso giudizi negativi sullíintero operato del Governo in materia di immigrazione e contrasto allíimmigrazione clandestina.

Preferisco però concentrarmi, almeno un poí, sul merito, anche perché infierire sui vostri numerosi errori sarebbe veramente troppo facile e, mi permetto di dire, anche doloroso in questo momento.

Colleghe e colleghi, essendo trascorsi due mesi dalla decisione dell'attuale Governo di proporre la decretazione d'urgenza per due argomenti riguardanti l'immigrazione, uno dei quali è oggetto del decreto-legge in discussione che oggi ci accingiamo a convertire, voglio ribadire che raramente come in questo caso sia emersa in modo così evidente la non utilità della decretazione d'urgenza.

Potreste obiettare che nel frattempo, grazie a questo provvedimento che voi volete, sono stati demoliti, come ricordavo anche in sede di discussione generale, uno o forse due natanti confiscati. Vi abbiamo posto il problema della loro demolizione anche attraverso la presentazione di emendamenti: avete solo saputo rispondere che si trattava di un decreto-legge in scadenza. Non siete ovviamente in grado di dire altro.

Tuttavia, non voglio sottovalutare l'effetto che tale scelta, che mi permetto di definire ancora una volta sbagliata, ha sortito dentro e accanto a voi: ricacciare cioè nuovamente il tema della immigrazione nella dimensione emergenziale, sottraendola a quella di governo, la quale avrebbe dovuto essere l'unica e giusta dimensione per un Paese come il nostro, di riconosciuta tradizione giuridica e democratica.

Come alcuni colleghi le hanno ricordato più volte nel corso di questa discussione, l'attuale maggioranza ha consentito ancora una volta di occultare i gravi ritardi del Governo nell'applicazione della legislazione vigente.

Inutilmente tutti i partiti dell'opposizione, e anche noi Verdi, più volte abbiamo cercato di dare un senso logico alla comprensione delle norme in vigore e in fase di approvazione riguardanti l'allontanamento dal territorio nazionale di cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno.

Inutilmente si è cercato di parlare con voi e di rendere, nel corso di questa discussione, chiari alcuni punti, cioè di rendere giurisdizionalmente costituzionali le norme riguardanti la legalità di un atto amministrativo, ossia il decreto di espulsione, il quale incide sulla libertà personale che, ai sensi dell'articolo 13 della Costituzione, è inviolabile e non ammette forma di restrizione alcuna, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria. Ve lo ha ricordato il senatore Zancan, rammentandovi chi siete e cosa state facendo; ebbene, anche a tale proposito non avete saputo dire altro che: questo decreto-legge è in scadenza e noi ne votiamo la conversione.

Come già in sede di discussione generale, torno a chiedervi cos'è che volete: malagiustizia, una tutela solo burocratica oppure lo svuotamento del ruolo del magistrato? Ancora una volta, si tratta di scegliere; e scegliere la cultura dell'emergenza al posto di quella di governo può dare effimeri risultati di immagine da propinare all'informazione, ma non riconosce né la dignità degli immigrati come persone e soggetti di diritto, né il valore delle nostre leggi.

Signor Presidente, concludo rammaricandomi che l'Aula non abbia voluto fare propri gli emendamenti proposti dal Gruppo dei Verdi, che erano assolutamente improntati al buon senso ed avrebbero aiutato a riportare un po' di cultura della legge e della legalità, questi sì, nel decreto-legge in esame. Essi si richiamavano ad un rispetto delle leggi di garanzia esistenti nel nostro Paese e nel diritto internazionale, al rispetto dell'ambiente marino oltre che dei principali diritti umani che sembrano essere stati decisamente dimenticati nella preparazione del decreto-legge in esame, nell'operato di questo Governo e nella filosofia che accompagna la sua politica sociale.

Voi state semplicemente dimostrando a questo Paese, giorno dopo giorno, atto amministrativo dopo atto, che l'unica cultura che conoscete è quella demagogica che cercate di propinare e affermare continuamente.

Nel confermare con convinzione il nostro voto contrario, sono certo che, lungo la strada della democrazia e della cultura del diritto di questo Paese, incontrerete lo stop che i cittadini italiani avranno voglia di darvi. Lo incontrerete, perché le lezioni che state dando sono da dimenticare per la cultura del Paese. (Applausi dai Gruppi Verdi-U, Misto-Com, DS-U e Mar-DL-U).

MAFFIOLI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAFFIOLI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole dellíUDC allíapprovazione del decreto-legge in esame, che è stato emanato per affrontare uníemergenza che ancora oggi il nostro Paese si trova a dover affrontare.

Il nostro non può che essere un voto favorevole perché, in attesa dellíapprovazione definitiva della legge Bossi-Fini, si avverte più che mai il bisogno di disporre di strumenti e misure che possano contrastare il fenomeno dellíimmigrazione clandestina. Il nostro Paese ha, infatti, bisogno di sicurezza e legalità. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, LP e AN).

BATTISTI (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BATTISTI (Mar-DL-U). Signor Presidente, nel corso della discussione generale dichiarai di essere a disagio nellíaffrontare questa tematica. Devo dire che quel disagio si è oggi trasformato in sconcerto per quanto stiamo discutendo.

Intanto è bene chiarire che non stiamo affrontando una questione di emergenza per la quale vi era bisogno di emanare il provvedimento in esame; stiamo discutendo in merito alla modifica di una norma esistente e stiamo modificando la normativa vigente per raggiungere scopi diversi da quelli che fino ad oggi abbiamo perseguito.

Ho già detto, nel corso della discussione generale, che mi rendo conto che partiamo da un dato di fatto giuridicamente aberrante quanto nuovo. Abbiamo parlato delle sentenze della Corte costituzionale così come della tematica dellíaccompagnamento alla frontiera, dellíespatrio, partendo dal dato della detenzione amministrativa. Si tratta di una parola che fa inorridire non dico qualsiasi cultore del diritto, ma qualunque persona abbia la volontà di leggere tre righe di un manuale di procedura penale o di diritto penale. Stiamo parlando, infatti, di una limitazione della libertà personale in assenza di un reato. Già questo - ripeto - è un mostro di carattere giuridico.

Nel caso specifico, poi, introduciamo addirittura il procedimento della convalida (procedimento nato allíinterno del sistema processuale penale) in relazione allíemissione di un atto amministrativo. Introduciamo il controllo giurisdizionale del giudice penale su un atto amministrativo, che rappresenta la seconda nuova anomalia assolutamente mostruosa.

Fino a questo momento abbiamo tutti studiato i limiti dei poteri del giudice penale nei confronti dellíatto amministrativo. Sappiamo che tale giudice non può conoscere il contenuto dellíatto amministrativo, che può tuttíal più disapplicare. È quanto abbiamo sempre imparato: il massimo del potere del giudice penale nei confronti di un atto amministrativo è disapplicarlo; non si può andare oltre. Oggi, invece, introduciamo un sistema di controllo giurisdizionale del giudice penale, il quale, a questo punto, deve conoscere il merito dellíatto amministrativo in tema di libertà personale, senza che vi sia la commissione di un reato. Se avessimo dipinto questo quadro in una qualsiasi università italiana qualche anno fa, credo che ogni studente sarebbe stato invitato a non frequentarla più.

Stravolgiamo le regole più elementari del diritto, mentre avevamo due strade possibili: da un lato, líatto amministrativo, con tutti i controlli giurisdizionali esistenti per qualsiasi atto amministrativo; dallíaltro, la possibilità tuttíal più - noi saremmo stati contrari - di concepire una serie di fattispecie come reati; in questo caso il controllo giurisdizionale del giudice penale sullíatto amministrativo sarebbe stato sistematicamente corretto. Ripeto, noi saremmo stati contrari, ma si sarebbe rispettata una logica di carattere giuridico.

Non si è scelta nessuna di queste due strade, ma quella di essere falsamente efficaci, quindi di far sì che quellíatto abbia immediata esecuzione, però con la finzione, per essere buoni, di esercitare su quellíatto un controllo giurisdizionale; controllo che non ci sarà mai, nemmeno nelle forme stabilite per líatto di convalida, non fosse altro che per líimpossibilità della presenza della persona su cui quellíatto deve incidere, perché nessun questore di questa Repubblica emetterà un atto immediatamente esecutivo che 48 ore dopo può essere smentito dal giudice penale, assumendosi una responsabilità in prima persona che non vedo per quale motivo dovrebbe assumersi.

Saremo coperti di pronunce della Corte costituzionale. Non voglio nascondere a me stesso le pronunce della Corte in tema di convalida, pur nel processo penale - parlo dellíarticolo 390 del codice penale - che ineriscono allíefficacia dellíatto di convalida. La Corte costituzionale ha chiarito bene che líatto di convalida non è necessario sempre e comunque, ma quando questo sia efficace. Nei casi in cui, ad esempio, il pubblico ministero ritiene di mettere in libertà la persona oggetto di quel provvedimento in precedenza, líatto di convalida è inutile perché è inefficace, perché non produrrebbe alcun effetto.

Vorrei capire di quale efficacia stiamo discutendo quando non parliamo di una restrizione di libertà personale di un soggetto la cui libertà può essere concessa 48 ore dopo, ma stiamo parlando di un soggetto che abbiamo portato fuori dai confini del nostro Paese. In cosa consisterebbe la convalida? Dove risiederebbe il criterio dellíefficacia o della inefficacia di un provvedimento sul quale ormai non si può più tornare indietro?

Dal punto di vista giuridico siamo veramente ai confini della realtà. Abbiamo stracciato le regole più elementari del diritto per raggiungere uno scopo che, dal punto di vista politico, certamente da questa parte non può essere condiviso, quello cioè della possibilità di emettere un provvedimento, di prendere una penna e di scrivere su un foglio bianco alcune cose, e di poterlo eseguire con la certezza di non avere nei fatti alcun tipo di controllo.

Ora, se queste tematiche sono reali, sono concrete, credo che ci dovremo aspettare non uno, ma mille interventi della Corte costituzionale. Anzi, mi auguro che questa si erga a difesa di princìpi che sono assolutamente basilari per un qualsiasi Paese democratico.

Per questi motivi, il Gruppo della Margherita voterà contro il provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U, Verdi-U e DS-U).

STIFFONI (LP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STIFFONI (LP). Signor Presidente, il provvedimento in esame si inserisce nellíambito delle riforme varate dallíattuale Governo in tema di immigrazione, che costituiscono uno dei punti più qualificanti del programma elettorale dellíattuale coalizione di Governo.

Su questo fronte si ricordi, infatti, che non solo il Governo ha presentato il disegno di legge di riforma dellíattuale testo unico in materia di immigrazione approvato oggi dalla Camera ma, proprio in relazione alle esigenze che stanno a fondamento di quel provvedimento, ha deliberato di ricorrere alla decretazione díurgenza e di introdurre norme più efficaci per quanto riguarda la distruzione dei mezzi di trasporto utilizzati per gli sbarchi dei clandestini. Tale innovazione costituisce una misura sicuramente condivisa e anzi caldeggiata dal Gruppo della Lega Nord.

Líorientamento preferibile sarebbe quello di operare direttamente dai porti di partenza, anche agendo sul piano diplomatico nei confronti degli Stati che appaiono più tolleranti rispetto al fenomeno del traffico dei clandestini. Resta tuttavia condivisibile la predisposizione di misure idonee ad assicurare, con procedure rapide ed efficaci, la distruzione dei mezzi utilizzati per il traffico dei clandestini.

Líaltra misura recata dal decreto-legge in esame, e cioè líintroduzione della convalida giudiziale dei provvedimenti di espulsione, ci trova meno convintamente favorevoli poiché potrebbe configurarsi come ostacolo allíeffettività delle espulsioni, ma risulta tuttavia necessitata dagli orientamenti della Corte costituzionale in materia.

Lascia perplessi, a questo proposito, líatteggiamento delle opposizioni che, dopo aver richiamato, nel corso del dibattito al Senato sul disegno di legge Bossi-Fini la necessità di introdurre la convalida giudiziale del provvedimento di espulsione, hanno invece espresso alla Camera un voto negativo sul decreto-legge in esame.

Il Gruppo della Lega Nord, avendo particolarmente a cuore la rapida approvazione della legge Bossi-Fini sullíimmigrazione e la sua piena efficacia, esprime un voto favorevole sul decreto-legge in esame. (Applausi dai Gruppi LP e FI).

MAGNALBO' (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNALBO' (AN). Signor Presidente, tutti i rilievi di costituzionalità che provengono dalla sinistra, dal Gruppo dei Verdi e dagli altri Gruppi di opposizione, sono assolutamente infondati, come tutte le eccezioni giudiziarie che sono state avanzate in questíAula.

Qui non stiamo discutendo una causa, stiamo approvando un provvedimento assolutamente urgente e necessario proprio per parificare la nostra legislazione a quella europea. I famosi europeisti a parole diventano antieuropeisti quando affrontano degli argomenti particolari, come quello delle impronte digitali. A noi non sembra che líItalia abbia inventato questo sistema, ma che stia applicando un sistema

adottato o in via di adozione in tutta Europa.

Con la regolamentazione qui prevista sullíaffidamento e sulla distruzione dei beni sequestrati, finalmente gli scafisti - come è stato detto in altre occasioni in questíAula - finiscono di essere una categoria protetta. Era uno scandalo che questi potessero, attraverso altre organizzazioni di cui facevano parte e con la conoscenza di tutti, riacquistare quei mezzi che gli erano stati sequestrati. Finalmente si fa giustizia di uno scandalo di livello nazionale ed internazionale. Come norma di garanzia, vi è la convalida da parte del tribunale del provvedimento del questore.

Il popolo italiano, inteso allíantica, attende queste misure perché vuole che le cose stiano così. La sinistra non si rende conto della frattura che esiste fra le idee del suo vertice, che vengono portate ostinatamente avanti nei grandi convegni, congressi, conclavi e assemblee, e quello che pensa il popolo stesso che li vota, e li voterà sempre meno. La sinistra è diventata una sinistra salottiera, una sinistra puramente intellettuale e neocapitalista; ha tradito il suo elettorato, si è avvicinata alla grande finanza e allíalto capitale e non sa più come la pensa il suo popolo.

Tale frattura è eclatante: parte dal G8 con la criminalizzazione delle forze dellíordine, fatta in tutti i modi, quelle forze dellíordine che, come diceva Pasolini, accolgono nel loro ambito e nel loro seno i figli del popolo; passa per líimmigrazione, attraverso cervellotiche ed infondate garanzie, che garanzie non sono, ma solamente permessi a delinquere per tutti quelli che entrano, e che invece vanno regolarizzati in ambito europeo, e arriva fino agli scafisti.

Il Gruppo di Alleanza Nazionale approva questo provvedimento, lo approva con forza, e quindi voterà a suo favore. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC:CCD-CDU-DE e LP).

DE ZULUETA (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE ZULUETA (DS-U). Signor Presidente, il Gruppo dei Democratici di Sinistra voterà con convinzione contro questo decreto, che credo si possa chiamare "decreto Monica". Infatti, il decreto emanato il 4 aprile è stato l'unico atto con cui si è data - come dire - una parvenza di contenuti allo stato di emergenza, del tutto virtuale, dichiarato dopo l'intercettazione della motonave "Monica" che recava a bordo circa 1.000 cittadini turchi, iracheni e siriani che hanno chiesto asilo in Italia.

Si trattò di una intercettazione abbastanza movimentata, con minacce da parte degli uomini che conducevano la nave di buttare in mare una parte dei loro "passeggeri". Le persone, sbarcate in quell'occasione così numerose sulla costa siciliana, sono state poi portate in Puglia.

Non si è ben capito in cosa consistette lo stato di emergenza che il Governo dichiarò in quell'occasione, ma ebbe un effetto - per così dire - d'immagine, volto a dare l'impressione che la situazione fosse sotto controllo; non si resero disponibili per le autorità locali risorse adeguate per l'accoglimento di quelle persone. Si trattò - come ho detto - di un'emergenza di facciata, alla quale, però, seguì questo decreto, che riguarda i natanti e anche le procedure di espulsione, che potremmo definire sommarie, stabilite in riferimento ad episodi di questo genere per fornire uno strumento veloce di risposta.

Per quanto riguarda lo "smaltimento" di queste carrette dei mari, la norma al nostro esame è insoddisfacente e inadeguata - come hanno spiegato bene i miei colleghi, in particolare i senatori Turroni e Iovene - e infatti non è stata praticamente utilizzata: il decreto risale al 4 aprile scorso e forse sono stati distrutti due natanti, ma non ne sono nemmeno sicura. Da questo punto di vista, il decreto-legge è inutile e probabilmente anche dannoso.

In merito all'articolo 2, entriamo - come è stato detto prima di me dai senatori Battisti e Zancan - in una zona giuridica inesplorata. È una giungla, signori senatori, ciò che state anticipando con tale provvedimento, tra l'altro non attuato perché non c'è ancora un questore che abbia osato utilizzare questo strumento di espulsione sommaria.

Con il testo modificato dalla Camera si introduce, infatti, nel nostro ordinamento la possibilità di decisioni collettive che riguardano la libertà personale di cittadini, senza poter garantire i diritti individuali delle persone che potrebbero essere interessate dal provvedimento di espulsione. L'idea di una convalida, che non ammette la possibilità di difesa, l'esame del merito e che può avvenire - anzi quasi sicuramente succederà così - dopo l'atto di espulsione, è fuori non solo dall'ordinamento giuridico italiano ma da quello internazionale.

Questa settimana si è tenuto a Lecce un convegno, organizzato dal Consiglio d'Europa, al quale sono state invitate tutte le autorità locali, a cominciare dal vescovo, per proseguire con il prefetto, il sindaco, e anche il sottosegretario Mantovano, per dare una valutazione circa le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo nei porti e sulle coste italiane.

Ebbene, gli osservatori internazionali presenti a tale convegno, e in particolare i nostri colleghi dei Parlamenti del resto d'Europa, sono rimasti abbastanza meravigliati perché sostenevano che stavamo parlando in un Paese in cui non vi è una disciplina organica del diritto di asilo. Non solo, ma con questo provvedimento potremmo fornire uno strumento micidiale all'autorità di polizia per negare anche la possibilità di rivendicare l'esame della propria richiesta di asilo; questo ci metterebbe fuori dalla nostra Costituzione e sicuramente non in linea rispetto a tutte le raccomandazioni dello stesso Consiglio d'Europa e le decisioni della Corte europea in materia di asilo.

Pertanto, signor Presidente, riteniamo che questo provvedimento non si sia rivelato particolarmente utile, in quanto ci troviamo innanzi ad un decreto-legge, la cui compatibilità con la legislazione vigente è evidentemente problematica.

Signor relatore, stiamo andando a modificare la legge Turco-Napolitano o la legge Bossi-Fini? Ebbene, si tratta della Turco-Napolitano, però anticipando un concetto di espulsione contenuto nella Bossi-Fini. Non ho mai visto un procedimento di questo genere nel nostro Parlamento, e sono 26 anni che seguo i lavori di quest'ultimo, dapprima come giornalista dalla tribuna e poi, dalla scorsa legislatura, come senatrice da questo emiciclo: non ho mai udito la pretesa di dare una convalida giudiziaria ad un atto di espulsione già avvenuto.

È una cosa che sta fuori da tutte le nostre regole e, come ho tentato di farvi capire, non è nemmeno particolarmente utile. Infatti, fino ad oggi, nessun questore ha fatto ricorso a questo decreto-legge, anche se vigente e operativo dal 4 aprile scorso, tant'è che vi raccomanderei di farlo decadere, cosa che non farete per disciplina di partito e ragioni di immagine.

Spero, però, che avrete almeno la saggezza di lasciarlo nel cassetto, perché questo provvedimento porterà, a parte la censura della nostra Corte costituzionale, sicuramente anche a rilievi che ci verranno mossi a livello europeo. Non vi possono essere decisioni che riguardano la libertà che possano essere assunte per una collettività; questo decreto-legge consente all'autorità di polizia di eseguire delle espulsioni di gruppo, in base a decisioni che concernono una collettività, come ad esempio nel caso della nave "Monica".

Per concludere, ricordo che le persone sbarcate dalla "Monica" hanno avanzato tutte richiesta di asilo; tra di loro, però, vi erano dieci minori non accompagnati che non hanno ancora alcuno status giuridico, perché non è stato nominato un tutore: sono in un limbo giurisdizionale.

Invece di varare con tanta fretta provvedimenti di questo genere, che trattano le persone on block, senza badare all'efficacia e alle garanzie, pensate al numero sempre crescente di minori non accompagnati che si trovano nel limbo dei nostri centri di accoglienza, senza che ciò desti la seppur minima preoccupazione delle nostre autorità.

Rinnovo, pertanto, la nostra convinzione di votare contro questo provvedimento. (Applausi dai Gruppi DS-U, Verdi-U e Mar-DL-U).

PASTORE (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole di Forza Italia alla conversione di questo decreto-legge.

Si tratta di un voto convinto sia per quanto attiene alla prima parte, relativa alla rottamazione e alla distruzione delle imbarcazioni utilizzate per queste attività criminali, sia per quanto concerne la seconda parte, relativa alla maggior garanzia offerta per i provvedimenti di espulsione con accompagnamento alla frontiera.

Al di là delle obiezioni che ho definito strumentali, perché la legge non prevede líaffondamento dei natanti ma la rottamazione o la distruzione che sono due concetti complementari ma non identici, credo che nessuno possa contestare nel merito líopportunità se non la necessità di arrivare a far scomparire e quindi rendere non più utilizzabili in un futuro più o meno prossimo quei mezzi serviti al compimento di attività criminali.

Sulla seconda parte del provvedimento vorrei ricordare ai colleghi dellíopposizione che questa normativa si innesta su quella attualmente vigente: la cosiddetta legge Turco-Napolitano. Non faccio altro che riprendere argomentazioni esposte in sede di discussione generale, in sede di replica e di pareri da parte del relatore e in sede di dichiarazioni di voto sugli emendamenti. La realtà, però, è la seguente: esiste un meccanismo legislativo presente nella attuale legge sullíimmigrazione che non offre alcuna tutela, se non postuma di carattere amministrativo, allo straniero espulso dal nostro territorio che può essere esercitata nel Paese in cui lo straniero è stato accompagnato.

Pur ritenendola probabilmente non necessaria, oggi introduciamo una maggiore tutela rispetto a quella meramente amministrativa: la tutela prevista dallíarticolo 13 della Costituzione, che prevede la convalida del provvedimento che incide sulla libertà personale, assimilando - anche se non ne siamo totalmente convinti - il provvedimento restrittivo della libertà personale a quello di espulsione. La realtà è che questo meccanismo è stato inventato dallíopposizione, mentre noi stiamo offrendo una sorta di tutela. Questo non deve essere dimenticato dallíopposizione che oggi, dopo aver lanciato il sasso, tira indietro la mano!

Faccio presente ai colleghi che indubbiamente si tratta di provvedimenti anomali, con caratteristiche ibride, in quanto sono giurisdizionali e amministrativi. È altrettanto vero però che, se vogliamo rispettare lo spirito del costituente, è preferibile che sia espulso lo straniero al quale, una volta riconosciuta líinvalidità del provvedimento, si dà la possibilità di rientrare nello Stato piuttosto che trattenere e privare della libertà un cittadino straniero per 48 ore, più altre 48 ore necessarie per la convalida.

Esprimere una critica così radicale alla scelta della maggioranza privilegia la restrizione della libertà o forme assimilabili rispetto ad un'espulsione che non incide sulla libertà personale ma sulla presenza di un individuo in un territorio piuttosto che in un altro, con possibilità, qualora il provvedimento risultasse - dopo verifica - non adeguato, di rientrare nel nostro Stato.

Per queste e per altre ragioni esposte nel corso del dibattito, confermo il voto favorevole di Forza Italia al provvedimento, che riteniamo estremamente importante per il proseguo dellíattività della maggioranza e del Governo. (Applausi dai Gruppi FI, AN e UDC: CCD-CDU-DE).

PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione finale.

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, chiedo che il voto finale sia effettuato con votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ripamonti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di senatori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, composto del solo articolo 1.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Brusìo. Proteste dei senatori Turroni e Brunale).

Colleghi, vi prego di non urlare, altrimenti non si riescono a percepire eventuali vostre indicazioni che, comunque, dovrebbero pervenire dai senatori Segretari.

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1374) Conversione in legge del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dellíAmministrazione dellíinterno (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1374.

Ricordo che nella seduta antimeridiana si è conclusa la discussione generale e hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.

Colleghi, vi comunico che non è ancora pervenuto il parere della 5a Commissione permanente. I lavori di quest'ultima, sospesi poc'anzi, possono riprendere essendovi un'autorizzazione della Presidenza in tal senso.

Nel frattempo, se l'Aula lo ritiene opportuno, si può procedere con l'illustrazione dell'ordine del giorno, presentato dal senatore Vitali e da altri senatori, e successivamente degli emendamenti presentati agli articoli del decreto-legge.

Se non vi sono osservazioni, mentre la 5a Commissione permanente si appresta ad esprimere i pareri di competenza, potremo procedere in tal senso, altrimenti si renderà necessaria una sospensione dei lavori dell'Assemblea.

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, a nostro parere, sarebbe opportuno sospendere la seduta dell'Assemblea.

MACONI (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MACONI (DS-U). Signor Presidente, siamo favorevoli a sospendere i lavori dell'Assemblea, tenuto conto che la Commissione bilancio si deve riunire e che i membri della stessa hanno diritto ad assistere e a partecipare alle votazioni.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'illustrazione dell'ordine del giorno e degli emendamenti al decreto-legge, non credo vi siano problemi perché la stessa è un fatto che riguarda certamente l'Aula ma, in primo luogo, l'autonomia degli oratori che dovrebbero intervenire. Certamente, non saremmo passati all'espressione dei pareri.

Comunque, essendo state sollevate delle obiezioni, ritengo opportuno sospendere la seduta.

Per lo svolgimento e la risposta scritta ad interrogazioni

BRUNALE (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNALE (DS-U). Signor Presidente, avevo chiesto di parlare a fine seduta, ma intervengo ora per sollecitare, tramite la Presidenza, il Governo, in particolare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, a rispondere all'interrogazione 3-00479, da me presentata insieme ai colleghi Bassanini, Berlinguer, Bettoni Brandani, Dini, Franco Vittoria, Passigli e Tonini, concernente la realizzazione degli accordi di programma intercorsi tra Governo, Regione Toscana e Ferrovie dello Stato del marzo 1999 e del maggio 2000.

Questi accordi di programma prevedono la realizzazione del polo tecnologico di Osmannoro e il rispetto e lo sviluppo di questo accordo è vitale anche per le prospettive del gruppo Breda Ferroviaria.

Si sono sollevate ultimamente sulla stampa delle ombre circa la realizzazione, la messa in pratica degli accordi, e quindi, proprio per questi motivi, le chiedo, signor Presidente, di sollecitare il Governo a dare una risposta.

PRESIDENTE. Va bene, senatore Brunale, il sollecito sarà senzíaltro inoltrato.

FRANCO Vittoria (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO Vittoria (DS-U). Signor Presidente, sullo stesso argomento avevo già rivolto al Governo líinterrogazione 4-02067, pubblicata il 7 maggio, alla quale anchíio vorrei invitare il Governo a rispondere sollecitamente.

PRESIDENTE. Díaccordo, senatrice Franco.

A questo punto, come preannunciato, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 19,14, è ripresa alle ore 19,42).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1374

PRESIDENTE. Colleghi, la 5a Commissione permanente è ancora riunita e, anche se vi è la buona volontà di concludere i propri lavori, non è nelle condizioni di darci indicazioni precise circa i tempi a lei necessari per esprimere il parere.

A questo punto, vista l'ora ed apprezzate le circostanze, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza un'interpellanza e interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per le sedute di mercoledì 5 giugno 2002

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi domani, mercoledì 5 giugno, in due sedute pubbliche, la prima alle ore 9,30 e la seconda alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno, salvo che non intervengano, da parte della Conferenza dei Capigruppo attualmente in corso, determinazioni che possano eventualmente integrarlo, delle quali si darà comunicazione in apertura della seduta antimeridiana di domani:

(vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 19,43).