MINORI - Stranieri non accompagnati. Rozzi(Save the Children): ''Il rischio pi˜ grande il ritorno alla clandestinitý''
 
04/06/2002 17.04.59
ROMA ñ La Camera ha completato l'esame del ddl sullíimmigrazione e sul diritto di asilo che ora torna al Senato. Tra i punti in discussione, che avevano suscitato líallarme di molte associazioni, anche quello relativo al requisito di ingresso in etý per i minorenni stranieri rispetto ai meccanismi di conversione del permesso di soggiorno al raggiungimento della maggiore etý.
Save the Children e altre 13 associazioni (Caritas Italiana Fondazione Migrantes della CEI, SCS/Cnos (Servizi Civili e Sociali del Centro Nazionale Opere Salesiane), Acli, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Federsolidarietý/Confcooperative, Federazione Chiese Evangeliche Italiane ñ Servizio Rifugiati e Migranti, Arci, Terre des Hommes, Asgi, Cies, Associazione La Provvidenza, A Buon Diritto ñ Associazione per le libertý) avevano inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Berlusconi e a diversi esponenti del Governo nonchÈ ai capigruppo parlamentari in merito alle intenzioni dellíEsecutivo di presentare un emendamento al disegno di legge sullíimmigrazione (C. 2454), in base al quale si potrebbe rinnovare il permesso di soggiorno al compimento della maggiore etý a quei minori stranieri che siano entrati in Italia prima dei 14 anni e che siano in grado di dimostrare la possibilitý di un proprio inserimento lavorativoî.
La Camera non sembra aver accolto il suggerimento di queste organizzazioni che vivono quotidianamente la condizione dei minori stranieri non accompagnati: la soglia Ë stata infatti fissata a 15 anni.
ìDa una parte questo emendamento consentirý ad una parte piccola dei ragazzi di restare regolarmente in Italia dopo i 18 anni e per lo loro la situazione dovrebbe risolversi. ñ spiega Elena Rozzi di Save The Children - Rimane perÚ il fatto che la maggior parte dei ragazzi entrano in Italia ad uníetý superiore: in base ai dati forniti dal Comitato ministeriale risulta che pi˜ dellí80% dei minori segnalati ha tra 15 ed i 17 anni. Il rischio Ë che i ragazzi siano incentivati ad entrare sempre pi˜ piccoli e questo renderý pi˜ grave il fenomeno proprio dal punto di vista della tutela dei diritti. Eí ovvio che per un ragazzo di 13 anni stare da solo in una grande cittý Ë peggio che per un ragazzo di 16, ma la situazione peggiorerý anche per la societý italiana sul fronte dellíaccoglienza. Infatti se i ragazzini piccoli devono essere messi in comunitý alloggio che hanno costi molto alti, i pi˜ grandi possono essere ospitati anche in centri di accoglienza che hanno costi pi˜ contenutiî.
Eí rimasto il requisito relativo all'ente gestore del progetto di integrazione, che deve essere un ente a rappresentanza nazionale. Che cosa ne pensate?
ìQuesto Ë un problema, perchÈ molti degli enti che accolgono i minori non hanno rappresentanza nazionale e non sono iscritti al registro previsto dal regolamento, ma bisognerý vedere come di fatto le Questure applicheranno questa norma, perchÈ il testo Ë ambiguo. Si parla infatti di un progetto gestito da un ente pubblico o da un ente privato avente le caratteristiche di cui prima si diceva, ma non Ë chiaro per fare un esempio se ragazzini che sono andati a scuola o hanno seguito corsi di formazione professionale possono essere considerati inseriti in progetti gestiti da un ente pubblicoî.
I permessi rilasciati verranno detratti dalle quote di ingresso. Che cosa comporterý questo?
ìAnche su questo cíË un punto interrogativo. Non Ë chiaro se ciÚ significhi che verranno detratti dalle quote stabilite con decreto successivo o se la conversione sarý consentita entro le quote giý fissate. Nel primo caso si tratterý di dover attendere il decreto flussi che il governo potrebbe non fare e quindi sarebbe un disastro, nel secondo caso va un poí meglio, ma líidea di sottrarre quote di ingresso regolare agli adulti, destinandole a conversioni dei minori presenti, ha un effetto negativo perchÈ si riducono le possibilitý di ingresso. Questo spingerý le famiglie a mandare in Italia i figli minorenni piuttosto che un componente adulto o il capo famiglia".
Quale futuro Ë prevedibile se il Senato approverý il ddl cosÏ come Ë?
ìI ragazzi non avranno pi˜ interesse ad inserirsi nei percorsi di integrazione legale perchÈ questo non servirý a garantire loro un inserimento legale. Il rischio per loro Ë di ricadere nella clandestinitý e nel lavoro nero, nella migliore delle ipotesi, e di essere sfruttati nella prostituzione e nello spaccio di droga e in attivitý devianti. Il fenomeno si risommergerý, mentre prima grossi successi si erano avuti proprio nellíemersione e nellíintegrazione di questi ragazziî.
 

 


Approfondimenti:
Tabelle:
Minori stranieri: (15/09/01 - CAI) non accompagnati per provenienza
Organizzazioni:
Save the children Italia