Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 148 del 28/5/2002
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Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo 1 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Poiché non è stata richiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico procederemo per alzata di mano.
Pongo in votazione l'emendamento Soda 1.15, non accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Chiedo una verifica mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi.

PRESIDENTE. Sta bene.
Dispongo pertanto la controprova mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, sull'emendamento Soda


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1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.

PIERO RUZZANTE. Per quanti voti, signor Presidente?

PRESIDENTE. Sono venti voti di differenza.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, a nome del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo chiedo la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulle successive proposte emendative.

PRESIDENTE. Sta bene.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta fino alle 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 18,35.

PRESIDENTE. Avverto che è stato ritirato l'emendamento Soda 1.8
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
186
Hanno votato
no 215).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sinisi 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Presidente!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Colleghi, per cortesia!
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
188
Hanno votato
no 214).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Sinisi 1.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, esordisco nella discussione del provvedimento su una questione che può sembrare marginale ma che ha, invece, una sua rilevanza. Nell'articolo 1 si prevede che determinate provvidenze e, in particolare, benefici fiscali automatici vadano nei confronti di organizzazioni di utilità sociale e di altre iniziative umanitarie, religiose e laiche, gestite da fondazioni e associazioni, che investano della loro attività paesi non appartenenti all'OCSE.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico raccoglie, a vario titolo, circa 98 paesi, molti dei quali sono i paesi di provenienza dei flussi migratori; viceversa, vi sono paesi non appartenenti all'OCSE che non sono paesi di provenienza dei flussi migratori.
Signor Presidente, faccio un po' di fatica a parlare in quest'aula; sono costretto a gridare al di là delle mie capacità.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Prego onorevole Sinisi.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, nell'OCSE ci sono tutti i paesi dell'est; oltretutto, l'articolo 1 formula la previsione di un beneficio automatico. Dunque, chi realizza un progetto a favore,


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per esempio, della Lettonia o della Lituania, che sono notoriamente paesi di provenienza dei flussi migratori, per effetto di questa norma non gode di alcun beneficio fiscale; invece, chi realizza un progetto nei confronti di un paese ricco, lontano e dal quale non proviene alcun flusso migratorio riceve un beneficio fiscale automatico. È un'evidente contraddizione, un non senso: il nostro emendamento propone di sostituire le parole: «non appartenenti all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (OCSE)» con le parole: «di provenienza dei flussi migratori». Ci sembra una modifica giusta che attribuisce senso, oltre che equità fiscale, alle disposizioni di cui stiamo trattando. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI (ore 18,40)

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, colleghi, le obiezioni sollevate dal collega Sinisi non hanno, a nostro avviso, alcun tipo di pregnanza: volevo ricordare a tutti i colleghi che i paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sono paesi dai quali, obiettivamente, non derivano flussi migratori; comunque, certamente non si tratta di flussi migratori di importanza tale da giustificare l'emendamento del collega Sinisi.
Se il collega crede, vi posso elencare tutti i paesi: Austria, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Repubblica di Corea, Australia, Portogallo, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Stati Uniti, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. A me pare che l'unico paese su cui si può, forse, nutrire qualche perplessità sia la Turchia: tuttavia, è un problema che dovrà essere affrontato in sede di Unione europea. Quindi, mi pare si possa dire, con molta serenità e con molta pacatezza, che l'emendamento del collega Sinisi vada respinto, non per valutazioni basate su un preconcetto, ma proprio perché non esistono i presupposti per l'accoglimento del suo emendamento. Mi sembra francamente che quanto scritto nel disegno di legge corrisponda assolutamente al senso e alla ratio della norma che si vuole mettere in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sinisi 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

PIERO RUZZANTE. Presidente!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 416
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato
193
Hanno votato
no 223).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
193
Hanno votato
no 219).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sinisi 1.12, non accettato dalla


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Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
198
Hanno votato
no 218).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bellillo 1.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, l'emendamento che noi proponiamo va nella direzione di costruire delle politiche migratorie anche con elargizioni fiscali finalizzate non tanto e non solo ai paesi appartenenti all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ma soprattutto a quelli che hanno flussi migratori verso l'Italia, per riportare ad una progressiva riduzione dei fattori economici che sono alla base dei flussi migratori. Proprio per questo, occorre finalizzare quelle elargizioni per determinare le condizioni di un «positivo reinserimento sociale ed economico in patria degli stranieri» che sono venuti in Italia per lavoro. Quindi, credo che l'obiettivo dell'emendamento che raccomandiamo all'Assemblea di approvare è proprio quello di governare la politica dell'emigrazione attraverso elargizioni fiscali contenute nell'articolo proposto dal testo del Governo ma finalizzate molto alla riduzione dei fattori economici che sono alla base dei flussi migratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, noi evidentemente condividiamo lo spirito ed il senso di quanto ha affermato la collega, ma proprio perché riteniamo che l'articolo vada esattamente in questo senso e abbia questa finalità, vale a dire quella di favorire lo sviluppo dei paesi a forte pressione migratoria, intervenendo evidentemente anche attraverso le agevolazioni e le incentivazioni di carattere fiscale verso quelle organizzazioni, ci pare francamente ridondante e superfluo questo tipo di riferimento. Infatti, riteniamo che questo faccia già parte della ratio e della finalità dell'articolo, che è esattamente quella di aiutare i paesi in via di sviluppo, e contribuire soprattutto al superamento di quei fattori di carattere socioeconomico che sono all'origine dei fenomeni dei flussi migratori. Quindi, ne condividiamo lo spirito, ma evidentemente riteniamo che tutto ciò sia già nel senso, nella finalità e nella portata dell'articolo a cui si riferisce e pertanto è per questo motivo che riteniamo di non poter condividere il principio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 1.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
194
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Alfredo Vito non ha funzionato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sinisi 1.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo assai


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brevemente per dire che la mancata approvazione dell'emendamento precedente farà sì che questi benefici fiscali non potranno essere erogati nei confronti delle associazioni non lucrative che operano nella repubblica slovacca, nella repubblica ceca e nella repubblica turca, ma oltre a queste ricordo che sono tantissime le altre nazioni che appartengono all'OCSE, sebbene con uno status diverso da quello di membro pieno. Quindi, si introduce un elemento che può ingenerare equivoci sotto questo aspetto.
Ma, come se non bastasse, vi sono paesi nei confronti dei quali non esiste una ragione per intervenire attraverso benefici fiscali, e viene introdotto egualmente un meccanismo automatico di questa natura che, certamente, attribuirà nuovi benefici a soggetti che opereranno in territori e nazioni per i quali il nostro paese non avrà alcun interesse. Invece, attraverso il mio emendamento 1.13, proponiamo che, annualmente, sia il Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il comitato di coordinamento, ad individuare i paesi di provenienza dei maggiori flussi migratori ai quali applicare questi benefici fiscali. Infatti, in questo modo è possibile, non solo attuare una politica estera, ma anche una politica fiscale e di cooperazione per lo sviluppo. In caso contrario, costruirete un meccanismo meramente automatico e del tutto neutro che sfuggirà, anche riguardo alle previsioni, al controllo da parte del Governo, per cui una gran massa di questi benefici potranno andare verso investimenti in paesi che nulla hanno a che vedere con l'immigrazione clandestina.
È una norma sbagliata, vi invito a riflettere su questa scelta anodina, senza nessun ragionamento politico e di contrasto all'immigrazione clandestina; vi invito, inoltre, ad adottare una formulazione che rimetta nelle mani del Governo la capacità di attuare politiche migratorie e di cooperazione allo sviluppo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sinisi 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
199
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
194
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato
204
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 1.26, non accettato dalla


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Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato
202
Hanno votato
no 228).

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, già da qualche votazione la maggioranza non è in grado di garantire il numero legale. In un momento così delicato e riguardo ad un provvedimento sul quale l'opposizione ha una visione un po' diversa da quella della maggioranza, sarebbe il caso che, anzitutto, ognuno votasse per sé. Dico questo perché la maggioranza oltre a non raggiungere il numero legale lo raddoppia. Quindi noi diveniamo responsabili sia della maggioranza sia dell'opposizione. Con cortesia, ma fermamente, vorrei chiederle di effettuare una verifica in maniera che ognuno voti per sé, mi riferisco soprattutto ai banchi della maggioranza.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, la sua mi pare un'osservazione che richiama ai rispettivi e reciproci doveri; di conseguenza, se è necessario effettuare un controllo, prego i deputati segretari di adempiere a questo compito. Dalla mia posizione non posso controllare le postazioni, mi auguro che ognuno voti per sé, tutti per uno e non uno per tutti (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 1.15-bis, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Prego i colleghi di non prestarsi al volontariato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
197
Hanno votato
no 218).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo Spena. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, nel disegno di legge in esame, che riteniamo pessimo ed ingiusto (come già affermato in sede di discussione sulle linee generali), vi sono alcune norme che trovano una collocazione che sembra addirittura stravagante. È il caso dell'articolo 1 nei confronti del quale il gruppo di Rifondazione comunista esprimerà un voto contrario in quanto, se lo scopo dell'articolo fosse effettivamente quello di incentivare le azioni di prevenzione delle cause che inducono all'emigrazione per motivi di lavoro, sarebbe ragionevole che si trattasse espressamente, come recita un nostro emendamento, di elargizioni a favore di iniziative condotte da enti aventi sede in Italia, effettuate nei paesi di maggiore emigrazione verso l'Italia e finalizzate anche alla prevenzione delle cause dell'emigrazione, intervenendo, quindi, sulla qualità dello sviluppo e sul reinserimento in patria degli stranieri emigrati in Italia.
Con riferimento al secondo comma, inoltre, ci pare che non si tratti di incentivazione nei confronti dei paesi di emigrazione verso l'Italia, ma esclusivamente di una penalizzazione; si finisce, infatti, con il penalizzare proprio quei paesi di maggiore emigrazione, impedendo all'Italia di adottare politiche graduali. Si tratta di forme di sanzioni inefficaci ed ingiuste non solo nei confronti dei migranti, ma di


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quegli stessi paesi con i quali occorrerebbe intessere un rapporto diplomatico e di cooperazione.
Per tale motivo, il gruppo di Rifondazione comunista esprimerà un voto contrario sull'articolo 1.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, nel dichiarare il voto contrario sull'articolo 1 vorrei rilevare un aspetto che abbiamo già riscontrato nel corso dell'esame di questi pochi emendamenti; mi riferisco all'atteggiamento dei colleghi della maggioranza, ben rappresentato dall'intervento del collega Landi di Chiavenna, che risulta palesemente chiuso di fronte alla possibilità di accogliere proposte correttive migliorative, anche quando queste ultime non vengono giudicate dagli stessi colleghi della maggioranza come contrarie all'ispirazione e alla filosofia del provvedimento.
Infatti, secondo il tenore degli emendamenti presentati dall'opposizione sull'articolo in esame, occorrerebbe precisare meglio i paesi, rispetto a quelli OCSE, da cui provengono i flussi migratori, definendoli con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; è una posizione assolutamente ragionevole e di merito! Gli emendamenti dell'opposizione suggeriscono, altresì, di precisare che vanno aiutati gli interventi volti a rimuovere i fattori economici, sociali e politici che inducono all'emigrazione. Mi sembrano contenuti assolutamente ragionevoli che sono stati giudicati ridondanti, poiché si tratterebbe di argomenti già compresi nel testo del provvedimento (cosa non vera peraltro). Questo atteggiamento testimonia una volontà di chiusura che noi, purtroppo, abbiamo già riscontrato in sede di dibattito in Commissione.
Siamo solo al primo articolo e spero che l'impressione che abbiamo ricevuto sarà smentita - ma ci credo poco - nel prosieguo della discussione. Constatiamo, tuttavia, che non ci si vuole piegare a ragionare insieme di fronte ad emendamenti che non costituiscono uno «scasso» del provvedimento, poiché intendono semplicemente migliorare e precisare alcune terminologie e formulazioni.
Quest'atteggiamento mi sembra non giusto, soprattutto nel momento in cui esaminiamo un provvedimento complesso come questo. Detto ciò, per le ragioni esposte e per il fatto che non si sono voluti accogliere questi interventi migliorativi del testo, confermo il voto contrario del gruppo dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo sull'articolo in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 1 e, se mi è permesso, vorrei richiamare l'attenzione del Vicepresidente del Consiglio dei ministri che a questa materia è stato, in più occasioni, attento, anche nel corso della scorsa legislatura.
Vorrei sottoporre al Vicepresidente del Consiglio dei ministri tre questioni relative a tale articolo e sono certo che egli registrerà, nella sua attenzione, il contenuto obiettivo delle cose che sto per dire.
La prima questione è che il beneficio fiscale si applica, come ho detto, automaticamente per tutti gli interventi umanitari nei paesi non OCSE. Ciò non ha nulla a che vedere con il contrasto dell'immigrazione clandestina e, soprattutto, fa perdere al Governo la possibilità di adottare misure mirate, facendo diventare la politica estera - la politica fiscale collegata alla politica estera - un fatto meramente automatico.
La seconda questione che vorrei sottoporre è che, nel desiderio di introdurre una norma che legasse la cooperazione alla sicurezza a quella allo sviluppo, il disegno di legge elenca testualmente i reati, in riferimento al secondo comma, dei quali occorre tenere conto, nel momento in cui si offre la cooperazione allo sviluppo.
Dall'elenco di questi reati - perché quando si compila un elenco occorre sempre


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avere la preoccupazione di essere lacunosi o insufficienti - manca, ad esempio, l'attività che lo Stato straniero può svolgere anche di contrasto di attività di tipo terroristico, di modo che secondo tale secondo comma, nell'elaborazione e nell'eventuale revisione dei programmi bilaterali di cooperazione e di aiuto per interventi non a scopo umanitario nei confronti dei paesi non appartenenti all'Unione europea, con esclusione delle iniziative a carattere umanitario; per converso il Governo non tiene conto della collaborazione prestata dai paesi interessati, ad esempio, nella lotta al terrorismo.
Vi è poi un terzo aspetto: si introduce al comma 3 un aspetto a dir poco lapalissiano, ovvero si afferma che si può procedere alla revisione dei programmi di cooperazione e di aiuto, qualora gli Stati interessati non collaborino con il nostro paese.
Le tre questioni, che ho elencato nell'ordine, riferite al comma 1, al comma 2 e al comma 3, non possono non comportare, per parte nostra, nella assoluta e piena obiettività della inefficacia di questa norma, il nostro voto contrario sull'articolo 1 di questo disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, ho già avuto modo di spiegare il senso e le ragioni che rendono valido questo provvedimento. Vorrei soltanto ricordare ai colleghi, in particolare al collega Sinisi, che non tutti i paesi che oggi sono oggetto del fenomeno dei flussi dell'immigrazione hanno necessità di interventi di carattere umanitario. Vi sono molti altri paesi e realtà dove esistono situazioni di carattere endemico - fame, povertà -, che possono essere anche soggetti a momenti di grande tensione e pericolosità dal punto di vista del terrorismo. Lo spirito di questo provvedimento è rivolto genericamente nei confronti di tutti i paesi che hanno necessità di interventi di carattere umanitario.
Quanto alla critica sollevata dal collega Sinisi in ordine all'ultimo punto di questo articolo, vorrei ricordare che nella scorsa legislatura abbiamo a più riprese sostenuto che la stipulazione di accordi bilaterali sic et simpliciter non avrebbe dato e non dava francamente alcun tipo di risultato, perché noi abbiamo concesso molti denari e ricevuto molta criminalità. Io credo invece che questo articolo, così come è stato riformulato, consentirà di elargire dei denari a quei paesi che si impegneranno seriamente nella lotta e nel contrasto alla emigrazione clandestina. Ritengo sia un passaggio importante su cui vorrei portare l'attenzione di tutta l'Assemblea, compresi i colleghi dell'opposizione, perché abbiamo dati che confermano che migliaia di miliardi erogati a favore di molti paesi a forte pressione migratoria non hanno consentito di arrestare o almeno contrastare l'immigrazione clandestina. Mi chiedo per quale ragione voi siate contrari ad introdurre questo meccanismo che consente di inserire un criterio di discrezionalità che significherebbe dare denaro ed aiutare quei paesi che si impegnano seriamente a contrastare il fenomeno dell'emigrazione clandestina. Mi pare che l'articolo 1 vada in tale direzione; per questa ragione la maggioranza voterà a favore con molta convinzione.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Landi di Chiavenna.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
234
Hanno votato
no 191).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Boato 1.01.


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MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Presidente, la proposta emendativa che abbiamo presentato all'articolo 1 pone un problema di grande delicatezza. Nel testo unico del 1998, al comma 4 dell'articolo 2 si afferma giustamente: «Lo straniero regolarmente soggiornante partecipa alla vita pubblica locale». Ora noi sappiamo come fin dalle origini della democrazia (nelle democrazie anglosassoni si dice no taxation without represantation) quando si è partecipi di una comunità - ed è il caso delle persone che soggiornano regolarmente nel nostro paese, lavorano e pagano le tasse - si deve poter avere il diritto di partecipare alla vita pubblica della comunità stessa, quantomeno a livello locale, anche esercitando il diritto elettorale attivo e passivo. In alcuni paesi europei questo problema è stato già risolto, poiché si ritiene che uno dei modi di integrazione e di pacifica convivenza degli stranieri regolarmente soggiornanti in quei paesi sia quello di partecipare alla vita pubblica locale, anche attraverso l'elezione dei rappresentanti e la possibilità di essere eletti. Per tale ragione, con questa proposta emendativa abbiamo suggerito di aggiungere al comma 4 dell'articolo 2 del testo unico del 1998 l'espressione: «Egli esercita l'elettorato nei limiti e con le modalità previsti dalla presente legge». Del resto, qualche giorno fa il Presidente del Consiglio ha usato una espressione che io condivido: gli stranieri che regolarmente vivono nel nostro paese devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini italiani. Tali diritti e doveri a nostro parere dovrebbero riguardare non soltanto gli aspetti della vita produttiva, sociale o previdenziale ma anche la possibilità di concorrere alla vita pubblica elettiva delle comunità in cui si è inseriti. Tuttavia, siamo consapevoli dell'esistenza di un problema di compatibilità costituzionale della nostra proposta che in altri paesi non esiste.
L'articolo 48 della nostra Costituzione, al primo comma, afferma: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età». Usando l'espressione «cittadini» la nostra Costituzione fa riferimento, ovviamente, ai cittadini italiani. Quindi, la questione che abbiamo posto con il mio articolo aggiuntivo 1.01 presenta dei problemi di compatibilità costituzionale in riferimento all'articolo 48.
Un paio di settimane fa ho letto delle dichiarazioni - starei per dire stupide - di un esponente del centrodestra (che non nomino), il quale ha affermato che noi abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo perché pensiamo che gli stranieri regolarmente soggiornanti nel nostro paese, se venisse loro riconosciuto il diritto di voto, voterebbero per le forze del centrosinistra. È un'offesa all'intelligenza degli italiani ed anche all'intelligenza degli stranieri, i quali avranno, come chiunque altro, le loro idee politiche, culturali, sociali e religiose, pluraliste come avviene per qualunque altra persona.
Quindi, non per questa obiezione stupida che è stata fatta, ma perché un problema obiettivo di compatibilità costituzionale c'è e ne sono pienamente consapevole (ed andrà superato nella sede propria, che è quella, eventualmente, di prevedere all'articolo 48 della Costituzione un'ipotesi di integrazione per quanto riguarda la vita amministrativa locale anche per gli stranieri regolarmente soggiornanti nel nostro paese), dopo aver posto la questione, dopo aver presentato questo articolo aggiuntivo e dopo averlo illustrato, anche in riferimento ad un'affermazione condivisibile del Presidente del Consiglio dei ministri sulla parità dei diritti e dei doveri, una volta che si sia regolarmente soggiornanti nel nostro paese, tenendo tuttavia conto della questione di costituzionalità che io stesso ho ricordato, ritiro il mio articolo aggiuntivo 1.01. Sono soddisfatto però di aver posto all'attenzione di questa Assemblea il problema, che si è presentato anche in altri paesi dell'Unione europea e che credo sarà posto anche a livello comunitario complessivo.


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PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Boato.

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