Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 149 del 29/5/2002
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(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 7).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti salvo che sull'emendamento Di Luca 7.19 sul quale il parere è favorevole a condizione che sia riformulato nel seguente modo: alle parole «deve essere sottoposto a rilievi dattiloscopici» sostituire le parole «è sottoposto a rilievi fotodattiloscopici».

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Di Luca se accetti la riformulazione proposta dal relatore.

ALBERTO DI LUCA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Prego, onorevole Bertolini, prosegua.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. La Commissione formula, inoltre, un invito al ritiro degli identici emendamenti Leoni 7.16 e Pecoraro Scanio 7.17.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore e, inoltre, invita a ritirare l'emendamento Boato 7.14, facendo presente che le competenze dei centri per l'impiego sono già fatte salve per effetto del combinato disposto degli articoli 6 e 22 del testo unico, così come modificati dal disegno di legge.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 7.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 316
Maggioranza 159
Hanno votato
121
Hanno votato
no 195).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 7.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 364
Maggioranza 183
Hanno votato
143
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).


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(Presenti 367
Votanti 366
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato
151
Hanno votato
no 215).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mascia 7.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, con l'emendamento in questione si chiede la modificazione del comma 3 dell'articolo 6 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 (la cosiddetta legge Turco-Napolitano).
Nell'articolo soprarichiamato si stabilisce che uno straniero (anche nella legge sopracitata si fa riferimento a stranieri) a cui venga chiesto, da un pubblico ufficiale o da un agente di pubblica sicurezza, di identificarsi è punito, qualora si trovi sprovvisto di documenti, con l'arresto sino a sei mesi o con un'ammenda di ottocentomila lire. Come è noto, nel nostro codice, il cittadino italiano può essere punito se rifiuta di declinare le proprie generalità o se falsifica i documenti; mentre, nel caso in cui sia semplicemente sprovvisto di documenti questi può essere rilasciato sulla parola o accompagnato in questura per essere identificato. Pertanto, qualcuno mi spieghi perché un lavoratore extracomunitario o un turista che si trovi nel nostro paese sprovvisto di documenti debba essere ritenuto colpevole di un reato penale e si debba concedere al pubblico ufficiale o all'agente di pubblica sicurezza la discrezionalità per stabilire se il lavoratore extracomunitario o un turista sia sprovvisto di documenti per giustificato motivo. Che cos'è il giustificato motivo? Significa forse che occorra una giustificazione da parte dei genitori o forse bisognerà dare luogo a situazioni di fantasia per potere essere giustificati? Ebbene, chiedo a tutta l'Assemblea, ivi compresi i colleghi e le colleghe dell'opposizione, di votare a favore di questo nostro emendamento.
A suo tempo noi tentammo - l'onorevole Sinisi, allora sottosegretario, se lo ricorderà - di emendare, senza successo, la legge Turco-Napolitano esattamente su questo aspetto; e proprio oggi un emendamento presentato dall'onorevole Turco, che noi appoggiavamo, è stato respinto dall'Assemblea; emendamento con il quale, in qualche modo, si tentava di correggere questo aspetto assolutamente discriminatorio dato che si prevede una fattispecie di reato solo ed esclusivamente nei confronti di un cittadino straniero mentre per il cittadino italiano non è prevista l'ipotesi di reato. Proprio per questo chiedo vivamente all'Assemblea di ristabilire un'equità di sanzionamento nei confronti sia degli stranieri sia degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, l'intervento svolto dal collega mi fornisce lo spunto per intervenire a mia volta perché quanto poc'anzi affermato dal collega Mantovani può, in teoria, sembrare assolutamente condivisibile. Peccato che una disposizione siffatta, che il collega riscontra come non adeguata, innanzitutto è contenuta nella legge Turco-Napolitano.

RAMON MANTOVANI. L'ho detto!

IGNAZIO LA RUSSA. Allora lo ribadiamo (repetita iuvant); ed inoltre essa appartiene a tutte le legislazioni che prevedono nei confronti del cittadino straniero una diversa severità nel caso di mancanza di documenti. Forse non è nota al collega Mantovani la vicenda che ha avuto per oggetto centinaia di migliaia di documenti falsi (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo: «Milioni»). Forse centinaia di migliaia mi sembra una cifra più adeguata.


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Il motivo per cui sono intervenuto è perché mi è stata consegnata proprio un'ora fa, come curiosità che a questo punto voglio offrire a tutti, una carta di identità dell'amministrazione britannica non recentissima, della fine degli anni cinquanta. Per gli italiani che erano allora nel territorio della Tripolitania, in sostanza della Libia, sotto l'amministrazione militare si prevedeva l'obbligo dell'impronta digitale...

FRANCESCO GIORDANO. Negli anni cinquanta!

IGNAZIO LA RUSSA. Negli anni cinquanta, ma nei confronti degli italiani che abitavano lì regolarmente!

FRANCESCO GIORDANO. Era sbagliato allora ed è sbagliato adesso!

IGNAZIO LA RUSSA. Era sbagliato, ho capito! Però, non mi ricordo che negli anni cinquanta, da parte della sinistra, vi sia stata alcuna difesa per gli italiani che erano in Tripolitania, mentre vi è stata da parte nostra (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani - Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
Era una curiosità e ve la volevo offrire, se non vi innervosite.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Siamo su Scherzi a parte!

IGNAZIO LA RUSSA. La carta di identità deve essere conservata dal beneficiario il quale dovrà produrla immediatamente alla prima richiesta; se non sarà in condizione di farlo potrà essere arrestato.
Nel caso specifico, nella Turco-Napolitano, non c'è la possibilità di arresto, ma è prevista la pena dell'arresto, non c'è la facoltà di arrestare. Cerchiamo di guardare con serietà e con serenità a quali sono le norme da cambiare: questa, sicuramente, è da inasprire, non certo da modificare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mascia 7.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 321
Astenuti 79
Maggioranza 161
Hanno votato
69
Hanno votato
no 252).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 7.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellillo. Ne ha facoltà.

KATIA BELLILLO. Ogni famiglia italiana, ognuno di noi, ha avuto qualche familiare che è emigrato. Negli anni cinquanta nei locali pubblici delle nazioni europee, penso al Belgio o alla Germania, c'era un cartello che diceva: è vietato l'ingresso ai cani ed agli italiani.

IGNAZIO LA RUSSA. Non era una legge, non dire sciocchezze!

KATIA BELLILLO. Onorevole La Russa, mentre lei ricordava quell'aneddoto ho pensato che forse c'è bisogno veramente che arrivi Zorro in quest'aula perché è veramente vergognoso che si possano fare tali esempi o ricordare le sofferenze che gli italiani hanno subito.

IGNAZIO LA RUSSA. Non è un cartello, è una legge: è cosa diversa!

KATIA BELLILLO. Nel nostro paese democratico e civile qualcuno pensa di riscattarsi scaricando le nostre frustrazioni o le nostre rabbie su chi, oggi, chiede aiuto e viene a lavorare nel nostro paese.


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Con questo emendamento, signor Presidente, intendiamo migliorare il testo della legge Turco-Napolitano...

SERGIO COLA. Hai capito tutto!

KATIA BELLILLO. ...che all'articolo 6, comma 1, stabilisce che il permesso di soggiorno per motivi di studio può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro prima della scadenza. Vorremmo, per lo straniero che in modo regolare soggiorna nel nostro paese ed abbia, nel frattempo, trovato un'occupazione, non limitarne il soggiorno se le quote stabilite annualmente siano già esaurite. Dunque, si tratta di garantire comunque la possibilità di farne continuare l'attività lavorativa nel nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 7.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 409
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato
178
Hanno votato
no 231).

Chiedo ai presentatori dell'emendamento 7.14 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIANNICOLA SINISI. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 7.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
172
Hanno votato
no 220).

MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento all'articolo 8. Che ognuno voti per sé e, soprattutto, visto che quella in esame è una legge che avete tanto voluto, almeno state in aula a votarvela. È una vergogna (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Cossutta, le sarei grato se ci potesse fare qualche segnalazione precisa.

MAURA COSSUTTA. Lo farò.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 7.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
176
Hanno votato
no 221).


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Avverto che l'emendamento Buemi 7.20 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Luca 7.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, prendo la parola sfuggendo alla tentazione di immaginare che ci sia una questione di antipatia personale nell'aver dato il parere favorevole sull'emendamento Di Luca 7.19 ed aver invitato al ritiro dei successivi identici emendamenti Leoni 7.16 e Pecoraro Scanio 7.17, presentati insieme ai colleghi dell'opposizione. Innanzitutto, voglio far presente che l'emendamento Di Luca 7.19 è incompleto perché prevede che, in caso di dubbio sull'identità personale, possano essere effettuati solo i rilievi fotodattiloscopici - evidentemente sussiste un accanimento sulla questione delle impronte digitali - mentre i rilievi segnaletici, che sono quelli della legge, sono ben diversi e sono quelli fotografici, dattiloscopici, biometrici e via dicendo.
Quindi, una prima indicazione viene dall'incompletezza della previsione. Una seconda indicazione proviene dal fatto che la formulazione, come sempre, anche letteralmente, è quella del dovere che però nei testi di legge deve essere resa attraverso il presente indicativo. Allora, la proposta che avevamo avanzato, signor Presidente, è assai più semplice e prevede al comma successivo che la facoltà debba essere tradotta in un obbligo e tale obbligo debba essere tradotto nel presente indicativo.
Il presente indicativo comporta il fatto che debbano essere sempre effettuati rilievi segnaletici ogni qualvolta vi sia dubbio sull'identità personale. Ribadisco che - mentre in questo caso la norma è ben collocata perché riguarda irregolari, clandestini o, comunque, persone di dubbia identificazione - l'emendamento all'articolo 5 approvato prima riguarda persone regolarmente soggiornanti nel nostro paese. Signor Presidente, questa è la ragione per cui esprimeremo un voto contrario all'emendamento Di Luca 7.19 così formulato. Lo riteniamo semplicemente un piccolo dispetto e, invece, ci ostineremo a votare a favore dei successivi identici emendamenti Leoni 7.16 e Pecoraro Scanio 7.17 che ci sembrano tecnicamente più appropriati, sicuramente meno modificativi della norma vigente e certamente anche più in linea con l'esperienza che è stata fatta fino adesso.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che avanzare questa proposta non costituisce un dispetto all'onorevole Sinisi. Potremmo riformulare l'emendamento Di Luca 7.19 nel modo seguente: «è sottoposto a rilievi fotodattiloscopici e segnaletici». Ritengo che tale inserimento possa essere una soluzione che, alla fine, accolga entrambe le proposte e tutto ciò per dimostrare che non si tratta di un dispetto e che non sussiste alcuna volontà in tal senso.

ALBERTO DI LUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, prima avevo chiesto la parola perché la relatrice aveva chiesto di apportare una leggera modifica al mio emendamento 7.19, sostituendo le parole «deve essere» con la parola «è» e modificando la parola «dattiloscopici» in «fotodattiloscopici». Con la parola fotodattiloscopici si intendono certamente anche i rilievi segnaletici e, quindi, mi sembra che l'obiezione sollevata dall'onorevole Sinisi sia un po' di lana caprina, certamente nazionale e non clandestina (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Vorrei sapere dal relatore quale sia il testo riformulato definitivo che proponete all'Assemblea.


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ISABELLA BERTOLINI, Relatore. La proposta di modifica è la seguente: «è sottoposto a rilievi dattiloscopici e segnaletici».

PRESIDENTE. Onorevole Di Luca, concorda con la formulazione proposta dal relatore?

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, ritengo che l'espressione «rilievi segnaletici» sia ridondante, comunque, sono certamente d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

CARLO LEONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, a questo punto non risulta chiaro per quale ragione la relatrice non formuli un invito al ritiro per l'emendamento Di Luca 7.19, esprimendo parere favorevole sui successivi emendamenti, visto che si sta riformulando l'emendamento Di Luca 7.19 in modo da renderlo negli effetti simile, anzi, identico a quelli successivi. Mi sembra che ci si stia un po' arrampicando sugli specchi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Luca 7.19, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 262
Astenuti 161
Maggioranza 132
Hanno votato
242
Hanno votato
no 20).

MAURA COSSUTTA. Presidente, terzo settore!

IGNAZIO LA RUSSA. Sono tutti voti favorevoli!

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, vi chiedo un attimo di attenzione. La prossima volta che ci saranno contestazioni sarò costretto a bloccare lo scrutinio elettronico, a chiudere le porte e a fare una verifica dei posti (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia - Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Vi ho avvertito e così procederò la prossima volta. Non si spegneranno le luci rosse e verdi; quindi, vedremo se qualcuno bara in queste votazioni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di Rifondazione comunista).
Avverto che l'emendamento Leoni 7.16 risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento Di Luca 7.19.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mascia 7.18
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea su questo emendamento. Abbiamo visto che le posizioni dell'opposizione hanno pochissimo successo; credo dipenda dal fatto che siamo su diverse lunghezze d'onda: noi stiamo parlando di persone, la maggioranza sta parlando di braccia da lavoro. Quindi, i nostri emendamenti e i nostri testi non si incontrano mai.
Vorrei sottolineare che l'emendamento Mascia 7.18 propone un tema affatto diverso da quello dell'ingresso di un adulto per motivi di lavoro o per altri motivi: si parla di minori. Noi chiediamo che venga concesso il permesso di soggiorno ai minori che per motivi di studio vengano nel nostro paese e possano dimostrare di aver trovato accoglienza presso famiglie che si incaricano del mantenimento e dell'alloggio. Credo che tutti sappiano che ci sono numerosissimi casi di questo tipo nel nostro paese. Ci sono minori che vengono nel nostro paese per motivi di salute, perché nei luoghi di provenienza soffrono per


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problemi di contaminazione e quant'altro, perché devono essere operati ed hanno bisogno di restare qui per qualche tempo.
Credo che il permesso di studio sia sacrosanto, visto che riteniamo il diritto allo studio un aspetto primario per tutti i minori. Abbiamo moltissime esperienze: numerose associazioni, numerose famiglie accoglierebbero volentieri un bambino o un ragazzo per questo motivo. Credo che la concessione di un permesso di studio possa trovare d'accordo tutti i colleghi.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire all'onorevole Valpiana che in un emendamento all'articolo 22 abbiamo previsto la possibilità di concedere il permesso per motivi di studio ai minori che arrivano nel nostro paese. Ci riferiamo non soltanto a coloro che sono ospitati nelle famiglie ma anche a coloro che sono seguiti da enti o da associazioni; quindi, si tratta di una proposta più ampia rispetto all'emendamento Mascia 7.18. Di conseguenza, formulo un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Onorevole Valpiana, accede all'invito al ritiro formulato dal relatore?

TIZIANA VALPIANA. Presidente, non lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mascia 7.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
170
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
232
Hanno votato
no 171).

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, ancora: terzo settore, quarta fila!

FEDERICO BRICOLO. Vai via!

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