Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 146 del 16/5/2002
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(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 3).

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Mi sembra che, giunti a questo punto dei nostri lavori, vi sia la necessità di un chiarimento.
Signor Presidente, sappiamo che la discussione di oggi è stata faticosa, difficile e ha registrato contrasti tra di noi. Tuttavia, al termine della stessa, fra i gruppi e la Presidenza sono intercorsi alcuni contatti, in base ai quali è stato individuato un modo per cercare di affrontare i lavori relativi alla parte conclusiva della seduta odierna, in particolare con riferimento al disegno di legge sull'immigrazione.
Era stata, dunque, prevista la possibilità che, al termine dell'esame del decreto-legge recante disposizioni in materia finanziaria e fiscale, si affrontassero le questioni pregiudiziali relative al disegno di legge in materia di immigrazione e di asilo. Quindi, in considerazione dell'ora tarda e di tutto il lavoro svolto durante la settimana anche con prosecuzioni notturne delle sedute, si era prevista la possibilità di terminare a questo punto i lavori della settimana, senza passare all'esame di ulteriori provvedimenti.
È chiaro che questo rappresenta un punto di riferimento per tutti; nel momento in cui, però, questo non è più, è ovvio che cambia un quadro di riferimento complessivo che non riguarda soltanto la giornata di oggi, questa settimana o questa fase dei lavori.


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Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando l'affidabilità viene meno, seppure con tutti i contorcimenti e con tutte le difficoltà che pure ci sono - ma era per chiudere -, è chiaro che cambia l'atteggiamento.
Pertanto, signor Presidente, io le chiedo di non procedere oltre nei lavori della giornata di oggi.

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, lei sa benissimo che nell'ambito della Conferenza dei presidenti di gruppo si era ipotizzato che oggi, entro le ore 14, si concludesse l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni finanziari e fiscali e delle questioni pregiudiziali (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)... No, non voglio applausi - scusate - perché la situazione è delicata.

GIOVANNA GRIGNAFFINI. È molto delicata, Presidente!

PRESIDENTE. Quello che dice l'onorevole Innocenti è tenuto nella massima considerazione da parte del Presidente. Però, voglio riassumere la questione, per come è, perché ci tengo molto alla chiarezza dei comportamenti reciproci che consentono di andare avanti serenamente in quest'aula.
Nell'ambito della Conferenza dei presidenti di gruppo si era deciso di terminare oggi, entro le ore 14, l'esame delle questioni pregiudiziali presentate al disegno di legge di modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo e di procedere alla votazione di alcuni emendamenti presentati al provvedimento. Poiché ciò non è stato possibile, e certamente non per responsabilità della Presidenza, in questo momento siamo arrivati alla votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità. È chiaro che la Presidenza non intende andare oltre nell'esame del provvedimento, se non chiedendo i pareri del relatore per quanto riguarda gli emendamenti presentati all'articolo 1. È ovvio che è impossibile andare oltre, anche perché mi sembra di capire che questa è stata un'intesa raggiunta da tutti.
Pertanto, non c'è alcun colpo di mano; c'è, semplicemente e serenamente, la volontà di incardinare il provvedimento per rinviarlo - come era stato previsto, peraltro - alla settimana in cui riprenderanno i nostri lavori. Mi sembra che non stia accadendo niente di clamoroso.

FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, l'elemento clamoroso interviene se lei vuole esaminare anche l'articolo 1 soltanto con la presenza di metà dell'Assemblea, su un provvedimento così controverso.

PRESIDENTE. Ha già finito?

FRANCESCO GIORDANO. Mi faccia finire, signor Presidente (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza nazionale). Si è svolta la Conferenza dei presidenti di gruppo, alla fine della quale vi era un contrasto di merito sul provvedimento precedente; dopo di che, c'è un elemento di novità sulla scena politica, un ministro della Repubblica - il ministro Bossi - scrive su tutti i giornali d'Italia che vuole la legge prima del voto amministrativo.
Signor Presidente, lei forse pensa che la politica sia estranea, concretamente, alle dinamiche che si determinano in quest'Assemblea. Come si vede, quindi, chi contraddice non viene dall'opposizione. E l'elemento di conflittualità che è stato determinato esattamente su questa materia non viene dall'opposizione. Io non ho partecipato all'accordo che lei ha fatto con altri esponenti del centrosinistra ma, come è del tutto evidente, c'è una contraddizione che nasce nel fronte della maggioranza. Mi scusi, signor Presidente, lei non può chiedere a noi di risolvere questa contraddizione.

PRESIDENTE. Non può chiederlo neanche a me, onorevole Giordano. È un problema che lei, legittimamente, ha posto


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e che riguarda la maggioranza e non il rapporto tra il Presidente e l'Assemblea. Il Presidente ha con l'Assemblea un rapporto diverso: essere garante di un regolare svolgimento dei lavori, secondo le indicazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo. Ad esso mi sono sempre attenuto per il passato e mi atterrò per il futuro.
Ho intenzione di incardinare il provvedimento chiedendo al relatore il parere sugli emendamenti; dopodiché, è chiaro che non si procederà oltre nell'esame del provvedimento.
Pertanto, credo che non potrei essere più rispettoso di così della mezza Assemblea che non c'è. Mi consenta, però, alcune considerazioni. Avrei anche qualcosa da dire sul fatto che mezza Assemblea non c'è (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania). Siamo qua fino ad ora. Io penserei che chi appartiene alla mezza Assemblea che non c'è non dovrebbe rivolgersi al Presidente in quei termini ma, semmai, ringraziare il Presidente di essere garante del fatto che un accordo preso venga rispettato, come sempre, da parte del Presidente. E credo che questo giovi a tutti per il regolare svolgimento dei lavori.
Intendo perciò chiedere il parere del relatore, dopodiché i miei orientamenti sono chiari.

ALESSANDRO CÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, lei affronta questo problema in maniera pragmatica e di questo gliene do atto. Tuttavia, vorrei anche ricordare che nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che ha stabilito i lavori per questa settimana si era fissato un calendario con vari argomenti e si prevedevano le sedute per martedì, mercoledì e giovedì, anche con prosecuzione notturna, ed eventualmente venerdì mattina. Noi abbiamo completato l'esame di ben pochi punti di quel calendario dei lavori e alcuni di essi sono argomenti che sono stati proposti dall'opposizione. Lei ha anche parlato di un accordo di tipo informale dal quale noi siamo stati esclusi, perché noi facciamo riferimento alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo nella quale avevamo stabilito esattamente quanto le ho appena detto.
Ciò premesso, è chiaro a tutti che noi del gruppo della Lega nord Padania teniamo molto al provvedimento sull'immigrazione e, per partecipare a questo accordo informale, come minimo avremmo voluto che si svolgessero delle votazioni su questo provvedimento. Sicuramente anche in rapporto all'atteggiamento pesantemente ostruzionistico dell'opposizione, che ha fatto di tutto per rinviare la discussione del provvedimento sull'immigrazione - che è assolutamente urgente -, le chiedo formalmente che non solo si esprimano i pareri, anzi la Lega nord Padania le chiede espressamente che si esprimano alcuni voti sul provvedimento dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

GRAZIELLA MASCIA. È già, tu sei il padrone!

ALESSANDRO CÈ. Questa è la nostra prima richiesta. È chiaro che, nel momento in cui ci dovessero essere delle difficoltà anche all'interno di quest'aula, vista l'ora e considerato l'atteggiamento ostruzionistico del centrosinistra, che ha desistito dalla sua posizione solo nella tarda serata di giovedì, creando le condizioni perché in quest'aula ci potesse essere anche una certa difficoltà magari ad arrivare al numero legale, le anticipo che noi del gruppo della Lega nord Padania, le chiediamo, eventualmente in seconda istanza, di aggiornarci sul punto alla seduta di martedì prossimo, mettendo all'ordine del giorno il provvedimento sull'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Infatti, questo è un provvedimento assolutamente importante ed urgente, atteso da tutti i cittadini. In questo senso, rivolgo un appello a lei ma anche, in particolar modo, ai presidenti di gruppo e a tutti gli esponenti della Casa delle libertà, che su


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questo tema si sono sempre dimostrati assolutamente attenti.
Nessuno ci obbliga ad avere un'intera settimana di chiusura dei lavori della Camera, come periodo preelettorale, nessuno vieta che noi veniamo la prossima settimana, almeno un giorno, a discutere di questo argomento così importante, perché la maggioranza deve avere il diritto all'interno di quest'aula di portare avanti la propria proposta e il proprio programma (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Cè, mi segua per un momento, perché se in quest'aula non c'è almeno una persona che sia garante di un funzionamento dei lavori su cui ci siamo accordati, allora non funzionerà più nulla. Lei coerentemente esprime le posizioni del suo gruppo, che rispetto profondamente.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Ma noi no!

PRESIDENTE. Voi no, ma io sì, se mi consentite, e credo che sia giusto perché le posizioni di tutti i gruppi vanno rispettate in quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Le posizioni della Lega nord Padania su questo tema esprimono una sensibilità presente nel paese ed è una posizione che coerentemente l'onorevole Cè ha sempre fatto presente nelle riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo e di ciò io sono assolutamente rispettoso.

GIOVANNI RUSSO SPENA. La sinistra no!

PRESIDENTE. Lei, onorevole Cè, si ricorderà che, a dimostrazione di quanto ho detto, proprio nell'ambito di quella Conferenza dei presidenti di gruppo, ci fu un lungo dibattito per decidere se esaminare il disegno di legge sull'immigrazione prima del decreto-legge in materia fiscale o viceversa, poiché a tutti era chiaro che se si esaminava il provvedimento sull'immigrazione dopo il decreto in materia fiscale prima della sospensione dei lavori il provvedimento sull'immigrazione non avrebbe potuto essere esaminato.

ALESSANDRO CÈ. Noi no!

PRESIDENTE. Onorevole Cè, non sto dicendo che è stato lei, ma sto dicendo che a un certo punto - c'è il verbale della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo - il Presidente della Camera chiese esplicitamente al Governo e ai presidenti dei gruppi della maggioranza di dire quale provvedimento si voleva anticipare. Il sottosegretario Ventucci e i presidenti di gruppo della maggioranza - non lei, onorevole Cè, gliene do atto e le ho appena detto che lei è stato coerente nella sua richiesta - dissero di mettere prima in calendario il decreto fiscale.

ELIO VITO. Il Governo!

PRESIDENTE. Il Governo, onorevole Vito, il sottosegretario Ventucci: ho citato nome e cognome.
A questo punto, ho preso concretamente atto della sua legittima proposta convocando la riunione della Conferenza dei capigruppo che avrà luogo tra venti minuti. Lei, infatti, propone, rispetto ad una previsione di una settimana di pausa per lo svolgimento della campagna elettorale, di aggiornarsi a martedì per continuare l'esame del provvedimento. Accetto la proposta dell'onorevole Cè - e penso che in questo modo si possa chiudere la seduta - di convocare la Conferenza dei capigruppo perché credo che, in caso contrario, il Presidente della Camera non possa venir meno ad un accordo stipulato in quella sede.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, mi trovo in perfetta sintonia con quello che lei ha detto, infatti volevo proprio chiederle di convocare la Conferenza


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dei capigruppo. Gli interventi - come quello dell'onorevole Giordano - che volevano mettere in discussione la pacifica possibilità di proseguire nei lavori almeno fino all'esame dell'articolo 1 - questo fa parte dei cosiddetti accordi informali - mi preoccupavano. Se qualcuno mette in discussione ciò che è pacifico, anche a noi spetta affermare che, se non vi è nessun accordo, si può andare avanti ad oltranza prevedendo la prosecuzione notturna dei lavori. Ella, infatti, non può chiedere solo a noi di rispettare l'intesa se dall'altra parte non vi è la piena accettazione riguardo l'espletamento - come concordato - di alcune votazioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
Corrisponde pienamente al vero ciò che lei ha detto riguardo alle riunioni della Conferenza dei capigruppo, ma mi consenta solo una piccolissima precisazione: anche il gruppo di Alleanza nazionale avrebbe preferito votare prima il provvedimento sull'immigrazione; in seguito, di fronte alla dichiarazione del Governo tesa ad invertire l'ordine dei lavori - Governo rappresentato in particolare dal ministro Tremonti, dal ministro Bossi e da tutti gli altri che hanno espresso la loro opinione per il tramite del sottosegretario Ventucci -, disciplinatamente abbiamo accettato questa inversione.
In questo momento riteniamo che, anche se i lavori non finiranno oggi e si andrà a discuterli martedì della prossima settimana, abbiamo sventato - cari colleghi della Lega e della maggioranza - un disegno politico che non potevamo accettare, cioè quello che non si iniziasse in aula l'iter parlamentare del provvedimento sull'immigrazione. L'esame di tale provvedimento è iniziato, i banchi vuoti testimoniano il nostro successo e la loro sconfitta (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo non per anticipare le cose che verranno dette nella Conferenza dei capigruppo ma, visto che si è aperto questo interessante dibattito, anch'io volevo fare alcune valutazioni.
In primo luogo, credo che tutti, anche chi non era d'accordo, debbano riconoscere che la scelta obbligata del Governo e dei capigruppo di procedere questa settimana a quell'ordine dei lavori è stata una scelta premiata dall'Assemblea. Eravamo di fronte ad un decreto-legge sul trasporto aereo che sarebbe scaduto il 18, inoltre il Governo ci aveva annunciato che lo aveva modificato e per questo sarebbe dovuto tornare all'esame del Senato; eravamo di fronte ad un decreto-legge sull'immigrazione clandestina che sarebbe scaduto il 4 giugno e ad un provvedimento complesso sulla manovra che sarebbe scaduto il 17 giugno e doveva essere esaminato dal Senato. Il Governo ha proposto di iniziare l'esame dei decreti-legge sapendo che l'ostruzionismo dell'opposizione - ben 1.100 emendamenti - avrebbe reso difficile raggiungere l'obiettivo di approvare il pur importante provvedimento sull'immigrazione in questa settimana insieme ai decreti-legge. Se andava bene, quindi, si sarebbe approvato il provvedimento, ma il Governo avrebbe rinunciato ad esaminare tre importanti decreti-legge.
Signor Presidente, è anche vero però che, nel corso di questa settimana, si è assistito, durante l'esame dei decreti-legge, ad un atteggiamento che noi abbiamo definito strumentalmente ostruzionistico da parte dell'opposizione su tutti e tre i provvedimenti. Anche sul provvedimento relativo alla manovra di finanza pubblica vi è stato un atteggiamento non giustificato dalla disponibilità di maggioranza e Governo a discutere sulla sanatoria, sulle fondazioni, sulla materia sanitaria, a discutere anche stamattina approvando significativi emendamenti per quanto riguarda il patrimonio immobiliare dello Stato. A questo punto, di fronte a dei ricatti che noi riteniamo non facciano onore all'Assemblea, la maggioranza ha deciso di andare avanti e credo che alla


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fine vi sia stata una positiva conclusione della seduta e della settimana con l'approvazione del provvedimento e con il voto sulle questioni pregiudiziali al provvedimento sull'immigrazione, che corrispondevano esattamente al completamento del calendario dei lavori deliberato dalla Conferenza dei capigruppo secondo le indicazioni del Governo e della maggioranza.
Signor Presidente, credo che la maggioranza ed il Governo possano uscire da questa seduta, da questa settimana con ragioni di successo. Poiché è ovvio, signor Presidente, che alla vigilia delle elezioni amministrative si giochino anche partite politiche da parte di ogni partito, riteniamo che la tradizione di chiudere i lavori della Camera alla vigilia delle elezioni amministrative sia importante; è una tradizione che la Camera ha sempre rispettato, come al Senato, e che, anche in questo caso, doveva rispettare.
Dichiaro, tuttavia, sin d'ora pubblicamente che, di fronte alla legittima richiesta del capogruppo della Lega di esaminare il provvedimento la prossima settimana, il nostro gruppo è a favore, anche se a malincuore, perché ciò significa far rientrare i colleghi da comizi già programmati. Se, al riguardo, il Governo esprimerà parere favorevole, naturalmente la settimana prossima ciascuno si assumerà le proprie responsabilità in merito alla presenza in aula, al numero legale, alla possibilità o meno di concludere positivamente l'esame del provvedimento con mille e cento emendamenti. Noi dichiariamo fin d'ora che il nostro gruppo si esprimerà favorevolmente nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

ENRICO BUEMI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BUEMI. Signor Presidente, non era necessario questo breve dibattito per capire che, nella maggioranza, vi è qualche problema politico (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania). Credo non si debba compiere uno sforzo così grande per nasconderci dietro al dito e che non si possa accusare l'opposizione di non aver offerto, in questi giorni, un contributo collaborativo che si è manifestato anche nella giornata di oggi, senza l'interruzione dei lavori. Vi è stato l'impegno fino a qualche minuto fa e credo di rimandare tranquillamente al mittente l'accusa di ostruzionismo e di non collaborazione rispetto ad un corretto svolgimento dei lavori parlamentari.
È evidente che non si può pretendere dall'opposizione di garantire continuamente il numero legale come ha fatto anche nella giornata di oggi (bastava guardare i tabelloni delle votazioni). I problemi politici che ci sono nella maggioranza dovranno trovare una soluzione all'interno di una dialettica che, dopo le elezioni, speriamo, sia più fluida e meno ricattabile.

MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, poiché ero presente ad una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo posso dire che ho sentito con le mie orecchie quanto è stato deciso dal Governo rispetto alla priorità dei decreti-legge, anche con riferimento ad un certo tipo di calendario dei lavori di Assemblea.
Credo si stia facendo un gioco molto sporco, quello delle tre carte, signor Presidente. In primo luogo, onorevole Elio Vito, non sarà certo lei a decidere qual è e quale sarà la qualità dell'opposizione in questo Parlamento, quali sono i provvedimenti che noi consideriamo indecenti e gravissimi e nei confronti dei quali condurremo un'opposizione dura; non si tratta di un ostruzionismo qualunque, ma di merito, perché state portando avanti provvedimenti, quali la delega fiscale, il provvedimento appena approvato, quello sull'immigrazione, che sono devastanti. È normale, legittimo e democratico che l'opposizione garantisca e costruisca un'opposizione forte e determinata!


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Vorrei capire una cosa, signor Presidente; mi appello a lei perché in questa sede si sta facendo il gioco delle tre carte ed il Parlamento non è costituito solo dal Governo e dalla maggioranza. Esistono anche i diritti dell'opposizione e lei, Presidente, deve essere garante dei diritti di tutti, della maggioranza e dell'opposizione.
Se la maggioranza e il Governo saranno favorevoli alla convocazione dell'Assemblea in seduta martedì, vorrei capire quale sarà la sua posizione. Vi era stato un impegno preciso - lo ripeto - in ordine ad un certo tipo di calendario dei lavori di Assemblea ed è normale che l'opposizione abbia portato avanti, in termini concreti, la critica al decreto-legge appena approvato.
D'altra parte, le questioni pregiudiziali concernenti la modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo sono state poste in votazione. Questo era stato deciso! Io non ho partecipato ad alcun patto, signor Presidente, per cui mi riferisco esattamente all'unica cosa che ritengo valida, vale a dire alle decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo in cui si era deciso che l'Assemblea avrebbe votato le questioni pregiudiziali, senza esaminare il disegno di legge sull'immigrazione; l'incardinamento è una cosa, la votazione è un'altra cosa.
Pertanto, le chiedo espressamente di essere garante di tutto il Parlamento e, quindi, di non convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché è evidente che vi sarà un ulteriore atto di arroganza antidemocratico di questa maggioranza; a maggioranza, infatti, la Conferenza dei presidenti di gruppo deciderà anche contro i diritti dell'opposizione.
Signor Presidente, lei deve essere garante dei diritti di tutti, ma soprattutto della correttezza dello svolgimento dei lavori attuali e futuri. Non si tratta di una minaccia, ma credo che la sua responsabilità in questo sarà gravissima!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Maura Cossutta. Sono sempre stato garante di questo.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, anche noi del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, intendiamo esprimere la nostra opinione su tale vicenda. Devo subito rivolgerle con sincerità una parola di apprezzamento: l'anticipazione delle conclusioni che lei ha fatto ci trova convergenti.
L'idea di chiudere la seduta dopo l'incardinamento del provvedimento e l'espressione dei pareri sull'articolo 1 è l'unica conclusione possibile. Per questa ragione esprimo il consenso del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo sulla sua decisione.
Certo nessuno può impedirle di convocare la Conferenza dei capigruppo e noi vi parteciperemo convinti che anche in quella sede le sue decisioni saranno coerenti con gli equilibri espressi da questa Assemblea.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Boccia. I lavori riprenderanno, come d'accordo, dall'espressione del parere del relatore sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.
Vi è la richiesta, da parte del presidente del gruppo della Lega nord Padania, di convocare la Conferenza dei capigruppo, che è infatti convocata per le ore 20 di questa sera, tra venti minuti.
Chiedo ora al relatore di esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Il parere della Commissione è contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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