Invio queste
brevi osservazioni sul documento di Cecina.
Mi sembrano
condivisibili le modifiche proposte da Grazia fino ai punti riguardanti la
parte nazionale.
1. Sulla parte
europea va deciso se separarla o meno dal resto.
Anche se
è evidente che il destino delle cose nazionali non è
immediatamente separabile da quelle europee, penso che sia necessario un
approfondimento, soprattutto per la parte di metodo e percorso, oltre che su
quella di contenuto, che somiglia molto a quella italiana. Infatti bisogna
pensare anche a cosa fare di questa Carta dei Diritti dei migranti, in
relazione anche al Social Forum di Novembre.
2. Sul terzo
paragrafo, quello che esplicita lo scopo di Cecina, esprimo il seguente
semplice (si fa per dire) ragionamento.
Abbiamo bisogno
di un percorso che rafforzi e allarghi il movimeno per i diritti dei migranti
su poche e importanti cose. Questo non deve sovrapporsi a iniziative di singoli
o consorzi che vogliono lanciare campagne e organizzare progetti. La
utilità di un percorso unitario è spendibile soprattutto nei
rapporti con i governi e i parlamenti (ipotesi di una versione rinnovata del
patto per un parlamento antirazzista). Senza dover dare nomi a niente, se
riusciamo ad arrivare ad un documento conclusivo sul quale raccogliere adesioni
e aprire vertenze con i suddetti soggetti istituzionali mi sembrerebbe un
notevole risultato. La forza di questa cosa risiede però nella massima
unità sul massimo dei contenuti possibili. L'unica cosa che può
diventare un progetto unitario è la questione dell'osservatorio sui
diritti che mi sembra cosa buona e giusta.
3. Sul quarto
paragrafo (quello riguardante il giudizio sulla Bossi Fini e precedenti) credo
sarebbe meglio cambiare la frase che usa Grazia. Livio Pepino a Roma, eravamo
presenti sia io che Grazia che Dino, usò parole dure e schiette ma, mi
pare, un pò diverse. Suggerirei la seguente modifica: "Per quanto
riguarda l'Italia, partendo da una lettura della Bossi Fini che
sviluppando principi già contenuti nella Turco Napolitano, rappresenta
una rottura nel ricorso ......" uguale fino alla fine del paragrafo.
4. Sugli impegni
comuni (elenco da 1 a 5 nella versione Grazia) suggerirei un'altra modifica.
Concordo con l'osservazione di Elena (la n.3) sulla difficoltà di
sostenere il lavoro legale a prescindere dallo status giuridico. Mi sembrerebbe
invece opportuno sostenere la necessità di prevedere la protezione da
infortuni e la previdenza anche a prescindere dalla regolarità del
lavoro. Cioè separerei la questione della regolarità del lavoro
da quella dei contributi per la previdenza e per gli infortuni. Forse altri
meglio di me potrebbero formulare questa ipotesi basata anche, se non sbaglio,
su sentenze e esperienze già in atto.
5. Infine penso
anch'io che la questione minori vada separata da quella dell'unità
familiare.
Scusate la
confusione e spero di non aver esagerato.