ANBAMED, notizie dal Mediterraneo
di Farid Adly
via Nettuno, 1
98070 Acquedolci
Tel 0941.730053.
Fax. 0941.730114
Cell. 339.8599708
e-mail: anbamed@katamail.com
Signor Presidente del Consiglio,
leggo che il Suo governo vuole
prendermi le impronte digitali. Non ho compiuto nel vostro paese nessun
crimine. Sono ben 36 anni che vivo e lavoro in Italia. Sono sposato con una
cittadina italiana e sono padre di figli italiani. Io però ho mantenuto
la mia cittadinanza libica. Sono giornalista e tutti i giorni scrivo di mondo
arabo, immigrazione e multiculturalità, in italiano, e della
bell’Italia in arabo.
Questo emendamento approvato dalla Sua maggioranza mi offende e offende
centinaia di migliaia di onesti lavoratori, che sono venuti in Italia per
guadagnarsi il pane quotidiano. A Lei ed ai Suoi alleati di governo, questa
legge serve per dare l’immagine di sicurezza all’opinione pubblica.
E’ giusto garantire sicurezza ai cittadini; ma non una parvenza di
sicurezza di carta e per di più immaginaria.
Questa legge, Signor Presidente, creerà più clandestini.
Probabilmente è quello che serve politicamente. Molti dei suoi alleati
hanno fatto la loro fortuna politica sparando slogan razzisti e xenofobi ed
hanno bisogno dei clandestini per continuare ad avere una legittimità
politica. I clandestini non potranno mai scioperare, non chiederanno aumenti
salariali, non alzeranno mai la testa e serviranno per ricattare i lavoratori
italiani che lavorano in nero. Prendere le impronte digitali agli stranieri
rafforza nell’opinione pubblica l’idea “immigrati uguale
criminalità”. Anche Lei sa che è un’uguaglianza falsa
e pretestuosa.
All’Italia non serve una legge simile.
L’immagine dell’Italia ne sarà offuscata, paragonabile
ad un regime militarista sudamericano. Una tale discriminazione tra cittadini
italiani e soggiornanti stranieri sarà sottoposta all’attenzione
degli organismi internazionali, dell’ONU e della stessa UE, che operano
contro il razzismo e la xenofobia.
Le impronte digitali si prendono già, in applicazione delle leggi
vigenti, per i clandestini, per chi compie reati e per chi è senza
documenti di identità. Non c’è nessuna giustificazione di
sicurezza che impone la presa delle impronte digitali a tutti gli stranieri
richiedenti il permesso di soggiorno. Se la mia identità è certa
da documenti comprovati da dichiarazioni delle autorità consolari del
mio governo a che cosa serve prendere le mie impronte digitali, visto che non ho
compiuto nessun crimine? E’ una punizione gratuita contro chi proviene da
un paese povero del Sud del Mondo. I suoi ministri, che hanno redatto il testo
di legge, hanno capito che non sarebbe possibile chiedere le impronte ad un
militare statunitense soggiornante in Italia oppure ad un ricco cittadino
svizzero o giapponese; nella versione originale, infatti, non hanno utilizzato
il termine “stranieri dei paesi extra UE”, ma “non
appartenenti ai paesi OCSE”. Ecco una doppia discriminazione che rasenta
il razzismo. “Tu straniero bianco e ricco, non ti prendo le impronte; voi
neri, gialli, olivastri e poveri, avanti, le dieci dita
nell’inchiostro!”. No, una discriminazione così non è
ammissibile.
Ma non conviene all’Italia anche per altre ragioni, economiche
soprattutto. Pensi, per esempio, alle complicazioni che incontrerà il
lavoro italiano all’estero. Se la vostra polizia prendesse le impronte
digitali ai diplomatici sauditi o agli uomini d’affari sudafricani, anche
quegli Stati, in rispetto del principio di reciprocità, farebbero
altrettanto con i lavoratori e gli uomini d’affari italiani che operano
da loro.
Per tutte queste ragioni, signor Presidente, io non ci sto.
Sono 36 anni che vivo in Italia e non ho mai vissuto un giorno senza
permesso di soggiorno. Ma se questa legge verrà approvata così
com’è, io farò l’obiezione di coscienza. Non
darò spontaneamente le mie impronte digitali quando presenterò la
richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Sarò catalogato, allora,
come clandestino ed i Suoi poliziotti dovranno venire ad arrestarmi con la
forza per prendere le mie impronte digitali.
Spero che molti altri stranieri faranno altrettanto.
In questo modo avrete tolto molti agenti al loro lavoro, di lotta contro il
crimine, per perseguitare onesti cittadini e non avrete fatto, sicuramente, un
bene per il vostro paese e per la sicurezza dei cittadini.
direttore “ANBAMED, notizie dal Mediterraneo”
P.S. Quando verrà emanata la legge che impone le impronte digitali sulla carta di identità, quindi uguale per tutti, sarò il primo a recarmi negli uffici comunali.