DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL CONVEGNO DI CECINA
- 13/14 LUGLIO 2002
Molte e diverse persone ed organizzazioni hanno
risposto all'appello "Migranti e diritti" e si sono confrontate a
Cecina, il 13-14 luglio, sulle tre domande di quel documento:
-
come
costruire una nuova "Carta dei diritti dei migranti" come proposta
politico-culturale alternativa a livello europeo, nazionale e locale;
-
attraverso
quali campagne rimettere all'ordine del giorno un'idea inclusiva e universale
di cittadinanza;
-
come
avviare un confronto con/nella sinistra per una prospettiva non subalterna sui
temi dell'immigrazione.
Infatti, come ricorda il testo
di convocazione, "le condizioni dei migranti e il senso comune degli
italiani e degli europei su questo tema sono peggiorati, ed è peggiorata
la qualità delle nostre democrazie. Ciò è legato
all’uso spregiudicato che le destre in Europa fanno del tema
dell’immigrazione, proponendo un modello di società razzista e segregazionista,
e alla mancanza di una cultura politica alternativa della sinistra, che sempre
più si trova ad inseguire la destra sul suo terreno, a partire da una
concezione proibizionista del governo del fenomeno migratorio".
La discussione di Cecina si
intreccia con quella in corso nel Tavolo dei migranti dei Forum sociali, che
prosegue nelle giornate di Genova, e con la preparazione del Forum sociale
europeo di Firenze (novembre 2002). Il valore dell'incontro di Cecina sta
nell'aver esteso la discussione ad altri soggetti interni ed esterni ai Forum
Sociali, creando le condizioni per una posizione comune non solo sulla legge
Bossi-Fini ma sulle prospettive generali del movimento antirazzista.
A livello europeo, anche attraverso i contatti
in corso con associazioni e movimenti in altri paesi, si lavorerà alla
stesura di una "Carta europea dei diritti dei migranti e degli esuli"
da varare a Firenze, centrata sulla proposta di una nuova cittadinanza europea
plurale ed aperta.
Per quanto riguarda l'Italia,
si è concordato di avviare un impegno comune, sintetizzato dal
seguente “Piano di lavoro”.
PIANO DI LAVORO SULLA POLITICA DI IMMIGRAZIONE E ASILO IN ITALIA
1. Definire
una strategia di semplificazione della normativa e della prassi amministrativa
in relazione all’ammissione al soggiorno per lavoro dei migranti e alla
sua stabilizzazione. In particolare,
·
valutare la proponibilita’ e la mutua
compatibilita’ di politiche degli accessi fondate, rispettivamente,
o
sul
rilascio del permesso di soggiorno per lavoro a lavoratori stranieri gia’
legalmente presenti ad altro titolo (incluse le presenze per soggiorni di breve
durata, per turismo, visita, affari, etc.), a condizione che siano soddisfatti
prefissati requisiti in relazione alla positivita’ dell’inserimento
lavorativo e sociale dell’interessato
o
sulla
definizione di possibilita’ di ingresso per ricerca di lavoro,
condizionata al rispetto di tetti numerici definiti periodicamente, e
all’esistenza di uno sponsor o alla capacita’ di automantenimento
da parte del lavoratore
o
sul
rilascio di permessi di soggiorno per lavoro a lavoratori stranieri
irregolarmente soggiornanti, a condizione che siano soddisfatti prefissati
requisiti in relazione all’inserimento lavorativo e sociale
dell’interessato (regolarizzazione a regime)
·
valutare
la proponibilita’ di disposizioni che si limitino a condizionare il
rinnovo dei permessi di soggiorno per lavoro all’assenza di
pericolosita’ sociale e di eccessivo ricorso alle misure di assistenza
pubblica
2.
Esercitare,
a sostegno della strategia cosi’ definita, le pressioni necessarie
perche’ questa trovi riscontro nella normativa italiana (in sede di
definizione dei regolamenti attuativi della legge Bossi-Fini e, in futuro, in
sede di riforma legislativa) ed europea (in sede di definizione delle direttive
su ingresso e soggiorno negli Stati membri per motivi di lavoro e per motivi
diversi dal lavoro).
3.
Definire
degli standard minimi di tutela del richiedente asilo, con riferimento alle
procedure di riconoscimento dello status di rifugiato (o del diritto a misure
di protezione complementare), soprattutto in relazione a
·
modalita’
e limiti dell’eventuale trattenimento del richiedente asilo
·
livelli
di assistenza nei confronti del richiedente asilo
·
tutela
giurisdizionale effettiva rispetto al diniego del riconoscimento
4.
Sostenere,
ove necessario, il recepimento degli standard cosi’ definiti, in sede di
definizione delle direttive all’esame del Consiglio europeo in materia di
asilo e/o in sede di adeguamento della normativa nazionale alle direttive
approvate.
5.
Esigere
e favorire una piena applicazione della Direttiva del Ministro
dell’interno che stabilisce la “Carta dei
diritti e dei doveri per il trattenimento della persona ospitata nei centri di
permanenza temporanea” e la sua estensione, possibilmente in sede
di definizione dei regolamenti attuativi della legge Bossi-Fini, ai centri di
identificazione per richiedenti asilo istituiti dalla stessa legge.
6.
Dare
vita a un Osservatorio permanente sul rispetto dei diritti degli stranieri,
diffuso sul territorio nazionale, che individui e contrasti gli abusi
perpetrati ai danni degli stranieri, e contribuisca a diffondere, invece, le
buone prassi.
7.
Esigere
e favorire la piena attuazione delle disposizioni che tutelano o garantiscono
diritti degli stranieri in Italia, con attenzione particolare alle categorie
salvaguardate da convenzioni internazionali ratificate dall’Italia
(rifugiati, minori, lavoratori e loro familiari).
8.
Individuare
obiettivi di rafforzamento del patrimonio dei diritti degli stranieri in
Italia, con particolare attenzione all’effettiva accessibilita’ di
un diritto di soggiorno a tempo indeterminato e al percorso verso
l’acquisizione della cittadinanza.