Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 150 del 30/5/2002
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(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 2454 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, vorrei comunque precisare che non vi sono preclusioni da parte mia. Infatti, l'emendamento Battaglia 15.013, che accetto di riferire all'articolo 22, non parla di minori ma di stranieri che si trovino continuativamente in Italia negli ultimi dieci anni; quindi, occorrerebbe prevede un ulteriore articolo.
Per quanto concerne l'articolo 16, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti ad eccezione degli emendamenti 16.25 e 16.26 della Commissione sui quali il parere è favorevole. Tuttavia, con riferimento a quest'ultimo emendamento, si rende necessaria la sostituzione delle parole: «presso le ambasciate e i consolati» con le seguenti: «presso le rappresentanze diplomatiche o consolari», come previsto nel resto del testo. Il parere è altresì favorevole sull'emendamento Zanettin 16.50 (ex 3.02).
Inoltre, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Palma 16.10, Landi di Chiavenna 16.11 e sugli identici emendamenti Turco 16.3 e Mascia 16.14.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Soda 16.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.

PIETRO FOLENA. Signor Presidente, vorrei rivolgere un sentito invito ai colleghi della maggioranza e, soprattutto, a quelli che stanno soffrendo l'andamento dei lavori così «blindato» per l'esame di questo provvedimento.
L'emendamento Soda 16.1 contiene una riformulazione decisiva per uno dei punti cardine delle politiche sull'immigrazione. Infatti, se nell'articolo 3, purtroppo, è passata una discrezionalità - che abbiamo cercato di correggere - con riferimento alle modalità di determinazione del decreto da parte del Presidente del Consiglio, con l'attuale formulazione dell'articolo 16 si rischia di minare ciò che, in questi anni, ha rappresentato l'architrave delle politi


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che sull'immigrazione. Infatti, su tanti punti, in quest'aula, vi possono essere anche opinioni diverse, ma non si può negare che la politica delle quote e degli accordi bilaterali con i paesi di provenienza di questi lavoratori extracomunitari rappresenti il punto strategico decisivo da salvaguardare.
Vorrei ricordare che, in poco più di due anni e mezzo, i Governi di centrosinistra hanno siglato 26 accordi con diversi paesi, mentre nell'ultimo anno mi risulta ne siano stati siglati solo 2. Se passa l'attuale formulazione proposta dalla maggioranza, si rischia in primo luogo di far pagare ai lavoratori immigrati, con una vera e propria politica ritorsiva, le colpe dei governi o, in alcuni casi, dei regimi da cui gli stessi provengono. Infatti, si prevede che, discrezionalmente, le quote possano essere riviste nei confronti dei paesi che non combattono efficacemente l'immigrazione clandestina.
Vorrei far notare che risiede nella natura di un accordo bilaterale, che altrimenti non sarebbe tale, la possibilità di rivedere i contenuti di tale accordo se il Governo con il quale lo si è siglato non rispetta gli impegni assunti. Tuttavia, pensare, dopo la firma dell'accordo, di ridurre surrettiziamente e discrezionalmente le quote rappresenta un primo attacco sostanziale alla natura di questo provvedimento.
In secondo luogo, vorrei evidenziare che è pura demagogia inserire nell'ambito delle quote un problema enorme di questo tipo e mi voglio rivolgere, in particolare, ai colleghi di Alleanza nazionale che sono giustamente molto sensibili - ad esempio, il ministro Tremaglia - ai problemi dei nostri connazionali, dei lavoratori italiani in Argentina e in altri paesi nonché al loro rientro in Italia.
Inserire all'interno delle quote il problema del rientro di questi lavoratori è un errore, è una stupidaggine razzista, se poi viene condita da affermazioni come quelle fatte recentemente dal presidente della regione veneto Galan. È sbagliato nei loro confronti perché sono italiani rispetto ai quali noi abbiamo qualche dovere di riparazione. Per questo nell'emendamento Soda 16.1 abbiamo proposto di considerare il loro rientro al di fuori e non all'interno delle quote: non si tratta di lavoratori paragonabili ed equiparabili anche dal punto di vista giuridico ai lavoratori extracomunitari.
Vorrei fare un'ultima considerazione: voi avete bocciato la proposta fatta da tutte le associazioni imprenditoriali del Veneto e di altre regioni a proposito degli accordi di programma; ora non potete presentare una norma in base alla quale le regioni sono tenute a trasmettere un rapporto al Governo centrale che, in modo centralistico, vessatorio e antifederalistico, deciderà le quote. Negare che la Conferenza unificata Stato-regioni sia il luogo della programmazione territoriale è un grave errore. Dunque, quelle che avanziamo sono proposte molto concrete: se non saranno accolte si rischia di minare proprio l'architrave delle politiche sull'immigrazione. I giornali di questa mattina dovrebbero svegliare un po' le coscienze di tutti, per come è stata interpretata la vicenda delle impronte dall'opinione pubblica. A mio modo di vedere, sarebbe un grave errore manifestare la volontà di fare una legge manifesto. Ricordiamo il rapporto dei tre commissari dell'Unione europea che furono inviati in Austria e che consigliarono di togliere le sanzioni per non eccitare ulteriormente le tendenze xenofobe nel paese; essi ebbero modo di dire che è xenofobo e razzista l'atteggiamento di quella parte di mondo politico ed istituzionale che cavalca i sentimenti di paura nei confronti degli stranieri.
Questo è il punto vero. Visto che nel secolo passato, sulla base di questi atteggiamenti, nel cuore dell'Europa si sono compiuti genocidi e crimini contro l'umanità, noi dobbiamo stare bene attenti: l'Italia non si può sganciare dai valori comuni della civiltà europea, che sono i valori della rivoluzione francese, che sono i valori di libertà, di uguaglianza e di fraternità (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania) e che hanno permesso di costruire una democrazia (Applausi


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dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Letta. Ne ha facoltà.

ENRICO LETTA. Signor Presidente, sull'articolo 16 vorrei rivolgere alla maggioranza un invito pressante e pacato a riflettere: voi avete ottenuto un risultato, come si evince dai giornali di stamattina e dai programmi televisivi di questi giorni. Il risultato è quello di aver fatto passare nell'opinione pubblica l'idea - per noi è un'idea sbagliata - della linea dura nei confronti dell'immigrazione e del legame tra immigrazione e criminalità. Questo risultato lo avete raggiunto.
Noi vi chiediamo di non procedere sul tema, trasformando questo risultato in danni concreti allo sviluppo del paese: tirare per le lunghe questo risultato, trasferendolo in azioni specifiche, renderà impossibile, per le imprese del nord del paese, la ripresa che tutti ci auguriamo per i prossimi mesi e impedirà di avere elementi concreti per far sì che questa ripresa si sviluppi ed esprima tassi di crescita. Voi avete parlato con le associazioni imprenditoriali delle regioni del nordest e della Lombardia; sapete, dunque, benissimo che, là dove la disoccupazione è al 2 o al 3 per cento, o si riescono ad individuare forme d'intervento che, anche attraverso la modifica di questo disegno di legge, riescano a fornire elementi di sviluppo oppure il nostro paese nei prossimi mesi non aggancerà la ripresa. Voi sapete quale sarà l'effetto di queste norme. Innanzitutto, l'aumento del sommerso: un eccesso di regole come quelle che state imponendo determinerà un aumento del sommerso.
Credo che tutti sappiate, perché ne avete fatto, almeno a parole, una delle battaglie che riguardava il Mezzogiorno (salvo poi non raggiungere alcun risultato, perché la legge sull'emersione per il Mezzogiorno nessun risultato ha raggiunto), che il tema del sommerso è un freno allo sviluppo; sapete benissimo che anche sul tema complessivo dello sviluppo mettere tutti questi lacci, lacciuoli e vincoli è oltretutto contraddittorio con le regole con le quali avete cercato di comunicare al sistema economico e produttivo del nostro paese la volontà di aiutare la crescita.
Termino il mio intervento con un invito soprattutto ai parlamentari e ai colleghi più ragionevoli della maggioranza. L'obiettivo complessivamente l'avete raggiunto: siete passati per quelli della mano dura. Adesso non rendete questo obiettivo qualcosa che vi si ritorcerà contro e si ritorcerà contro l'intero paese, perché frenare lo sviluppo del nostro paese è una cosa che va contro di voi, ma anche contro di noi e contro tutti. Credo che su questo tema - anche in linea con alcuni emendamenti che, per esempio, sono venuti dal gruppo dell'UDC (CCD-CDU), e che noi troviamo ragionevoli, ma che vi chiediamo di portare fino in fondo - non sia sufficiente distinguersi per avere qualche sottotitolo di giornale. Su questo tema è necessario che, una volta passata questa sbornia elettorale che avete voluto e avete ottenuto, almeno nei fatti con questo testo non si creino dei danni concreti all'economia del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Soda 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 425
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
190
Hanno votato
no 235).


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 16.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 427
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
192
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 16.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Colleghi, per cortesia, ognuno voti per sé.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
185
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.25 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 432
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato
239
Hanno votato
no 193).

CESARE RIZZI. Signor Presidente, lei chiede sempre che ognuno voti per sé: ma guardi da quella parte lì!

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palma 16.10.
Chiedo all'onorevole Palma se accetti l'invito al ritiro.

NITTO FRANCESCO PALMA. Signor Presidente, l'articolo 16, comma 1, lettera b), rappresenta sicuramente un momento di attenzione verso i discendenti dei nostri emigranti in quanto inserisce nelle quote di riserva i lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado.
Orbene, signor Presidente, a me pare che questo inciso non sia utile, nel senso che i lavoratori di origine italiana di cui alla lettera b) non mi sembrano essere deputati a soddisfare le esigenze di quelle offerte di lavoro normalmente ricoperte attraverso le quote di riserva. Non solo, ma mi pare essere esclusivamente un contentino verso delle persone che ove venissero in Italia potrebbero peraltro compensare anche quel superamento dei tetti di assorbimento che esiste in diverse regioni d'Italia e in particolare in Veneto e in Emilia-Romagna. Per questo, signor Presidente, propongo con il mio emendamento di giungere ad una parificazione e ad un'equiparazione dei lavoratori di origine italiana nel terzo grado di discendenza con i cittadini comunitari. Prendo atto dell'invito al ritiro e per disciplina di partito ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Tuttavia, l'onorevole Boato è venuto a segnalarmi che, a nome del suo gruppo, fa proprio l'emendamento Palma 16.10. Prendo atto, altresì, che l'emendamento Palma 16.10 è fatto proprio dall'onorevole Ruzzante a nome del gruppo dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palma 16.10, ritirato dal presentatore e fatto proprio dai deputati Boato e Ruzzante, a nome dei rispettivi gruppi,


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non accettato dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 425
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
183
Hanno votato
no 242).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 16.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
182
Hanno votato
no 236).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.26 della Commissione, nel testo corretto, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
245
Hanno votato
no 200).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 16.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 431
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
183
Hanno votato
no 248).

Avverto che l'emendamento Landi di Chiavenna 16.11 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leoni 16.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 442
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato
196
Hanno votato
no 246).

Onorevole Turco, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 16.3, formulato dal Governo?

LIVIA TURCO. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 16.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


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Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
187
Hanno votato
no 242).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zanettin 16.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, il mio gruppo si astiene dal votare questo emendamento perché ho già detto al collega Zanettin quando abbiamo discusso l'articolo 3 che votare contro di esso non avrebbe avuto senso: è letteralmente «acqua fresca». È semplicemente ridicolo tramutare quello che il nuovo testo costituzionale prevede in un rapporto di collaborazione tra Stato e regioni proprio in materia di immigrazione. Si tratta di ciò che, all'epoca, proprio il Polo delle libertà e la Lega chiesero e noi accogliemmo e votammo. Ora si tramuta questo testo nella possibilità di trasmettere entro il 30 novembre alla Presidenza del Consiglio dei ministri un rapporto sulla presenza e sulla condizione degli immigrati extracomunitari: è una presa in giro. Votare contro non ha senso perché affermare che non si può mandare un rapporto sarebbe altrettanto ridicolo, ma è una risibile ipocrisia tramutare un portato costituzionale per un rapporto stretto tra Stato e regioni, chiesto proprio dal centrodestra e dalla Lega nella scorsa legislatura, nella possibilità di...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, i deputati del mio gruppo voteranno contro questo emendamento per le ragioni che abbiamo già espresso nella giornata di ieri. Abbiamo proposto accordi di programma, ci si limita ad affermare una cosa ovvia e mortificante verso le regioni, cioè che queste ultime possono inviare rapporti al Governo. Per tutte queste ragioni i deputati del mio gruppo, lo ripeto, voteranno contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanettin 16.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
257
Hanno votato
no 192).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 445
Votanti 443
Astenuti 2
Maggioranza 222
Hanno votato
249
Hanno votato
no 194).

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