N. 63, 23 luglio 2002
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Il rimpatrio
degli afghani supera le aspettative
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Finanziamenti
al limite
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Corsa contro
il tempo per gli alloggi
Oltre 1,3 milioni di rifugiati afghani hanno
volontariamente fatto ritorno nel proprio paese dal 1º marzo, quando il
Governo afghano di transizione e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i Rifugiati (UNHCR) hanno avviato il programma di assistenza al rimpatrio
per i rifugiati afghani nei paesi limitrofi.
In meno di
cinque mesi, i rimpatri dal solo Pakistan assistiti dall’UNHCR sono stati
oltre 1,2 milioni, piu’ di tre volte la cifra inizialmente prevista. I
numeri superano largamente le previsioni del governo del paese d’asilo,
cosi’ come quelle delle autorita’ di Kabul e della comunita’
umanitaria.
Il numero dei rimpatri dall’Iran ha toccato
quota 100mila il 21 luglio, tre mesi dopo che le autorita’ iraniane e
l’UNHCR avevano avviato un programma di rimpatrio volontario. Altri
10mila rifugiati sono rientrati dalle repubbliche centro-asiatiche. Secondo le
agenzie umanitarie inoltre altre centinaia di migliaia di rifugiati afghani
avrebbero fatto ritorno nel proprio paese autonomamente dopo la caduta del
regime talebano, alla fine del 2001.
Anche 200mila sfollati hanno potuto far ritorno alle
proprie case grazie all’assistenza dell’UNHCR e delle agenzie
partner, che hanno distribuito loro – come ai rifugiati - un pacco di
aiuti e 100 chili di farina forniti dal Programma Alimentare Mondiale (PAM-WFP).
L’UNHCR e i suoi partner operativi contano di assistere quest’anno
390mila sfollati nel ritorno alle proprie aree di origine.
Quando, all’inizio di quest’anno, furono
annunciate le previsioni sul numero dei rimpatri, molti osservatori
consideravano eccessive queste stime elaborate dal paese d’asilo e
dall’UNHCR, secondo cui 800mila rifugiati sarebbero rientrati da Pakistan
e Iran, oltre a 400mila sfollati. Molti ritenevano che la cifra di 1,2 milioni
fosse troppo alta.
I rimpatri volontari dai due principali paesi
d’asilo – che all’inizio del 2002 ospitavano complessivamente
3,5 milioni di rifugiati afghani, stanno mettendo sotto pressione i bilanci
delle agenzie umanitarie e la capacita’ di ricezione dello stesso
Afghanistan.
Il ritmo dei rimpatri ha cominciato a diminuire solo
nelle ultime settimane – nell’ultima settimana sono rientrati
53mila rifugiati, mentre nella precedente erano stati 77mila.
Le prime 10 provincie afghane di rimpatrio dei
rifugiati (al 20 luglio):
1.
Kabul |
551.000 (43%) |
6.
Jawzjan |
36.000 (2,8%) |
2.
Nangarhar |
293.000 (23%) |
7.
Kandahar |
31.000 (2,5%) |
3.
Parwan |
74.000 (5,8%) |
8.
Laghman |
30.700 (2,4%) |
4.
Baghlan |
40.000 (3,1%) |
9.
Faryab |
29.600 (2,3%) |
5.
Kunduz |
38.000 (3,0%) |
10. Kapisa |
26.000 (2,0%) |
A causa dello straordinario successo del rimpatrio, i
bilanci dell’UNHCR sono al limite e l’agenzia e’ stata
costretta ad operare dei tagli ad alcuni programmi e a concentrare la propria
attivita’ in quattro settori prioritari: protezione, assistenza al
trasporto e pacchi di rimpatrio, alloggi e acqua.
L’Agenzia ha dovuto dimezzare – da 97mila
a 50mila - il numero di kit per la ricostruzione degli alloggi che conta di
distribuire alle famiglie afghane bisognose.
L’UNHCR e’ stato inoltre costretto ad
interrompere l’acquisto di nuovi articoli per i kit di rimpatrio
consegnati a ogni famiglia. Questi kit normalmente includono teli di plastica,
coperte, secchi, taniche per l’acqua, materiale igienico e altri beni. In
alcune aree dell’Afghanistan, l’UNHCR ha gia’ esaurito gli
stock di certi articoli. In alcuni casi vengono distribuiti aiuti forniti dal
Comitato Internazionale della Croce Rossa e dall’UNICEF.
Per le proprie operazioni in Afghanistan e nei paesi
limitrofi, l’UNHCR dispone di un budget di 271 milioni di dollari. Oltre
158 di questi sono gia’ stati spesi, mentre ne servono ancora 65.
Nonostante le difficolta’ finanziarie,
l’UNHCR proseguira’ a fornire una cifra che varia dai 5 ai 30
dollari ad ogni persona che rimpatria nell’ambito del programma gestito
dal Governo di transizione e dallo stesso UNHCR.
Al fine di
evitare ogni possibile abuso dell’assistenza per il rimpatrio, durante le
interviste nei centri di registrazione gli operatori dell'UNHCR valutano con
attenzione le richieste dei rifugiati.
Dall’avvio del programma di rimpatrio assistito
in marzo, gli operatori dell’UNHCR in Pakistan hanno respinto oltre
50mila richieste – per 253mila individui - che non dimostravano l’intento di ritornare deifnitivamente
in Afghanistan. Le famiglie afghane la cui domanda e’ stata respinta
avrebbero cercato di ottenere la somma fornita dall’UNHCR, i kit e le
razioni alimentari del PAM per poi provare a rientrare in Pakistan.
Anche lo staff dell’UNHCR in Afghanistan valuta
attentamente coloro che sono rientrati prima di fornire assistenza per meglio
assicurare che il loro rimpatrio sia permanente.
L’impegno nel respingere false richieste ha
permesso all’UNHCR di risparmiare ben 5 milioni di dollari di assistenza
per il trasferimento delle persone, oltre al costo di 50mila kit per le
famiglie e di circa 6mila tonnellate di aiuti alimentari forniti dal PAM.
Con il prossimo arrivo dell’autunno, molte
migliaia di afghani – in partciolare coloro che vivono in aree montane
– stanno affrettandosi per prepararsi all’arrivo del freddo.
Quest’anno l’UNHCR ha gia’ speso oltre 38 milioni di dollari
in articoli per gli alloggi in Afghanistan, che vengono distribuiti in tutto il
paese.
L’Alto Commissariato sta concentrando il
programma per gli alloggi nelle aree rurali, dove, a causa delle
difficolta’ finanziarie, conta di distribuire 50mila kit al posto dei
previsti 97mila.
Il materiale per la riparazione degli alloggi
distribuito dall’UNHCR varia in base alle tradizioni e alle
necessita’ locali. Un kit medio include circa 30 assi di legno, legno per
due finestre e una porta, chiodi, tubi di plastica per costruire latrine e un
kit di utensili che comprende un martello, una pala, un’accetta e cardini
per porte. Le famiglie che benficiano del programma ricevono effettivamente il
kit solo dopo aver costruito le pareti fino al punto in cui e’ necessario
inserire gli infissi per porte e finestre.
Finora l’UNHCR ha siglato accordi con 15
organizzazioni non governative (ONG) responsabili dell’identificazione
dei destinatari e della supervisione della distribuzione di oltre 30mila kit
nelle aree interessate dai rimpatri in tutto l’Afghanistan. I lavori di
ricostruzione e riparazione degli alloggi sono gia’ iniziati nel nord e
nel centro del paese, dove sono in programma 8mila alloggi per ogni area. Circa
9.200 alloggi sono in programma dell’Afghanistan occidentale, mentre sono
state individuate ONG per distribuire 2mila alloggi nell’est del paese.
In molte aree dell’Afghanistan, l’UNHCR puo’ affrontare le difficolta’ anche grazie ad agenzie partner di esperienza in grado di riconoscere le famiglie bisognose di assistenza per l’alloggio e di supervisionare la distribuzione dei kit. Finora nel sud dell’Afghanistan – una regione che ha registrato il ritorno di oltre 100mila rifugiati – sono in programma solo 200 alloggi.
Alle necessita’ abitative piu’ immediate
si provvede attraverso la distribuzione di tende e teli di plastica. Le
famiglie che prendono parte al programma di rimpatrio assistito
dell’UNHCR ricevono due teli di plastica, mentre le famiglie che
rientrano in aree dell’Afghanistan centrale gravemente colpite dalla
guerra ricevono anche tende nelle quali alloggiare mentre ricostruiscono le
proprie case. <
Per ulteriori informazioni: Ufficio
stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94