Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 149 del 29/5/2002
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(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 9).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo Spena. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, intervengo brevemente - visto il tempo che ci è concesso - su un articolo che, nella sua scheletricità, risulta emblematico. Si tratta di quattro righe che dimostrano - l'abbiamo detto anche intervenendo riguardo ad altri articoli, ma in questo caso risulta chiarissimo - come questo disegno di legge sia iniquamente punitivo per il vissuto stesso dei migranti, non parliamo nemmeno di clandestini (utilizzo un linguaggio che a me non piace ma che è impiegato spesso dalla maggioranza).
Si tratta di un disegno di legge ottusamente sicuritario e di inutile irrigidimento. In questo caso, si eleva da cinque a sei anni la durata di soggiorno regolare, quale presupposto richiesto dalla carta di soggiorno e si dimentica, tra l'altro, che il testo unico prevede che non è sufficiente il soggiorno interrotto per ottenere il rilascio della carta, ma occorrono ben altri requisiti: reddito, alloggio, legame di parentela eccetera. La relazione illustrativa, in maniera a mio avviso ridicola, recita: «appare questo un periodo di tempo...» cioè da cinque a sei anni, un anno in più «...più congruo per verificare il complessivo inserimento dello straniero». Poiché si afferma che questa è una legge di un Governo che si sente in Europa, una legge di stampo, di impronta e di contenuto europeo, vorrei ricordare che la legge spagnola (cara al Presidente Berlusconi) prevede - come anche quelle recentissime di altri paesi retti da governi di centrodestra - un periodo di sei anni ma come presupposto, non già per il rilascio di un titolo di soggiorno di lunga durata, bensì per la concessione della cittadinanza. Quindi questo disegno di legge risulta in


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controtendenza. Voi, infatti, collegate ancora la cittadinanza allo ius sanguinis invece che allo ius soli. È questa la legge europea che state per approvare? Credo che questo articolo rappresenti una vergogna emblematica della vergogna dell'intera legge.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 9 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Il parere della Commissione è contrario a tutti gli emendamenti. È stato poi formulato un invito al ritiro per l'articolo aggiuntivo Landi di Chiavenna 9.03 e, nel caso in non cui tale invito non venga accolto, il parere della Commissione è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Craxi 9.6, Boato 9.7 e Rivolta 9.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, il gruppo della Margherita esprimerà un voto favorevole su tali emendamenti. Il percorso di cittadinanza costruito dalla legge Turco-Napolitano viene stravolto e si introduce un sistema di nuova precarizzazione dei lavoratori stranieri, gente onesta - lo ribadisco - che contribuisce al nostro sistema di sviluppo imprenditoriale, rendendo assai più difficile questo percorso e allontanando ogni possibilità di integrazione nel nostro paese.
Il rilascio della carta di soggiorno per lo straniero soggiornante nel territorio dello Stato per cinque anni era la logica conseguenza del fatto che il rinnovo avvenisse dopo due anni, per un tempo superiore al doppio (quindi quattro anni). Adesso, invece, si introducono rinnovi periodici, massimo per due anni, mentre si allunga il termine per richiedere la carta di soggiorno, senza più alcuna sovrapposizione di tempi.
È chiaro che ciò renderà più precaria la permanenza dei lavoratori stranieri in Italia; soprattutto li renderà assai diversi nel nostro sistema di sviluppo e nelle nostre comunità. Ciò creerà non solo disagio sociale, ma darà un apporto negativo, come ho affermato diverse volte, alla sicurezza nazionale del nostro paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, mi pare che l'onorevole Sinisi stia descrivendo uno scenario apocalittico che non ravviso nella ratio dell'articolo 9. Abbiamo introdotto - e non mi dilungherò al riguardo perché lo abbiamo già rilevato - un nuovo sistema di rilascio dei permessi di soggiorno che sono adesso legati al contratto di lavoro. Per i contratti stagionali, come ricordato precedentemente, è prevista una durata massima di nove mesi, salva la possibilità di renderli pluriennali; per i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato la durata è annuale, mentre per quelli subordinati a tempo indeterminato si prevede una durata biennale, con la possibilità di rinnovo per periodi eguali.
L'articolo 9 prevede semplicemente che la carta di soggiorno venga rilasciata non più allo scadere del quinto anno, ma del sesto.
Onorevole Sinisi, francamente mi pare che quanto lei ha sostenuto, dipingendo in un certo modo tale articolo, per quanto legittimo sia il suo punto di vista, non sia così stravolgente.
Abbiamo ritenuto che, per il rilascio di un documento di tale importanza quale la carta di soggiorno (che consente evidentemente all'extracomunitario di equiparasi sempre più ad un cittadino italiano), fosse necessario avere la certezza assoluta che


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quest'ultimo abbia veramente posto serie radici sul territorio nazionale, assimilando le nostre regole, i nostri usi e costumi, la cultura, la lingua e le leggi italiane, dimostrando, quindi, la volontà seria di volersi integrare nel territorio.
Mi pare che aver allungato il termine per il rilascio della carta di soggiorno da cinque a sei anni, diritto che vogliamo conservare, non sia assolutamente nulla di particolarmente negativo o di drammatico.
Abbiamo, pertanto, ritenuto che, per poter attribuire un diritto così importante, quale quello racchiuso nello strumento della carta di soggiorno, fosse più opportuno - lo ripeto - prevedere un allungamento dei termini per il suo rilascio da cinque a sei anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Craxi. Ne ha facoltà.

BOBO CRAXI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le parole del collega Landi di Chiavenna mi convincono che tale articolo, che sottoporrete all'approvazione dell'Assemblea, è capriccioso. Dire che si vuole allungare da cinque a sei anni il termine per il rilascio della carta di soggiorno affinché l'immigrato possa arricchire le proprie credenzialità presso la cittadinanza italiana è un'argomentazione che non sta né in cielo né in terra.
Invito, quindi, i colleghi della Casa delle libertà a provare a distrarsi dall'attività in cui, in questo momento, tutti noi - ahimè - siamo impegnati e a ragionare, chiedendo al Governo, quindi alla Commissione la soppressione di questa che non è un'ingiustizia, ma un inutile capriccio, anzi un'inutile cattiveria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI, dei Democratici di Sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, vorrei fare anch'io una domanda nel dichiarare il voto favorevole alla soppressione di questo articolo.
Sulla base di quale ragionamento fondato e sulla base di quali dati si può stabilire che serve proprio un anno in più affinché, per adoperare le parole usate dal collega Landi di Chiavenna, lo straniero, così è definito nella legge, metta più profonde radici nel nostro paese e vi sia più integrazione? È del tutto evidente che questo ragionamento è campato in aria e che serve soltanto, e con una certa protervia, a rendere inutilmente più difficile il percorso di integrazione dei cittadini stranieri nel nostro paese, prolungando di un anno la prospettiva di ottenere la carta di soggiorno.
Anche questa dunque è soltanto una mossa propagandistica per rassicurare rispetto a non so quali paure, facendo intendere che un anno in più potrebbe cambiare chissà cosa. Siamo alla propaganda fatta norma e per questo siamo totalmente contrari a tale articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Craxi 9.6, Boato 9.7 e Rivolta 9.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
172
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 9.3 non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
170
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Giuseppe Gianni non ha funzionato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 9.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
166
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 9.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 402
Astenuti 3
Maggioranza 202
Hanno votato
168
Hanno votato
no 234).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mascia 9.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, non ho ben compreso, non avendo lo stesso quoziente intellettivo dei colleghi del gruppo della Lega nord Padania, cosa intendesse dire, nel suo precedente intervento, il riferimento proposto dal presidente La Russa.
Non ho compreso se il presidente La Russa proponesse la legislazione del Regno Unito degli anni cinquanta come modello di riferimento di questa legge o se al contrario proponesse una sorta di vendetta postuma per come sono stati trattati dal Regno Unito i nostri emigrati e lavoratori.
In entrambi i casi, la cultura che noi vorremmo qui prospettare non si rifà né ad una legislazione coloniale di cinquant'anni fa né ad una legislazione vendicativa verso chicchessia. Vorremmo prospettare attraverso quest'emendamento quello che a noi pare un elementare diritto di civiltà.
A coloro che risiedono per cinque anni nel nostro paese - e risiedono con regolare permesso di soggiorno - noi vorremmo riconoscere il diritto di esercitare l'elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative e in consultazioni di carattere referendario locale.
Vedete: si tratta di cittadini che contribuiscono alla vita associata delle realtà in cui vivono, che pagano tributi all'ente locale; non si comprende quindi per quale ragione essi non possano godere del diritto di elettorato attivo e passivo.
Quando si parla di integrazione delle realtà extracomunitarie, quando si parla di politica di reale integrazione e di accoglienza, evidentemente, bisogna riconoscere diritti e doveri. Credo che questo sia un diritto sacrosanto e non vedo, non capisco che cosa osti a poter godere ed esercitare questo diritto elementare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, la questione relativa all'elettorato attivo degli stranieri nel nostro paese - ovviamente di quelli che sono legalmente


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soggiornanti - è una questione che abbiamo affrontato nella scorsa legislatura. Sono assolutamente convinto che questa sia la strada che dovrebbe imboccare non soltanto un paese civile, un paese democratico, ma anche un paese che ha cura della propria sicurezza, perché il fatto che queste persone partecipino alla vita pubblica locale, anche attraverso il voto amministrativo, mi sembra una condizione di rafforzamento dell'integrazione e, quindi, della sicurezza. So che molti paesi in Europa lo consentono, come la Spagna, che è stata evocata, ma credo anche la Germania ed il Regno Unito.
Tuttavia, al di là di questo, signor Presidente, posso soltanto ricordare alla maggioranza che questo ragionamento lo facemmo nella scorsa legislatura e, consci dell'ostacolo costituzionale, ci impegnammo tutti ad intraprendere un percorso in questa direzione. Noi, coerentemente, riteniamo che questo impedimento esista ancora. Ci impegniamo, insieme ai proponenti, a formulare questa modifica costituzionale, ma ciò non ci consente in questo momento, per dovere di coerenza, di votare a favore dell'emendamento Mascia 9.13 e siamo costretti, per ragioni di «impedimento costituzionale», ad astenerci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, mi pare che concordiamo con i colleghi proponenti e con il collega Sinisi sulle finalità da perseguire. Il riconoscimento del diritto di voto non è da intendersi come una concessione, ma come un atto giusto, anche di piena corresponsabilizzazione nella vita civile e politica del nostro paese.
So anch'io, come ha detto il collega Sinisi, che il tema è controverso a causa dell'ostacolo costituito dall'attuale formulazione costituzionale e che, quindi, è necessario un impegno corale in questa direzione. I deputati del gruppo dei Democratici di sinistra, per dare un segnale politico di impegno in questa direzione, voteranno a favore dell'emendamento Mascia 9.13.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mascia 9.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 358
Astenuti 52
Maggioranza 180
Hanno votato
124
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
235
Hanno votato
no 180).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bellillo 9.06, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
175
Hanno votato
no 237).


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Passiamo all'emendamento Landi di Chiavenna 9.03. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

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