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ASSEMBLEA GENERALE ANNUALE – ENAR ITALIA

FIRENZE, 9 MAGGIO 2002.

 

Le associazioni / Ong italiane aderenti all’ENAR Italia e partecipanti all’Assemblea Annuale svoltasi a Firenze il 9 maggio 2002, hanno adottato la seguente dichiarazione finale:

 

-       Riaffermiamo con forza la nostra ferma determinazione a combattere ogni forma di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza, inclusi antisemitismo e islamofobia in Italia ed in Europa.

-       Deploriamo con altrettanta forza il riaffacciarsi di manifestazioni anche violente di razzismo e discriminazione ed il diffondersi di un clima di intolleranza alimentato da campagne politiche e mediatiche apertamente xenofobe.

-       Segnaliamo con preoccupazione la discriminazione che colpisce gli appartenenti a minoranze quali Rom e zingari, rifugiati e richiedenti asilo, lavoratori stranieri residenti, immigrati in possesso o meno di permesso di soggiorno, evidenziata anche nel rapporto sul razzismo e discriminazione in Italia resa pubblica dal Consiglio d’Europa lo scorso aprile.

-       Sottolineiamo l'importanza di prestare attenzione a forme di doppia discriminazione determinate dall'intreccio tra discriminazione etnica e discriminazione di genere, età, religione o altra motivazione.

-       Richiamiamo l’attenzione sulla condizione dei minori stranieri coinvolti nei processi migratori, in particolare quelli non accompagnati e riaffermiamo la necessità di garantire a tutti i minori senza discriminazione i diritti enunciati nella Convenzione sui Diritti del fanciullo.

-       Richiamiamo l'attenzione della società civile e delle Istituzioni sul pericolo di sviluppo di tensioni sociali e manifestazioni di xenofobia ed intolleranza per effetto dell'approfondirsi ed estendersi di aree di esclusione e perdita della coesione sociale come effetto perverso dei processi di globalizzazione liberista.

-       Ricordiamo che razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza minano le basi stesse della convivenza democratica e dei valori su cui essa si fonda e richiedono quindi l'impegno comune delle Istituzioni, delle associazioni e di tutte le formazioni sociali nonché di tutti i cittadini.

-       Rileviamo i gravi ritardi nel completamento della legislazione contro le discriminazioni, così come nell’applicazione delle norme esistenti per contrastare in modo più efficace il diffondersi di atteggiamenti e comportamenti discriminatori, xenofobi ed intolleranti.

-       Denunciamo che la Legge Comunitaria approvata di recente che dà al Governo una delega a prendere ad emanare un decreto attuativo delle due Direttive della Comunità Europa sulla parità di trattamento adottate nell’anno 2000, non rispetta lo spirito delle dette direttive sia per la procedura di attuazione scelta che non prevede una consultazione seria delle associazioni ed Ong di settore in materia sia per la previsione di costituire l’Organismo nazionale di tutela della parità di trattamento presso la Presidenza del Consiglio invece di istituire un soggetto indipendente.

-       Sottolineiamo l'effetto devastante di una rappresentazione negativa delle minoranze, in particolare Rom, Sinti e Camminanti, migranti, rifugiati e richiedenti asilo, continua e diffusa in tutti i mezzi di comunicazione.

-       Denunciamo con forza la legittimazione irresponsabile della xenofobia e dell'intolleranza compiuta da alcuni esponenti politici e alcune forze politiche di rilievo nazionale.

-       Deploriamo in eguale misura la rincorsa, da parte di alcune forze progressiste, verso posizioni xenofobi che criminalizzano i migranti, rifugiati e richiedenti asilo, nell’illusione di poter accrescere il proprio consenso politico.

-       Indichiamo con forza la necessità da un lato di riconoscere e rimuovere tutti gli ostacoli all'effettiva parità nei diritti fondamentali, siano essi costituiti da norme (come è in parte il caso della legislazione in materia di trattamento degli immigrati cosiddetti irregolari), da assenza di norme (come è il caso del diritto di voto dei cittadini di Paesi terzi) o ancora da assenza o non applicazione di politiche coerenti con i principi di non discriminazione.

-       Deploriamo sia l’assenza a tutt’oggi di una legge sull’asilo sia il disegno di legge di modifica della legge sull’immigrazione che elimina i pochi canali d’ingresso legali previsti nella normativa ancora in vigore e punta a trasformare i migranti i soggetti senza neanche diritti minimi, mediante l’introduzione del contratto di soggiorno, che introduce un principio di netta differenziazione tra i lavoratori immigrati ed i lavoratori italiani, in contrasto non solo con la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche con la Convenzione dell’OIL del 1975 che vieta la discriminazione dei lavoratori stranieri.alla stregua di “cose usa e getta” anziché persone.

-       Sottolineiamo che la già restrittiva disciplina degli ingressi per lavoro viene ulteriormente inasprita, obbligando i futuri datori di lavoro ad assumere anche l’impegno di trovare “una adeguata sistemazione alloggiativa per il lavoratore” impegnandosi a corrispondere le spese per il viaggio di ritorno nel paese di provenienza. Consideriamo grave la condizione di ricattabilità derivante dal legame di dipendenza dell’immigrato sul datore di lavoro per il rinnovo del permesso di soggiorno che questo comporta

-       Invitiamo le forze di Governo ad accettare e attuare le raccomandazioni contenute nel recente “Secondo Rapporto sull’Italia” elaborato dalla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza – ECRI -, che ha evidenziato come ci sia grande bisogno di nuove misure in grado di garantire la parità di trattamento per i Rom, Sinti e Camminanti, migranti, rifugiati e richiedenti asilo nei settori dell’educazione e formazione, accoglienza e tutela giuridica, accesso ai servizi pubblici, occupazione ecc. così come nei rapporti con le forze dell’Ordine.

-       Denunciamo il rafforzarsi a livello europeo di un blocco sociale e politico di estrema destra favorevole alla legittimazione dell’espressione pubblica dell’odio e della xenofobia: La recente affermazione del partito di Le Pen al primo turno nelle elezioni francesi va colta in tutta la sua pericolosità in quanto potrebbe ben presto ripetersi in altri paesi europei, completando così quanto già avvenuto in Austria ed Italia.

-       Ci impegniamo a ricercare forme di cooperazione che rendano le nostre azioni di contrasto delle discriminazioni, razzismo, xenofobia, antisemitismo ed islamofobia nonché a promuovere un’effettiva parità di opportunità e di trattamento per i gruppi bersagliati dal razzismo.

 

Adottato da partecipanti all’Assemblea

Firenze, 9 maggio 2002.