Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 150 del 30/5/2002
Back Index Forward

Pag. 5


...
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati.
Il parere invece è favorevole sull'emendamento Landi di Chiavenna 13.16, condizione che venga corretto - lo chiedo all'onorevole Landi di Chiavenna - nei termini di «permanenza temporanea e assistenza» che è la dicitura esatta dei centri e non «permanenza e assistenza temporanea»: quindi si tratta di un'inversione di parole.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Landi di Chiavenna se accetti la riformulazione proposta dal relatore.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Bertolini, prosegua.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Inoltre, vi è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, per gli identici emendamenti Craxi 13.14 e Rivolta 13.39, e per gli emendamenti Di Luca 13.50 (Nuova formulazione), Luciano Dussin 13. 23 e 13.24, Soda 13.4, Turco 13.8 e Landi di Chiavenna 13.15.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bellillo 13.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kessler. Ne ha facoltà.

GIOVANNI KESSLER. Signor Presidente, noi vogliamo sopprimere questo articolo introdotto dalla maggioranza perché lo riteniamo veramente pericoloso e anche espressivo, in modo particolare, dell'ideologia che pervade questo disegno di legge. Il meccanismo è che l'immigrato, che non può essere trattenuto nel centro di permanenza temporanea, nel centro di accoglienza, viene messo in carcere. Pertanto, gli viene ordinato di lasciare il paese in cinque giorni e, se non lascia il paese, viene imputato e condannato a una pena fino a un anno di reclusione. Se viene accompagnato alla frontiera e non lascia il paese, viene condannato a una pena fino a 4 anni di reclusione. In questo modo, si penalizza l'immigrato per inadempienze altrui: dello Stato che non ha posti a sufficienza nei centri di accoglienza o per il fatto che magari è stato licenziato e non ha più titolo per stare nel nostro paese e in 5 giorni deve lasciare il nostro paese, pena il carcere.
Ma voi pensate davvero che uno che non ha i mezzi nemmeno per vivere possa, di sua iniziativa, tornare nel paese di provenienza, che ha lasciato, magari perché lì non poteva vivere e non aveva i mezzi nemmeno per mangiare? Pensate che il timore di una pena di uno o due anni di carcere lo possa indurre a ritornare nella sua patria? In realtà, colleghi, questa previsione non farà altro che intasare prima di tutto i nostri tribunali con migliaia e migliaia di nuovi procedimenti penali, che non avranno nessun tipo di efficacia perché sicuramente non si può pensare che una persona che rischia la vita per entrare nel nostro paese abbia poi paura di una pena di un anno o due di carcere. In realtà, è uno sprone all'avvicinamento


Pag. 6

di queste persone al mondo della criminalità: per evitare il carcere, si avvicineranno più facilmente a chi può garantire loro clandestinità nella illegalità.
La realtà, colleghi, è che questa nuova equazione che voi introducete con questa nuova formulazione dell'articolo 14 non è altro che l'espressione di una ideologia panpenalista, di una ossessione custodiale che viene poi dagli stessi banchi da cui un anno fa, esattamente all'inizio di questa legislatura, quando si parlava di altre norme penali, sentivamo l'elogio del diritto penale minimo. Si parlava, però, di falso in bilancio, quando invece bisognava depenalizzare cercando di non intasare i tribunali e senza lasciarsi prendere da ossessioni giustizialiste. Questa è l'espressione di una legge-manifesto che lancia un messaggio ma che non risolve i problemi, li nasconde sotto il tappeto del carcere e così facendo, in realtà, li aggrava.
Gli immigrati meritavano di meglio, ma credetemi, colleghi, anche i vostri elettori, i cittadini che vi hanno votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 13.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 389
Maggioranza 195
Hanno votato
170
Hanno votato
no 219).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pisapia 13.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, con l'emendamento Pisapia 13.41 proponiamo una condizione alternativa, sul piano giuridico, al percorso carcerario che viene previsto per l'esecuzione dell'espulsione e che oggi si basa, a tutti gli effetti, sulla soluzione carceraria disumana che voi proponete e che è già stata introdotta con l'istituzione dei centri di permanenza temporanea. Tali centri non sono affatto di accoglienza - come si continua erroneamente a sostenere da varie parti -, ma sono, a nostro avviso, veri e propri lager dei nostri tempi. Si tratta di centri che rappresentano una violazione dei diritti umani e dei diritti civili universali perché, così come è previsto dalla loro originaria istituzione, vi vengono trattenuti donne e uomini che, nei fatti, non hanno commesso alcun reato e, per questo, risultano essere strutture profondamente anticostituzionali. La destinazione carceraria è, infatti, l'unica funzione effettiva che questi centri-lager hanno assunto e che voi intendete potenziare destinando ulteriori fondi alla loro costruzione sottraendoli, magari, alla scuola e agli importanti progetti multiculturali di integrazione che sono stati avviati.
Noi proponiamo soluzioni alternative come la sorveglianza speciale, il rilascio allo straniero di un documento provvisorio di identificazione avente validità non superiore a 30 giorni e solo nei casi più gravi, qualora vi siano fondati elementi per ritenere che il soggetto possa commettere reati o darsi alla fuga, la previsione di un suo trattenimento nei centri per un massimo di 48 ore; infatti, scaduto tale termine per sottoporre il soggetto ai necessari accertamenti, quest'ultimo, se ne ricorrono le condizioni, dovrà essere espulso e non trattenuto nei centri in una situazione carceraria che, fondamentalmente, viola i diritti civili ed umani.
Noi proponiamo, quindi, soluzioni di buonsenso e garanzie che tengano conto dei principi giuridici. Onorevoli colleghi, vi chiediamo di visitare questi centri di permanenza, questi nuovi lager; nei giorni scorsi - anche con la collega Zanotti - noi l'abbiamo fatto, abbiamo visitato il nuovo centro di Bologna in via Mattei. Onorevoli colleghi, lo ripeto, vi invito a visitare questi centri per far cadere il muro dell'indifferenza, dell'ignoranza e del razzismo, per


Pag. 7

capire davvero che cosa può produrre l'ingiustizia, l'odio e l'esclusione, per capire davvero cosa può produrre il primato della civiltà occidentale in termini di violenze, di esclusioni, di violazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisapia 13.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 345
Astenuti 55
Maggioranza 173
Hanno votato
99
Hanno votato
no 246).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Soda 13.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marone. Ne ha facoltà.

RICCARDO MARONE. Signor Presidente, in questo provvedimento lo straniero viene considerato sempre e solo come un oggetto fastidioso oppure viene preso in considerazione solo quando può costituire una forza lavoro. Noi proponiamo di considerarlo comunque un essere umano, offrendogli una serie di garanzie anche quando lo tratteniamo.
L'emendamento in esame, che si va ad aggiungere alle garanzie previste dalla legge Turco-Napolitano, prevede la possibilità di effettuare colloqui, di recuperare effetti personali, di avvertire del trattenimento i familiari, nonché di preservare l'unità familiare. Non ci sembra che tali previsioni intralcino minimamente gli scopi del Governo che, pure, non condividiamo.
Noi vogliamo semplicemente considerare tali soggetti, che voi volete cacciare, come esseri umani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghi, condivido le motivazioni contrarie all'articolo 13 che, poco fa, in sede di illustrazione degli emendamenti, sono state espresse dal collega Kessler. Pertanto, non le riprenderò per ragioni di sintesi.
Credo che l'introduzione di questo articolo, con le modifiche che comporterà al testo dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 286 del 1998, produrrà alcune conseguenze assai gravi, sia sotto il profilo delle garanzie giuridiche sia, e soprattutto, sotto i profili dell'attività giudiziaria e del sistema penitenziario del nostro paese, con riferimento ai soggetti che verranno coinvolti direttamente in modo assolutamente immotivato.
Condivido, comunque, l'emendamento Soda 13.20 che ci accingiamo a votare e preannunzio, al riguardo, l'espressione del voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 13.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato
183
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 13.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 8

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
183
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 13.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
188
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Craxi 13.14 e Rivolta 13.39, per i quali era stato formulato un invito al ritiro, insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Craxi 13.14 e Rivolta 13.39, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 420
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato
173
Hanno votato
no 247).

Passiamo all'emendamento Di Luca 13. 50 (Nuova formulazione).

VINCENZO DE LUCA. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 13.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato
141
Hanno votato
no 270).

Avverto che degli emendamenti a scalare da Luciano Dussin 13.23 a Soda 13.4 porrò in votazione solo il primo e l'ultimo. Avverto che l'emendamento Luciano Dussin 13.23 è stato ritirato.
Prendo, altresì, atto che i presentatori dell'emendamento Soda 13.4 insistono per la votazione.
Indìco, dunque, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 13.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 384
Astenuti 35
Maggioranza 193
Hanno votato
152
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Diliberto 13.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 9

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 415
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato
183
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che l'emendamento Landi di Chiavenna 13.17 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 13.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
184
Hanno votato
no 233).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 13.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
187
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 13.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
187
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 13.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
187
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 13.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato
182
Hanno votato
no 228).

Passiamo all'emendamento Landi di Chiavenna 13.19.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Turco 13.8, nei confronti del quale era stato formulato un invito al ritiro, insistono per la votazione.


Pag. 10


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 13.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
191
Hanno votato
no 232).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bellillo 13.46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marone. Ne ha facoltà.

RICCARDO MARONE. Signor Presidente, intervengo per illustrare la necessità di istituire centri in ogni regione. In un anno di Governo nessun centro è stato aperto dallo stesso e ciò ci appare particolarmente grave poiché impedisce una corretta esecuzione di un quadro normativo che questo Governo non ha affatto mutato, ma solo peggiorato con la sua normativa.
Riteniamo indispensabile che si istituiscano altri centri per garantire la possibilità di funzionamento della legge Turco-Napolitano, anche con i peggioramenti che si riscontrano con tale provvedimento. È fondamentale che ogni regione abbia i propri centri, affinché in essa si possa svolgere un'attività che risulta indispensabile per controllare i flussi migratori.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, per la verità dal momento della costituzione del nuovo Governo sono stati aperti o sono in fase di imminente apertura i centri di Bologna, Modena, Roma (padiglione femminile presso ponte Galeria), Gorizia, Bari Palese e Trapani Milo (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).

GIOVANNI RUSSO SPENA. Vergogna!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, convengo con quanto affermato dal rappresentante del Governo. È già stato dato avvio alla costituzione di alcuni centri di permanenza. Tra l'altro, vorrei ricordare al collega, che peraltro ha posto un problema serio e corretto, che il centro di permanenza di Bologna mi risulta essere stato distrutto da estremisti di sinistra.
Conveniamo pertanto sul fatto che esiste la volontà del Governo di implementare i centri di permanenza, perché si tratta di un'esigenza che proviene dal territorio e dalle organizzazioni della pubblica sicurezza, che più volte hanno fatto richiesta di implementare il numero dei centri di permanenza per rendere evidentemente agile il meccanismo dell'espulsione in via amministrativa.
Anticipo pertanto che ritirerò il mio emendamento 13.15 che andava in questa direzione, anche se vorrei rimarcare, a nome del gruppo che rappresento, che riteniamo assolutamente necessario - ed in questo senso abbiamo potuto ascoltare ora le dichiarazioni del Governo - dare impulso alla costruzione di un numero nettamente superiore di centri di permanenza ed assistenza perché questo è ciò che consentirà effettivamente di allocare in queste aree gli extracomunitari in via di espulsione, al fine dell'accertamento delle loro generalità. Si tratta di un provvedimento importante e confidiamo che il Governo lo assuma.
All'opposizione però vorrei ricordare che non si può essere contraddittori nelle posizioni sostenute, chiedendo da un lato l'implementazione dei centri di permanenza


Pag. 11

e consentire poi dall'altro che gli estremisti di sinistra ne compiano una distruzione continua e costante.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'emendamento Landi di Chiavenna 13.15, ritirato dal presentatore, è fatto proprio dall'onorevole Ruzzante, a nome del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, mi ero astenuto dall'intervenire su questo articolo in precedenza, non condividendone le ragioni più che lo spirito. Certamente non potrò essere tra quelli che ritengono che i centri di permanenza temporanea siano inutili, avendo contribuito ad inventarli, fondarli e realizzarli in questo paese.
So con certezza che essi rappresentano uno strumento indispensabile per dare efficacia al controllo dei flussi e delle presenze nel nostro territorio, perché le fasi della identificazione e del rimpatrio non possono essere asseverate, se non attraverso la garanzia che queste persone siano allocate in un posto definito.
Signor Presidente, la ringrazio molto quando lei mi sollecita; tuttavia, devo dire di reputare inutile la mia presenza in quest'aula, se non ho a disposizione il tempo minimo per poter esporre argomenti di una certa delicatezza. Questo credo sia un argomento di grande delicatezza.

PRESIDENTE. Onorevole Sinisi, lei sa che nei confronti del suo gruppo nutro un'attenzione che non ho nei confronti di nessun altro gruppo parlamentare. Avete infatti esaurito il tempo già....

FRANCESCO GIORDANO. Questo è un problema!

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, lei sa che l'attenzione che ho nei suoi confronti è assolutamente straordinaria, oltre alla stima (Applausi). Deve tuttavia consentirmi di dire che, se il momento, come direbbe qualcun altro, è grave, esso merita pertanto un minimo di supplemento di attenzione.
Detto ciò, non posso accettare - e lo ribadisco con fermezza - che venga stilato un elenco, da parte del Governo, dei centri che l'Ulivo ha realizzato nel nostro paese, con fatica, indicando come realizzazione del Governo di centrodestra la sezione femminile di Ponte Galeria. Ponte Galeria è una struttura enorme che noi abbiamo realizzato (Applausi polemici dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista) e che, se per struttura femminile, devono intendersi quattro paratie in cartongesso, ritengo che questa argomentazione formulata in questa sede rappresenti una menzogna.

FRANCESCO GIORDANO. Auschwitz!

GIANNICOLA SINISI. Diversamente, occorre rendere dignitosi i centri, rendere la loro funzione effettiva, aperta nei confronti di quelle garanzie che devono essere assicurate e che devono far sì che non siano dei centri di detenzione, perché non sono galere, ma sono semplicemente dei luoghi dove le persone sono trattenute al fine di impedire (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)...

TITTI DE SIMONE. Sinisi, valli a vedere! Vai a vedere!

GIANNICOLA SINISI. La polemica con Rifondazione comunista l'abbiamo fatta per cinque anni durante la scorsa legislatura! Permettetemi di continuare a farla per sostenere le mie convinzioni (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo)!
Ritengo che questa struttura, come quella di Trapani, come quella di Bari Palese e quella di Bologna - anche quella di Bologna - sia stata realizzata dal ministro Bianco (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista), dopodiché...

FRANCESCO GIORDANO. Alberghi a cinque stelle!


Pag. 12

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, state calmi! Non dovete polemizzare...

GIANNICOLA SINISI. Siccome ritengo che la verità debba albergare in quest'aula, al di là di ogni ragionevolezza...

FRANCESCO GIORDANO. Alberghi a cinque stelle!

GIANNICOLA SINISI. Credo che in questo momento io debba richiedere serietà e, soprattutto, compostezza nelle affermazioni che vengono sostenute e chiedo anche, nel momento in cui si esprimono alcuni concetti, che la questione sostenuta ieri e che oggi si legge sui giornali delle impronte digitali per tutti sia in qualche misura determinata e specificata nel senso che l'unico provvedimento che ha assunto questo Governo per il contrasto all'immigrazione clandestina è quello di prendere le impronte digitali soltanto a coloro che sono regolarmente presenti nel nostro paese, e non ai clandestini (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cento. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO CENTO. La ringrazio, signor Presidente. I centri di permanenza per immigrati, in realtà, erano già stati introdotti dalla legge Turco-Napolitano ed avevano portato i parlamentari Verdi ad esprimere su quell'articolo specifico una forte contrarietà di giudizio, rispetto ad una forma di detenzione che non presentava neanche le garanzie della detenzione ordinaria che viene utilizzata all'interno del circuito penitenziario. Tale forma di detenzione si è dimostrata, alla prova dei fatti e nelle esperienze concrete, fallimentare sotto ogni punto di vista, al punto che alcuni magistrati, nell'applicazione delle norme relative a questa parte specifica della legge Turco-Napolitano, hanno addirittura sollevato - senza avere però risposta positiva - questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale.
È del tutto evidente che, con le norme di cui stiamo oggi discutendo e che, purtroppo, approveremo (in maniera sbagliata, con una svolta lepenista e xenofoba in questo Parlamento sui temi dell'immigrazione), i centri di permanenza - che sarebbe meglio e più utile chiamare vere e proprie carceri per immigrati, la cui unica colpa è quella di essere nel nostro territorio senza avere un visto amministrativo, e per questo sono trattati peggio dei carcerati e dei detenuti che commettono reati, perché hanno meno garanzie di quella categoria di persone -, questi centri di detenzione, previsti dalla legge Turco-Napolitano, con le norme della legge Bossi-Fini diventano delle vere e proprie carceri speciali...

PRESIDENTE. Onorevole Cento, la prego di concludere.

PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, lei su questo punto deve consentire...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cento, se lei mi dice cosa devo fare, le tolgo subito la parola (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!

PIER PAOLO CENTO. Lei non mi toglie la parola!

FEDERICO BRICOLO. Tolga la parola, signor Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, lei non si può permettere di dirmi cosa devo o non devo fare!

PIER PAOLO CENTO. Su vicende come queste, io mi permetto, signor Presidente...

PRESIDENTE. Lei ha esaurito il tempo a sua disposizione, quindi non deve dirmi cosa devo fare!


Pag. 13

PIER PAOLO CENTO. Lei però deve consentire il dibattito in aula su punti rilevanti come questo (Proteste dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

PIER PAOLO CENTO. Presidente!

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellillo 13.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 421
Maggioranza 211
Hanno votato
186
Hanno votato
no 235).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Landi di Chiavenna 13.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cento. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO CENTO. La ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Basta che non mi dica cosa devo fare, altrimenti passiamo subito ai voti.

PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, lei sa benissimo ciò che deve fare, ma non può pensare di dire a tutto il Parlamento come debba comportarsi quando vi sono provvedimenti... (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)... nel rispetto delle regole!.
Il gruppo della Lega può impartire ordini alla sua maggioranza, ma certamente non può pensare di imbavagliare tutti i membri di questo Parlamento (Commenti dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale). Svolgete bene il vostro ruolo nella maggioranza di centrodestra, ma non pensiate di imbavagliare il Parlamento!
Signor Presidente, le ho chiesto nuovamente la parola - sebbene l'emendamento Bellillo 13.46 sia stato già votato - per completare brevemente il ragionamento sui centri di detenzione. In questi mesi, abbiamo assistito allo sviluppo di un forte movimento. Sono stati citati i centri di Ponte Galeria, a Roma, di via Corelli a Milano, ed il centro emigrati di via Mattei, a Bologna, che è stato aperto, in maniera sbagliata, nonostante nell'ambito delle autonomie locali di Bologna e dell'Emilia Romagna fosse stata avviata una riflessione positiva, per capire come tale struttura dovesse inserirsi nella nuova legge Bossi-Fini e come potesse cambiare la sua natura, rispetto ai propositi iniziali con cui era stata strutturata e collocata.
Il collega Sinisi ricordava la vicenda di Ponte Galeria - che conosco molto bene - con riferimento alla quale eravamo riusciti, grazie anche alla sensibilità del ministro degli interni di allora, a sollevare la questione dell'eliminazione delle gabbie. Il centro di Ponte Galeria - struttura realizzata come un vero e proprio carcere - era dotato di gabbie che erano in contraddizione con i propositi umanitari e di tutela della dignità degli immigrati.
La commissione istituita dal Ministero degli interni decise di smantellare tali gabbie. Ciò dimostra che, a volte, anche le forzature fatte nel centro attraverso le mobilitazioni delle diverse associazioni e dei movimenti possono avere un fondamento. Non solo oggi quell'operazione, parzialmente positiva, che non eliminava l'errore e l'obbrobrio di quel centro di permanenza, si è bloccata, ma, addirittura, il nuovo centro aperto Bologna, a via Mattei, ripropone, in tutto e per tutto, quel sistema contestato e denunciato da più parti!

CESARE RIZZI. Basta! Basta!

PIER PAOLO CENTO. Chiedo dunque al Governo quale compatibilità vi sia tra le strutture denominate centri di accoglienza


Pag. 14

e quel tipo di applicazione che trasforma quegli spazi in veri e propri luoghi di detenzione e se non vi sia il pericolo che tali strutture, previste nel provvedimento Bossi-Fini, introducono, in maniera surrettizia, la pena del carcere per persone che non hanno commesso alcun reato. Questo è il punto sostanziale e fondamentale da porre all'attenzione del Parlamento.

CESARE RIZZI. Basta!

PIER PAOLO CENTO. Credo che, sarebbe utile su una vicenda come questa, un po' più di attenzione e di rispetto delle norme costituzionali nel momento in cui si approvano gli articoli ed i provvedimenti in questo Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Landi di Chiavenna 13.16, nel testo corretto accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 340
Astenuti 105
Maggioranza 171
Hanno votato
319
Hanno votato
no 21).

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, il mio emendamento 13.16 è stato corretto.

PRESIDENTE. Sì, l'emendamento Landi di Chiavenna 13.16 era stato corretto nel modo seguente: «permanenza temporanea e assistenza». L'intera Assemblea ne è a conoscenza, il problema non esiste.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Landi di Chiavenna 13.15, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole Ruzzante, a nome del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 441
Astenuti 6
Maggioranza 221
Hanno votato
190
Hanno votato
no 251).

Passiamo all'emendamento Landi di Chiavenna 13.18.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, intervengo, innanzitutto, per ribadire l'assoluta incostituzionalità dei centri di detenzione di cui parliamo. È fuor di dubbio. In secondo luogo, vorrei dire al collega Cento che non diventano dei lager con il provvedimento Bossi-Fini, perché lo erano già anche quelli che ha costruito il centrosinistra (Applausi del deputato Gibelli).
È vero: non sono galere, sono qualcosa di peggio! La differenza rilevante, tra galere e centri di permanenza, è che in questi ultimi le persone non hanno diritto neanche alle sedie, ai tavolini e al minimo necessario, ma soltanto ad un materasso, che debbono usare per tutte le necessità del giorno e della notte!
Annuncio formalmente che i parlamentari del gruppo di Rifondazione comunista contribuiranno a tutte le azioni di disobbedienza civile volte a smontare, materialmente,


Pag. 15

tutti i centri che costruirete (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, vorrei risaltasse, in questo caso in modo ancora più smaccato, il cinismo con il quale la maggioranza e il Governo stanno affrontando temi che riguardano gli esseri umani e i loro diritti.
Dopo un anno di governo, il risultato è che nessun nuovo centro è stato istituito dal Governo Berlusconi, tant'è che si rigetta l'emendamento Landi di Chiavenna che, come il nostro, chiedeva di realizzarne uno in ogni regione; inoltre, si penalizza l'immigrato - fino a prevedere un percorso che porta al carcere! - ove non sia stato possibile trattenerlo nei centri di permanenza temporanea e di assistenza. In altre parole, per ragioni non dipendenti dalla volontà dello straniero, ma dall'insipienza e dall'incapacità del Governo, viene penalizzato lo straniero! Questa è una misura cinica ed inaccettabile.
E, poi, perché questa logica del ricorso a misure di carattere penale? Dopo che si è tanto discusso sul principio del diritto penale minimo ...

PRESIDENTE. Onorevole Leoni...

CARLO LEONI. ...sulla depenalizzazione, sui riti alternativi, si decide di ingolfare ancora di più i tribunali italiani solo per mandare un messaggio punitivo a persone alle quali non possono essere addossate le conseguenze dell'incapacità del Governo di creare strutture in grado di accoglierle. Si tratta di una misura cinica, senz'altro da respingere (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, noi voteremo contro l'approvazione di quest'articolo, per la semplice ragione che vi sono sottese una barbarie giuridica e una mortificazione delle persone che non possiamo assolutamente accettare.
Riteniamo che la civiltà giuridica del nostro paese debba indurci a ragionare non soltanto per modificare le norme, quando le cose non funzionano, ma anche per operare in modo che le strutture vengano attivate. Noi volevamo - lo diciamo senza alcun timore e senza tentennamenti - che fossero create strutture dignitose, adeguate e ben distribuite sul territorio, che avrebbero sicuramente aiutato a combattere l'immigrazione clandestina e a governare i flussi nel nostro territorio. Invece, la risposta è quella di modificare le leggi e di allungare inutilmente alcuni termini soltanto perché non si fanno investimenti seri e non si realizzano strutture dignitose. Questo modo di concepire la vita pubblica nel nostro paese è oggettivamente inaccettabile e per tale motivo noi voteremo contro l'approvazione dell'articolo 13.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bulgarelli. Ne ha facoltà.

MAURO BULGARELLI. Signor Presidente, desidero semplicemente ribadire quanto è stato già affermato da molti colleghi circa l'iniquità di questo articolo.
Parlare di centri di permanenza temporanea per immigrati, in realtà, è fuorviante, anche solo dal punto di vista terminologico. Dobbiamo adottare le misure che altri paesi d'Europa hanno già adottato! Signori della maggioranza, dovete avere il coraggio di chiamare le cose per ciò che sono e per come le avete pensate: nel caso di specie, vere e proprie carceri, addirittura peggiori rispetto agli istituti penitenziari presenti nel nostro paese per i cittadini italiani.
Signor Presidente, ieri, lei ha richiamato la collega Deiana perché aveva parlato di morti. Purtroppo, è la costruzione stessa del provvedimento sull'immigrazione


Pag. 16

- ahimè, riguardante anche l'asilo - che ci porta a parlare di questo; infatti, il nostro mare Adriatico è diventato una vera e propria frontiera di guerra con persone che quotidianamente perdono la vita - uomini, donne e bambini - in questo mare per raggiungere un paese che, in realtà, offre loro come alternativa solo ed unicamente il carcere, e questo anche contro la nostra Costituzione. Infatti, la nostra Costituzione non prevede per reati di tipo amministrativo la carcerazione. Quindi, state semplicemente realizzando un sistema di apartheid che divide le persone in cittadini di serie A e di serie B.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, intervengo in maniera molto sintetica. Questo articolo mette a regime una serie di norme che consentiranno di dare veramente e seriamente corso all'espulsione. Considerata l'esperienza degli anni passati, visto che le espulsioni amministrative non venivano fisicamente eseguite perché non esistevano le condizioni (almeno in base alla normativa), abbiamo ritenuto di dover intervenire con una serie di meccanismi, quali per esempio il prolungamento dei termini di permanenza nei centri di permanenza temporanea da 30 ai 60 giorni, al fine di dare esecuzione ai provvedimenti di espulsione in via amministrativa. Non c'è alcuna evidente volontà di discriminazione, vogliamo semplicemente eseguire le espulsioni di chi è entrato illegalmente sul territorio nazionale e di chi è rimasto sul territorio nazionale in forma irregolare o clandestina.
Abbiamo adottato dei criteri che consentiranno finalmente di mettere a regime i provvedimenti di espulsione, quei provvedimenti che voi avete semplicemente annunciato e mai eseguito. Noi vogliamo effettivamente e realmente eseguire i provvedimenti di espulsione in modo tale da poter rimandare nei paesi di origine e di provenienza le persone che sono entrate e sono rimaste sul territorio in forma irregolare o clandestina.
Non mi pare vi siano altre ragioni che possano suscitare perplessità su questo articolo. Si tratta di meccanismi che consentiranno effettivamente - questa è la richiesta proveniente dal territorio - di procedere alla espulsione di chi non ha titolo per rimanere sul territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
245
Hanno votato
no 203).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bellillo 13.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 446
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato
198
Hanno votato
no 248).

Back Index Forward