Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 150 del 30/5/2002
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...
(Ripresa esame dell'articolo 17 - A.C. 2454)

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, propongo di riprendere l'esame dell'articolo 17, precedentemente accantonato.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, riprendiamo l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 17, precedentemente accantonati.
Onorevole relatore, qual è il parere della Commissione sugli emendamenti Sinisi 17.43 e Landi di Chiavenna 17.56, precedentemente accantonati?

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda gli emendamenti Sinisi 17.43 e Landi di Chiavenna 17.56, esprimo parere favorevole a condizione che vengano riformulati. Chiederei, se ne è già discusso in sede di Comitato dei nove, di cambiare la sanzione pecuniaria già introdotta nel testo del disegno di legge passando da 2.500 a 5 mila euro. Tutto il resto degli emendamenti verrebbe tolto. Se vuole posso darne lettura: al comma 12 sostituire nell'ultimo periodo l'ammenda di 2 mila 500 euro con l'ammenda di 5 mila euro. Sto parlando del testo di legge, signor Presidente. Tutto il resto viene abolito.
La proposta è dunque quella di accettare il cambiamento da 2 mila 500 euro a 5 mila euro, perché per quanto riguarda la parte che parla della reclusione, il parere della Commissione è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo ?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo si rimette al parere della Commissione.

PRESIDENTE. Onorevole Sinisi, accetta la riformulazione proposta dal relatore?

GIANNICOLA SINISI. No, signor Presidente, non posso accettare la riformulazione perché l'elemento qualificante è rappresentato dal sequestro dell'azienda, non certamente dall'entità della sanzione. Ritiro dunque il mio emendamento 17.43 perché, così riformulato, non ha senso porlo in votazione (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Landi di Chiavenna, accetta la riformulazione del suo emendamento 17.56?

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Landi di Chiavenna 17.56, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 368
Astenuti 1
Maggioranza 185
Hanno votato
225
Hanno votato
no 143).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 17.113.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo brevemente per far notare all'Assemblea ed anche a lei, perché lei ha accolto la proposta di accantonamento, che stamani abbiamo affrontato un ampio dibattito, che non ripropongo, in cui, da parte di tutto lo schieramento di centrosinistra e di Rifondazione comunista, e nell'intervento di Buontempo che adesso mi sembra sia in missione, è stata posta tale questione.
Ebbene, il risultato dell'accantonamento e della riflessione in Commissione è stato: no, no, no! Deve rimanere ciò che noi abbiamo definito uno scippo legalizzato, un esproprio legalizzato, una misura che incentiverà il lavoro nero, dal momento che se uno paga i contributi e torna al paese di origine, quei contributi restano in Italia, sicché costui li ha versati per niente: ebbene, questo è un incentivo al lavoro nero, sia per l'imprenditore sia per il lavoratore straniero.
Comunque il risultato di questo accantonamento è che hanno detto: no, no, no. Credo che questo sia un modo irresponsabile di affrontare una materia delicata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nigra. Ne ha facoltà.

ALBERTO NIGRA. Signor Presidente, vorrei ripetere le stesse affermazioni poc'anzi fatte dall'onorevole Boato. Il problema è esattamente quello che abbiamo sollevato stamani e che in questo momento abbiamo riproposto, anche in sede di Comitato dei nove.
Non si può dire solo di no ad una proposta di buonsenso. Tre volte «no» significa che tre volte è mancato il buonsenso, questo è il problema vero! In realtà, il Governo dice che verranno stipulate delle convenzioni con quei paesi con i quali non sussistono, ma non risponde ad un altro problema: e quei paesi che non hanno un sistema di previdenza pubblica - e sono molti - con cui sarà impossibile stipulare convenzioni? I loro lavoratori, che in Italia avranno versato i loro contributi, li perderanno interamente e questo a noi pare, ovviamente, qualcosa di molto grave e molto scorretto che potremmo in questo momento anche migliorare (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).

LIVIA TURCO. Ladri!

FRANCESCO GIORDANO. Ladri!

NICHI VENDOLA. Ladri!

GIOVANNI RUSSO SPENA. Fascisti di merda!

ELETTRA DEIANA. Ladri!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.

ENRICO BUEMI. Signor Presidente...

LIVIA TURCO. Ladri!

PRESIDENTE. Onorevole Turco, la prego!

ENRICO BUEMI. Signor Presidente, vorrei far rilevare ai colleghi della maggioranza e del Governo che i prelievi che verranno fatti dalle buste paga dei lavoratori...


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LIVIA TURCO. Ladri!

PRESIDENTE. Onorevole Turco, sta parlando l'onorevole Buemi. La prego, lo lasci parlare.

ENRICO BUEMI. ...sono destinati a finanziare le proprie pensioni. Se non arriveranno in Italia all'età pensionabile, questi prelievi dovrebbero essere restituiti loro, perché sono il frutto del loro reddito, della loro produzione di reddito!

FRANCESCO GIORDANO. Se la prendono con la povera gente!

ENRICO BUEMI. Non credo che saremmo disposti ad accettare un simile trattamento, se fosse applicato nei nostri confronti. O si manifesta concretamente che in quest'aula non c'è razzismo, non c'è un atteggiamento anti-immigrati, equiparando il trattamento per gli immigrati a quello riservato ai cittadini italiani - poiché si pagano questo diritto - oppure il razzismo si manifesta concretamente, al di là delle parole (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)!

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, credo - e meglio di me lo diranno il relatore e il presidente della Commissione - che il motivo per cui noi abbiamo segnalato questo problema (perché è stato segnalato da un deputato del mio gruppo)...

MARCO BOATO. Eh no, si è aggiunto a tutti gli altri!

IGNAZIO LA RUSSA. Va bene, non importa chi l'ha segnalato. Non volevo primogeniture, chiedo scusa. Ma chi pensava che questo problema potesse trovare oggi soluzione non vede che non potremmo mai creare una situazione di privilegio per i lavoratori stranieri nei confronti dei lavoratori italiani (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di avere un po' di rispetto reciproco.

ANTONIO SODA. Vergognati!

IGNAZIO LA RUSSA. Lasciate che uno parli. È un atteggiamento da... non so da che cosa, non voglio dirlo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).

ANTONIO SODA. Vergognati! Sei un razzista!

IGNAZIO LA RUSSA. Credo che questa segnalazione debba servire al Parlamento e al Governo per cercare di affrontare tale questione per gli italiani ed eventualmente, se sarà possibile, anche per i lavoratori stranieri, ma partendo da un problema che non pregiudichi gli interessi e i diritti dei lavoratori italiani (Vivi commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.

ALFONSO GIANNI. Onorevole La Russa, i diritti dei lavoratori italiani, come abbiamo cercato di spiegarle (Vivi commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego!


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ANTONIO SODA. La Russa, sei un razzista! Anzi, un razzista e un fascista!

IGNAZIO LA RUSSA. Razzista con la «r» o con la «n»? Tu sei un coglione con la «c»!

ALFONSO GIANNI. Onorevole La Russa, ascolti ogni tanto qualcosa!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Alfonso Gianni, prosegua.

ALFONSO GIANNI. L'onorevole La Russa sta facendo delle segnalazioni con le dita che non capisco... È l'alfabeto muto di quando eravamo piccoli?

PRESIDENTE. Onorevole Alfonso Gianni, parli, suvvia!

ALFONSO GIANNI. Spiegavo all'onorevole La Russa che i lavoratori italiani - a cui peraltro non è molto interessato - non hanno nulla da temere da questo provvedimento (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani) e glielo abbiamo già spiegato! Se l'onorevole La Russa conoscesse il sistema pensionistico, saprebbe che quello che ha detto non ha alcun fondamento!
La questione è che voi non potete nascondervi dietro le convenzioni! Qui si tratta di un diritto, ve l'ha spiegato anche Buontempo! Le pensioni sono un salario differito, è un patto tra generazioni, non un accordo tra Stati! I lavoratori stranieri che lavorano in questo paese, che emergono dal lavoro nero, versano contributi... che sono soldi loro, caro La Russa (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
È inutile che telefoni, facendo finta di non esserci! Se vuoi confrontarti nel dibattito, confrontati! Se vuoi parlare agli italiani all'estero, confrontati con loro (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

FRANCESCO GIORDANO. Ladri!

NICHI VENDOLA. Presidente, stigmatizzi quegli atteggiamenti!

PRESIDENTE. Io stigmatizzo tutte le urla fuori posto!

NICHI VENDOLA. No, quella volgarità è da stigmatizzare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Innocenti. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, ritengo, francamente, che le cose che sono state affermate anche dall'onorevole La Russa non abbiano un fondamento dal punto di vista della normativa vigente. Lei, onorevole La Russa, non conosce la normativa vigente per i cittadini italiani in materia pensionistica, perché ha detto una cosa che non corrisponde alla realtà. Mi desta meraviglia che rappresentanti autorevoli, autorevolissimi, del Governo, non l'abbiano smentita. Lei, come gli altri, dovrebbe sapere che esiste, in base al legge n. 335 del 1995 la possibilità (Commenti del deputato La Russa)... Onorevole La Russa, è inutile che faccia così! Lei ha detto una cosa che non risponde al vero. Abbia la compiacenza di ascoltare come ho ascoltato io (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

CESARE RIZZI. Basta!

RENZO INNOCENTI. Si può trovare un accordo. Lei ha dichiarato che potrebbero godere di un privilegio; ma non è così, è un problema di equiparazione rispetto ai cittadini italiani. La legge n. 335 del 1995 prevede espressamente, per coloro che non raggiungono e non maturano il diritto a prestazioni pensionistiche - al cittadino italiano - la restituzione, in capitale maggiorato degli interessi, dei contributi che


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hanno versato (Proteste dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania). Andatevi a rileggere la legge n. 335, per favore!

PRESIDENTE. Per favore, se volete che il problema giunga ad una soluzione, lasciate parlare tutti...

RENZO INNOCENTI. Invece di fare i baioni, andatevi a leggere le normative. Con il sistema contributivo, un cittadino italiano che non raggiunge i requisiti per la pensione ha diritto alla restituzione del capitale! Così prevede la normativa!

ALDO PERROTTA. Quello italiano no!

ANGELO SANTORI. Ma quando raggiunge l'età pensionabile!

LUCIANO DUSSIN. È falso! Bugiardo!

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, poiché è il secondo intervento del suo gruppo, la invito a concludere.

RENZO INNOCENTI. Io concludo, signor Presidente, ma vorrei che almeno si venga a conoscenza della legge, prima di dare una soluzione paragonabile ad una appropriazione indebita. Chiedo, dunque, signor Presidente, che questo punto in materia previdenziale - rivolgo la richiesta all'Assemblea e al relatore - venga trasferito, visto che si discute di questioni previdenziali in Commissione lavoro, nella delega previdenziale, per non commettere una ignominia nei confronti di chi lavora e mantiene un salario differito di cui è titolare...

PRESIDENTE. Scusi, onorevoli Innocenti, lei sa benissimo che si stralciano gli articoli, non gli emendamenti. Non posso autorizzare ciò.

RENZO INNOCENTI. Si accantoni il comma 13 dell'articolo!

PRESIDENTE. È chiaro che questa è una possibilità che il relatore può sempre considerare. Vi chiedo scusa, colleghi. Ricevo diverse richieste di intervento. Io sono rispettoso di tutti, ma prego chi si arrabbia se non gli consento di intervenire di venire a vedere i tempi. Del gruppo dei Democratici di sinistra, su questo punto, sono intervenuti due colleghi. Se poi ritiene che il Presidente stia sbagliando, mi dispiace, ma non siamo d'accordo. Credo di sbagliare, forse, ad essere troppo indulgente rispetto ai tempi, non certo in senso opposto (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 17.113, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

FRANCESCO GIORDANO. Rubate i soldi alla povera gente! Vergogna!

RENZO INNOCENTI. È un ladrocinio!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 378
Votanti 374
Astenuti 4
Maggioranza 188
Hanno votato
153
Hanno votato
no 221).

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare sull'ordinamento dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Era stato chiesto l'accantonamento. Il collega...

PRESIDENTE. Ho precisato che se il Governo, il relatore, mi chiedono l'accantonamento...


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LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, lo abbiamo chiesto noi, non il Governo. Cosa c'entra?

PRESIDENTE. Onorevole Violante, era già stato accantonato in precedenza. Siamo tornati su un punto che in precedenza era già stato accantonato.

LUCIANO VIOLANTE. Presidente, qui c'è stato un equivoco. Il collega La Russa ed altri non sanno quale sia la situazione reale del lavoratore italiano (Proteste dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania). L'accantonamento...

PRESIDENTE. Onorevole colleghi, vi prego di lasciar parlare, con tranquillità, l'onorevole Violante.

LUCIANO VIOLANTE. Sono tranquillo, grazie. L'accantonamento ha lo scopo di verificare che il trattamento del lavoratore extracomunitario sia parificato a quello del lavoratore italiano. Punto e basta.

PRESIDENTE. Onorevole Violante, se si vuole lasciare impregiudicata la questione, è sufficiente accantonare l'emendamento Alfonso Gianni 17.112, dal momento che il precedente emendamento Buemi 17.113 è già stato votato. Posso porre in votazione la sua proposta.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta, avanzata dall'onorevole Violante, di accantonare l'emendamento Alfonso Gianni 17.112.
(È respinta).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alfonso Gianni 17.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
158
Hanno votato
no 227).

Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Soda. Ne ha facoltà.

ANTONIO SODA. Signor Presidente, mi permetta di indicarle la targa apposta, in quest'aula a ricordo dell'approvazione della Costituzione italiana, il 22 dicembre del 1947.
Io capisco che, nei banchi del Governo e in tanta parte dell'aula, vi è chi non ha partecipato alla costruzione di questa Repubblica (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale); so anche, però, che il loro leader ha tentato e tenta disperatamente di radicarsi in questa democrazia. Allora, all'onorevole La Russa, che rivendica all'onorevole Buontempo di avere sollevato questo tema, voglio dire che, sulla questione dei diritti previdenziali e sulla rapina che state perpetrando (Commenti di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale), noi abbiamo presentato moltissimi emendamenti.
All'onorevole La Russa, prima di leggere le leggi previdenziali, basterebbe leggere gli articoli della Costituzione.

IGNAZIO LA RUSSA. L'ho letta prima!

ANTONIO SODA. Onorevole La Russa, è la Costituzione alla scrittura della quale lei non ha partecipato! Orbene, la nostra Costituzione, signor Presidente - e questo vale anche per l'onorevole Fini -, quando parla del diritto al lavoro e dei diritti dei lavoratori, non fa riferimento ai diritti dei cittadini, ma a quelli della persona.
Sarebbe bene che l'onorevole La Russa - forse, gli converrebbe promuovere un corso accelerato per sé e per il suo partito (Proteste dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale) - andasse a leggere...


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PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!

ANTONIO SODA. ...l'articolo 38 della Costituzione (Proteste dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)! Perché siete insofferenti quando qualcuno richiama la Costituzione? Perché?

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Soda.

ANTONIO SODA. Ma che «grazie», non ho finito!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mussi. Ne ha facoltà.

FABIO MUSSI. Onorevole La Russa, onorevoli colleghi, sento il dovere di dire qualcosa su questo punto molto delicato.
Onorevole La Russa, far lavorare la gente senza corrispondere salario - perché i contributi non sono altro che salario differito - significa porre in essere un rapporto sociale che ha un preciso nome: si chiama schia-vi-smo! Si chiama schia-vi-smo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Minoranze linguistiche)!
La verità, cari colleghi, è che voi volete far soldi sugli immigrati e voti sulla paura per gli immigrati! È una vergogna questo articolo, e sentivo il dovere di dirlo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Minoranze linguistiche )!

TIZIANA VALPIANA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, molto pacata, come credo di essere sempre, e come potrei non essere in questo momento, debbo dire che ho la fortuna e l'onore di sedere in questi banchi ma, nel contempo, la sfortuna di avere di fronte alcune persone il cui comportamento è inqualificabile.

DANIELE FRANZ. Ma come ti permetti!

TIZIANA VALPIANA. Dieci minuti fa, l'onorevole La Russa ha fatto gesti che non possono essere accettati non soltanto in un Parlamento, ma nemmeno in altri consessi civili (e, forse, anche meno civili) del paese.
Pertanto, se è possibile, la prego di acquisire, se sono disponibili, filmati o testimonianze e di promuovere una discussione al riguardo in Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani) perché ciò a cui ho assistito supera tutto quello che ho visto in dieci anni di attività in quest'aula, che sono tanti!

PRESIDENTE. Onorevole Valpiana, per la stima che spero sia reciproca, penso che lei non possa dubitare che, se avessi visto, da una parte o dall'altra, atteggiamenti inqualificabili...

TIZIANA VALPIANA. Infatti, lei non li ha visti!

PRESIDENTE. Infatti, e non posso condannare se non ho visto nulla (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani). Lei mi ha chiesto di acquisire eventuale documentazione, ha fatto cioè una specifica richiesta alla quale verrà data una risposta nelle sedi da lei giustamente indicate, avendo il senso del momento, del luogo e della questione posta.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, condivido sicuramente le obiezioni che sono state mosse in riferimento ai diritti della nostra Costituzione, però - e mi rivolgo al vicepresidente del consiglio Fini - vorrei che la questione fosse esaminata anche da un punto di vista pratico, oltre che da un punto di vista di principio. Sui principi che condivido hanno parlato gli altri colleghi. Voi sapete che per quanto riguarda soprattutto le colf è molto diffusa l'evasione contributiva; spesso si tratta di una evasione contributiva parziale, nel senso che non si pagano tutti contributi. Ora, vorrei che la maggioranza riflettesse su una questione molto pratica (Il deputato La Russa si reca al banco della Presidenza - Commenti di deputati del gruppo dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo).

BARBARA POLLASTRINI. No, La Russa, no!

KATIA ZANOTTI. Questo è machismo!

ROBERTO VILLETTI. Se non c'è l'interesse delle due parti, cioè l'interesse in particolare delle collaboratrici domestiche - che poi è il problema più evidente - di vedere pagati tutti i contributi e non c'è neanche l'interesse del datore di lavoro di pagarglieli tutti, è abbastanza evidente che questo, di fatto, incentiverà il lavoro nero, perché l'immigrato, la collaboratrice domestica dirà: dottore, signora, dato che non posso più riprendere i contributi, me li dia direttamente. Questo avverrà: una forma di lavoro in nero. Infatti, noi abbiamo evitato quel contenzioso tra il dipendente - vorrei che la maggioranza tenesse presente questo aspetto -, che non ha più interesse ai contributi perché tanto li perde (perché va via), ed il datore di lavoro, che non ha interesse a darglieli perché così risparmia. Gli dà in nero questi soldi e la legge è completamente elusa. Cioè, la legge diventa un incentivo del lavoro nero, dei contributi in nero (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).
Voi dovete sapere, se volete governare in maniera moderna l'Italia (che è pragmatica), che, con l'approvazione di questo provvedimento, noi avremo questa situazione: la collaboratrice domestica di tante persone dirà: datemi direttamente i soldi, perché altrimenti li perderei. Il datore ci guadagnerà perché gliene darà di meno e noi avremo raggiunto un risultato del tutto negativo.
Si fanno tanti provvedimenti per l'emersione dal nero, ma questo è un provvedimento che favorisce il lavoro nero e non fa risparmiare. Mi appello anche al presidente Fini. Esiste una questione pratica; quando si governa bisogna anche tener presenti gli effetti, che in questo caso sono negativi. Rifletteteci; a parte tutte le questioni ideologiche, riflettete sull'effetto pratico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani, dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

ALBERTO BRAMBILLA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

GABRIELLA PISTONE. Meno male!

PRESIDENTE. Scusate onorevoli, qui ci sono stati colleghi che si sono lamentati. Alcuni mi dicono che sono state rivolte offese (non si capisce mai però quando il fallo è di reazione) (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale - Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Ho capito, potete anche urlare, ma vista la mia tolleranza, non è che la cosa mi tocchi più di tanto. Io cerco di fare le cose nel modo più razionale possibile. Vi sto chiedendo, dato che hanno chiesto di intervenire prima l'onorevole Brambilla e poi l'onorevole Castagnetti, di usare la par condicio e di ascoltare tutti con pazienza; rivolgo questo monito a tutti.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Noi siamo calmi!


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PRESIDENTE. Prego, onorevole Brambilla, ha facoltà di parlare.

ALBERTO BRAMBILLA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, per quanto riguarda la questione del sistema pensionistico, introdotto con la legge n. 335, in questo momento vi è una differenziazione di trattamento tra i cittadini italiani e gli extracomunitari nel senso che, se un italiano lavora per meno di cinque anni, non avrà mai nessuna pensione e nessun rimborso, se lavora per più di cinque anni ma poi interrompe (ad esempio una signora che fa dei figli), per avere questi contributi dovrà aspettare l'età della pensione di vecchiaia: 60 anni se donna, 65 se uomo, dopo di che, se la pensione sarà pari alla metà dell'assegno minimo, riceverà una pensione, se sarà inferiore alla metà dell'assegno sociale, riceverà il rimborso in capitale. Mentre l'extracomunitario che non proviene da un paese con il quale sono stati stipulati accordi bilaterali, nel momento in cui decide di abbandonare definitivamente il paese può prendersi tutti i contributi versati e capitalizzati. In questo caso noi avremmo una situazione di profondo squilibrio tra chi è italiano...

ANTONIO SODA. Ma si vergogni (Proteste dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Soda, si vergogni lei! L'onorevole Brambilla ha diritto di parlare almeno quanto ne ha lei. Onorevole Brambilla, continui. Non è possibile questa intolleranza (Vive proteste dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega Nord Padania)!

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Forza Italia: Vai fuori!

PRESIDENTE. Onorevole Soda, non è possibile questa intolleranza. Di qualsiasi motivazione si trattasse, il sottosegretario la sta esprimendo civilmente ed ha diritto di esprimerla.
Onorevole Brambilla, continui pure. Le chiedo scusa io.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Adesso basta, Soda, la devi smettere di rompere i coglioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!

ANTONIO SODA. Sei un ignorante!

PRESIDENTE. Onorevole Brambilla, le chiedo scusa. Continui pure.

ALBERTO BRAMBILLA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Stavo dicendo che, in questo caso, vi è una palese differenziazione tra i diritti di coloro che sono italiani, soprattutto le donne perché la maggior parte dei cosiddetti silenti sono donne che hanno lavorato per un certo periodo di tempo e poi non hanno più potuto lavorare per accudire la famiglia, i figli eccetera.
Dunque, queste persone potranno percepire la pensione soltanto quando avranno raggiunto l'età della vecchiaia, alle condizioni che dicevo prima, mentre l'extracomunitario può percepire tutte le somme versate, rivalutate al tasso del 5 per cento, nel momento in cui decide di lasciare il paese, in qualunque momento lo decida. Vi è pertanto una discriminazione e il provvedimento tende ad equiparare le cose. Se tra i due paesi c'è un accordo bilaterale, come accade ad esempio con la Tunisia, non ci sono problemi. In quel caso, infatti, l'ente previdenziale tunisino - esattamente come fa l'INPS in Italia per gli Svizzeri, perché anche in Italia, per i lavoratori svizzeri, che magari hanno versato contributi per vent'anni, dobbiamo aspettare che siano allineati ai criteri previsti dalle regole del sistema svizzero e, solo allora, l'INPS potrà chiedere il ricongiungimento dei contributi - richiederà all'INPS la restituzione dei contributi in capitale, se la pensione è inferiore alla metà del minimo, oppure la ricongiunzione secondo le regole della totalizzazione in regime internazionale. Se, invece, non c'è un accordo bilaterale, sarà lo Stato


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di provenienza del soggetto extracomunitario a richiedere le somme che, nel frattempo, continuano rivalutarsi sulla base delle regole previste dalla normativa italiana e valide per tutti gli italiani, dunque all'1,5 per cento del PIL o al PIL reale, oppure al 2 per cento.
Queste sono le regole. Altro non c'è da dire. Dunque il sistema viene equiparato (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale della Lega nord Padania e di deputati dell'UDC (CCD-CDU)).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Darò la parola a chi ne farà richiesta (Commenti del deputato Maura Cossutta).
Ma onorevole Cossutta, perché strepita? Può parlare, mi ha chiesto la parola, ma perché deve sempre... Io sento solo la sua voce a sinistra! Onorevole Maura Cossutta, guardi suo padre com'è sobrio! Lei urla in continuazione (Commenti dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).

MAURA COSSUTTA. Ma come si permette?

PRESIDENTE. Onorevole Maura Cossutta, le do la parola, parli.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, in primo luogo: come si permette?

PRESIDENTE. Ho fatto una battuta!

MAURA COSSUTTA. Lei la battuta la fa in un altro contesto!

PRESIDENTE. Ho fatto una battuta, ma se a lei dispiace, le chiedo scusa.

MAURA COSSUTTA. Allora, lei non si deve permettere! Esattamente!

PRESIDENTE. Se a lei dispiace, le chiedo scusa, ma era semplicemente una battuta scherzosa e penso che lei dovrebbe distinguere tra la battuta scherzosa e la battuta offensiva.

MAURA COSSUTTA. No, Presidente, no, non distinguo!

PRESIDENTE. La mia voleva essere una battuta scherzosa, se è stata offensiva, le chiedo scusa.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, già questa mattina lei si è rivolto a me in un modo, per lei, scherzoso...

PRESIDENTE. Onorevole Maura Cossutta, lei però interrompe continuamente!

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, interveniamo tutti nei tempi di cui disponiamo ed interrompiamo rispetto alle indecenze che stiamo subendo! Anche lei, questa mattina, si è rivolto ancora una volta nei miei confronti con una frase che, francamente, si sarebbe potuto risparmiare. Nel merito...

STEFANO LOSURDO. Vogliamo argomenti!

PRESIDENTE. Per favore, lasciate parlare l'onorevole Maura Cossutta, che ora svolgerà la sua dichiarazione di voto sull'articolo 17. Prego, onorevole Maura Cossutta, svolga pure il suo intervento.

MAURA COSSUTTA. Volevo ricordare come drammaticamente - i colleghi, probabilmente, non conoscono alcuni dati - l'età media di un extracomunitario non raggiunga i livelli richiesti dalla nostra normativa per godere delle pensioni. Queste donne e questi uomini che vengono in Italia, ed aumentano il nostro prodotto interno lordo, i profitti delle fabbrichette del nord est e della Brianza, quando tornano nel proprio paese spesso muoiono ad un'età tale per cui la pensione non la prenderanno mai.
Al di là di questo, noi siamo contrari a questo articolo: non solo, come hanno già detto altri colleghi, si tratta di un obbrobrio, di una devastazione, di un'ulteriore norma che devasta la cultura giuridica del


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nostro paese, ma esso aumenterà in maniera spaventosa anche il lavoro sommerso...

STEFANO LOSURDO. Basta con i luoghi comuni!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, sta parlando l'onorevole Maura Cossutta. Lasciatela parlare in silenzio! Tutto questo si trasforma in un'ulteriore perdita di tempo! Prego, onorevole Maura Cossutta, prosegua pure il suo intervento.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, credo - mi rivolgo ai colleghi di Alleanza nazionale, nonché a tutti coloro che hanno approvato (noi non lo abbiamo fatto) il provvedimento concernente il voto degli italiani all'estero - che si debba riflettere molto su tale questione. Ritengo che il presente articolo sveli un'idea di cittadinanza legata all'appartenenza, al territorio, al sangue, alla razza, non certo un'idea di cittadinanza che si costruisce nel luogo sociale dove un soggetto instaura le proprie relazioni, vive e lavora. Agli italiani all'estero, che non contribuiscono al prodotto interno lordo e neanche contribuiscono, con l'imposizione fiscale, al patto generazionale, concediamo il diritto di voto e, persino, qualora le richiedano, le tutele previdenziali. Ai cittadini stranieri, che contribuiscono ad ottenere il nostro prodotto interno lordo, che aiutano a creare la ricchezza nel nostro paese, non garantiamo, invece, neanche le minime tutele sociali.
In questo caso non si tratta solamente di un obbrobrio, di un articolo inefficace che contribuirà all'aumento del lavoro sommerso! Si tratta di una norma che contiene un'idea di cittadinanza che svela la vostra cultura, non è un'offesa, oggettivamente xenofoba e razzista. Per questo vi diciamo che siete razzisti!

ALESSANDRO CÈ. Ma smettila, buffona!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alema. Ne ha facoltà.

MASSIMO D'ALEMA. Signor Presidente, credo che si debbano anche superare gli equivoci di una discussione che non ha consentito di chiarire, fino in fondo, l'oggetto di questo confronto. In definitiva, l'opposizione chiede che i lavoratori extracomunitari, che lavorano in Italia per un periodo determinato e che non raggiungono il livello contributivo necessario per una pensione, godano dei medesimi diritti di cui godono i lavoratori italiani. In buona sostanza, non chiedono un trattamento speciale, in quanto i lavoratori italiani che si trovano nella stessa situazione ricevono, sia pure al raggiungimento dell'età pensionabile, il rimborso del capitale versato, rivalutato secondo la normativa vigente, oppure, qualora raggiungano la metà della pensione minima, ricevono la pensione stessa. Il lavoratore extracomunitario che torna nel paese di origine non riceve nulla e, quindi, la norma che stiamo discutendo introduce, in realtà, una disparità a sfavore di questi lavoratori. Essi non ricevono nulla a meno che non si tratti di paesi che hanno convenzioni con l'Italia.
Ebbene, proprio recentemente il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ha fatto presente, al mondo politico ed al Parlamento, che l'81 per cento dei lavoratori extracomunitari registrati negli archivi dell'INPS non gode di copertura previdenziale internazionale, dato che non esistono convenzioni sociali tra l'Italia ed il Marocco, le Filippine, l'Albania, la Romania, cioè i paesi da cui proviene la grande massa di questi lavoratori.
Allora, siccome questa è la condizione reale di persone reali, a parte gli aspetti di civiltà nei confronti di coloro che versano i contributi, non credo che possiamo sottrarre o appropriarci di questi ultimi. È evidente che, laddove non vi sono convenzioni - e si tratta della grande maggioranza di questi lavoratori -, non esiste che la forma della restituzione individuale, per evitare una rapina dei contributi versati. Inoltre, vi è anche l'evidente ragione che un sistema di rapina di questo tipo spingerà


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il lavoratore extracomunitario a sottrarsi al sistema legale di contribuzione.
Sinceramente, non capisco quale persona dotata di buon senso possa versare contributi ad un sistema che non la garantisce e non la risarcisce e da cui non ha la garanzia di ricevere la pensione. Allora, penso che, forse, non si sia riflettuto abbastanza su tale questione, di cui l'opposizione coglie anche la gravità sotto il profilo etico.
Oltre a questo aspetto, si tratta di una misura che rischia di introdurre un disordine e una spinta all'illegalità del lavoro. Vorrei che, prima di giungere ad una decisione precipitosa, contro la quale ci opporremo con i mezzi di cui disponiamo, il Governo possa fare una più approfondita riflessione. A volte capita anche di compiere errori, ma non c'è il minimo dubbio che lo stato reale della questione è quello che ci è stato segnalato - lo ripeto - da un organo istituzionale, e non da un gruppo estremista, ossia dal consiglio di indirizzo e di vigilanza dell'INPS.
Oggi la grande maggioranza dei lavoratori extracomunitari che lavora in Italia proviene da paesi che non hanno stipulato convenzioni sociali con l'Italia. Con questo sistema rischiamo di sottrarre a questi lavoratori i contributi che hanno versato. Dobbiamo prevedere per questi lavoratori un trattamento equiparato a quello degli italiani e non credo che sia una pretesa assurda, perché questi ultimi ricevono la restituzione dei contributi versati, sia pure al raggiungimento dell'età della pensione di vecchiaia. Penso, quindi, che su ciò si debba tornare a riflettere.
Mi permetto di dire che le osservazioni svolte anche dal collega Soda, al di là della sua passione, hanno un qualche fondamento. In altri termini, ha un qualche fondamento che questa norma sia incostituzionale, perché le garanzie costituzionali si applicano a tutte le persone che vivono nel nostro paese e non soltanto ai cittadini italiani. L'ipotesi di incostituzionalità mi pare fondata. A volte capita che anche l'opposizione sollevi un problema su cui vale la pena riflettere (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO. Presidente, l'onorevole Alfonso Gianni è già intervenuto!

FRANCESCO GIORDANO. Sì, ma è intervenuto il sottosegretario!

ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, parlo proprio perché è intervenuto il sottosegretario la cui competenza in materia previdenziale non mi sfugge perché ne ha dato prova, al di là della profonda divergenza che rimane sul piano politico.
Anche il sottosegretario Brambilla mi darà atto di questo mio apprezzamento, dal momento che ho presentato al Parlamento un'interrogazione, quando il suo ministro di riferimento, il ministro Maroni, a causa di alcune (a suo avviso) improvvide dichiarazioni del sottosegretario Brambilla, con un brusco provvedimento, ridusse la portata delle deleghe, sfilandogli dalle mani l'argomento delle pensioni. Ritenni improprio questo modo di agire, apprezzando la competenza del sottosegretario Brambilla che, peraltro, ha gestito una commissione di verifica sull'andamento delle pensioni.
Signor sottosegretario, proprio per questo motivo, sapendo di parlare finalmente con una persona competente, in modo pacato, vorrei contestare le sue motivazioni.
Il problema dei cinque anni da lei richiamato rispetto alla condizione delle donne o, comunque, dei cittadini italiani non c'entra nulla. Il motivo essenziale è che, quando si entra e ci si trova all'interno di uno stesso sistema, che è un sistema di Stato sociale - a meno che il suo Governo non lo voglia definitivamente abbattere per tutte e per tutti, lasciando solo un cumulo di macerie - bene o male,


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anche se non si arriva al livello di contribuzione che fa scattare un trattamento pensionistico, sono comunque previste specifiche forme di assistenza sociale che lei e gli altri colleghi conoscete assai bene.
Tutto questo sistema si poggia sul sistema contributivo, fatta eccezione, naturalmente, per i 50 mila miliardi annui di evasione fiscale che i padroni in questo paese regalano al nostro Stato. Dunque, siamo all'interno di un sistema di protezione complessiva del quale un tempo il nostro paese andava fiero. Vi è un motivo, sottosegretario Brambilla, per cui l'onorevole Buontempo, che siede sui banchi di una destra di lontane ascendenze, oggi richiamava questo sistema, perché questo sistema ha radici lontane.

PRESIDENTE. Onorevole Alfonso Gianni...

ALFONSO GIANNI. Concludo, signor Presidente.
Se ci rapportiamo a extracomunitari con i quali, come si prevede nel nostro emendamento, non esistono convenzioni paritetiche tra Stati e non ridiamo loro quanto hanno versato emergendo, noi facciamo appropriazione indebita. Noi, caro Brambilla, siamo dei ladri perché facciamo fuoriuscire questi signori e queste signore dal nostro sistema di welfare State e ci appropriamo per i soli nostri cittadini della ricchezza che loro hanno contribuito a produrre. Capisce che è l'esatto contrario (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alfonso Gianni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, ho ascoltato con interesse l'intervento del sottosegretario Brambilla che ha fornito informazioni precise. Peraltro, abbiamo ascoltato anche altre osservazioni sviluppate in seguito, in particolare dall'onorevole D'Alema. A me pare sia doveroso, da parte nostra, dare atto che vi è buona fede nella maggioranza, io personalmente do atto di questa posizione. Proprio per questo mi rivolgo alla vostra buona fede per dirvi che mi pare vi siano tutte le condizioni che suggeriscono l'accantonamento.
Stasera non riusciremo a completare il provvedimento. Stamattina lei, giustamente, ha affermato il principio per cui è consentito al Governo intervenire quando si tratta di registrare qualche imperfezione della legge. A me pare che, se davvero c'è buona fede - ed io voglio dare credito di questo al Governo -, tutto consigli l'accantonamento per consentire a tutti, a maggioranza ed opposizione, un supplemento di riflessione nel Comitato dei nove. Credo che lunedì saremo in grado di superare anche la contesa di oggi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Naturalmente l'onorevole Castagnetti - se posso sdrammatizzare senza che nessuno si offenda - ha fatto riferimento, come voi avete ascoltato, all'interpretazione che io ho dato con il parere contrario di metà dell'Assemblea. Se non avessi reso questo parere stamattina, dando torto al centrosinistra, oggi l'onorevole Castagnetti non avrebbe potuto appellarsi a questa metodologia. Però, dato che ho dato tale parere stamattina, è vero quello che dice l'onorevole Castagnetti nella sua riflessione indirizzata al Governo. A questo punto, se il Governo accoglie o non fa cadere la palla che l'opposizione ha tirato, vediamo cosa possiamo fare su questo punto.

GIANFRANCO FINI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO FINI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Castagnetti per aver messo in evidenza che la posizione assunta dal Governo attraverso le parole del sottosegretario


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Brambilla rispecchia un atteggiamento di totale ed assoluta buona fede. Infatti, quanto detto dal sottosegretario ci risulta essere ciò che attualmente prevede la legislazione nazionale in comparazione con le norme comunitarie ed internazionali che regolano questa materia. Ciò - me lo lasci dire, onorevole Castagnetti - fa giustizia degli insulti che qualche suo collega dell'opposizione ha scagliato nei confronti della maggioranza e del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).
Comunque, non intervengo per rianimare la polemica, ma per cogliere l'aspetto propositivo del suo intervento. Il Governo, proprio perché ritiene di sostenere una norma giusta e, soprattutto, doverosa - a meno che, onorevole D'Alema, non si voglia davvero determinare una contraddizione di trattamento tra i lavoratori cittadini italiani ed i lavoratori extracomunitari -, accoglie l'invito ad un approfondimento tecnico in sede di Comitato dei nove onde poter, nel prosieguo dei lavori, giungere al voto con l'assoluta certezza non solo di interpretare un principio di giustizia, ma di essere perfettamente in linea con le leggi attualmente in vigore (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Mi sembra che tutti siano concordi nell'accantonare la votazione dell'articolo 17. A questo punto vorrei fare riferimento alle conversazioni avute con i presidenti di gruppo nella giornata di oggi.

LUIGI OLIVIERI. Andiamo a casa ?

PRESIDENTE. No, tutt'altro, è il momento di fare il punto, non di andare a casa. Il provvedimento in esame ha un articolo aggiuntivo e un subemendamento presentati dalla Commissione che devono essere sottoposti alla Commissione bilancio e devono decorrere ventiquattr'ore perché, giustamente, l'opposizione - potrebbe essere d'accordo ma nel caso specifico non lo è - mi chiede di aspettare che maturi tale termine.
Di conseguenza, così stando le cose, questa sera il provvedimento non può essere votato ma potrebbe esserlo domani. A questo punto, come Conferenza dei presidenti di gruppo abbiamo fissato la seduta con votazioni per lunedì alle ore 18 ed ora abbiamo di fronte due strade: o andiamo avanti con il provvedimento in esame - su cui oggi, comunque, abbiamo dato un grande contributo perché rimangono relativamente poche votazioni da effettuare rispetto alla totalità - oppure passiamo, come era stato anche preventivato, al decreto-legge n. 2666, di cui alla competenza del sottosegretario Berselli, sulla prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali, per poi, naturalmente, terminare la seduta.
Allora, non ho un parere e, quindi, direi che, se sono tutti d'accordo, seguo questa metodologia; se dobbiamo discutere, per me è indifferente, possiamo anche continuare l'esame del disegno di legge sull'immigrazione. Vorrei sapere dai presidenti di gruppo chi intenda parlare su tutto ciò.

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, lei ha fatto riferimento alla questione relativa all'emendamento su cui occorrerebbe il parere della Commissione bilancio. Come è noto, sussistono anche altre questioni, come l'emendamento Tabacci e quelle relative ai minori, da valutare. Signor Presidente, questa è una questione su cui è bene che decida la maggioranza, noi ci asteniamo.

PRESIDENTE. Mi sembra perfettamente corretto e mi era stato riferito anche in Conferenza dei presidenti gruppo. Allora chiedo ai presidenti di gruppo della maggioranza il loro parere su tutto ciò.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come ho già detto in Conferenza dei presidenti di gruppo, ribadisco che ritengo che il provvedimento al nostro esame sia andato molto avanti. L'accordo della settimana scorsa era di approvarlo prima dello svolgimento dei ballottaggi e, quindi, se si dovesse approvare lunedì, non sarebbe un dramma per nessuno. Gli accantonamenti relativi agli articoli 17 e 22, che riguardano minori e ricongiungimenti, e soprattutto la disponibilità del Governo emersa in questi giorni di approfondire il tema, emerso grazie all'emendamento Tabacci, sulla regolarizzazione del lavoro in nero degli extracomunitari, mi sembra possano consigliare - e noi lo facciamo in questa direzione - di aggiornare la conclusione del provvedimento nella giornata di lunedì, preso atto anche di questa ulteriore disponibilità del Governo rispetto a quel tema e a quello emerso oggi.

FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Direi di concedere due minuti per ciascuno per evitare di aprire una discussione su tutto ciò. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, sul decreto-legge successivo il nostro gruppo ha e farà un'opposizione radicale. Voglio però farle notare che, se si sospende su un provvedimento su cui la maggioranza ha chiesto l'urgenza per richiedere il parere della Commissione bilancio su due proposte emendative della Commissione, è del tutto evidente che dopo la discussione - che, come si sa, è anche foriera di un contrasto politico all'interno della maggioranza - noi non possiamo fare tutti i comodi della maggioranza per cui, quando è divisa, si sospende un provvedimento, si esamina un decreto-legge su cui abbiamo pure un'opposizione radicale, si permette alla maggioranza di ricomporsi e, poi, di andare a votare: tutto ciò ci sembra veramente troppo.
Noi vogliamo continuare l'esame del provvedimento.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Giordano. Comunque, vi erano anche altre ragioni che giustificavano l'accantonamento. Infatti, c'è stata una richiesta di approfondimento proposta dall'onorevole D'Alema alla quale il Vicepresidente Fini si è dichiarato disponibile.

GOFFREDO MARIA BETTINI. Signor Presidente, non è in contraddizione.

PRESIDENTE. No, non è in contraddizione e abbiamo compreso il senso della posizione dell'onorevole Giordano.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, è sicuramente positiva la volontà del Governo di accogliere questa richiesta di approfondimento e di accantonamento. Tuttavia, l'onorevole Volontè nel suo intervento ha fatto esplicito riferimento - credo che resterà agli atti - al fatto che esisteva un accordo ad approvare il disegno di legge prima che si svolgessero i ballottaggi.
Poiché ritengo che l'immigrazione non abbia nulla a che fare con i ballottaggi, volevo sapere se è stata manifestata in quest'aula la volontà politica della maggioranza di legare il provvedimento sull'immigrazione alle scadenze elettorali. Se così fosse sarebbe evidente tutta la gravità di questa affermazione (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di Sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

ALESSANDRO CÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, in verità volevo intervenire prima, tuttavia dopo l'intervento dell'onorevole Giordano


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mi sembra che l'idea di procedere con l'esame del decreto-legge abbia un senso relativo.
Questa proposta era stata avanzata oggi anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo e io, come rappresentante del gruppo della Lega nord Padania, non sono d'accordo. Comunque, Presidente, mi rimetto alla sua decisione.
Vorrei, tuttavia, fosse garantito che lunedì alle 18 si ricomincino i lavori con l'esame del provvedimento sull'immigrazione e che non vi sia il rischio che, non riuscendo a concludere il decreto-legge oggi, quest'ultimo venga previsto come primo punto all'ordine del giorno della seduta di lunedì.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, a questo punto occorre precisare il ruolo che ciascuno ha all'interno di questa Assemblea.
Io sono il Presidente della Camera e non mi importa nulla di questioni legate ai ballottaggi. C'è un ordine del giorno che prevede lo svolgimento della discussione e della votazione finale sul provvedimento relativo all'immigrazione. C'è stata una richiesta dell'onorevole D'Alema ed io, affermando apertamente quanto detto anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ho rivolto una richiesta ai capigruppo. Le responsabilità di tale decisione se le assume l'Assemblea, in quanto non ho alcuna autorità per procedere ad un'inversione dell'ordine del giorno.
Dunque, se non viene formulata una proposta diversa, continuo l'esame di questo provvedimento.

FRANCESCO GIORDANO. Può sospendere, Presidente.

PRESIDENTE. È necessaria una proposta che venga formalizzata e votata dall'Assemblea; io non mi assumo alcuna responsabilità, in quanto le mie responsabilità le ho esaurite ponendo il problema all'Assemblea.

LUCA VOLONTÈ. La formalizzo.

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha formalizzato la sua proposta. Dunque, pongo in votazione la proposta dell'onorevole Volontè di sospendere l'esame di questo provvedimento passando al successivo punto all'ordine del giorno, vale a dire all'esame del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Intervengo, a nome del mio gruppo, in favore di questa richiesta, preso atto delle condizioni che si sono verificate e che hanno determinato l'accantonamento dell'articolo 17 su richiesta dell'opposizione dopo il chiarimento del sottosegretario Brambilla nonché in considerazione del fatto che l'esame del provvedimento non potrà comunque essere concluso essendo stati presentati 2 nuovi emendamenti da parte del Governo all'articolo 31.
Tra l'altro, si è già deciso che lunedì alle 18 si riprenderà con il seguito della discussione del disegno di legge sull'immigrazione.
È evidente che questa richiesta del gruppo dell'UDC (CCD-CDU) corrisponde all'esigenza del Governo di iniziare ad esaminare e di concludere il decreto-legge. Rispetto a questa esigenza del Governo, preso atto della situazione del provvedimento sull'immigrazione del quale proseguiremo l'esame nella seduta di lunedì, chiediamo che tutti i gruppi della maggioranza siano solidali. Non possiamo permettere che, ancora una volta, qualcuno smarchi - dicendo: no, noi non ci stiamo -, ben sapendo che comunque non si potrebbe procedere.
Se le cose stanno così, il Governo deve prendere atto che qualcuno all'interno della maggioranza non è solidale con la sua esigenza di approvare il disegno di legge di conversione del decreto-legge per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali,


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posto che, comunque, oggi non si può concludere l'esame del provvedimento in materia di immigrazione e posto che abbiamo già deciso di riprenderne l'esame nella seduta di lunedì.
Noi siamo favorevoli al passaggio al successivo punto dell'ordine del giorno e auspichiamo che tutti i gruppi della maggioranza votino a favore della proposta.

PRESIDENTE. Riassumo una questione che mi riguarda come Presidente della Camera, avendo presieduto la Conferenza dei presidenti di gruppo e sentendo ciò che l'onorevole Giordano stava dicendo a commento delle parole dell'onorevole Elio Vito.
Noi abbiamo deciso che lunedì 3 giugno alle ore 18, con eventuale prosecuzione notturna, al primo punto dell'ordine del giorno ci sarà l'esame del provvedimento in materia di immigrazione e di asilo, ove non concluso, perché avrebbe potuto essere concluso oggi. Pertanto, non c'è dubbio su ciò che sta capitando adesso: nella seduta di oggi si decide di passare al secondo punto dell'ordine del giorno, sospendendo l'esame del provvedimento sull'immigrazione.

FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, vorrei fare soltanto una dichiarazione di voto contrario. Come è evidente, la maggioranza è divisa. Se lei vuole venire incontro alle esigenze dell'opposizione di riflettere sulle questioni sollevate, si può sospendere l'esame e riprendere come prevede il calendario. Quindi, da questo punto di vista tutto sarebbe rispettato. Come si vede, si tratta di due soluzioni radicalmente diverse. Infatti, se al contrario, per ragioni evidenti di contraddizione all'interno della maggioranza, si decide l'inversione, è del tutto evidente che il primo punto all'ordine del giorno sarà l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge. È evidente. Signor Presidente, qui stiamo modificando il calendario con un voto dell'Assemblea.

ALESSANDRO CÈ. È l'ordine del giorno di oggi, però!

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, noi le diciamo che sulla conversione del decreto-legge concernente Enduring freedom faremo, lealmente, una dura battaglia di opposizione, intervenendo tutti come previsto dal regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Giordano, non è un'inversione: è una sospensione dell'esame di questo punto per la seduta di oggi, e mi sembra sia difficilmente contestabile. Qui stiamo parlando di una cosa che è matematica: non stiamo facendo un inversione dell'ordine del giorno, stiamo sospendendo l'esame di questo disegno di legge per la seduta di oggi. Come ho già detto, si riprenderà lunedì con l'esame di questo disegno di legge, se sarà stata approvata la proposta formulata dall'onorevole Volontè

MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, giustamente lei ha posto un argomento. Credo che anche nella Conferenza dei presidenti di gruppo rispetto agli argomenti si prenda una posizione oppure un'altra. Quindi, si tratta di una argomentazione logica. L'argomento è che noi dobbiamo interrompere la discussione di questo provvedimento perché ci vincola il parere della Commissione Bilancio. Comunque, dobbiamo aspettare.
Se il Governo suggerisce di dare priorità all'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge per motivi di urgenza, allora è evidente che lunedì, alla ripresa dei lavori, si proseguirà tale esame. Se, invece, il Presidente della Camera insiste nel dire che, comunque, il calendario dell'Assemblea prevede che al primo punto di lunedì ci sia la prosecuzione


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dell'esame del provvedimento sull'immigrazione, risulta evidente che ci sono dei problemi nella maggioranza e che oggi noi interrompiamo questo provvedimento non perché la Commissione bilancio deve esprimere il parere, ma perché non si riesce ad andare avanti sull'articolo 22, relativo ai ricongiungimenti familiari, sull'articolo 29 e sull'emendamento Tabacci: c'è, dunque, una profonda divisione all'interno della maggioranza.
Signor Presidente, l'opposizione non può coprire i problemi della maggioranza. Se voi approvate la proposta di inversione dell'ordine del giorno, è evidente che lunedì i lavori dell'Assemblea dovranno riprendere dall'esame del disegno di legge di conversione del decreto legge.

PRESIDENTE. Onorevole Maura Cossutta, le vorrei rispondere con molta pacatezza ma anche con precisione. I problemi della maggioranza, che lei ha legittimamente posto, riguardano la maggioranza e non il Presidente della Camera.
Quella che si mette in votazione non è un'inversione dell'ordine del giorno. Si sospende l'esame del primo punto e si passa al secondo punto all'ordine del giorno. Ciò non può in nessun modo pregiudicare l'ordine del giorno di lunedì prossimo, che è già stato deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi del deputato La Russa).
Questa è la situazione attuale, affinché sia chiara la decisione che assumiamo. Tuttavia, i problemi che lei solleva (Commenti del deputato Maura Cossutta)... Ma è così, onorevole Maura Cossutta, è difficilmente contestabile: ci sono numerosissimi precedenti di situazioni analoghe. Ora, capisco che oggi c'è un clima, forse anche tra me e lei, un po' difficile, ma veramente mi sforzo...

MAURA COSSUTTA. Dipende da lei!

PRESIDENTE. Chiedo scusa se dipende da me. Tuttavia, mi sforzo di dirle che questo è incontestabile: ci sono numerosissimi precedenti di casi analoghi. In ogni caso, lei ha sollevato, in gran parte, un'altra questione che è politica.
Pertanto, chiedo all'onorevole Volonté se vi è una sua proposta da mettere in votazione.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, lo ripeto per la terza volta. Mi sembra che sia stato chiaro fin dalla prima: ciò che ho detto all'inizio è la proposta formale. Se si vuole ascoltare e votare, bene, altrimenti si dica che non si può fare.

PRESIDENTE. Sta bene.
Pongo in votazione mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi la proposta dell'onorevole Volonté di sospendere l'esame di questo punto all'ordine del giorno e di passare al successivo.
(È approvata).

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, volevo invitare i colleghi della maggioranza a mantenere il numero legale sul prossimo provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Violante, il numero legale è un problema di tutti.

LUCIANO VIOLANTE. Dipende dai provvedimenti e dai comportamenti: sono due cose.

PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

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