16 luglio 2002
UNHCR, rimpatrio assistito per
tutti gli afghani
L'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) incoraggia i governi
a offrire assistenza per il rimpatrio a tutti i rifugiati afghani che intendono
rientrare nel loro paese. Allo stesso tempo, l'UNHCR consiglia di portare a
termine le procedure d'asilo su quelle domande inoltrate da afghani e non
ancora finalizzate.
Lo
scorso febbraio - a causa della situazione ancora particolarmente difficile e
incerta in Afghanistan - l'UNHCR aveva richiesto agli stati fuori della regione
di tenere un atteggiamento cauto sul possibile avvio di programmi di rimpatrio,
e di astenersi dal prendere una decisione definitiva sulle domande d'asilo
presentate da cittadini afghani.
A
seguito del miglioramento della situazione nel paese negli ultimi cinque mesi,
l'Agenzia ha rivisto la propria posizione. Molte delle condizioni che solo un
anno fa, durante il regime talebano, avevano spinto le persone alla fuga, non
sussistono più. Attualmente è insediato un governo legittimo e le
aree centrali e settentrionali del paese non sono più teatro di guerra
civile.
Dall'inizio
del programma di rimpatrio volontario assistito, lo scorso 1° marzo, oltre
1,250 milioni di afghani hanno fatto ritorno nel proprio paese, superando ogni
aspettativa. Il numero delle persone che rientrano in Afghanistan si attesta
ancora su una media di 8mila persone al giorno e, secondo stime dell'UNHCR,
entro la fine dell'anno circa 2 milioni di rifugiati afghani potrebbero essere
rientrati nel loro paese. Su un totale di 1,274 milioni di persone rimpatriate,
1,168 provenivano dal Pakistan, 96mila dall'Iran e circa 10mila dalle
repubbliche centroasiatiche. Nei primi tre mesi del 2002, in Europa il numero
di richieste d'asilo presentate da afghani è rapidamente diminuito di
oltre il 30 per cento.
Oltre
al massiccio rimpatrio in corso, l'Afghanistan, con la storica Loya Jirga di un
mese fa che ha nominato un nuovo governo ad interim presieduto da Hamid Karzai,
è anche entrato in una nuova fase politica.
L'Alto
Commissariato ribadisce pertanto che i tempi sono ormai maturi affinché
i governi dei paesi d'asilo offrano agli afghani - ovunque e in qualsiasi fase
del processo di decisione sullo status di rifugiati essi si trovino - la
possibilità di poter rientrare volontariamente nel proprio paese. Molti
afghani, che seguono con cura le vicende del proprio paese, potrebbero voler
rimpatriare, ma per farlo hanno bisogno di assistenza.
L'UNHCR
esorta i governi a fornire una completa informazione ai richiedenti asilo
afghani circa le possibilità di un rimpatrio assistito. Se un
significativo numero di afghani scegliesse di far ritorno in patria ritirando
la propria domanda d'asilo, questo contribuirebbe ad alleggerire il sistema
d'asilo in molti stati. L'UNHCR stima che solo negli ultimi tre anni intorno a
150mila afghani abbiano inoltrato domanda d'asilo in circa 90 paesi, esclusi
Iran e Pakistan. La metà di essi è ancora in attesa di una
decisione defintiva sul proprio caso.
Allo
stesso tempo l'Alto Commissariato raccomanda la ripresa della procedura di
determinazione dello status di rifugiati per coloro che hanno già
inoltrato domanda d'asilo, poiché - precisa l'UNHCR - esistono ancora
valide ragioni per cui alcuni afghani possano essere riconosciuti rifugiati.
L'UNHCR - che è impegnato in un'importante operazione in Afghanistan -
può offrire ai governi dettagliate informazioni sull'identità dei
richiedenti asilo. E' nell'interesse di questi rifugiati che le loro domande
vengano riconosciute, in modo da poter continuare la propria vita nei paesi
d'asilo piuttosto che restare in una posizione di incertezza.
L'UNHCR
esprime apprezzamento per il fatto che attualmente i paesi d'asilo stiano
considerando solo la possibilità di un rimpatrio assistito. Sono ancora
molti i problemi all'interno dell'Afghanistan: prosegue la violenza in alcune
aree del centro e del nord, le conseguenze di quattro anni di siccità si
avvertono ancora pesantemente e i finanziamenti sono scarsi. L'assassinio dei
Ministro dei lavori pubblici Hajji Qadir, avvenuto a Kabul all'inizio del mese,
ha tragicamente ricordato che la piena stabilità politica non è
ancora garantita.
Oltre
a offrire agli afghani che intendono rientrare un pacchetto per il rimpatrio,
l'Alto Commissariato ha esortato gli stati a sviluppare programmi che
contribuiscano anche a perseguire l'obiettivo più generale della
ricostruzione dell'Afghanistan, tra i quali programmi di formazione
professionale. <
Per ulteriori informazioni: Ufficio
stampa -- Laura Boldrini -- 335 540 31 94
Il testo del comunicato stampa
è disponibile
sul sito internet www.unhcr.it
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