ROMA – Anche quest’anno l'associazione Antigone,
tramite il suo Osservatorio sulle condizioni di detenzione, ha effettuato
un vero e proprio viaggio all’interno del pianeta carcere,
osservandone i numeri, la sua crescita, la sua composizione sociale, le
difficoltà. Ne scaturiscono delle “foto” che
riportiamo per ciascun lancio successivo, a partire dal sempre più
rilevante rapporto tra istituti penitenziari e stranieri.
Negli ultimi anni si è registrato un grande incremento della
popolazione detenuta in Italia. E a farne le spese sono sempre più
spesso i soggetti deboli, cioè quelle categorie di persone che
incontrano maggiori difficoltà nell’accesso ai diritti e
alle garanzie. E tra questi si inseriscono a pieno titolo gli stranieri.
La ricerca di Antigone evidenzia questo aspetto, sottolineando come
l’aumento della presenza straniera per l’Italia rappresenti
un cambiamento radicale nella situazione penale e carceraria e rispecchia,
in realtà, una tendenza diffusa in tutto l’Occidente. Oggi
gli stranieri detenuti in Italia sono quasi un terzo della popolazione
detenuta (16.330 su un totale di 55.338 detenuti presenti nelle carceri
italiane), pari al 29,5% delle presenze in carcere. Dono, dunque, il
doppio rispetto al 1995.
E il trend è ancora più vistoso. Alla fine degli anni
’80, quando il fenomeno dell’immigrazione straniera
cominciava a farsi strada, era straniero uno su otto persone che
entravano in carcere, Nel 1991 la percentuale di straneri tra i nuovi
ingressi in carcere era esattamente del 17,3% e nel giro di 5 anni (1996)
la percentuale arrivò al 28,1%, cioè più di una
persona su quattro. Nel 1999 è stata poi superata la soglia di uno
su tre (esattamente il 33,4%) e nel 2000 la quota di stranieri sui nuovi
giunti è salita ancora fino al 36,2%.
Ma quali sono le ragioni dell’aumento della presenza di detenuti
stranieri? Ci sono alcuni aspetti da evidenziare. Innanzitutto il dato
è relativo perché va messo in relazione anche con il
parallelo calo del numero di cittadini italiani in carcere. E se è
vero che la criminalità straniera in Italia è in aumento ma
tale aumento va di pari passo con lo stabilizzarsi degli immigrati in
Italia: il trend di aumento della criminalità straniera è
infatti del tutto simile a quello del numero di permessi di soggiorno
concessi a cittadini stranieri. La considerazione di fondo è
però un’altra: nei confronti degli stranieri vengono spesso
intrapresi percorsi penali differenziati rispetto a quelli riservati agli
italiani. Per gli stranieri, secondo Antigone, si fa un notevole ricorso
alla custodia cautelare e questo fa sì che quasi il 60% degli
stranieri nelle carceri italiane siano detenuti in attesa di giudizio
mentre tra gli italiani il dato scende al di sotto del 40%.
In realtà la discriminazione sarebbe più a monte, come
testimonierebbero le discrepanze nei dati relativi a denunce e condanne.
Ulteriore conferma dell’esistenza di fatto di percorsi penali
differenziati per gli stranieri viene dai dati relativi ai crimini che
sono all’origine della carcerazione. A partire dalla
quantità di reati. I dati mostrano che gli italiani in carcere
hanno sulle loro spalle un numero medio di imputazioni decisamente
superiore a quello degli stranieri: al maggio 2001 erano 171.458 i reati
complessivamente ascritti alle 55.338 persone detenute in Italia (media
di poco più di 3 reati a testa) ma non equamente distribuiti.
Quelli che riguardano gli stranieri sono ‘solo’ 31.935, vale
a dire meno di 2 reati in media per ogni straniero e i restanti 139.521
reati sono ascritti ai detenuti italiani con una media a persona
più elevata (3,57).
Riguardo infine alla tipologia dei reati, i dati mostrano la maggior
frequenza con cui i detenuti sono accusati di violazioni della normativa
sugli stupefacenti. Costituiscono infatti il 38,4% dei reati ascritti
agli stranieri, contro il 16,5% per gli italiani. Grossa anche la
prevalenza di stranieri accusati di reati connessi alla prostituzione e,
ovviamente, di violazione della legge sull’immigrazione. Per tutti
gli altri reati, la percentuale di casi attribuiti agli stranieri
è sempre inferiore alla quota di stranieri sul totale della
popolazione detenuta.
Nella sua ricerca, Antigone conclude che alla base di queste differenze
tra italiani e stranieri nel rapporto col sistema penale vi siano
certamente scelte di politica di repressione del crimine e di gestione
del fenomeno immigrazione, ma anche problematiche specifiche del sistema
giudiziario e penale italiano (garanzie di difesa meno tutelate,
difficoltà linguistiche, di comunicazione e di scarsa conoscenza
del sistema giuridico). Infine, a parità di imputazione o di
condanna la permanenza in carcere degli stranieri è mediamente
più lunga di quella degli italiani, sia in fase di custodia
cautelare che dopo la sentenza.
Ed ancora: i detenuti stranieri si concentrano soprattutto negli istituti
penitenziari del centro-nord e, tra questi, soprattutto nelle carceri
delle grandi aree metropolitane. Tale distribuzione di detenuti rispecchia
in parte le caratteristiche della presenza immigrata in Italia, mentre
influiscono sulla presenza anche le caratteristiche della popolazione
detenuta di nazionalità italiana. Altro fattore da citare: gli
stranieri, spesso sprovvisti di permesso di soggiorno, non possono
certificare il luogo in cui risiedono e in cui risiede la famiglia, per
cui sono i primi ad essere coinvolti in periodici sfollamenti che
interessano molti degli istituti penitenziari italiani.
Riguardo alla provenienza geografica, gli stranieri detenuti provengono
soprattutto dal Nord Africa (netta prevalenza), in particolare maghrebini
(Marocco, Tunisia e Algeria in testa) e dai paesi europei non
appartenenti alle Ue, in particolare Albania, ex Jugoslavia e Romania.
Discreta anche la presenza di detenuti sudamericani, soprattutto
colombiani, cileni e venezuelani. Va anche detto che negli ultimi anni la
popolazione straniera detenuta, oltre che aumentare, è cambiata
molto quanto a composizione per provenienza geografica. E il dato
più rilevante è quello relativo alla presenza di albanesi,
che sono passati da 2104 agli attuali 2717, con un incremento di quasi il
30% in meno di un anno e mezzo. Aumentano anche i romeni (+27%) e croati
(+39,3%), di marocchini (il gruppo di gran lunga più presente
nelle carceri italiane) e di algerini (+22,1%).
(Altri 5 lanci nel notiziario del 02.07.2002)
(Lancio del 02/07/2002 13.12.21)
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